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Autore: Mrs_Juliax    09/07/2015    0 recensioni
Gli addii devono essere urlati, agitati, rabbiosi, furiosi.
Con telefoni muti. Con nessun augurio di compleanno.
Con nessun sms che ti chiede come stai.
Con nessuna foto in fondo al cassetto.
Con nessuna forma di contatto mentale e fisico.
Altrimenti è un "arrivederci".
Ed è un'altra storia...
(Crisalideinversa)
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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«Come ti chiami?» mi chiede il ragazzo dai capelli lunghi fino alle spalle, marroni e ricci, con le labbra carnose e il sorriso irresistibile.
«Giulia.» mormoro imbarazzata con il respiro mozzato.
«Io Matteo.»
Annuisco già senza parole, rendendomi conto che non riesco neanche a far continuare una conversazione. Dai Giulia, pensa a qualcosa!
«Allora emh.. sei qui con i tuoi genitori?» chiedo timidamente, morsicandomi le pellicine intorno alle dita.
«No, con i miei nonni, mio fratello e le mie due cuginette.»
«Tuo fratello è quello che gioca a carte?» domando concentrando il mio sguardo sul ragazzo con i capelli ricci e neri, più corti di quelli di Matteo.
«Si.» conferma il ragazzo «Siamo qui da sabato mattina.»
«Anche noi da Sabato.» annuncio «Ma pomeriggio.»
Dopo una pausa di silenzio imbarazzante, dove cerco di evitare il suo sguardo, Matteo richiama la mia attenzione e poi mi osserva.
«Ci vediamo in spiaggia?» chiede infine.
Annuisco e sistemo un ciuffo di capelli castani dietro l'orecchio beandomi dell'ultimo sorriso che Matteo mi offre, poi lo saluto e torno alla lettura del mio libro.
«Dillo!» esclama mia mamma, quando mi raggiunge ho la sensazione che abbia osservato me e Matteo parlare.
«Cosa?» chiedo spaesata cercando di far scomparire il rossore sulle mie guance.
«Gli hai parlato grazie a me!»
Sbuffo e tolgo gli occhiali per poi appoggiarli sul tavolo «E' vero.» confermo «Se tu non avessi attaccato bottone con il nonno io non avrei parlato con Matteo.»
«Quindi?»
«Grazie.» affermo con un sorrisone sulle labbra per poi abbracciarla velocemente. 
«Se fosse per te...» lascia in sospeso la frase perchè sa che conosco il modo con il quale la completerebbe "ti fidanzeresti solo a quarant'anni". Ormai ho fatto l'abitudine a questa frase e in parte è vero; se non fossi così timida riuscirei anche io ad attaccare bottone con un ragazzo carino. Perchè sì, Matteo lo è. Effettivamente l'avevo già visto sabato pomeriggio e avevo già notato il suo sorriso.
«Dai che andiamo in spiaggia!» esclamo a mia mamma, guardandola come per dirle di richiamare mio fratello che sostenendo una partita alle carte di yu gi oh.
«Leonardo!» chiama mamma, interrompendo il giovane dalla sua avvincente partita.
«Arrivo!» risponde lui. Quando mamma comincia a dirigersi verso il mare io mi avvicino a Leonardo e «Stai vincendo?» chiedo, sorridendo poi a l'altro ragazzo, ovvero il fratello di Matteo.
«No, il mio deck è migliore.» afferma altezzosamente il ragazzo che poi mi osserva  «Tu sei la ragazza che parlava con Matteo?» Annuisco e inevitabilmente le mie guance assumono un colorito più vivo «Giulia, piacere.»
«Paolo.» risponde lui «State andando in spiaggia?»
«Si.» confermo tirando un'amichevole pacca sul coppino di mio fratello che sbuffa e raccoglie le sue carte, poi le sistema nell'album e le mette nello zaino.
«Mi posso unire a voi?»
«Certo.»
Ci incamminiamo verso il mare e rimaniamo solo io e Paolo, perchè Leonardo corre per raggiungere la mamma, suppongo che la obbligherà ad entrare in acqua. Sorrido a questo pensiero poi torno ad ascoltare il discorso che Paolo mi sta facendo, che riguarda la fisica.
«Se potessi, farei cambio con te.» afferma sbuffando «Di debito intendo, tu italiano e io fisica.»
«Sarebbe un sollievo.» confesso all'idea di avere un esame decisamente più tranquillo.
«Quale ombrellone avete?» chiede poi il ragazzo quando entriamo nel bagno milano, ovvero quello consigliato dall'hotel e raggiungiamo i primi ombrelloni arancioni e bianchi. Individuo Matteo con quella che dovrebbe essere sua nonna, così gli sorrido quando i nostri sguardi si incontrano poi abbasso velocemente il viso con una strana sensazione alla bocca dello stomaco.
«Siamo più avanti, vicino alla riva.» rispondo al ragazzo che si sta togliendo la maglia.
«Non te l'ha detto tua mamma?» interviene Enrica, la nonna, impegnata a stendere la crema sulla schiena di Matteo che tiene i capelli davanti per evitare che si sporchino della sostanza densa e bianca.
«Cosa?» domando un po' in soggezione, rendendomi conto solo ora che non c'è nessuno di mia conoscenza, sono sola con Matteo, Paolo e Enrica.
«Vi siete spostati nell'ombrellone qui, a fianco al nostro!» esclama con un pizzico di allegria in eccesso. Evidentemente lei e mia mamma si piacciono così tanto che quest'ultima ha avuto la brillante idea di diventare vicini di ombrelloni.
«Ah, perfetto.» mormoro spiazzata, rimanendo quasi senza saliva in bocca.
Metto la borsa appesa ai ganci dell'ombrellone e faccio caso al borsone che contiene gli asciugamani, poi mi volto in direzione di Matteo, che ora è sdraiato, e noto il suo guardo sul mio corpo. Ingoio la saliva e comincio a togliere il vestito, il tutto mentre un costante imbarazzo mi rende nervosa. Non adoro rimanere in costume perchè non posso vantarmi di avere una pancia piatta e ogni volta che arriva il fatidico giorno della tanto attesa prova costume, io mi nascondo sotto le coperte con un barattolo di nutella.
Appendo anche il vestito blu e poi prendo la crema, desiderando che mia mamma torni abbastanza in fretta perchè non ho voglia di prendermi una brutta bruciatura. Mentre tamburello nervosamente le dita sulla sdraio, alzo il viso e scruto silenziosamente il corpo abbronzato di Matteo lasciandomi scappare un sorriso quando noto che non riesce a stare fermo in una posizione, ma continua a muoversi disturbando Paolo che, di tanto in tanto, gli tira un buffetto sulla spalla. Ad un certo punto Matteo alza il viso e mi fa un sorriso amichevole «Vuoi una mano con la crema?» chiede poi, sistemando il libro sul lettino e preparandosi mentalmente a stendermi la crema sulla schiena.
«No grazie, aspetto.» rispondo con un filo di voce. Non me la sento di farmi spalmare la crema da un ragazzo, sopratutto da una ragazzo del genere; non sono psicologicamente stabile al momento.
Mi guardo in giro a disagio sapendo che lo sguardo di Matteo è su di me e quando riesco a individuare mia mamma mi rendo conto di non essere mai stata più felice nel vederla.
«Mamma!» esclamo con voce fin troppo alta, saltando in piedi e perdendo per poco l'equilibrio. «Finalmente sei arrivata.» dico con urgenza, mettendole la crema in mano e mostrandole le schiena «Mettimela!» ordino con la bocca secca, sentendo il risolino divertito di Matteo, che torna alla sua lettura.
«Sei felice della nostra nuova postazione?» chiede entusiasta mentre decide di sdraiarsi per prendere un po' di sole. Guardo Paolo e Matteo allontanarsi con le cuginette e non posso fare a meno che sorridere nel vedere una scena così dolce, poi ripenso alla domanda di mamma.
«Dimmi un po', Maeva. Che intenzioni avevi quando hai deciso di sposarti qui?» chiedo con tono arrabbiato. Sa che quando la chiamo per nome non è mai niente di buono.
«Innanzitutto me l'ha proposto la nonna, e poi pensavo di farti un favore!» si difende sbuffando rumorosamente.
«Magari me lo dici prima, no?» Alzo gli occhi al cielo e poi guardo la mamma, che mi sta osservando con un sorrisetto che mi infastidisce «Sai che non mi piace... stare con il costume.»
«Oh ma Giulia!» esclama, scoppiando in una risata «Te ne devi fregare!» Certo, come se fosse facile. Evito di ribattere ma mi limito ad annuire, poi prendo il telefono con le cuffiette già inserite e le indosso, lasciando che Young & Beautiful di Lana del Rey cominci a riempirmi la mente, eliminando tutti i pensieri.


