Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Neflehim    09/07/2015    4 recensioni
"Anche se é patetico dirlo dopo tutto questo tempo, mi dispiace Tetsu."
Il ragazzo lo fissò senza espressione, sembrava gli stesse scavando dentro, come se volesse capire se fosse sincero oppure no, stavolta.
" E' vero, é patetico Aomine-kun."
[...]
“Tu invece?”
Tetsu lo fissò “Io cosa?”
“Non fare il finto tonto! Che succede con Kagami?”
[...]
Se Taiga ci avrebbe davvero, messo un secolo prima di dichiararsi, allora era il caso che un esterno si intromettesse. E chi meglio di lui di cui Kagami era già geloso?
[AoKuro, Aokise,Kagakuro, Kurokise. Altri pairing nel corso dei capitoli.]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daiki Aomine, Ryouta Kise, Satsuki Momoi, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8 minuti alla fine del terzo quarto.
Time out del Seirin.

Non stava andando bene.
Stavano perdendo in maniera eclatante e Chihiro aveva annullato del tutto la sua misdirection.
Nonostante tutto sentiva di non aver ancora perso.
Vedeva la speranza negli occhi della squadra, negli occhi del loro asso, scemare e questo non poteva permetterlo.
Aveva ancora qualcosa che poteva sfruttare e se neppure quella avesse funzionato, allora sarebbe stato costretto ad usare "quella".
Rabbrividì alla sola idea e dopo aver rivitalizzato la squadra, si prese un attimo ed uscì dallo spogliatoio, diretto nel suo conosciuto terrazzo.
Kagami, notando la cosa si chiese se in realtà andasse davvero tutto bene.
Rimembrò la partita contro la Too e ciò lo portò a seguirlo di nuovo.
Era vero che Kuroko gli aveva chiesto di stargli lontano ma non gli avrebbe permesso di deprimersi in silenzio dopo aver ridato la speranza a lui e alla squadra.
Si ritrovarono di nuovo nel terrazzo e Kagami ebbe una sensazione di deja-vu.
Stava per mostrarsi quando una voce lo gelò sul posto.
" Le cose non vanno bene... Tetsu."
Si chiese dove fosse spuntato ma non riuscì a darsi una risposta.
" Aomine-kun... ho ancora qualcosa da giocare prima di arrendermi."
Il moro annuì ma tese le labbra in un sorriso amaro " E se neppure quelli dovessero funzionare?"
Il pallido colorito di Tetsuya si fece ancor più cinereo " Non permetterò al Seirin di perdere."
" Quindi sei disposto ad usare anche quello?"
Il ragazzo annuì ma non sembrava felice " Se porterà alla vittoria del Seirin, si. Ho già fatto quell'errore una volta, non posso permettere che si ripeta."
Dire che Kagami non ci stava capendo nulla era il minimo.
Non capiva davvero di cosa parlavano ma in quel momento l'unica cosa che gli importava era la troppo poca distanza che c'era tra Aomine e Kuroko .
Vide il moro scompigliargli affettuosamente i capelli e lo sentì mormorare " Spero che non debba farlo... non mi piace l'idea che tu ci stia così male."
" Speriamo... grazie Aomine-kun..."
Daiki fece una faccia infastidita " Cavolo Tetsu! Ci conosciamo da quattro anni! Non è ora che mi chiami per nome?"
"No" rispose il ragazzo semplicemente e in risposta ebbe una risata.
" Devo andare Aomine-kun."
"Va bene..."
E Kagami si eclissò.


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5 Minuti dalla fine del terzo quarto.
Time out Rakuzan.

