Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: sese87    08/07/2015    2 recensioni
AU che traccia le vite dei protagonisti di Dragon Ball alle prese con il nostro mondo, dalla loro adolescenza all'età adulta.
*il cognome Arensay è un anagramma di mia invenzione.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie '1998'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
31

Nda: Turble è OOC.

 

 

Hai mai visto la pioggia in un giorno di sole?

 

______________________________________________

 

Il vero amore è devozione cieca, è umiliarsi senza fare domande, è sottomettersi completamente, è avere fiducia e confidare a dispetto di te stesso e a dispetto del mondo intero, concedendo tutto il tuo cuore e tutta la tua anima al tuo tormentatore.

(Charles Dickens, da “Great Expectations”.)

 

 

 

«Sono convinto questo sia un periodo difficile per entrambi, signorina Brief.» Arguisce Mr. Freezer, nel suo completo bianco di lino, dalla sedia dietro la mia stessa scrivania in ufficio; alle sue spalle i castelli del consumismo: grattacieli frastagliati contro un cielo terso e limpido. «Tutta questa rete di sospetti che Vegeta sta creando, non è altro che il farneticamento di un pazzo. Mio nipote è sempre stato molto instabile. Sono sicuro lei lo sappia meglio di me. Ed è per questo che mi permetto di suggerirle di stargli lontano.»
Freezer è arrivato questa mattina allo scopo di parlarmi di Vegeta; vuole convincermi a passare dalla parte che lui stesso reputa giusta, ma non ho ben capito su quali perni dovrei svoltare il mio punto di vista. So già che ha ucciso due persone.
Sono in piedi a braccia conserte. «Non credo di seguirla.»
Lui ha invece le sue rilassate sui braccioli, in una posizione di piena consapevolezza del proprio ruolo di potere. «Immagino le abbia raccontato una cosa o due sulla mia attività! Ma lei è una donna intelligente, nel business da molto tempo, mi dica, perché una fusione, tra società di successo, dovrebbe essere illegale? E perché vendere armi, alla luce del giorno, dovrebbe essere illecito? Non è la più morale delle merci di scambio, è vero, ma le guerre non si vincono con i fiori, dico bene
«
Dice bene, sì, è così che, purtroppo, ruota il mondo.» Concordo, avvicinandomi alle bottiglie di liquore su un tavolino vicino al muro. «Prende qualcosa da bere?» Domando, rivolta al dipinto astratto appeso alla parete.
«
Liscio.»
Annuisco, e riempio due bicchieri per entrambi. «Tuttavia, credo lei abbia frainteso la mia relazione con suo nipote. Prima di quella sera non l’ho mai visto, è dunque normale io non capisca molte delle sue azioni, perché vede, io, Vegeta, ho smesso di conoscerlo molto tempo fa.» Tento di chiarire la mia estraneità ai fatti, voglio sembrare lucida e cosciente, solo così potrei vincere questo fuligginosa battaglia verbale, iniziata a suo tempo con un inutile “Lei sa che il suo protetto ha ucciso due uomini!”.
«
Non avrei mai rischiato di venire qui, oggi, se non fossi convinto di essere nel giusto. Non mi induca a credere che voi non vi siete mai visti in segreto, perché potrei fornirle la lista di tutti gli eventi mondani a cui avete partecipato entrambi.»
Compio uno sforzo enorme per non lasciar trapelare la mia sorpresa, mentre mi chiedo se è sua intenzione depistarmi o se, davvero, seppur inconsapevole, io sia stata agli stessi eventi mondani di Vegeta. Freezer, da parte sua, si concede un breve sorso, e continua a parlare. «Potrebbe essere stato soltanto un caso, è vero; eppure, converrà sia strano che un tipo asociale come mio nipote, decida di presenziare soltanto agli eventi in cui era certo l’avrebbe incontrata, magari in segreto
«
Dove vuole arrivare?» Tento di prendere tempo, per raccogliere una giustificazione per l’ennesimo comportamento oscuro del nostro oggetto di conversazione.
«
Che potrei arrivare a pensare vi siete messi d’accordo allo scopo di eliminare me dal mercato, infangando la mia buona reputazione, ad esempio. Non la sto minacciando, ma bisogna ammettere sarà difficile per lei giustificare alla giuria questa sua affezione e interessamento incondizionato per qualcuno che, stando alla sua ammissione, non ha visto per anni.» Agita il liquore nel bicchiere massiccio, osserva i rivoli d’alcool discendere lentamente dalla superficie vetrosa. «O magari è davvero tutto un macchinoso scherzo del destino, oh!» Beve ancora, spegnendo il sorriso con un sorso. «Scelga bene la sua parte, perché sarà ugualmente difficile dimostrare la buona fede e la sanità mentale di qualcuno che ha passato quasi tre anni nella prigione di Shadow Bay.» Finisce il liquore, prima di congedarsi. «Ne parli pure con il suo legale, sono certo che, con un po’ di collaborazione, riusciremo a raggiungere un buon compromesso per tutti.»

