Sono sempre stati in tre: Naruto, Sakura e Sasuke. Il Team 7, indivisibile distrutto.


La guerra è finita, lasciando dietro di sé rovine e ferite che impiegheranno anni per rimarginarsi: rimettere insieme i pezzi richiede dieci volte il tempo che occorre per crollare¹, questa è una lezione che nessuno che abbia combattuto e visto gli orrori della Quarta Guerra Mondiale Ninja potrà mai dimenticare. Molti sono morti, altri sono sopravvissuti. Ricominciare a vivere è la cosa più difficile del mondo; lo sanno Ino e Shikamaru, più di chiunque altro, che si baciano fra le macerie incuranti degli sguardi delle persone attorno a loro. Lo sa anche Naruto, consapevole però che c'è altresì un debito di vita nei confronti di coloro che sono morti: lo deve a Neji e Jiraya, a Inoichi Yamanaka e Shikaku Nara, lo deve ai suoi genitori.

La guerra ha cambiato molti, anche lui stesso: la paura di morire e la voglia di vivere scoprono le carte, permettono di capire quanto in là si è disposti a spingersi, quanta forza si nasconde senza neppure sapere di possederla. Hinata è una di questi, che, superando i propri limiti, si è dichiarata per la seconda volta, balbettando frasi sconnesse. Timida Hinata, dolce come e più del miele; ma non è lei la ragazza di cui è sempre stato innamorato. L'ha capito osservando i suoi occhi color perla e immaginandone altri, verdi come le foglie in primavera; ne ha avuto la certezza quando lei l'ha abbracciato, arrossendo, e lui ha desiderato solo braccia più magre e una stretta soffocante. Non posso darti quello che cerchi, avrebbe voluto dirle, tuttavia limitandosi a un sorriso triste e a un ‘Mi dispiace’ mormorato nel vento. La risposta di Hinata è stata uno sguardo sofferente e un accenno di sorriso, schiena dritta e passi stanchi. Saprà rialzarsi e troverà qualcuno che l'amerà davvero. L'ha sempre saputo anche lei, forse.

Anche Sakura è cambiata, Naruto se ne n'è accorto paragonandola alla compagna che si riteneva una debole kunoichi, e che ora è forte quanto Nonna Tsunade, una ragazza che corre da una parte all'altra del Villaggio per aiutare amici e sconosciuti.
«Non seguirlo, non cercarlo più» sussurra lei quando, a notte fonda, va a trovarla nella tenda dei feriti, il viso affondato nella sua casacca, le mani aggrappate alla sua schiena. È questo, pensa Naruto, il posto in cui saremmo dovuti rimanere sin dall'inizio.
«Ti avevo promesso che lo avrei riportato indietro, Sakura-chan» sussurra lui. E tu lo ami ancora.
Naruto stringe le labbra, pieno di amarezza. Sasuke se n'è andato di nuovo, forse mai tornerà. Semplicemente, a battaglia conclusa, ha voltato le spalle a lui e Sakura e si è allontanato a passo veloce. L'istinto di corrergli dietro, picchiarlo selvaggiamente e riportarlo a Konoha è stato soffocato da un semplice gesto di lei: la mano posta sul suo addome, gli occhi verdi scuriti dalla rabbia, Sakura lo ha trattenuto, osservando il loro vecchio compagno svanire nella bruma del mattino.
Inaspettatamente, però, ora Sakura sorride, scuotendo la testa, e gli racconta che sì, l'ha riportato a casa, ma lei ha rinunciato a quell'illusione inseguita fra anni e sangue: è stato facile, confessa, quasi liberatorio. Si dice che la verità è nascosta nelle cose che perdi, ma il Sasuke che conoscevano, il ragazzino imbronciato della loro infanzia, è morto ormai da tanto tempo.
Continua a sorridere, Sakura, mentre afferma tutto questo, un sorriso leggermente malinconico e struggente. I suoi occhi sono sinceri quando incontrano il suo viso, dimostrando di non cercare occhi neri, bensì azzurri, quando si avvicinano al suo volto e persino quando si serrano, mentre lei si solleva sulle punte e preme le labbra sulle sue.
Sakura lo bacia, e tutto il mondo esplode.
Naruto avrebbe rinunciato a lei pur di renderla felice, avrebbe seguito Sasuke per tutta l'eternità se solo Sakura gliel'avesse chiesto, poiché farsi da parte e posporre la sua felicità alla propria è sempre stato naturale. Adesso, pensa Naruto contro la sua bocca, tirarsi indietro dai suoi fianchi stretti, dai seni piccoli e sodi che premono contro di lui e dal suo profumo primaverile sarebbe da folli.

