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Autore: Arya Rossa    09/07/2015    3 recensioni
Anastasia e Christian sono felicemente sposati da vent'anni, hanno solo un figlio Ted, di diciotto e vivono nella loro normalità. le cose cambieranno quando a mr Grey verranno rubati dei soldi, dopo poco tempo si scoprirà che la ladra del multimiliardario non è altri che una ragazzina di soli diciassette anni: Lilith.
la ragazza con un passato burrascoso ed un presente ancora peggiore si ritroverà affidata alla famiglia Grey ed a dover lottare per nascondere a tutti ciò che le è successo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Nuovo personaggio, Theodore Grey
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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“Un regalo?” chiese Lilith inarcando le sopracciglia, abbastanza stupita, e sorridendo piuttosto ironicamente. “Grey, mi hai difesa in tribunale, un regalo per i miei diciotto anni è davvero l’ultimo dei miei problemi e comunque, se proprio dovevi farmene uno, va bene quello, davvero”
Christian si sedette vicino a lei, aveva chiesto agli altri di lasciarli da soli quindi c’era tutto lo spazio che voleva. “Beh, c’è solamente un compleanno all’anno quindi a me piace festeggiarlo in grande”
“In tal caso mi spiace, ma non voglio regali da te. Rimandalo indietro o concedilo alla tua mogliettina”
“Dubito le serva. Tieni” prese una busta dalla tasca della giacca e gliela porse.
Lei la lasciò sul tavolo sena neppure sfiorarla. “Se sono soldi voglio che li dai in beneficenza, io non li voglio”
“Lilith, ti dispiacerebbe aprirla?”
La ragazza sbuffò e fece come le era stato chiesto. Quando vide ciò che c’era dentro sgranò gli occhi. “Grey, credo che tu abbia messo un po’ troppi zeri su questo assegno, oppure hai dimenticato una virgola, inoltre…”
“Beh,tecnicamente il regalo non è per te”
“Cioè?”
“Ho chiesto a delle persone che tu definiresti i miei servetti di fare qualche ricerca. Se tuo fratello finisse in prigione quella sarebbe la cauzione, più o meno”
Lilith deglutì. Si vedevano i suoi occhi brillare, più che tentati. Poi però rimise nella busta quel foglietto e la richiuse, come se facendo questo si dissolvesse. “No, no no no. io e mio fratello non accettiamo la carità. Mi dispiace che tu ancora non l’abbia capito ma la risposta è no. Grazie per il pensiero ma no”
“Me lo aspettavo” Christian sospirò. “Lilith. Tutta la mia famiglia ti vuole bene e ti vuole aiutare. Quando questo processo sarà finito se verrai dichiarata colpevole non mi permetterai di pagare la cauzione e lo so, ma se così fosse tuo fratello si sarebbe sacrificato per niente. Se invece sarai dichiarata innocente sarai in debito con lui. Puoi aspettare gli anni che ci metterai a mettere da parte una tale somma e liberarlo quando sarete decrepiti, oppure puoi liberarlo e potrete mettere da parte questa somma insieme, così da ridarmeli prima” sorrise.
Lilith incrociò le braccia al petto ed iniziò ad emettere strani suoni con la bocca, probabilmente erano una prova del fatto che era sovrappensiero.
Dopo almeno mezz’ora ancora non aveva aperto la bocca e l’uomo sospirò. “Tu sai vero che mia moglie e mio figlio sono qui fuori ad aspettarti? E che presto ti chiameranno per…”
“Grey, io non sono una scroccona che vuole vivere con i soldi degli altri”
“Lo so, ma hai tutta la vita per restituirmeli”
Lilith alzò gli occhi al cielo per cacciare indietro le lacrime, ma Christian riuscì a scorgerne una che si stava facendo strada sulla sua guancia. Dopo di che si girò e fece una cosa particolarmente strana. Saltò al collo di mr. Maniaco del Controllo e, per la prima volta in vita sua, fu lei ad abbracciare qualcuno.
“Grazie Christian”
Lui non l’aveva mai sentita ringraziare qualcuno.
 