«Cosa facciamo stasera?» chiedo a mamma, che fa la fila al buffet vicino a me, aspettando e sperando che le verdure grigliate non finiscano quando è il nostro turno.
«Andiamo in piazza a Gatteo Mare?» propone «Magari prendiamo un gelato.»
Annuisco, poi sposto lo sguardo su Leonardo che sta facendo la fila per riempire le brocche con l'acqua e, nel frattempo, discute con Paolo.
«Ma di cosa parlano sempre quei due?!» chiede ridendo mamma, impugnando la forchetta per infilzare qualche zucchina.
«Credo sia..»
«Yu gi oh!» Matteo completa la frase al mio posto, facendomi sobbalzare quando parla alle mie spalle. «Credo che Paolo stia confessando a Leonardo qualche trucchetto.» spiega, rivolgendo un gentilissimo sorriso a mia mamma, che annuisce e poi si allontana a passo svelto, raggiungendo il nostro tavolo e facendomi un'occhiolino. Mi maledico mentalmente per adorare il modo in cui le carnose labbra di Matteo si incurvano in un dolce sorriso, poi ricambio il sorriso cordialmente, prendo un po' di pomodori e mi allontano affiancando mio fratello che tiene due brocche tra le mani, neanche il tempo di appoggiarle sul tavolo e scappa subito verso il buffet.
«Se vuoi per stasera posso chiedere se si voglio aggiungere a noi.» suggerisce mamma, tirandomi una gomitata tra le costole che mi fa mancare il respiro per qualche secondo.
«No, credo vada bene così.»
«Ma perchè, non dirmi che non lo trovi carino!» esclama divertita
«Se non la smetti non lo saprai mai.» rispondo velocemente, ricordando quando mio papà le diceva che doveva smetterla di starmi addosso. Forse quella era l'unica cosa buona per cui lo ricordo, se fosse per il resto potrebbe benissimo essere cancellato dalla mia testa.
Dopo il secondo giro al buffet da parte di mamma e il quarto di Leonardo, ecco che arriva il primo. La cameriera ci mette davanti agli occhi un fumante piatto di tagliatelle al ragù, deliziose solo alla vista, figuriamoci all'assaggio.
«Non mangi?» chiede mamma, notando che allontano il piatto con all'interno più della metà della portata.
Scuoto la testa aspettandomi una domanda del genere «Aspetto il secondo.» rispondo, poi affondo la mano della borsa e prendo il cellulare, notando di avere un messaggio di Martina.