 

Shadow Bay è la prigione incubo di chiunque sia stato abbastanza sfortunato da capitarci. Vi sono storie, a riguardo, di ex detenuti torturati e seviziati per confessare i propri crimini agli inquisitori. Un luogo in cui il concetto di giustizia e legalità si perde nella risacca di un impietoso bagno penale.
«Mi stai dicendo che Vegeta è stato a Shadow Bay, negli anni in cui non ha lavorato per Freezer?» Domando ancora incredula a Goku da cui sono corsa dopo il mio incontro.
«
Beh, teoricamente non dovrei dirtelo, Eh eh!» Si gratta la zazzera, e cambia di posto, dall’estremità destra a quella sinistra della scrivania, a una cornice d’argento con una foto di Chichi e i suoi figli. Sospira. «Vegeta è un tipo molto riservato, non credo voglia tu sappia cos’ha passato. Io lo so perché, beh, essendo il suo avvocato, ha dovuto spiegarmi alcune cose e ho dovuto investigare su altre; ma ti assicuro che avrebbe evitato volentieri.» Aggiunge lesto, quasi nel timore di aver avvilito la mia convinzione di essere la confidente prediletta di Vegeta. «Poi anche a saperlo, non avresti cambiato idea sul suo conto, o no?» Si accerta, infine, con un occhiolino. Il solito Goku.
«
Non me ne importa un accidenti di dov’è stato o cos’ha fatto!» Chiarisco. Sono solo arrabbiata con me stessa perché non riesco a fargli capire che può fidarsi di me. Una volta per tutte. «Secondo te sapeva che Freezer sarebbe venuto da me
«
Non saprei, Vegeta ha una mente complessa. Sinceramente, non riesco a stargli dietro.» Sparpaglia i documenti del processo sul piano da lavoro. «Mi ha detto che avresti qualcosa per me!»
«Raccontami prima cosa gli è successo. Voglio capire fino a che punto devo odiare i suoi nemici.»

 

 

Il suonatore raggiunge il solito albero nella strada assolata. Attacca l’amplificatore alla chitarra, dello stesso colore della sua barba ingrigita dall’età, e la sistema bene alla spalla. Ogni giorno è più pesante, e quella spalla sempre più dolorante, ma canterà lo stesso, per racimolare i soldi necessari per una zuppa calda a cena. Schiarisce la voce, strimpella alcune note, e attacca:
Someone told me long ago there's a calm before the storm
I know, it's been comin' for some time
When it's over, so they say, it'll rain a sunny day
I know, shinin' down like water…

 
Quando salto la scuola vado per negozi, di solito. Oggi, invece, resto con lui, Vegeta, e mi pare che il mondo ci ruoti intorno senza importanza, distesi sul tappeto a studiare, rivolti al soffitto, libri sul petto… Ma non riesco a pensare a Kant: mi sento bruciare nella parte del mio corpo a lui più vicina, un moto d’amore nel ventre illibato e, nonostante io stia leggendo di ragione, la perdo, senza avere il coraggio di chiedere ciò che più mi preme: hai davvero provato a violentare Diciotto, Vegeta? Lo osservo, neanche fosse un animale raro; il suo odore mi scioglie le ossa e mi riduco ad una poltiglia di emozioni. È questo il risultato per non averlo visto da due settimane? Vorrei piacergli tanto da entrargli in testa e, finalmente, capire cosa pensa, di me, di se stesso, di tutti.
Mi sollevo sui gomiti. «Vegeta
I wanna know, have you ever seen the rain?
Comin’down on a sunny day?