Ogni cosa sta tornando al suo posto, o quasi. I primi tempi sono stati difficili, una lotta con se stesso e con un fantasma dagli occhi color sangue, talvolta attanagliato dal dubbio silenzioso che lei cercasse solo un'ombra sbiadita per sostituire Sasuke. Tutte le volte che lo ha pensato, Sakura se n'è accorta: il tempo è passato, ma i suoi pugni continuano a fare male, così come la sua espressione ferita.
Giorno dopo giorno, però, l'immagine di Sasuke sembra farsi sempre più lontana; comprende, Naruto, che a trattenerlo non sarebbero bastati un kunai avvelenato e tutta la volontà del mondo. Gli piace pensare che arriverà un momento in cui di lui gli rimarranno solo bei ricordi, in cui riuscirà a guardare la foto di quello che era stato il Team 7, di se stesso, Sasuke, Sakura e Kakashi-sensei, di loro, senza che una morsa di rabbia e dolore gli serri lo stomaco, impedendogli di respirare. Fa male, molto più di quanto avesse immaginato; è come perdere un braccio, una gamba, o guardarsi allo specchio per scoprire di riflettersi solo in una metà del proprio corpo. Sasuke è e sarà sempre una parte di lui e della sua vita, nel bene e nel male, ma è necessario rinunciare a lui, per poter ricominciare a vivere. E se un Naruto dodicenne si sarebbe infuriato al solo pensiero di abbandonare un proprio compagno di squadra e avrebbe giurato di riportarlo a casa ad ogni costo, il Naruto del presente sa che tutto è cambiato, che tornare indietro è impossibile e che la lotta con i fantasmi delle proprie scelte è inevitabile. Ma si può imparare a conviverci, perché, a dispetto di tutto, non è rimasto solo: ci sono ancora Kiba e Lee, Kakashi e Iruka-sensei, Sai e Sakura, soprattutto Sakura.
Smetti di inseguirlo, gli mormora ogni mattina, la schiena appoggiata contro il suo petto, il suo calore che s'irradia nell'aria mattutina impregnata di luce, in un Villaggio che sta cercando di rialzarsi. Le sue parole affondano piano dentro di lui, riportando in superficie la leggerezza che gli è sempre appartenuta, le risate che sono sempre state loro – crederle non è mai stato più facile. Adesso sei tu, solo tu.


Sono sempre stati in tre, ma Sasuke se n'è andato. Forse, capisce Naruto, baciando la tempia di Sakura, è tempo di lasciarlo andare definitivamente.




   

 

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¹ Suzanne Collins, Hunger Games
Angolino della Vì:
Probabilmente la storia è senza senso e sicuramente è senza pretese, ma io avevo bisogno di questo finale per Sakura e Naruto ♥ Non ho seguito bene neppure l'evolversi della vicenda, quindi è probabile che ci siano delle incongruenze con il manga, ma questo è un What if che non prevede alcuno scontro finale tra Naruto e Sasuke; nella mia mente il secondo non fa più ritorno al villaggio e se ne va in giro per il mondo a ripensare a Itachi, mentre Sakura bacia allegramente Naruto. Ho aggiunto anche l'accenno ShikaIno perché sì ♥
Se vorrete lasciarmi un piccolo parere, ne sarei molto contenta :3
Vì