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Autore: genesisandapocalypse    10/07/2015    2 recensioni
Gli occhi di Luke sono vitrei, nascosti da una nube di pensieri e ricordi. Dice di aver superato tutto, ma nessuno ci crede, Eloise per prima, che riuscirebbe a mettere da parte il suo odio colossale per Michael Clifford, se potesse aiutare.
Essere scappata nell’università al centro di Sydney è stata un po’ una salvezza, per Gioia. E che lo sia pure per qualcun altro?
Ashton ha perso fiducia nelle donne da tempo e scorbutico com’è, riesce a togliersele di mezzo, ma ogni tanto sa anche essere gentile.
A Cardiff c’è stata per soli tre anni, Eva, abbastanza per tornare a Sydney con qualcosa di troppo e far rimanere secco Calum.
E Scarlett, non sa bene come, finisce più spesso in quel bar che in camera propria.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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Home is wherever I am with you.

TU SEI SBAGLIATO.
 
“Solo perché commettete degli errori non significa che ne siete uno.”
“Un errore non deve governare l’intera vita di una persona.”
 
Ribollisce di rabbia.
Ha dormito poco, nella notte, presa dalla confusione e dai ricordi, presa dal fastidio di essere stata cacciata via dopo quel bacio così voluto, sentito, disperato. Sì, dannazione, è piaciuto da morire anche a lei; sentiva la terra tremarle sotto i piedi e le mani bisognose di un contatto con Calum, qualunque.
E no, ok, non si sarebbe mai aspettata di ritrovarsi a baciarlo di nuovo, non dopo tre anni senza vedersi. Probabilmente non si aspettava nemmeno di rivederlo, lei era tornata a Sydney per la propria famiglia, per scappare da Jonathan e dal suo abbandono, non per ricongiungersi a Calum.
Ma si dice che il primo amore non si scorda mai, e che sia così?
Magari è solo presa dal momento, dalla situazione, o chissà da cosa.
Qualunque sia, ora si sta dirigendo nuovamente all’officina, il viso imbronciato e le mani strette in pugni, perché no, non le è piaciuto affatto il comportamento del giorno prima. Sì, lo ripete continuamente, lei ha sbagliato e non gli dà nessun torto, quando dice di avercela con lei, ma non può comportarsi prima in un modo e poi in un altro, o lei non capirà mai cosa fare per migliorare la situazione.
Lo trova seduto sul muretto, come poco tempo prima, una sigaretta a pendergli dalle labbra e lo sguardo cupo al cemento.
«Ehi!» grida, facendogli alzare il viso di scatto.
Calum aggrotta la fronte, dando vita a un’espressione confusa, ma non si muove, rimane fermo. Sputa fuori il fumo e stringe la sigaretta tra le dita, mentre la guarda avvicinarsi come una furia.
«Che vuoi?» le chiede, quando è abbastanza vicina da fargli sentire il suo profumo.
Cannella.
Eva gli arriva di fronte, così vicina che le loro gambe si toccano.
«Parlare di ciò che è successo ieri, ovviamente,» dichiara, incrociando le braccia sotto il seno, mettendolo in evidenza e facendo cadere l’occhio al ragazzo, che scuote la testa infastidito.
«Non credo ce ne sia bisogno,» risponde Calum, prendendo un altro tiro e buttando fuori il fumo in piccoli cerchi.
«Io direi di sì, mi hai baciata,» ribatte lei, alzando un sopracciglia biondo e scottando la lingua sul palato.
Calum, in risposta, si lascia andare in una risatina amara.
«Beh, puoi stare tranquilla, ero solo stato preso dal momento, non mi hai fatto nessun effetto,» si stringe nelle spalle e scontra gli occhi scuri con quelli di Eva, assottigliati.
«Nessun effetto?»
«No, nessuno,» Calum ghigna, poi si alza e butta la cicca a terra, schiacciandola con lo scarpone. La sorpassa e va verso il garage.
Non è nemmeno a metà strada, quando si sente prendere da un braccio. Si gira di scatto, indietreggiando appena il corpo di Eva cozza con il suo, abbastanza ferocemente da fargli sentire la pancia più gonfia di quanto dovrebbe essere.
Eva è a pochi centimetri dal suo viso, le mani ben strette sulle sue guance e gli occhi in fiamme.
«Sì, ora vediamo,» ringhia.
