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Autore: Loveroflife    08/07/2015    1 recensioni
[[Sequel di ''Anatomia del Cuore''. La storia può essere letta anche senza leggere la storia precedente.]]
Sei anni dopo...
Lei, una donna di 26 anni, che ha realizzato il suo sogno di diventare pediatra e che lotta quotidianamente con i suoi demoni.
Lui, ragazzino di 28 anni, diventato professore di chitarra al liceo musicale, con l'anima rock e il cuore pieno di sogni.
Cosa succederà? Seguitelo insieme a me.
CHE LO SPETTACOLO CONTINUI!
Dal II° capitolo:
''Non te ne andare, sono cinque anni che non ci parliamo, abbiamo tante cose da dirci.'' La guardò speranzoso, con gli occhi che brillavano.
''Io non ho proprio niente da dirti, e se non ci parliamo è solo colpa tua, ricordi?'' Lo guardò con il fuoco negli occhi e lui la lasciò andare di botto.
'' Dovremmo parlare anche di quella sera.'' Disse, serio e coinciso.
''Non ci penso minimamente, e adesso se vuoi scusarmi devo tornare a casa. Stammi bene, Victor.'' Disse, chiudendo la portiera dell'auto e mettendo velocemente in moto, lasciando il ragazzo nel parcheggio riservato ai medici.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quando la musica ti colpisce al cuore...'
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Girati un po' Eri... Fammi vedere.'' Veronica dettava legge dal suo divano nell'atelier per abiti da sposa. Sara, Erika e Marika facevano le statuine su tre piedistallo, con un pietoso abito di tulle color oro, uno dei colori che amava Veronica.
''Veronica, non per contraddirti, ma questa tonalità di dorato fa veramente cagare. Almeno su di noi.'' Erika non aveva peli sulla lingua e le amiche lo sapevano. In quel momento se ne accorse anche la commessa del negozio.
''Si, non mi convince. Non ha qualcosa sul viola?'' Veronica era l'eterna indecisa. Anni addietro ci aveva messo tre settimane per decidere dove fare un semplice buco per le orecchie, figuriamoci per l'abito delle sue damigelle.
''Certo, vado a prendere subito dei modelli in viola e glieli faccio vedere.'' La commessa sparì, lasciando le tre ragazze a rimirarsi ancora nello specchio, con Veronica che frugava nella borsa.
''Allora, non immagini chi possa aver fatto quei documenti?'' La giornalista indagava ancora, anche nei giorni precedenti il suo matrimonio.
''Vero, ti ho detto che non ne ho la più pallida idea.'' Marika era confusa, ma non sapeva davvero che pesci prendere.
''Scusate la mia ignoranza, chi è la persona che odia di più Victor in questo momento? Pensateci bene.'' Sara si era seduta sul divano accanto a Veronica, togliendosi i tacchi, che odiava e che le avevano già fatto gonfiare i piedi.
''Beh, credo sia Carlo... E' l'unico che potrebbe provare rancore per lui..'' Erika scese dal piedistallo, sedendosi sopra.
''No...Carlo non farebbe mai una cosa del genere...''
''Ma certo! Perchè non ci ho pensato io! Sono mesi che ci prova con te e adesso vede Victor come una minaccia. Fornendoti quei documenti voleva allontanarlo da te, farti schifare talmente tanto del suo passato e portarti a volere solo lui, abbandonando per sempre l'idea Victor.'' Veronica ebbe un illuminazione, appuntando tutto sul suo quaderno.
''Bene signorine, questi sono i vostri abiti da provare, prego.'' L'arrivo della commessa distrasse tutte, ma non Marika, che tornò nel camerino più pensierosa di prima.

''Io voglio il papillon.'' Franco mise il muso, dopo che il commesso fu costretto da Michele ad uscire cinquanta cravatte, che il bel batterista amava.
''Veronica odia i papillon e poi queste cravatte sono meravigliose.'' Continuò Michele, toccando una cravatta viola come se fosse un diamante prezioso.
''Si, forse per quelli alti un metro e novanta come te o Angelo. Ma per me che sono alto un metro e sessanta le cravatte non sono ideali. Sono piccolo di busto, la cravatta con la sua lunghezza mi farebbe sembrare ridicolo.''
''Beh, le cravatte larghe si.. Ma io credo che quelle sottili potrebbero stare bene anche a lei che è un po' più basso rispetto ai suoi amici.'' Il commesso si intromise, uscendo prontamente una decina di cravatte dalla linea sottile ed elegante. Provandola, Franco constatò effettivamente che gli stava davvero bene.
''Bene, me ne dia tre viola, sa gli abiti delle damigelle sono viola e i miei amici devono essere abbinati. Ordine della mia futura moglie.'' Sorrise appena Michele, con lo sguardo perso.
''Vado a prenderle in magazzino, voi sedetevi pure.'' Il commesso si allontanò attraverso un corridoio, lasciando Angelo, Victor, Michele e Franco seduti sulle poltroncine del negozio.
''Ancora non riusciamo a scoprire chi ha fatto quel gesto.'' Sospirò Angelo, facendo annuire Victor e Franco.
''Non mi convince quel medico, sai? E' un figlio di puttana, lo conosco. Accompagnai mia madre quando fece il pap test, la trattò come se fosse una preda.. Dovetti entrare io nello studio affinchè si accorgesse che era una mamma di famiglia. E' vero che mia madre è ancora giovane e piacente, ma è pur sempre mia madre. E' un viscido. Forse ne ha viste talmente tante che sembra sia ossessionato.'' Rise Michele, provocando un'espressione di dissenso in Victor.
''Quel coglione nemmeno mi conosce, perchè dovrebbe attaccarmi cosi?'' Chiese Victor, riflettendoci su.
''Forse perchè sei tornato e sa che Marika prova ancora qualcosa per te, nonostante tutto. Potrebbe farti terra bruciata.'' Propose Franco. Angelo non parlava. Il tasto Marika-Victor ancora gli bruciava, soprattutto perchè non sapeva se fosse successo qualcosa oppure no.
''Veronica non si da pace, pensa che possa uscire uno scandalo da un momento all'altro ed è pronta a creare un servizio bomba. Non la capisco più nemmeno io.'' Michele scosse la testa anche se il discorso fu interrotto dal commesso che ritornava con le cravatte pronte.

