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Autore: Malanova    08/07/2015    1 recensioni
Come non detto ... QUESTA STORIA E' IN FASE DI MODIFICA!
Anno 1992. Un gruppo di otto ragazzi, provenienti da diverse parti del mondo, verranno catapultati a Digiworld per salvarlo dai Hacker e riportare la pace nel mondo digitale ... Ci riusciranno oppure il Mondo Digitale è destinato a soccombere? Detto questo; vi auguro buona lettura e scusatemi ancora ... Alla prossima!
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Ora aprite bene le orecchie perché quello che vi dirò non ve lo ripeterò una seconda volta: qui non siamo nel Paese Delle Meraviglie né in qualsiasi posto incantato che voi umani vi immaginate. Qui siamo a Digiworld, signorini miei, gran parte delle terre dei nostri continenti sono ancora allo stato brado, piene di Digimon senza scrupoli e quelle civilizzate sono sotto il controllo di Hacker e Infettati. Se volete avere un minimo di possibilità di sopravvivenza; dovrete fare tutto quello che NOI vi diremo”.

Il Digimon socchiuse gli occhi e scrutò i ragazzi a uno ad uno. Avrebbe avuto parecchie lavoro da fare, su questo ne era sicuro. I giovani si guardarono tra loro, leggermente intimoriti. A vederlo; Piximon sembrava un grazioso batuffolo di pelo con le ali che diceva “Amami” ma appena apriva bocca si trasformava in un leone pronto a staccarti la testa a morsi. Anche Gennai sembrava a disagio.

Il Digimon ignorò le loro facce e continuò “Come vi avrà detto Gennai; gli Hacker sono esseri crudeli che si sono impadroniti di Digiworld con la forza e i loro virus e voi siete, secondo la nostra leggenda più antica, la nostra unica possibilità di salvezza. Noi due vi addestreremo nell’arte della guerra e aiuteremo i vostri Digimon a evolvere” notò la perplessità del gruppo e aggiunse “LORO sono già arrivati a casa mia già da due giorni quindi dobbiamo sbrigarci … E non vi preoccupate: saranno i vostri Digimon a riconoscervi … Si, cosa vuoi?”. Midori aveva alzato la mano, timidamente, poi mormorò “Gennai ci ha detto che gli Hacker sono capaci di mutare la loro forma e di compiere azioni per noi incredibili, come fare un salto di sei metri e sollevare centinaia di chili con una mano sola … Noi come faremo a fronteggiarli anche se impariamo a combattere? Io non sono capace di fare cose simili …”.

Piximon si avvicinò alla nipponica e rispose “Qui, nel Mondo Digitale, l’aria è totalmente diversa dalla vostra: oltre alle molecole d’ossigeno; essa contiene un gas benefico molto speciale che influisce sul fisico e lo rende forte, agile e resistente. Ispirate a pieni polmoni questa Digi Atmosfera per sei settimane e fare un salto di sei metri ed sollevare centinaia di chili saranno una minchiata …”. Si indicò una tempia e continuò “Inoltre agisce sul cervello rendendovi più empatici … Non vi siete accorti che, anche se provenite da continenti diversi, capite esattamente cosa vi state dicendo?”. Il gruppetto sussultò: in effetti … ad ognuno sembrava che l’altro parlasse nella loro lingua natia. Piximon tornò alla sua postazione “Se non c’è altro; possiamo andare prima che veniamo attaccati di nuovo da un Infettato o che un Hacker decida di farsi una gita da queste parti …”.

Guidò i Digi Prescelti fuori dalla Terra Della Rinascita, dopo aver salutato Elecmon, ed andarono in uno spiazzo erboso. Allora Gennai disse “Avvicinatevi di più: adesso Piximon aprirà un varco spazio-temporale che ci condurrà …” “Invece di documentare tutte le minime cose che faccio; perché non te ne stai zitto e mi lasci lavorare in santa pace?”. Il Digimon rosa fece roteare il suo bastone, pronunciando una formula magica piena di “PIRIPI” fino a che non si aprì un passaggio grande abbastanza da farli passare tutti.