È sempre stata orgogliosa, non quel tipo di orgoglio che rovina i rapporti, ma quello che non si fa mettere i piedi in testa e non accetta nessun tipo di rifiuto.
Si preme ancora di più sul corpo del ragazzo, che preso alla sprovvista inchioda le mani sui fianchi burrosi della bionda, prima di attaccare le loro labbra in un bacio furioso.
E non c’è nessun ma e nessun se, ‘ché se prima era per orgoglio, Eva si lascia trasportare sempre di più, con Calum al seguito.
Sente le sue dita premere nella carne, stringendola più stretta. Calum, poi, la spinge verso il garage con il proprio corpo.
«Chi era che non ti faceva nessun effetto?» Eva si stacca leggermente, ride, sente il cuore scoppiarle nel petto e le guance andare a fuoco.
E sembra che tutte le sensazioni la devastino, dopo non averle sentite per anni. E non si ricorda nemmeno se fossero davvero così forti, se sentisse le farfalle svolazzare nel suo stomaco e una voglia di ridere per quanta sia la felicità, ma sa che ora non capisce più nulla, che tra le sue braccia ci sta così bene.
E perché diavolo non l’ha capito prima? Perché solo ora, che tutto è un casino?
«Oh, sta zitta!» borbotta lui, allungandosi per afferrare la saracinesca e chiuderla di botto, prima di spingerle il viso contro il suo, premendo nuovamente le loro labbra insieme.
Eva sorride, non sa resistere, mentre sente la sua schiena cozzare con il cofano della macchina.
 
Scarlett sospira, ha staccato dal lavoro decisamente prima, chiedendo solo la mattina, semplicemente per fare questa maledetta uscita, che aspetta con tutta sé stessa dalla sera prima.
Non lo sa, proprio non riesce a capire, che effetto le fa Ashton, con quel sorriso che illumina costantemente il mondo, le fossette ai lati a cui a lei viene voglia di sprofondarci le dita, il fisico possente e i capelli sbarazzini che ricadono costantemente sugli occhi cangianti, un giorno di un colore e il giorno dopo di un altro.
Andrea l’ha chiamata proprio qualche minuto fa, eppure non ha risposto.
Ora si sta sfilando l’anello, si perde un attimo a guardarlo, così brillante, così prezioso, eppure lei lo nasconde. Perché?
Scuote la testa, prima di entrare all’interno del Nirvana, individuando immediatamente la figura di Ashton, vestito con un paio di jeans neri e una felpa grigia, che sta parlando con un suo collega, come a dargli ordini. Ha un po’ di roba in mano, come chiavi, portafoglio e telefono, e Scarlett ha ben capito che sta proprio per andarsene, così da potersi vedere con lei.
Ashton dà una pacca sulla spalla all’amico, prima di girarsi verso la porta, scorgendola davanti a essa, con le mani incrociate e i capelli castani a circondarle il viso. Le sorride, come suo solito, in maniera così smagliante che, il sole, potrebbe invidiarlo.
«Ehi,» la saluta, a un passo da lei, chinandosi per darle un bacio sulla fronte. Scarlett arrossisce, al contatto con le labbra soffici del ragazzo, e gli sorride di conseguenza, lasciandosi stringere dalle braccia possenti.
«Ciao, Ashton,» poggia le mani sulle sue spalle, mentre si stacca leggermente per poterlo guardare negli occhi.
«Sei pronta?» le afferra una mano, uscendo prontamente dal locale, guardandola arrossire ancora di più con sguardo divertito.
«Direi di sì, dove mi porti?» gli chiede. Lui scrolla le spalle, apre la porta della macchina e la invita a sedersi, prima di metterla in moto.
«Oh, è un posto semplice,» le sorride, birichino, perché gli è sempre piaciuto far rodere le persone dalla curiosità.
Scarlett sbuffa, ma ormai lo sa che è inutile provarci, ‘ché Ashton non le dirà niente fino all’arrivo.
Scendono dall’auto qualche minuto dopo e Ashton le porge la mano, sorridendo appena Scarlett sbatte le palpebre, sicura di aver già visto quella palazzina. Salgono lentamente le scale, fino a che Ashton non infila un paio di chiavi in una serratura.
«Aspetta un attimo,» borbotta lei, grattandosi il naso, confusa, mentre la porta viene aperta.
«Sì?»
«Siamo a casa tua?»