"Oh ragazza! Allora, sei arrivata sana e salva? Scusa se non ti ho scritto prima, ma stavo facendo palestra :*"

 
"Ciao Marti. Si, sono arrivata viva. Devo ammettere che l'aria del mare fa proprio bene! Ci vediamo tra una settimana :)"

Invio il messaggio poi metto via il cellulare, sapendo come a mamma da fastidio quando lo uso a tavola. Cerco di intromettermi nel discorso che sta facendo mio fratello, ma poi mi rendo conto che c'entra con Paolo e quindi, senza  io che lo voglia, anche con Matteo.
«Ah Giulia!» esclama poi Leonardo, facendomi sobbalzare «Prima di uscire, Paolo ha proposto se facciamo una partita a briscola.»
Alzo gli occhi al cielo «Ma io faccio schifo!»
«Lo so.» conferma lui «Ma stai con Paolo, lui è davvero molto bravo.»
«Okay.» rispondo rapidamente, prendendo il cellulare quando lo sento emettere un breve suono, lo sblocco e leggo l'ultimo messaggio di Martina:

"Mi raccomando, fai conquiste! ;)"

Sbuffo sorridente nel leggerlo, ma decido di non rispondere. Metto via il cellulare per la seconda volta quando arriva anche il secondo; un freschissimo filetto San Pietro, servito con delle carote bollite. Dopo aver finito anche la frutta, decido di alzarmi in compagnia di mio fratello e di provvedere a rinfrescare la mia memoria con qualche partita a briscola solo io e lui, lasciando mamma sola al tavolo a chiacchierare con i signori del tavolo adiacente al nostro.
«Ma dai Leo! Che palle, non mi piace questo gioco.» mi lamento, buttando sul tavolo le carte che tenevo in mano, quando mi rendo conto che non ho neanche una misera speranza di batterlo.
«E sono alla terza partita vinta su zero, credo che io e Matteo vi batteremo facilmente.»
«Ah-ah.» gli faccio il verso infastidita, ma poi mi ricompongo velocemente quando noto Paolo e Matteo uscire dalla sala da pranzo
«Tua sorella è davvero insopportabile!» esclama Matteo «E calcio balilla non sono capace, bocce non riesco a tirare, adesso briscola non mi piace.» il ragazzo mi guarda divertito nel vedere come riesce a irritare ogni fibra del mio corpo, riferendosi ovviamente al pomeriggio appena trascorso con loro, giocando a calcio balilla e a bocce «C'è qualcosa in cui sei brava?»
«Facciamo un partita a pallavolo?» lo sfido, stringendo le mani attorno ai braccioli della comoda poltroncina.
«Riuscirai a battermi?»
«Potrei.» rispondo semplicemente, lasciandolo con il beneficio del dubbio, battendo la mano di Paolo per caricarmi e cercare di battere Matteo anche qui. Spero solo nelle capacità di Paolo, perchè io sono un caso perso.