Ce l'aveva fatta. Tetsuya lo aveva riscritto.
Aveva sovrascritto del tutto la sua misdirection rendendolo inutilizzabile.
Per un qualche motivo si sentiva sia sconfitto che orgoglioso.
Sorrise e quel gesto non sfuggì ad Akashi.
La rabbia montò.
Si alzò piazzandosi davanti a lui.
"Posso ancora utilizzarti."
Il suo modo di parlare non ebbe la reazione sperata.
Non ebbe alcuna reazione.
"Fai come vuoi."
- Perché? Perché non reagisci mai con me?- non lo disse decidendo che se voleva continuare su quella strada, allora sarebbe stato implacabile.
Non avrebbe guardato in faccia a nessuno e avrebbe vinto, in modo che Chihiro si rendesse conto della sua immensa superiorità e gli portasse rispetto, lo ammirasse.
Avrebbe battuto il Seirin. Avrebbe battuto Kuroko. E chiunque si fosse messo sulla sua strada.

Nel momento in cui Chihiro capì quello che aveva fatto Akashi, per la prima volta la rabbia prese il posto dell'indifferenza.
Lo stava usando nel vero senso del termine.
Akashi sorrise amaramente quando incontrò la gelida ira del compagno.
Una reazione.

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40 secondi alla fine del terzo tempo.

Stavano andando bene,nonostante tutto.
Izuki aveva battuto in intelligenza e furbizia Hayama.
Koganei era riuscito a far tremare Mibuchi.
Ora non poteva più tirarsi indietro. Aveva quattro falli ma era il capitano.
Non poteva restare in panchina a guardare.
Tutta la sua squadra si stava impegnando sputando sangue pur di vincere.
Inoltre avevano tutti un motivo per non poter perdere.
Il suo sguardo cadde su Teppei che, nonostante non lo mostrasse apertamente, sapeva stesse soffrendo come un matto.
Quella sarebbe stata la loro ultima partita assieme.
Non si poteva concludere con una sconfitta , quando la vittoria era così vicina.
Tolse l'asciugamano dalla testa e chiese a Riko di poter entrare.
In qualche modo aveva capito la meccanica di tiro di Mibuchi ed era arrivato il momento di riunirsi alla squadra.
<< Cambio per il Seirin ! Esce il N.6 ed entra il N.4! >>
Ci furono esclamazioni di stupore.
Non se ne stupì.
Aveva quattro falli dopotutto.
Vide l'espressione affranta sul volto di Koganei quando gli diede il cambio e prese sulle sue spalle anche lo forzo del compagno nell'aiutare.
Non avrebbe permesso che finisse tutto così. Rendendo inutili i loro sforzi.
Avrebbero vinto.

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9: 54 minuti alla fine della partita.

Il capitano aveva tirato e segnato come se non avesse neppure visto Mibuchi.
Non poteva permettersi di sbagliare.
Aveva un presentimento.
Un brutto presentimento.
Lanciò un'occhiata a Teppei e quella brutta sensazione si accentuò.

- Probabilmente starai pensando "Visto che é l'ultima, non devo pensare al dopo... devo combattere fino a che la mia gamba non cadrà a pezzi!" Sbaglio?-

Quelle parole lo terrorizzavano perché comprendeva che la possibilità che l'amico compiesse quella scelta erano altissime.
In qualche modo però, il colpo che gli aveva dato Riko sulla schiena gli aveva azzerato i pensieri rendendo la sua mente abbastanza fredda da impedire a Mibuchi di fare canestro.
Nel momento in cui vide Teppei lottare per quel rimbalzò capì che non avrebbe protetto la sua gamba e non poté far altro che accettare la sua decisione, nonostante fosse terribilmente doloroso vagliare la possibilità di non poter più giocare assieme.
Si ritrovò ad incitarlo senza neppure sapere come.
Kiyoshi recuperò la palla in modo pericoloso per la sua gamba e la lanciò a Kagami che la infilò come da dovere nel canestro.

