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Autore: DARKOS    08/07/2015    2 recensioni
[“MUHAHAHAHAH! IO SONO BLOODY WATER!”
Il grido rimbombava nelle vie della città, mentre il Re si guardava attorno con aria sconsolata e Bloody Water si dirigeva verso nuove avventure.]
Salve di nuovo! O, se è la prima volta che ci incontriamo, benvenuti! Oggi voglio presentare una mia creazione, che era iniziata come scherzo, e si è invece tramutata in... diciamo uno scherzo più articolato.
La mia nuova serie, "Bloody Water", narra di cosa accadrebbe se ad Aqua, dopo 10 anni e più nel Reame dell'Oscurità, fosse partito letteralmente il cervello. Il tutto nella maniera più comica e demenziale possibile, sempre che mi riesca.
Buona lettura e (spero!) buone risate!
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aqua
Note: AU, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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BLOODY WATER 2 – LA VENDEMMIA

Bloody Water sfrecciava per le strade a tutta velocità, ridendo pazzamente. Improvvisamente, si fermò di scatto.
“Ehiiii, io conosco questo posto, ci sono già stata. Vediamo: case piuttosto moderne, pavimenti lastricati, fontane… ma certo! Sono all’Olimpo!” Iniziò a lanciare dischi inesistenti per l’aria.
“N-No” una flebile voce si udì dietro di lei. Bloody Water si girò e vide che con una mano aveva trascinato Sora per tutto il tempo.
“Vanitas! Perché mi segui?”
“Sei tu che mi hai trascinato! E io non sono Vanitas!” Il ragazzo si alzò, gemendo per gli abusi subìti.
“Ancora con questa storia? Ma chi pensi di imbrogliare? Solo Vanitas ha quei capelli così stupidi! E farti la tinta di certo non aiuta!”
“Capelli stupidi? I miei? Ahh, lasciamo perdere! Io non sono Vanitas, sono Sora! Ci siamo già incontrati, tanti anni fa! Ero il bambino sull’Isola, ricordi?”
Bloody Water mutò espressione e si avvicino al ragazzo, prendendogli il volto tra le mani. Sora la guardò, speranzoso. C’e l’aveva fatta. Era riuscito a fare breccia nel suo cuore e nei suoi ricordi. Ancora una volta, la Chiave che collega tutti aveva-
“Pffft! Vanitas, sciocco killer a sangue freddo che non sei altro! Tu non sei un’altra persona!”
Sora cadde letteralmente a terra. Il suo cervello e il suo corpo avevano smesso di funzionare per la disperazione.
Bloody Water l’aveva già dimenticato, e salita su un tetto, scrutava la città.
“Hahah! La città sembra tranquilla, ma il crimine non dorme mai! E se il crimine non dorme, Bloody Water consegnerà lo straccio imbevuto di cloroformio della giustizia! E poi lo porterà nel covo della verità! Dove provvederà a… uhm… TRIPLA FIRAGA!”
Tre sfere di fuoco incendiarono altrettante case, spargendo detriti ovunque.
“Guarda come brucia! E guarda come si agitano! WIIII!” La ragazza continuò a sparare proiettili di fuoco, finché Leon e Yuffie non la raggiunsero sui tetti.

“Ehi, Leon, dunque è lei quella di cui ci parlava il Re? Che ha ridotto Sora a un vegetale mentre passavamo?”
“Prudenza, Yuffie. Non sappiamo ancora come agisce. Dobbiamo rimanere calmi-“
“Ehi, Squall?” Bloody si era avvicinata ”Squall? Tu sei Squall, vero? Eh, Squall? Perché sei qui all’Olimpo, Squall? Ti ricordi quando non sei riuscito a salvare il tuo mondo Squall? Ti ricordi? Il tuo mondo? Che non hai protetto? Squall? Squally Squally Squall Squall? S-Q-U-A-L-L?”
Leon, senza proferire parola, si lanciò all’attacco col Gunblade caricato al massimo. Bloody Water lo attese, per poi scartare all’ultimo e farlo cadere con uno sgambetto. Yuffie era piegata in due, cercando con tutte le sue forze di non ridere. Se fosse rimasta calma, avrebbe forse notato la mano che la afferrava. E forse avrebbe potuto impedire che la scagliasse di sotto. Avrebbe forse anche notato che sotto c’erano più di venti mine magiche pronte a esplodere. Ma ormai era inutile soffermarsi su cosa sarebbe potuto accadere.
Bloody Water, osservando compiaciuta l’inferno divampare sotto di lei, si avviò di balzo in balzo verso le mura esterne della città.
Intanto, Leon trascinava una carbonizzata Yuffie verso la casa di Merlino. Sulla strada, si ricongiunse al Re, che andò loro incontro. “Anche voi avete fallito, eh?”
“Ci… ci ha colto alla sprovvista.” Leon ringraziò silenziosamente ogni divinità esistente che Yuffie fosse priva di sensi e non potesse raccontare la sua figuraccia. “Maestà, ma chi…?”
“Dopo.” Topolino anticipò le ovvie domande del giovane uomo. “Ora torniamo da Merlino, si sta occupando di Lea e Riku, mentre Sora si riprende. Poi andremo da Yen Sid a decidere il da farsi.”