Quello era almeno il quinto caffè che si era bevuto Ted nel giro di mezz’ora, ma del resto erano tre giorni almeno che non riusciva a chiudere occhio e quindi gli servivano. La madre però gli strappò l’ultimo dalle mani. “Lo sai che la caffeina può creare dipendenza?”
“Okay, questa te la sei inventata”
“Lo scoprirai più tardi” sorrise, nella speranza di rallegrare l’atmosfera.
“Mi spieghi perché papà voleva parlare da solo con Lilith?”
“Non lo so neppure io. Da quando quella ragazza è con noi Christian è strano, non ha mai avuto segreti con me”
“Mamma, non è il momento di essere gelosi di una diciottenne”
“Calmati Ted, sei ansioso e quasi in overdose da caffè”
“Come se tu e papà foste più lucidi”
“Ehi, da quando mi parli così?” gli diede uno schiaffetto affettuoso sulla testa.
“Scusa. Per te come finirà questa storia?”
“Sai no come può essere influente tuo padre? Inoltre credo che abbia fatto molta leva sul fatto che anche se l’omicidio fosse stato commesso è stato quando la ragazza era minorenne quindi comunque non sarebbe giusto mandarla in carcere a diciotto anni invece di…”
“Così non mi stai facendo sentire meglio, lo sai?”
Anastasia sorrise. “Già, hai ragione. vogliamo andare a comprare qualcosa da mangiare? Scommetto che anche Lilith e Christian stanno morendo di fame”
Il figlio tirò un sorriso. Sapeva bene che la madre voleva solo farlo sentire meglio, ma non riusciva a mentire a lui. Era in ansia, in un completo e gigantesco stato di ansia. “Perché non vai tu a prendermi qualcosa da mangiare al bar qui di fronte? Sono convinto che ti serva un po’ d’aria e dovrebbero esserci Jade e la figlia, così finalmente potrai riprendere a parlare con un’adulta”
Lei si limitò ad annuire.
Quando se ne fu andata Ted si alzò ed and a bussare alla porta della stanza dov’erano Lilith ed il padre, quando gli dissero di entrare si appoggiò alla porta aperta e sbuffò. “Sapete, chiedere il permesso per entrare in un luogo simile per me è veramente toccare il fondo”
Il padre ridacchiò. “Dai, vieni qui che abbiamo finito. Tua madre dov’è?”
“Al bar, insieme alle altre due”
“Okay, la raggiungo, credo manchi ancora un po’ di tempo. Ted, fammi uno squillo al cellulare se ci sono sviluppi, va bene?”
“Sì, ci vediamo tra poco”
“Voi volete qualcosa? Anzi, inutile chiedervelo perché tanto entrambi mi direte di no, ma vi porto qualcosa comunque. È da troppo che non fate un pasto decente”
I ragazzi sbuffarono, ma non commentarono.
Quando mr Grey si decise ad uscire Lilith appoggiò la testa sul tavolo davanti a lei. “Mi serve solamente dormire un po’. I poliziotti sono ancora qui fuori?”
“Non ti mollano un secondo eh?”
“Si vede? Non ne posso più Ted. Da quando ho incontrato la tua famiglia non fanno che succedermi casini”
“Però in compenso hai delle persone in più che tengono a te”
“Sì, lo ammetto. Però, senza offesa, vi venderei tutti al diavolo per una patatina fritta”
Il ragazzo rise. “Perfino quando rischi la galera ti comporti da… Lilith. Non ti sembra strano?”
“Mi voglio bene, perché dovrei ripudiarmi?” rispose sarcastica.
“Se verrai dichiarata innocente che farai?”
Lei sorrise, lasciando spazio alla sua immaginazione. “Sarebbe letteralmente la prima volta al mondo in cui potrei fare ciò che voglio. Credo che me ne andrei a Londra per un po’, cioè, vorrei se avessi i soldi. Insomma, realisticamente credo che passeggerei per strada senza dovermi nascondere, certo, molte persone mi odierebbero comunque, ma potrei spaventarle semplicemente avvicinandomi. Fantasticamente invece vorrei viaggiare. Mi piacerebbe fare il giro del mondo e passare un mese in ogni posto. Potrei lavorare come cameriera, prendere il mio primo stipendio e poi scappare via verso la prossima destinazione. Sarebbe fantastico”
“Ah, mi dispiace dirtelo ma mio padre non te lo permetterebbe senza Taylor alle calcagne”
“Giusto, ma sarei maggiorenne e libera quindi potrei denunciarlo per invasione dei miei spazi o… qualcosa del genere. Si può vero?”
“Sì, ma comprometterebbe il tuo viaggio” i due ricominciarono a ridere e tentarono di parlare del più e del meno.
 
Circa trenta minuti più tardi, dopo aver mangiato i cornetti al cioccolato comprati dal maniaco del controllo, un poliziotto entrò. “È ora del verdetto” si limitò a dire.
Lilith si alzò quasi con noia e venne seguita dagli altri. La giuria aveva passato un foglio o qualcosa del genere al giudice che iniziò a leggerlo tra sé e sé.
La ragazza si stava sinceramente annoiando. Non potevano dirle “vattene” oppure “resta qui che i poliziotti ti  ammanettano”? Insomma, sarebbe senza alcun dubbio stato tutto più facile no?
Detto in tutta franchezza non riusciva a capire nessuna parola tra quelle pronunciate poi dal giudice, ma in effetti ad un certo punto il suo orecchio riuscì a percepirne una.
Colpevole.
Lilith si sentì sprofondare e le sue gambe effettivamente stavano per cedere, ma prima che riuscisse anche solo a mostrare un segno di debolezza Ted la sorresse. Forse si sentiva così perché si illudeva che ce l’avrebbe davvero potuta fare. Com’era stata stupida.
Iniziò a maledirsi mentalmente un centinaio di volte nel giro di cinque secondi, ma poi si rese conto che, stranamente Ted non la stava sorreggendo: la stava abbracciando felice. “Lilith, perché diamine sembri in procinto di andare a un funerale?”
“Theo, sono stata dichiarate colpevole, passerò il resto…”
“Lilith” si intromise Christian. “NON colpevole. Sei libera!”
La ragazza lo fissò sgranando gli occhi. “Sono libera?”
 
*Angolo me*
Okay, ho deciso di fare un regalo a tutti voi non lamentandomi del caldo, ringraziatemi tutti!
Passando a cose più “serie”… allora, era normale che avrei liberato Lilith, le voglio troppo bene per sbatterla in prigione, però il regalo del nostro amatissimo Grey non ve lo aspettavate vero?
Eeh, come si fa a non amarlo?
Comunque visto che ora il processo è finito ripeto le mie scuse per il fatto che non ho la minima idea di come in un contesto normale si sarebbe svolto. Probabilmente questa poverina sarebbe stata sbattuta in prigione però…
Vabbè dai, è una storia no? E allora qual è il problema?!
Okay, adesso sto anche parlando da sola… me ne vado va bene? Per la salute mentale vostra e mia.
Come sempre ringrazio tutti quelli che mi seguono e recensiscono, ci sentiamo presto, ormai ci siamo alla fine u.u
A presto!
Arya Rossa
  
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