Di nuovo uno scontro contro Mibuchi e la disperazione nella consapevolezza di dover fermare quel tiro a tutti i costi.
Gli faceva davvero male la schiena...
Possibile che Riko lo avesse colpito così forte?
No, probabilmente gli aveva trasferito tutto: i suoi sentimenti e quelli della squadra.
Grazie a quel colpo era come se il suo corpo fosse percorso da un enorme fuoco che avrebbe usato per fermare quel tiro.
“Non me e frega un cazzo se sei uno dei Generali, uno del Rakuzan o se sei più forte di me! Comunque fermerò quel tiro costi quel che costi!”
E così fu.

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8:50 minuti dalla fine della partita.


Lo avevano deluso tutti, nella squadra.
Chihiro per primo e ancora gli bruciava.
Non aveva bisogno di loro. Poteva benissimo farcela da solo.
Ora nessuno avrebbe più potuto fermarlo.
La sua Zone si attivava nel momento in cui i suoi compagni non gli erano più di alcuna utilità e la condizione era stata soddisfatta.
Avrebbe vinto da solo, come sarebbe dovuto essere fin dall'inizio.
Lui era Assoluto.

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8:21 minuti alla fine della partita


Non ci riusciva.
Akashi lo superava facilmente come se stesse respirando e il guardiano della porta gli impediva di accedere a livello successivo.
Senza che se ne accorgesse , Tetsuya gli si avvicinò.
“ Kagami-kun... per una volta, perché non ti arrendi?”
Quella frase, detta proprio da lui, azzerò qualsiasi facoltà intellettiva nel suo cervello.
E non fu l'unico a rimanere scioccato.
“ Che diavolo stai dicendo?! Dopo aver fatto tanto...”
Kuroko scosse la testa.
“ Non parlavo della partita, ma di continuare a combattere da solo. Hai un fardello troppo grande da portare, anche se ci affidiamo a te... Perciò permettimi di aiutarti.”
Rimase per qualche secondo scioccato da quelle parole ma si riprese presto “ Non posso farlo. Posso farcela da solo! Ci riuscirò in qualche modo. Ho bisogno solo di un altro po' di tem-”
In quel momento capì cosa intendeva.
Non era giusto quello che stava facendo.
Non era la prima volta che non riusciva ad aprire una porta.
Anche se non ci riusciva doveva dare comunque il massimo con i mezzi che aveva.
Sorrise all'idea di poter condividere qualcosa con Kuroko e ciò gli fece sperare che non fosse troppo tardi per loro.
“ Ho capito. Credo che per stavolta accetterò il tuo aiuto. Battiamo assieme Akashi!”

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5:10 minuti alla fine della partita.
Time out Rakuzan.

