Era una bellissima giornata di primavera. Il cielo era blu e una nuvoletta solitaria attraversava velocemente il cielo come se stesse scappando da qualcosa che in realtà non esisteva.
Intorno a lei c’era solo il blu.
Forse era quello il problema, la nuvoletta voleva essere blu, voleva confondersi con quello c’era intorno a lei. Non voleva essere al centro dell’attenzione, si sentiva diversa, era questa la ragione per cui stava scappando.

Mi agitai sulla sedia continuando a seguirla con la coda dell’occhio. Facevo il tifo per lei, doveva andare lontano e trovare se stessa. Un po’ come avevo fatto io tre anni prima.
Quella nuvoletta solitaria ero io. 
Ora sono solo un po’ meno solitaria ma sono ancora insicura come un tempo.

Era una bellissima giornata di primavera ma io ero chiusa all’interno di un’aula con altri trecento studenti. La lezione sarebbe terminata tra più di un’ora e avevo smesso di seguirla da un pezzo.
Era una bellissima giornata di primavera e avrei preferito essere al parco a leggere una poesia di Baudelaire, perdermi nei miei pensieri e magari scrivere qualcosa come non facevo da tempo.
Sbuffai guardando attraverso la finestrella della porta. Il corridoio era affollato dagli studenti delle altre facoltà. Quella era la settimana delle lauree e c’era aria di festa. Una ragazza con la corona di alloro abbracciava i suoi familiari e faceva foto con ognuno di loro. Il sorriso non era sparito per un secondo dal suo viso. Chissà cosa si provava a sentirsi realizzati ed amati.
Spostai lo sguardo sentendomi a disagio e mi concentrai su un ragazzo dall’aria impaziente. Osservava all’interno della sua aula e non staccava gli occhi di dosso dal professore.

Quando finalmente la lezione terminò il ragazzo entrò spedito nell’aula e con aria furiosa si avvicinò alla cattedra. Aveva aspettato li fuori per almeno cinquanta minuti, aveva tutto il diritto di essere arrabbiato.
Il professore lo guardò con poco interesse mentre lui, rosso di rabbia, sembrava non respirare tra una frase e l’altra. Doveva essere davvero incazzato.
Osservai la scena dall’alto senza muovermi dal mio banco. Distolsi l’attenzione decidendo di non essere troppo invadente, raccolsi le mie cose e iniziai a scendere i gradini per raggiungere la porta. Nell’esatto momento in cui misi piede fuori dall’aula qualcuno urtò la mia spalla facendo cadere tutto il contenuto della borsa. Sbuffando mi chinai ma immediatamente mi bloccai quando una mano si appoggiò sulla mia nell’intento di raccogliere uno dei libri caduti.

- I fiori del male, scelta interessante. -

Alzai gli occhi di scatto al suono di quella voce roca. Era lui, il ragazzo arrabbiato.
Sorrisi nervosamente prima di afferrare il libro dalle sue mani e infilarlo di fretta in borsa. Lo ringraziai a bassa voce senza alzare lo sguardo evitando così di incontrare ancora quegli occhi limpidi. Misi tutto nella borsa prima di avviarmi velocemente verso l'uscita dell'università dove mi aspettava la mia coinquilina. 
 

Ciao a tutti! 
Non pubblico una storia qui su EFP da anni.. Penso di essere un po' arrugginita ormai!
Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate del primo capitolo, mi farebbe molto piacere sapere i vostri pareri!
A presto :)