In un caldo pomeriggio, Carlo era in pantaloncini, con il petto nudo e si allenava nella piccola palestra montata sul suo terrazzo. Erano gli inizi di giugno ma faceva già un caldo torrido. Ad un tratto suonarono al citofono. Grondante di sudore, rispose.
''Chi è?'' Tenne il citofono lontano dalla faccia, per evitare di impregnarlo di sudore ma comprese distintamente chi fosse.
''Sono Marika, posso salire? Devo parlarti.''
''Certo piccola, sali pure. Ultimo piano.'' Le aprì il portone e si preparò davanti allo specchio.
Pochi istanti dopo aprì la porta e vide Marika uscire dall'ascensore e restare pietrificata davanti alla visione del suo collega, vestito solo con un misero pantaloncino e imperlato di sudore. Marika venne attratta subito dal fisico possente, dai suoi addominali scolpiti e da quella V che scompariva nel pantaloncino, cosa che lei adorava.
''Allora? Vuoi entrare?'' Carlo sorrise appena, essendosi accorto dello sguardo delle bella dottoressa.
''Ehm si.. Si, sono venuta a parlarti di una cosa.'' Disse, entrando nel grande loft di Carlo. Si perse un attimo a guardarsi intorno. Un grande divano a L, una TV gigantesca, uno scaffale pieno di DVD e CD, una cucina per arredata e un tavolo da sei. Alle pareti foto che ritraevano Carlo con degli amici e qualche copia di dipinti famosi, opere di Monet e Renoir, o almeno così ricordava dalle lezioni del liceo. Più in là una grande porta finestra che dava su un terrazzo pieno di piante e di attrezzi ginnici, con un tavolino tondo e due panche di legno.
''Bella casa, complimenti.''
''Grazie, vuoi sederti? Qualcosa da bere?''
''Un bicchiere d'acqua per favore.'' Si sedette al tavolo, mentre si preparava mentalmente il discorso.
''Allora, bellezza, come mai qui? Cosa posso fare per te?'' La guardò allusivo e per poco Marika non soffocò con l'acqua.
''Qualche giorno fa ho trovato questo dossier su Victor sulla mia scrivania. Tu ne sai qualcosa?'' Cominciò, uscendo dalla borsa quella famosa cartellina gialla. Carlo finse sicurezza, scoppiando in una fragorosa risata.
''E perchè mai dovrei prendermi la briga di creare un dossier sul tuo ex?''
''Non so, sono venuto a chiedertelo apposta.''
''Quindi sei sicura che sia stato io.''
''No, ma... L'ho trovato sul mio tavolo e non so cosa pensare...''
''Ed hai pensato subito a me, vero? Senti, tu mi interessi, moltissimo, ma mai mi sognerei di fare una ricerca sul tuo fidanzato. Per cosa poi? Penso che siano cose che sapevi già, quindi perchè perdere tempo inutilmente? Io, il mio tempo, lo impiego in maniera costruttiva, facendo cose più interessanti.'' Si avvicinò a Marika,facendole l'occhiolino e  spostandole una ciocca di capelli sfuggita alla sua coda di cavallo. Marika venne nuovamente rapita dal suo fisico palestrato. Erano anni che non toccava un uomo e adesso i suoi ormoni avevano deciso di fare le bizze.
''Non ti farei mai una cosa del genere. Sei troppo importante per me. Te ne sarai accorta, dopo tutti questi mesi di corteggiamento.'' Marika arrossì. Se ne era accorta e come, e si sentiva quasi male ad aver dubitato di Carlo, che era stato sempre gentile con lei.
''Scu..Scusami se ho pensato una cosa simile. Sei troppo una brava persona per aver fatto una cosa cosi meschina e...'' Non le fece finire di parlare che si avventò sulla sua bocca. Per un attimo si trovò spaesata, non sapendo se ricambiare o meno ma dopo pochissimo la sua libido prese il sopravvento. Gli si spalmò addosso, sedendosi sulle sue gambe. Cominciò a toccargli i capelli biondi e lui per risposta arpionò i suoi fianchi. Finalmente ci stava riuscendo. Marika stava per essere sua, se lo sentiva. Si staccarono un attimo per riprendere fiato e Marika riprese lucidità.
''Oddio, scusami. Non so cosa mi sia accaduto, in genere non sono cosi.'' Tentò di scusarsi ma i suoi ormoni si eravano risvegliati e, dopo uno sguardo famelico da parte di Carlo, le venne naturale rimpren derlo a baciarlo con foga. Il bel medico la prese semplicemente in braccio e la portò sul suo letto. Marika non se ne rese conto e in pochi istanti si trovò su un comodo letto, con Carlo che la sovrastava. I baci si fecero sempre più bollenti, le mani vagavano ovunque; le mani di Carlo sulle cosce di lei e le mani di Marika sulle sue spalle. Fu un attimo e Carlo afferrò un seno della sua collega, strappandole un gemito. Scese a baciarle il collo e i suoi gemiti divennero sempre più forti. Marika si arpionò al pantaloncino, cercando di abbassarlo. Presto detto; Carlo si alzò un attimo da lei e si tolse l'indumento che li ostacolava, rimanendo con gli slip. Ritornando su di lei Marika sentì il contatto con le parti intime del medico ancora più intenso e lo baciò nuovamente, con ancora più passione. Fu un attimo. Un lampo che le fece vedere Victor al posto di Carlo. Scosse la testa e tornò a dedicarsi all'uomo sopra di lei, che tentava di toglierle la gonna. Se la tolse lei stessa, rimanendo in slip. Mentre cambiavano le posizioni, continuando a baciarsi, Marika rivide la figura di Victor che la baciava. Vide distintamente i suoi occhi chiusi(si perchè Victor baciava ad occhi chiusi) e senti il suo profumo nell'aria. Quando Carlo, con ben poca eleganza, piazzò le sue mani sulle natiche, a Marika parve di sentire Victor che la toccava e che le sussurrava cose che si sussurrano solo in certi momenti. Si staccò all'istante, lasciando il medico confuso ed eccitato.
''Ma cosa fai.?'' Le chiese, vedendola scendere da lui.
''Io... Io non posso. Scusami, davvero. Non posso farlo.'' Si guardò in giro confusa, cercando la sua gonna.
''Ancora pensi a lui, vero? A quel coglione? Lo vuoi capire che lui per sei anni avrà scopato con chiunque, mentre tu sei rimasta ad aspettarlo?'' Fu inutilmente cattivo e maligno, e Marika sentì come una coltellata in pieno stomaco.
''Non è per Victor...Non sono ancora pronta io. Mi dispiace.'' Mentì, prese le sue cose e scappò da quella casa. Aveva fatto una bella figura di merda. Pensava di essere pronta e invece, proprio sul più bello, le era tornato in mente Victor, mentre faceva le stesse cose che provava a fare Carlo. Si aggrappò al volante, tentando di non piangere. Anche quando non c'era fisicamente, Victor era sempre presente dentro di lei, dentro al suo cuore, non permettendole di avere nemmeno uno straccio di rapporto decente. Era veramente una stupida.