«La finestra resta aperta, se hai freddo metti la giacca.» Non distoglie l’attenzione da filosofia, «Se è per la musica, tirargli qualcosa così la smette. Ma nulla che comprenda i miei libri
«
Non ho freddo e non m’interessa del suonatore di strada.»

Yesterday and days before, sun is cold and rain is hard
I know, been that way for all my time


«É per qualcosa che non hai capito?» Assume, quindi, arrogante. Non vede mai l’ora di dimostrare quanto sia intelligente e veloce a capire testi difficili. Invece, vorrei solo mi dimostrasse che posso fidarmi, che non devo avere paura di stargli accanto e che non si sta perdendo.
Graffio il tappeto soffice e polveroso; rilascio anche quanto vorrei dirgli, raccogliendo il suo sguardo su di me. «In parte, ma non riguarda Kant
«Allora

'Til forever, on it goes through the circle, fast and slow
I know, it can't stop, I wonder

«Sai, mi è giunta voce che non hai la più pallida idea di come si stia con una donna!» Dico, dopo averci pensato per giorni, la prima, irrimediabile sciocchezza venutami a braccio.
«Eh?! Ma ti sembra il caso di dire certe cose
«
Beh, non è per questo che hai quel segno sul collo?» Gli indico il famigerato morso con un cenno.
Credo di averlo confuso ma ci pensa su un attimo. «È chiaro che qualcuno non ha idea di come si stai con un uomo.» Decreta infine con un ghigno, riferendosi a Diciotto. «Tsk, non sapevo foste diventate tanto amiche
«
Certo, siamo ragazze; mai sentito parlare di solidarietà femminile?» È, ovviamente, una menzogna ma ho intenzione di girare intorno all’argomento così da indurlo a parlare il più possibile. «Mi ha raccontato tutto.» Rincaro la dose, erroneamente, perché dalla sua espressione arguisco di averlo reso sospettoso. «Ah sì?»          
Penso che per convincerlo della mia sincerità sia meglio aggiungere un particolare piccante e plausibile. «So di come l’hai spogliata, lentamente.» Ed arrossisce. Ed arrossisco anch’io guardandolo, perché lo vedo in imbarazzo per la prima volta. Gli sorrido, avendo raggiunto, con un po’ di fortuna, almeno una certezza: chi reagisce così per frasi simili non potrebbe mai violentare nessuno. Eppure… non ha avuto rispetto per lei davanti a Crilin e me e l’ha fatta maltrattare da Cell e, lei, non ha forse pianto lacrime nascoste? O è solo la mia gelosia a volerlo innocente?
'Til forever, on it goes through the circle, fast and slow
I know, it can't stop, I wonder

I wanna know, have you ever seen the rain?