«Cosa vogliamo di più? Quattro a tre!» esclama Matteo trionfante con un delizioso accento romagnolo, buttando sul tavolo anche l'ultimo trio di carte tenuto in mano «Non avete speranze!»
«Oh ma dacci un taglio, Matteo!» esclama Paolo, tirando un buffetto sulla spalla del fratello, che scoppia a ridere.
«Non riesce a perdere.» sussurra poi all'orecchio di mio fratello che cerca di rimanere al gioco.
«Secondo me qui tutti non riescono a perdere.» confesso «Tutti tranne me, ovviamente.» preciso limitandomi a dire la verità perchè conosco mio fratello e credo di aver capito come funziona per Matteo e Paolo.
«Oh, ma davvero?» fa Matteo, con un sorriso divertito stampato in faccia
«Ne riparliamo domani?"chiedo «Quando ti batterò a pallavolo?» Mi sorprendo delle mie parole, rimanendo basita nel sentire il mio tono così sicuro e deciso. Forse la competizione mi fa quest'effetto...
«Allora, andiamo?» chiede mamma comparendo dall'altra parte della stanza con in mano una bottiglietta di acqua. Annuisco e mi alzo, aspettando che Leonardo mi segua. Lo tiro per un braccio quando mi rendo conto che si è fermato a discutere con Paolo e poi lo trascino verso la mamma che mi sorride e poi mi chiede se per me va bene che Enrica e Rino, con i loro nipoti, si uniscano a noi. La guardo con le sopracciglia aggrottate e mi domando quale parte di "no, credo vada bene così" non le era chiara. 
«Hanno insistito.» afferma poi al mio orecchio quando vede la mia espressione perplessa. Annuisco e faccio le spallucce, non posso dire che non mi faccia piacere. Così ci avviamo verso la piazzetta e tra le chiacchiere e le risate, mi rendo conto di aver parlato più con Paolo che con Matteo. Come avevo già supposto, Paolo è di tante parole -a volte fin troppe- Matteo invece no. Però non è timido, è semplicemente uno che non adora parlare. Con Paolo mi trovo davvero bene, è un ragazzo molto simpatico e davvero intelligente, però fa troppe domande e pretende troppe risposte.
«Che musica ascolti?» chiede mentre ci dirigiamo in hotel, ormai siamo rimasti solo io, lui, Matteo, mamma e Leonardo. 
Mentre mi soffermo a riflettere che cantanti e gruppi selezionare dalla mia lunga lista, Paolo comincia a chiedere.
«Tiziano Ferro?»
«Si!» esclamo cominciando a canticchiare nella testa Ed Ero Contentissimo, uno dei miei brani preferiti.
«Giovanotti?»
«No, ecco. Giovanotti non mi fa impazzire.» affermo, mentre lui mi guarda male.
«Maroon 5?»
«Oh beh. Assolutamente si! Adam è bellissimo!» esclama già più interessata ai suoi gusti.
«Beh ma non dirmi che li ascolti solo per Adamo!»
Scoppio a ridere e poi scuoto la testa «Li ascolto sopratutto per lui.»
«Ma che ne dite di un po' di Guns n Roses, Nirvana, Queen, Lucio Dalla, Lucio Battisti..?» interviene Matteo, mettendosi proprio tra me e Paolo, che aveva acquistato una vicinanza particolarmente stretta.
«No, che schifo!»
«Beh, loro sono intoccabili.» rispondo io «Li siamo a livelli diversi.» affermo, sorridendo a Matteo quando noto lo stesso sorriso sulle sue labbra.
Giungiamo ai gradini dell'hotel, li saliamo insieme e quando noto mamma aumentare il passo affiancata da Leonardo, mi rendo conto di essere sola con Matteo.
«Beh allora.. buonanotte.» dico imbarazzata, pensando a troppe cose in troppo poco tempo.
«Notte Giuly.» afferma, porgendomi la mano in evidente soggezione. Probabilmente ha pensato anche lui a tutti i modi con cui potevamo salutarci, ma sono felice che abbia scelto la classica stretta di mano. E' amichevole e presuppone un contatto.





  
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