«Sei piuttosto perspicace, lo devo ammettere - scherza, dirigendosi verso il divano e afferrando due DVD che stavano su di esso - film, cioccolata calda e un bagno a pochi metri di distanza, cosa chiedi di meglio?» si stringe nelle spalle, facendola ridere.
«E io che pensavo volessi fare sesso,» scherza, buttando la borsa a terra.
Ashton sgrana gli occhi e la bocca, prima di scoppiare a ridere. Butta i DVD sul divano nuovamente, poi si fionda verso di lei, inchiodandola alla porta.
«Perché, ci saresti stata? Siamo ancora in tempo per cambiare programma,» sussurra, le mani ben piantate ai lati della sua testa.
Scarlett ha il respiro tremolante, gli occhi azzurri puntati in quelli di lui e sente i loro corpi cozzare con gentilezza. Ashton continua a ghignare, il viso troppo vicino rispetto al solito.
E Scarlett dovrebbe allontanarlo e, soprattutto, non dovrebbe sentire niente, eppure non può fare a meno di pensare ai loro corpi che combaciano, al fiato del ragazzo che le sbatte sul viso e alla sua voglia quasi infrenabile di toccarlo.
«Io.. io.. cosa?»
Ashton rimane qualche secondo in silenzio, sul viso aleggia ancora il ghigno.
«Quindi, Alice In The Wonderland… o Amici Di Letto?» marca l’ultimo titolo con forza, come se stesse mandando una frecciatina, al che Scarlett deglutisce, la vicinanza sembra aumentare.
«Vada per Alice,» soffia, la voce quasi strozzata.
Ashton la guarda per qualche secondo, prima di sorridere apertamente.
«D’accordo, lo preferivo anch’io!» dice, staccandosi di scatto e correndo verso il televisore.
Scarlett rimane interdetta per un attimo, lo guarda con confusione, poi si dice che Ashton è semplicemente Ashton, con le sue stranezze.
E a lei sta bene così.
 
Gioia lo guarda da lontano, mentre sta tranquillamente parlando al telefono, forse con Eloise, o con qualche suo amico, vallo a sapere, e non può fare a meno di pensare a quanto sia bello, stretto nei suoi vestiti scuri, persino con le occhiaie sotto gli occhi azzurri, spenti, a differenza degli anni precedenti, da come ha potuto notare nelle foto a casa sua.
Si sfiora le labbra delicatamente, al ricordo del loro bacio - o quel che era - e, ok, magari non è stato che un tocco tanto leggero da non essere sentito, ma lei non può fare a meno di ricordarsi il loro sapore di tabacco e la morbidezza. Non può fare a meno di ricordarsi il viso vicino del ragazzo e il profumo di dopobarba che l’ha invasa, inebriandola.
E ok, deve aspettare, deve fare le cose con calma, perché si tratta di Luke e ne ha passate tante, ma quanto vorrebbe andare da lui e baciarlo, così, seduta stante, senza dargli nemmeno il tempo per capire.
Scuote la testa ferocemente, da quand’è che fa pensieri del genere? Poi sospira, iniziando a dirigersi verso il ragazzo a passo lento, mentre lo vede sorridere verso il nulla, il telefono ancora premuto sull’orecchio.
La vede, allarga il sorriso, la invita ad avvicinarsi, mentre cerca di liquidare chiunque sia dall’altro capo del cellulare.
«Sì, sì, d’accordo.. possiamo parlarne questa sera? Davvero, ora sarei impegnato. Senti, Calum, ti chiamo più tardi,» poi chiude, probabilmente senza dare il tempo di rispondere all’amico, e si gira verso di lei.
«Ciao, Gioia,» la saluta, avvicinandosi un poco di più per circondarle il busto fino con le braccia, affondando il viso  nel collo, sentendo il naso solleticato dai capelli mori.
«Ciao, Luke, come va?» gli sussurra all’orecchio, incastrando le braccia attorno al busto di lui.
«Bene, adesso, e a te?» si staccano, Luke le afferra una mano, poi la costringe a seguirlo, in direzione di una panchina. Gioia sente già un formicolio passarle per la schiena, alle loro dita incrociate.
«Bene, adesso,» ripete il suo gioco, quando si siede al suo fianco, con un sorriso sulle labbra piene e le guance più rosee del solito.