«Vegeta
«
Vegeta!» Ripete, tempestiva, un’altra voce, dal fantasma di un ragazzino assonnato, appena sveglio, che avanza verso di noi. Vedendomi, si blocca.
Raccolgo le gambe. «Ciao! Tu devi essere Turble!» Indossa una maglietta troppo larga per il suo fisico gracile e macilento; mi guarda stralunato e sospettoso.
«
Whoisshe?» Biascica in inglese rivolgendosi al fratello.
«
Una compagna di classe.» Spiega Vegeta, senza smettere di leggere il suo libro.
«
Doesn’t she have classes in the morning
Parlano in fretta e mi è difficile capirli, così non colgo del tutto la battuta di Vegeta. «Not when we are planning to kill you!» Gli scorgo un ghigno da dietro la pagine; chiude il manuale e si alza in piedi. Avvicinatosi alla finestra, la chiude. «Non ti hanno insegnato che è da maleducati parlare in una lingua che non tutti conoscono bene
Turble
esita, raccoglie un braccio nell’altra mano e, sempre ignorandomi, aggiunge: «I heard voices…»
«Nonsense. Erano le nostre
«You’re supposed to protect me, not to invite strangers home
«And you’re supposed to behave!» Tuona il maggiore, ora nella stessa lingua. «So, behave
Il
ragazzino, tuttavia, non demorde né cambia modo di esprimersi e, con quegli occhi tanto simili all’altro, bercia un rimprovero. «I highly doubt our father would appreciate your way of life, Vegeta
«Vorrà dire che gli chiederò scusa non appena lo vedo.» Se la ride in risposta quest’utlimo, mentre il fratello decide di sedersi direttamente per terra, schiena al muro, a debita distanza da me di cui non credo si fidi. «Devi perdonarlo, Brief, Turble non è esattamente normale.» Un’aggiunta innecessaria la sua, che infatti gli procura una librata, schivata, da parte del fratello, dopo aver preso la prima cosa capitatagli tra le mani. «Though having to sit on the floor is absolutely normal for you, isn’t it
«Te l’ho spiegato il motivo
«
Being stubborn
«Non ho intenzione di chiedere altri soldi allo zio, poi smettila di parlare in inglese! Ora fammi studiare.» È l’ultima parola di Vegeta, che torna a stendersi sul tappeto, pancia in sotto stavolta, tuffandosi nei teoremi filosofici argomento della prossima interrogazione.
Tuttavia, i testardi nella stanza sono due, e se uno ha propeso per un ostinato silenzio, il secondo, Turble, è risoluto a sostenere le proprie convinzioni a discapito della pazienza di Vegeta e della mia che vorrei continuare il mio discorso.
«
You don’t have to do this! It’s been two weeks since the last time you went to school. How can you face the final exam if you keep missing classes
Turble non può scorgere come Vegeta, che lo fronteggia di spalle, stia reclamando tutto il suo autocontrollo stringendo i pugni sulle pagine su cui tenta, invano, di puntare la propria concentrazione. Non risponde subito, fa un lungo respiro.
«
Hey, I’m talking to you!» Esorta nuovamente il più piccolo, imperterrito nel suo linguaggio d’oltre manica; non gli importa di essere maleducato, e cambiare argomento è per lui una latente alternativa. Si comporta come se io non esistessi, come se, dare conto della mia presenza, potesse in qualche modo scombinare il suo flebile equilibrio psichico, subordinando ciò che più gli preme chiarire alla paura di trovarsi in pericolo. Ha qualcosa da dire, e vuole dirla adesso. «You cannot have me here
«
Mi pare abbastanza chiaro che non dipende da me! Comunque ne parliamo dopo, non è il momento adesso.» Conclude Vegeta in un’ennesima manciata di autocontrollo, ed immagino si riferisca alla mia presenza. Tanto difficile è però avere a che fare con un giovane adolescente, voglioso di proteggere i propri diritti a discapito dei presenti. «And when is the right moment for you, Vegeta, uh? Not when there’s Lazzuli nor when we’re alone cause you cannot be bothered, and now? If you trust this girl to be here, I believe she can listen too Sbotta, tutto d’un fiato, adesso indicandomi con il dito; mi sento chiamata in causa senza nemmeno comprendere a pieno il motivo. Fossi stata un’altra persona a quest’ora me ne sarei andata via, essendo invece me stessa, sarebbe un torto alla mia curiosità se andassi via proprio adesso che potrei finalmente conoscere qualche particolare della misteriosa vita del mio amore non tanto nascosto. Il quale, perduto irreparabilmente il proprio “self-control”, si alza in piedi come un vulcano in eruzione, e tuona: «Would you, please, shut up? Or do you reallly want to piss me off?» È già abbastanza nervoso per aver perso molti giorni di scuola per la difficoltà di trovare una sistemazione adeguata al fratello, il quale continua a tirare la corda.
