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Autore: NicholasFox    09/07/2015    5 recensioni
Un viaggio inquietante all'interno della mente di un fantasma folle.
Un vortice di tenebre e di pazzia.
« Sorrise appena. L'oscurità ora poteva prenderlo con sè. »
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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₪ Inside the Mind.
 » by NicholasFox.

Chapter I
 
Buio.
La luna piena risplendeva alta nel cielo. Non vi erano nuvole, e questo permetteva alla luce lunare di arrivare sino a terra. I raggi del corpo celeste risplendevano sull'asfalto della Goldstein Street, una piccola viuccia dimenticata dalle persone, ai margini della città, la quale conduceva ad un bosco. Non era attraversata da nessuno, e non vi era nulla, tranne una piccola baracca in legno al confine con la foresta.
Qui, una volta, ci abitava un anziano signore, con la pelle marcata dalle rughe, segnata dal tempo. Il suo nome era Ebenezer Rickards, ex-pescatore che una volta in pensione si era trasferito in questa piccola ma graziosa casetta. Amava stare a contatto con la natura. Abitava assieme alla moglie, Bianca Rickards, una donna che era insegnante di Storia, presso la scuola pubblica. Non avevano figli, ma ciò non li turbava, non era uno dei loro principali desideri. Ogni mattina Ebenezer si recava all'interno della foresta, passeggiando, in cerca di funghi, e cacciando qualche animale. La vecchiaia però si faceva sentire, e rare erano le volte in cui portava a casa qualche bestiola. Era comunque bravo con la pesca, con quella non aveva perso la mano. Era abitudine andare al laghetto al centro del bosco ogni martedì e venerdì, nel tardo pomeriggio. La moglie lo accompagnava sempre, ogni giorno, amava vedere il marito cimentarsi in questo suo unico hobby. Dopo due orette, all'incirca, se ne tornavano a casa, sempre con qualche pesciolino e cenavano a lume di candela nel piccolo cortiletto dietro la loro abitazione. Dopo tutti quegli anni erano ancora follemente innamorati.
C'era una leggenda, però, legata a quelle due persone. Era sera, tardi, saranno state le ore 21.00 . Ebenezer si troava fuori sul portico, seduto su una sedia a dondolo, in una mano teneva una pipa, nell'altra un bicchiere mezzo vuoto di whiskey. Era lì da mezz'ora ormai, ad osservare il bosco buio e tenebroso. C'era una leggera nebbia, che col passare del tempo, diveniva sempre più intensa. Il vecchio appoggiò il bicchiere sul tavolino, e chiamò la moglie. Bianca era arrivata dinanzi a lui, e stava sorridendo. «Cosa succede, mio caro?», la voce della donna era dolce e amorevole. L'uomo non rispose, si limitò ad osservarla, impassibile. Una lacrima scese lungo le sue guance scavate. La donna non capiva esattamente cosa stesse accadendo, asciugò quella lacrima. Lo guardava con dolore, capiva che stava soffrendo per qualcosa. L'anziano le accarezzò una guancia, per poi alzarsi, sempre con la pipa in bocca. Diede un bacio a Bianca, e poi si diresse verso l'uscita del giardino, aprendo il cancelletto che cigolò. La moglie lo guardava curiosa, non sapeva cosa aveva intenzione di fare. E se lo avesse saputo, di certo avrebbe tentato di fermarlo. Ebenezer si incamminò lentamente verso la foresta, ed appena superato il primo albero, dunque entrato nel bosco, venne inghiottito dalla nebbia. L'anziana signora lo aspettò per molti giorni, invano. Piangeva sempre, da mattina a sera. Impazzì. Alla fine, il suo cuore cedette, il suo corpo cadde al centro del salotto, con un tonfo sordo, privo di vita. Venne ritrovata alcune settimane dopo dal postino, il quale doveva consegnare a mano una lettera, e non trovando risposta al suono della campanello, si affacciò ad una delle finestre. La leggenda raccontava di come l'anima della donna fosse ancora presente all'interno della sua stessa casa..
Nessuno ebbe più il coraggio di entrarci, e poco a poco anche quel bosco venne abbandonato, definito pericoloso, infestato dai fantasmi. La strada col passare dei mesi non venne più attraversata, nessuno ci passò più, nemmeno per sbaglio. E venne dimenticata dalla gente del posto, dagli abitanti della vicina città. Se qualcuno avesse chiesto informazioni riguardo la Goldstein Street, nessuno sarebbe riuscito a rispondere, e molti si sarebbero stupiti, dicendo che non avevano mai sentito quel nome prima d'ora.

Anni dopo, vi era un uomo, però, che stava passeggiando, in direzione della baracca. Era incappucciato, ed aveva un lungo mantello nero, lo stesso colore dei pantaloni estremamente eleganti. Indossava una camicia di lino bianca. Del viso si riusciva ad intravedere solamente una lunga barba color della pece. La particolarità di questo losco individuo era che non aveva indosso scarpe, camminava scalzo.
L'uomo misterioso si fermò a metà strada, lì dove era presente un piccolo ponte, sotto del quale scorreva agitato un torrente. Si avvicinò alla ringhiera nel bordo, oramai arrugginito. Si fermò un istante, controllando l'acqua sotto di lui, per poi riprendere il cammino.
Giunse, pochi minuti più tardi, dinanzi quella casetta. La osservò per alcuni secondi, e successivamente si diresse verso la porticina, che aprì. Appena varcata la soglia, ascoltò quel silenzio, assordante per le sue orecchie. Andò nel salotto, dove prese posto in una delle poltrone. I piedi nudi erano a contatto con del parquet ormai marcio e deteriorato. Stranamente, il pavimento era freddo, incredibilmente gelido. E così rimase, come un'ombra, in attesa. Si guardò attorno, focalizzando la stanza in cui si trovava: vi erano due poltrone, una volta rosse, ora piene di ragnatele, in una delle quali vi era seduto. C'era poi un vecchio televisore, ormai non più funzionante, un tappeto logoro, con sopra un tavolino mangiato dalle termiti. La finestra era coperta da una tendina sporchissima, una volta bianca, ora di un colore indescrivibile.
Dopo quelli che sembravano tre quarti d'ora, la porta d'ingresso si chiuse sbattendo. L'uomo però non trasalì, la osservò per un istante senza battere ciglio. Aveva capito. Sorrise appena. L'oscurità ora poteva prenderlo con sè. Rimase seduto, come se nulla fosse.

 

Spazio Scrittore.
Ebbene sì, è dal 2O13 che non aggiorno questo mio profilo. Però EFP mi mancava, così son tornato, con una nuova storia, destinata ad avere più capitoli. Ringrazio sin da ora chi mi supporterà, e chi già lo ha fatto. Ringrazio inoltre ancor di più chi lascerà una recensione, ne va della mia felicità xD
Vostro,
-NicholasFox
  
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