Kuroko era riuscito ad usare il suo quasi occhio dell'imperatore, ad anticipare Kagami e a rubare la palla ad Akashi permettendo poi al primo di segnare.
La luce e l'ombra del Seirin erano riusciti a sconfiggere l'Imperatore Assoluto che ora non riusciva più a farne una giusta, costringendo l'allenatore a richiedere un time out.
Quella vista aveva fatto andare fuori di testa Mayuzumi dalla rabbia.
Interruppe il mister che stava per sostituire Akashi e gli si parò davanti.
Sei patetico.
Quelle parole fecero trattenere il fiato a tutti i presenti sulla panchina, mister compreso.
Nessuno si era mai permesso di dire parole del genere ad Akashi, ma lui non era nessuno.
“Cosa vorresti? Che ti confortassimo? Non farò nulla del genere. Non é proprio una cosa da me, ma in compenso mi lamenterò.  Prima hai fatto tanto lo sbruffone ed ora sei ridotto in questo stato? Non ti riconosco più. Sei completamente diverso dalla persona che ho conosciuto quella volta sul tetto. 
Perciò … tu chi sei?”
In quel momento Mayuzumi aveva solo espresso il suo pensiero .
Non conosceva l'animo di Akashi, ma fece comunque scattare qualcosa.
Seijuro Akashi, nato da una famiglia importante.
Per questo motivo ricevette un educazione severissima, dedita al successo e colui che ne fu artefice, fu suo padre.
Appena ebbe abbastanza anni da saper camminare e comprendere la sua posizione sociale, iniziò la sua educazione da bambino dotato.
Nulla di tutto questo era di sua scelta.
L'unica che aveva a cuore la sua fanciullezza era sua madre e fu proprio lei a convincere suo padre a lasciargli un po' di tempo libero da dedicare al basket.
Essendo dotato anche negli sport divenne subito molto bravo.
Il suo unico divertimento in una vita di doveri.
Al suo quinto anno di elementari perse sua madre per un'improvvisa malattia e questo gli causò un enorme dolore.
Ad aggiungersi alla sua infelicità ci fu il dover primeggiare in ogni materia e più cose imparava e più glie ne venivano insegnate.
In quel momento sentì come se ci fossero due persone al suo interno. Quella che andava a scuola e quella che tornava a casa.
Arrivò alla Teiko il cui motto del club sportivo era :Vittoria.
Entrò facilmente a far parte della prima squadra e l'unica cosa che voleva era poter continuare a giocare con i suoi compagni senza troppi pensieri, ma anche quello durò poco.
Il mister si dovette ritirare per una malattia e il motto della squadra iniziò a pesargli enormemente sulla testa, facendo emergere quel lato del suo carattere che pareva uscire solo tra le mura domestiche.
La prima volta che rischiò di perdere, il suo altro io prese il suo posto surclassando completamente la sua altra personalità, quella per cui la vittoria non era una cosa indispensabile per sopravvivere.
Il suo vero io fu spinto in profondità e pareva non dover più riaffiorare.
Fino a quel momento .
Aveva pensato che se uno dei suoi vecchi compagni fosse riuscito a battere il suo fratellino, quello sarebbe scomparso, lasciandogli finalmente il pieno possesso del suo corpo.
Eppure non ci riusciva.
Non riusciva davvero a perdere.
Così il suo vero io tornò in superficie, spingendo verso il basso l'Imperatore.
“ Coach... mi dispiace ma le chiedo di lasciarmi giocare.”
Si alzò sorridendo per la prima volta dopo anni, sinceramente.
Chissà se era perché il suo avversario era Kuroko.... che sentiva la necessità di continuare a giocare.
Aveva sempre avuto un rapporto speciale con lui.
Era stato colui che aveva scoperto la sua abilità e Akashi aveva sempre avuto una certa preferenza verso Tetsuya. Era stato l'unico a rifiutare il progresso indiscriminato.
L'unico a non lasciarsi travolgere dal potere.
Lo aveva sempre affascinato. Si sentiva in un qualche modo legato a quell'ombra.
Ora vi era legato a doppio filo.
Chihiro era per un qualche motivo legato a Kuroko.
Avevano qualcosa in comune finalmente.
Questa voglia di vittoria era oltre ogni suo controllo.
Fissò il volto stupito di Chihiro e il sorriso si ampliò “ E' strano che tu mi chieda chi sono.
Sono Akashi Seijuro,ovviamente.”

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5:07 minuti alla fine della partita.


Quando gli aveva rivolto quelle parole , Tetsuya aveva sentito un peso che si portava dalle medie, volare via.
Rivedere il vero Akashi era stato un sollievo.
Non riusciva più a fermarlo soprattutto ora che sia lui che tutti gli altri membri del Rakuzan erano entrati nella Zone.
Fissò lo sguardo in quello di Chihiro e sospirò di sollievo nel non scorgerci nessuna voglia di potere.
Erano al limite.
Nessuno di loro riusciva più a gestirli.
Anche lui si stava per arrendere.
Avrebbe dovuto violentare se stesso, di nuovo.
Poi accadde.
Un urlo. Il suo urlo.
Shigehiro era venuto a vedere la sua partita, giocava di nuovo a basket!
Presto anche gli altri della Generazione dei Miracoli a partire da Aomine, iniziarono ad acclamarli.
Le loro voci entrarono nei cuori di ognuno di loro dando nuova carica ai corpi distrutti dalla stanchezza.
E alla fine Kagami ci riuscì.
Aprì quella maledetta porta, scoprendo che l'unico a farvi la guardia era lo stesso Tetsuya. E anche la nuova trance era qualcosa, per una squadra come la loro, molto familiare.
Un sincronizzarsi attraverso uno sguardo di Kagami .
Il combattere tutti assieme.