«
Why don’t you understand I’m truly in danger, Vegeta?» Urla quindi di rimando, issandosi in piedi. «I cannot stay here, I don’t want to stay in those awful clinics either, I could only stay with mum E, nella stretta pronuncia inglese, nel vomito di parole straniere di entrambi, mi giunge chiara quest’ultima parola: mum, mamma!
«Turble, how many times do I need to repeat myself?»
«And how many times do I? You promised, Vegeta! You promised Batte un colpo a terra.
«I have never made such a promise
«Yes, you did!
You did promise you’d be looking for her» Si scontrano a distanza, colpendosi a vicenda con le proprie assunzioni urlate. «You’re just a lazy bastard! You only want me to die Lo accusa alla fine, grondante copiose lacrime su per le guance scarne.
«
Maybe I do, so I’d be finally able to live my fucking life!»
Si dicono molte cose litigando, poche pensate veramente e credo anche per Vegeta sia così, tuttavia riesce lo stesso a mortificare Turble, scosso dai singhiozzi. «It wouldn’t even be difficult! There’s not so many people sharing her name Riprende piangendo, trafitto al cuore da ciò che resta della sua famiglia. «Please, if I stay here, you’ll hate me. Please, don’t… don’t hate me
«Non credo che tuo fratello ti odi, Turble!» Penso bene di intromettermi per prendere le parti del mio amico, nella speranza di mettere un freno a questa straziante conversazione e riprendere la nostra. L’intervento riesce però soltanto a raggelare il mio interlocutore, che sgrana gli occhi su di me e urla con tutto se stesso ripetendo al fratello di non odiarlo, di aiutarlo, senza tuttavia impietosirlo: Vegeta lo osserva in silenzio, probabilmente abituato a questo genere di crisi isteriche; ma negli occhi neri gli brilla già una certa sodomia, quando decide di svelare: «She cannot be found, she’s dead, Turble.»
«Lies, our father told me she had to run away!»
Oh se un dio dell’odio potesse esistere, personificato da qualcuno, questi non sarebbe che Vegeta! Il cui rancore gli corre indomito nello sguardo, prima ancora che nei suoi passi, portandolo vicino al fratello distrutto a cui, calmo e sprezzante, dice: «I know that for sure, because I was there the day she died, as it happened to be the same day of your birth
Come non provare dolore, davanti a due occhioni grandi e neri come la profonda tristezza di Turble, incapace se credere o meno alla rivelazione? Ma nessuna corda si smuove nell’animo di Vegeta, inflessibile nella sua sviolinata; s’inginocchia vicino e, messagli una mano sulla testa, come se non avesse affatto parlato fino a quel momento, aggiunge: «So did our mother promise me that she would be back soon, but she never did because of you. E adesso prendi le tue medicine e sta’ zitto, perché devo studiare.» E Turble, fattosi docile come un agnellino spaventato, annuisce; ora sì, ora è certo che suo fratello lo odia davvero e ne conosce il motivo.
Persino io dovrei capire che, l’unica persona da cui stare in guardia, è l’unica di cui mi sia mai innamorata veramente? Non capisco che è solo ossessione.
Vegeta ha però ancora voglia di esagerare e, lisciando la chioma al minore, infligge (ma sorridendo!) il colpo di grazia. «Sai, credo proprio che al tuo compleanno ti regalerò una corda, così ti ci impicchi!» Così Turble, in un'indecisa confusione, sceglie di ridere anche lui, di gusto, sperando sia stato tutto uno scherzo.

 

Continua…

 

 

 

Ciao a tutti e tutte! Spero che questo aggiornamento vi sia piaciuto. Grazie di aver letto fin qui e a coloro che hanno aggiunto la storia alle preferite.

Vorrei solo aggiungere un paio di cosette: la canzone usata per questo capitolo è “Have you ever seen the rain” di Creedence Clearwater Revival (il nome del gruppo forse non vi dirà nulla, ma giuro che si tratta di una canzone famose che avrete sentito centinaia di volte xD).

Il luogo “Shadow Bay” è sì inventato, ma ho preso il nome in prestito dal videogioco Metal Gear Solid.

Questo è tutto, continuate a fare buone vacanze! :)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: sese87