Intanto, Bloody Water aveva ormai superato le pareti di cristallo e il crepaccio, fino a giungere al dirupo che si affacciava sulla Valle dei Malvagi. Lì si fermò, osservando la costruzione che si ergeva.
“Ehi, questo è un ottimo posto dove insediarmi e porre le basi per il mio futuro Impero del Male!”
Con un gesto improvviso, Bloody mise la mano destra a “becco d’anatra”, mimando il gesto di farla parlare, e disse con voce profonda: “Ma Bloody Water, tu non eri la paladina dei Keyblade? Perché ora fai la cattiva?”
“Silenzio, Terra! Non voglio sentire obiezioni, specialmente da parte tua! Bloody Water fa quello che le pare, mangia quello che le pare, mette in un frullatore quello che le pare e all’interrogazione parla di quello che le pare! E viene comunque promossa, mister Non-sono-un-Maestro!”
Il monologo fu interrotto da uno squarcio luminoso nel cielo, seguito da un rumore assordante. Quando tutto si calmò, c’erano due nuovi guerrieri assieme alla ragazza.
“Vedo che ancora non ti arrendi. Quanto ancora dobbiamo andare avanti?” Sephiroth puntò la spada verso il suo rivale di una vita.
Cloud non si fece intimorire. “Silenzio! Ho giurato che ti avrei eliminato, ed è quello che farò! Io... io…” Il biondo si interruppe, e fissò Bloody, che li stava fissando come se fosse la cosa più naturale del mondo.
“Beh? Perché ti sei fermato? Coraggio, rispondigli a tono! Altrimenti gli dai ragione, e allora è come se avesse già vinto!” La ragazza faceva il tifo e seguiva il tutto con passione.
Mentre Cloud rimaneva interdetto e decideva se ignorare o meno il terzo incomodo, Sephiroth prese l’iniziativa. “Sei di troppo qui. Vattene.”
“Tu osi dirmi cosa fare, dove andare e di quanto sono? Ma tu… aspetta! Capelli argentei, sguardo malvagio, vestiti scollati che lasciano poco all’immaginazione, addominali dove potresti cuocerci la carne… tu sei Sephiroth! Ma se sei al Monte Olimpo, allora questa è la Coppa di Platino! E io partecipo! In guardia!”
Detto questo, iniziò ad attaccare con foga. Il guerriero monoalato si ritrovò sulla difensiva, sorpreso dalla ferocia dell’assalto. Lo scontro raggiunse ben presto livelli di potenza eccelsi, mentre i due si scambiavano colpi sempre più letali. Ad un certo punto, Cloud notò Sephiroth preparare un affondo di spada dall’altro che conosceva fin troppo bene. “Attenta!” Gridò.
 BW interruppe il combattimento e si girò “Cloud, cosa diamine ho detto riguardo al non dirmi cosa far-“
La spada la trapassò da parte a parte. Sephiroth la estrasse dal corpo senza vita ormai accasciatosi a terra.
“Povera pazza. Sii più assennata nella prossima vita. Ora, Cloud, proseguiamo il nostro scontro.. sempre che tu non voglia fare subito la sua stessa fine.”
Cloud non rispose. E non perché fosse spaventato. Ma perché dietro a Sephiroth, vedeva il corpo della giovane rialzarsi, un fumo nero che rigenerava la ferita sull’addome come se non ci fosse mai stata. Bloody Water si avvicinò in punta di piedi al guerriero di spalle e urlò “PENA CAPITALE!” sferrando al contempo un poderoso calcio tra le gambe del suo avversario, che si accasciò a terra come aveva fatto lei poco fa, ma con qualche gemito poco mascolino in più.
“Tch. Guerriero perfetto un paio di… ah, ora nemmeno quelle.” Si girò, aspettandosi un applauso per la battuta. Cloud non era mai stato così in silenzio in tutta la sua vita.
Bloody girò sul proprio asse un paio di volte, fino a fermarsi in una posa da ballerina. “Questo posto inizia ad annoiarmi! In più, ora che ho ottenuto la Coppa di Platino non ho più nulla da fare qui all’Olimpo! Sarà meglio trovare nuovi posti. So cosa stai pensando, biondino :’Mia Lady Bloody Water, ma noi abbiamo bisogno di te!’ Mi spiace, ma sono chiamata altrove. Lì, dove si necessita un piccolo aiuto, lì dove il crimine è all’opera, lì dove semplicemente non accade nulla di eccitante, lì troverete la vostra amichevole paladina di quartiere, la salsa sul panino della verità eccetera eccetera. Vieni mio destriero!”
Finito l’annuncio alla platea inesistente, BW evocò il suo Keyblade in forma di velivolo, e si diresse verso il cielo mentre imitava con la bocca il rumore di una moto da corsa.
Cloud rimase lì, accanto alla sua nemesi che si contorceva afferrandosi i genitali, a fissare il vuoto.
“…questo non è l’Olimpo” fu tutto ciò che riuscì a dire.
   
 
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