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00:00 Partita Conclusa.
Vincitore: Seirin.

Era finita.
Avevano vinto e ancora non riuscivano a crederci.
Senza rendersene conto, Kagami aveva stretto Kuroko a se mentre la voglia di baciarlo stava quasi per superare tutto.
Era stato grazie a lui se avevano vinto. Oggi, come nelle altre partite.
Era sempre stato il suo sostegno.
Si sentì vuoto quando gli fu tolto dalle braccia ma si disse che avrebbe avuto tempo per parlargli.
Presto sarebbe stato suo e avrebbe potuto vantare dei diritti concreti su di lui.

Era finita.
Era finita e l'unica cosa che voleva in quel momento era mettere mano al telefono e sapere come andava in ospedale.
Si ritrovò senza sapere come a stringere la mano ad Akashi e a promettergli di scontrarsi ancora.
Riuscì ad eclissarsi e a sfuggire da altri abbracci.
Si diresse verso lo spogliatoio, dopo aver stretto tra le mani la coppa.
Come previsto lo trovò vuoto; prese il cellulare e digitò il numero di Kasamatsu- san.
<< Kuroko.... é finita la partita?>>
“ Si Kasamatsu- san, abbiamo vinto.”
Il ragazzo dall'altro capo si complimentò freddamente con lui ma non se la prese.
“ L'operazione é finita?”
<< Si... é andata bene secondo i medici, ma sarà il tempo a decidere. >>
“ Capisco.” Il sollievo era totale tanto quanto la felicità a quelle parole.
Silenzio.
<< L'idiota ha chiesto di te.>> Secco e conciso. Tipico del senpai.
“ Arrivo appena posso.”
<< Va bene. A dopo.>>
Chiuse la chiamata e sentì le gambe cedere.
Il cuore aveva accelerato improvvisamente mandandolo in tachicardia, mentre tutta la stanchezza che aveva accumulato in quegli ultimi due mesi gli ricadeva addosso come macigni.
Ora poteva tornare a respirare.
Non letteralmente ovviamente.
Gli pareva di aver vissuto trattenendo il respiro, da quando aveva scoperto che l'infortunio di Kise-kun era più grave del previsto.
Si accasciò sulle panchine di legno e si prese il volto tra le mani mentre le labbra gli si stiravano in un sorriso.
“ Kuroko?”
La voce di Kagami gli arrivò ovattata alle orecchie e quasi sospetto di essersi appisolato in quei pochi minuti.
Alzò il volto dalle mani e fissò gli occhi in quelli sereni del rosso che gli sorrideva.
“ Che fai qui da solo?”
“ Avevo bisogno di un po' di calma.”
“ Capisco.”
Calò un silenzio imbarazzante in cui Kagami, nonostante si fosse ripromesso di confessarsi,  ora che era lì non riusciva a spiccicare parola.
“ Kagami-kun... mi volevi dire qualcosa?”
Taiga prese un bel respiro e stava per parlare quando fu interrotto da una voce proveniente dalla porta.
Tetsuya?



Angolo dell'autrice:

Ecco finito un altro capitolo.
Mi dispiace ma a parte qualche insinuazione velata qua e là,  le novità saranno la maggior parte nel prossimo capitolo!
I minuti della partita sono ripresi dalle scene nel manga .
A presto!!



   
 
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