Quando lo ebbero passato si trovarono in un luogo pittoresco: sembrava di essere in una radura nei paesi asiatici, piena di montagne dalle cime tondeggianti e ricoperte d’erba. Qui e là spuntavano dei alberi e casette dalle mura bianche, con i tetti blu a forma piramidale, come i tempietti che si trovavano in Giappone e in Cina. Gli alberi di ciliegio erano in piena fioritura e i petali rosati cadevano su di loro come una vellutata pioggia di primavera. Sembrava essere ritornati indietro nel tempo, quando non c’era la tecnologia o era ai suoi arbori. L’ID si rivolse ai ragazzi “Seguiteci … La casa di Piximon si trova in cima a questa montagna …”. Loro girarono la testa e la videro. La montagna in questione era altissima, più di tutte le altre, tanto che un quarto di essa era nascosta da nuvole bianche simili alla nebbia. C’era solo una stretta scala scolpita nella pietra, che circondava i lati del monte, a essere l’unica via per la vetta. Il piccolo lord inglese boccheggiò, indicando la scala “Non vorrete davvero che io … noi … saliamo tutti quei gradini?!?”. Luisa alzò la testa a sua volta e esclamò, stupita “Come è alta! Sembra di essere ai piedi dell’Everest!”. Piximon svolazzò fino a che non fu a pochi centimetri dai loro visi “Basta lagnarvi! Avevo detto fin da prima che il vostro addestramento era iniziato! Questo sarà il vostro primo esercizio: chi non raggiunge la vetta prima che il sole cali; salterà la cena ed dormirà all’agghiaccio!”. E volò verso la scala. James borbottò “La fa facile lui: può volare …”.

Camminarono per un paio d’ore e ancora la vetta era lontana. Ania bisbigliò “Di questo passo; mi sa che nessuno di noi riuscirà a raggiungere la sua casa prima che cali il sole …”. Gli altri borbottarono, annuendo. Piximon si girò e gridò “Risparmiate il fiato ed andate più veloci! Siamo ancora a metà strada e mancano pochi minuti al tramonto!” “La fai facile tu visto che voli …” ripeté James velenoso. Il Digimon rosa socchiuse gli occhi e si avvicinò minacciosamente al ragazzino ma Gennai si mise in mezzo e gli sussurrò “Devi comprenderlo … Hanno fatto un lungo viaggio per arrivare fin qui …” ma l’altro ignorò le sue fievoli suppliche e disse all’inglese “Vedi di abbassare la cresta con me! Non siamo nel Mondo Reale, prima te lo metti in testa e più avrai possibilità di sopravvivere!”. Si innalzò di più, fino a vedere tutti i volti stanchi e sudati “Come vi ho detto anche prima, e sappiate che ve la farò pagare per avermi obbligato a ripetere, in questo mondo la maggior parte dei Digimon che popolano queste terre sono esseri privi di scrupoli, dotati di enorme forza bruta oppure magica. E la comparsa dei Hacker non ha fatto altro che indurire ulteriormente i loro cuori”. Li fissò tutti, dal primo all’ultimo, concludendo “Per un po’ sarete al sicuro nella mia dimora ma quando avrete imparato tutto quello che sarà necessario; volenti o nolenti dovrete andare e affrontare qualsiasi evenienza senza di noi. Quindi vedete di impegnarvi seriamente fin da subito perché quel giorno potrebbe essere più vicino di quanto immaginate!”.

Detto questo, si rigirò un’altra volta e continuò a salire. Gennai lo raggiunse e gli sussurrò, senza che i ragazzi riuscissero a sentirli “Non credi di aver esagerato? Sono solo …”. Il Digimon lo guardò storto “Per niente! Lo sai anche tu che cosa dovranno affrontare quei ragazzi …”. Si fermò e borbottò “Sai che cosa è successo a Aprii …”. Gennai intravide gli occhi blu di Piximon riempirsi di lacrime mentre il labbro iniziò a tremolare ma il Digimon rosa fu abile a ricacciarle indietro “Non voglio che accada di nuovo …”. L’ID si azzittì e continuarono a salire le scale.

Quando le prime stelle della sera illuminarono il cielo; Gennai annunciò “Ragazzi, siamo arrivati …”. Il gruppetto voltò la testa verso di esso. Era in una strana forma ottagonale e ricordava più un’immensa torre. Piximon sbatté la punta dell’asta per due volte per terra e la porta si aprì “Forza … Per questa volta chiuderò un occhio e non vi lascerò fuori …”. I ragazzi ringraziarono debolmente, troppo stanchi per protestare ed entrarono. La casa, vista dall’interno, era ancora più bizzarra: c’era un enorme spiazzo che fungeva da cortile in mezzo ad essa e tutti i piani erano identici. Non esistevano porte, solo finestre, accessibili da lunghissimi atri. L’attenzione del gruppo ritornò allo spiazzo: otto Digimon entrarono da una delle finestre del piano terra e, appena li videro, rimasero di sasso.

  
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