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Autore: Geldem Fergus    09/07/2015    0 recensioni
Ve la figurate la persona più desiderata dellq scuola, sia dal genere femminile che da quello maschile, si parla di una ragazza però, badate bene. Insomma, ve la figurate la ragazza più desiderata della scuola stare con quello più desiderato della scuola?
Sì?
Be', io no. Non perché non sia possibile o qualcosa del genere, ma perché io sono lesbica.
Genere: Demenziale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
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Capitolo 1, o del Serendipity lesbico.
 

Capii di essere lesbica credo intorno ai dieci anni, forse non proprio di essere lesbica, ma che trovavo più interesse nei confronti delle mie coetanee, piuttosto che nei miei coetanei. Capii cosa significasse questa mia propensione intorno ai quindici anni quando lessi un libro trovato a caso. Non c’entrava nulla col tema in questione, ma fu come quando un lampo illumina una radura immersa nell’oscurità e tutto per un istante è chiaro e comprensibile, ma solo in quell’istante, poi tutto ripiomba nel buio e bisogna aspettare il mattino affinché si riesca ad osservare ogni cosa chiaramente. Spero che la metafora abbia spiegato bene ciò che è successo, però a quindici anni ci fu il lampo, non il mattino. Il mattino si verificò un anno dopo quando ad una festa guardai i presenti e il mio sguardo si posò su una ragazza tutt’altro che inibita e che sembrava a proprio agio con il suo corpo e la sua sessualità. Avrà avuto qualche anno più di me, due o tre al massimo, si strusciava per divertimento con una sua amica e quell’immagine mi fece scoprire delle sensazioni e delle cose del mio corpo che mai avevo sperimentato. E ne fui felice, credo di essermi accettata in quel preciso istante. Non mi è mai passato per la testa di fare storie a me stessa sul perché io non sia “normale”. Cos’è la normalità, poi? Non ho mai passato nemmeno trenta secondi pensando che fosse solo una fase, o rimproverandomi del fatto che io non sia attratta dagli uomini. Io mi vado bene così, forse è un motivo in più per incontrare persone disposte a stare al mio fianco in maniera incondizionata, nonostante tutto insomma. 
Mi avvicinai a quella ragazza, fu l’istinto a dirmi di farlo, poiché quell’incontro avrebbe cambiato la mia vita e così fu perché lei fu il mio primo bacio. Quella stessa sera assaporai quella ragazza in un modo impacciato, quasi imbarazzato. Chi, quando ha sentito per la prima volta la consistenza di una lingua, non ne è rimasto schifato? Dopo il primo bacio ce ne furono svariati altri, non solo a quella festa, ma i giorni e i mesi a seguire. Ma con lei non si concluse nulla, anche se le devo molte cose, tra cui la certezza che avrò sempre e comunque una persona al mio fianco. Siamo state insieme cinque mesi e a entrambe tutto quello sembrò una cosa seria, tanto che fummo disposte di dire ai nostri genitori ciò che eravamo. Mia madre e mio padre, dopo lo sgomento iniziale mi hanno risposto “Se ti rende felice, allora va bene.” Ci rimasero probabilmente più male loro che io quando ci lasciammo. Il motivo per cui decidemmo di prendere strade diverse fu semplicemente che volevamo prendere strade diverse, avevamo vicendevolmente trovato ciò  che cercavamo in una persona, ma poi ciò che cercavamo non la trovavamo  più l’una nell’altra e allora si erano lasciate. Nessuna tragedia, nessun tradimento, una separazione tutto sommato da persone mature. Non nascondo che fu dolorosa, era stata la mia prima ragazza, il mio primo bacio e diverse altre prime volte. Passare da parlare tutto il giorno con una persona e poi non parlarle più, se non per sentirsi sporadicamente per sapere vicendevolmente come ce la stessimo passando. Insomma, è stata comunque una cosa difficile, visto che lei era quella che più riusciva a capirmi, non totalmente, ma quasi. Perchécoi siamo lasciate, allora, se tutto andava sommariamente tutto bene? Purtroppo ci si trova davanti a dover scegliere e lei scelse di fare l’università in un’altra città e io finsi che mi stesse bene, che fossi felice per lei (lo ero, ma non per noi). Una delle definizioni più quotate di intelligenza è la capacità di un individuo ad adattarsi all‘ambiente che lo circonda e io feci questo, non che mi stia attribuendo a grande intelligenza, lo chiamerei più che altro spirito di autoconservazione. Non permisi a questo evento di farmi soffrire eccessivamente. Forse il modo con cui sto raccontando tutto ciò mi fa apparire come una persona insensibile, di ghiaccio, ma non è così. Anch’io provo sentimenti, soffro, gioisco e via discorrendo, quello che faccio è provare ad analizzare tutto ciò, guardando le cose in maniera distaccata e oggettiva per poterle valutare nella maniera più razionale possibile.
Ad ogni modo, ho deciso di raccontare questa storia dividendola in capitoli che avranno ognuno un titolo, di conseguenza se il capitolo precedente era il prologo questo è il Capitolo 1, o del Serendepity lesbico. Ho preso un po’ ispirazione da Nymphomaniac. Sebbene la mia esperienza sia completamente diversa dalla protagonista, non ricordo il nome, me ne scuso, mi ritrovo un po’ in lei per quanto concerne il temperamento.
Parliamo per un attimo di Dorian Firion più nel dettaglio. Fin dalla prima superiore ha sempre fatto strage di cuori a scuola, qualsiasi assembramento di ragazze che formassero un gruppo, una squadra e via discorrendo, aveva e ha al suo interno minimo tre sue fan e minimo cinque o sei con cui, perdonate il francesismo, ha scopato. Non sempre le due categorie corrispondono e io sono considerata l’ultima bella stoica della scuola che non ha ceduto alle sue moine. Forse il sospetto che io possa essere lesbica questo evento disarmante per tutta la scuola l’ha alimentato. Non che io nasconda il fatto di essere lesbica, assolutamente, ma non vado a sventolare il mio orientamento sessuale, qualunque esso sia, anche nel caso in cui fossi etero, ai quattro venti. Non è una cosa che agli altri deve importare e a mio avviso non hanno nemmeno il diritto di volerlo sapere. Quindi potrei essere eterosessuale, omosessuale, bisessuale, transessuale, pansessuale, metrosessuale o asessuale per la mia scuola, ciò  che pensa quella mandria di idioti non mi importa particolarmente, lascio che facciano tutte le congetture che vogliono e io mi gusto lo spettacolo da spettatrice pur essendone pa protagonista. Ancora una volta mi sono dilungata in chiacchiere inutili, torniamo alle cose importanti affinché questa storia sia a voi comprensibile. Dorian, dunque, capitano della squadra di basket, bello, talentuoso, intelligente e tante altre belle caratteristiche positive e allora perché io, diciamoci la verità, non voglio averci nulla a che fare? 
   
 
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