Victor e Michele stavano correggendo insieme dei compiti, a casa di Michele, mentre Veronica lavorava nel suo studio. Il telefono fisso era rimasto in cucina e ad un tratto prese a squillare. Michele era intento a fare il caffè, e rispose per primo.
''Pronto? Ciao Marika! Si te la passo, è nel suo studio. Marika, tutto bene? Va bene dai, ti passo la tua amica. Ciao!'' Portò a Veronica il cordless, tornando allegramente in cucina.
''Era Marika?'' Victor lo fulminò. Piazzandosi davanti a lui.
''Si, voleva parlare con Veronica. Ma non l'ho sentita serena. Mah.'' Michele ritornò alla postazione del caffè.
''Vado un attimo in bagno, Mic.'' Enorme bugia. Si avvicinò alla porta di Veronica, appena in tempo per sentire l'urlo della ragazza.
''Sei andata a casa sua e ti sei buttata sul letto insieme a lui?'' Victor rimase pietrificato accanto alla porta, con le lacrime che risalirono e che gli annebbiarono la vista. Non poteva credere alle sue orecchie. La sua Marika era andata a casa di quel porco, e ci era andata anche a letto. La guerra era ufficialmente aperta.



Lo so! Sono imperdonabile! Gli esami universitari mi stanno facendo perdere anche quei momenti di tranquillità che usavo per le storie. Ma mi farò perdonare, con un altro capitolo, molto presto. Intanto vi ringrazio per le vostre recensioni e per le vostre visualizzazioni. Vi adoro! Un abbraccio a tutte!
  
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