Luke ridacchia, poi si gira a guardarla, cercando di imprimersi in testa ogni tratto del viso. Gioia ha le sopracciglia spesse, delle lentiggini leggere sul naso e gli occhi scuri, ma di un taglio allungato e grande. Ha i capelli lisci che le ricadono attorno al volto, a volte li tiene dietro le orecchie per non farli cadere sugli occhi, e ha il sorriso più luminoso e bello che abbia mai visto.
Persino migliore di quello di Ashton.
«Perché mi guardi così?» borbotta lei, arrossendo maggiormente, portandosi, come suo solito, le ciocche dietro le orecchie.
«Oh, io, uhm, scusa, non volevo metterti in imbarazzo,» Luke si passa una mano fra i capelli biondi, poi ride, abbassando lo sguardo verso il terreno.
«Tranquillo,» si lascia sfuggire lei, stringendosi nelle spalle fine e scoprendo i denti bianchi.
Luke si schiarisce la gola, si guarda un po’ attorno, poi si gira nuovamente verso di lei.
«Io, sì, insomma… questa sera vado al Nirvana, è un bar poco distante da qui, di un mio amico, vuoi venire? Ti presento i miei amici.. e c’è anche Eloise,» balbetta, torturando le proprie dita.
Gioia sgrana gli occhi, decisamente stupita. La sta invitando a conoscere i suoi amici? Ad entrare ancora di più all’interno della sua vita?
Certo, sarebbe davvero imbarazzante, ma a lei che le costa? Poi ci sta anche Eloise.
E Luke.
 A lei basta lui.
«Oh, va bene, direi,» dice, sorridendo e alzando le spalle.
Luke si illumina, sorride apertamente, poi la stringe a sé, come fa ogni volta che lei si rende disponibile nei suoi confronti.
«Grazie mille, verrò a prenderti alle otto, va bene?»
«Va benissimo, Luke.»
 
Il Nirvana è poco popolato, sarà che è un giorno settimanale e non di certo un sabato, ma a loro va bene così, che tanto gli interessa solo di starsene insieme, con una birra in mano.
Ashton continua a sorridere da minuti interminabili, sotto gli occhi confusi e curiosi di Michael, che ha le sopracciglia aggrottate e una birra in mano.
Certo, Ashton sorride sempre, ma non così.. tanto.
«Amico, ti sei fatto di qualcosa?» chiede, dopo pochi minuti. Sono solo loro due, stanno aspettando gli altri, e Michael coglie l’occasione per farlo parlare, ‘ché magari di fronte agli altri non avrebbe detto nulla.
Ashton lo guarda, non riesce a smettere di sorridere nemmeno volendolo, quindi si stringe nelle spalle.
«Una ragazza,» borbotta, così piano che quasi non riesce a sentirlo, Michael.
«Quella Scarlett che ogni tanto appare qui? Beh, fattelo dire, è una grande gnocca,» dice, ridacchiando.
«Oggi abbiamo passato il pomeriggio a casa mia.»
«Oh mio Dio! Te la sei già fatta?» Michael sgrana gli occhi, si allunga di più sul bancone, lasciando interdetto Ashton.
«No, certo che no, idiota! Non ci siamo nemmeno baciati, voglio andarci piano, lo sai che non mi fido,» si incupisce per un attimo, i ricordi lo infastidiscono.
«Ashton, non tutte sono come quella troia, e prima o poi arriverà qualcuna che ti non ti ferirà,» Michael gli sorride rassicurante e Ashton non ha il tempo di rispondere, che la porta si apre, rivelando Eloise e Calum. Si limita a un sorriso verso l’amico, allora, come a ringraziarlo.
«Oh, dolcezza,» sghignazza il tinto, appena Eloise si accomoda al suo fianco.
«Non iniziare, coglione,» grugnisce, afferrando la birra offerta da Ashton e prendendone subito un lungo sorso.
Michael aggrotta la fronte, giusto il giorno prima hanno passato un tranquillo pomeriggio assieme, e ora ecco che è tornata come prima. Cos’ha fatto di sbagliato?
«Cos’hai?» sussurra nella sua direzione, serio.
«Nulla, perché?»
«Mi stai trattando nuovamente male, ho fatto qualcosa di sbagliato?»
«Tu sei sbagliato - dice, ridendo amara - e quando mai non ti ho trattato male? Ieri era un momento di debolezza, avevo bisogno di qualcuno, e tu eri a mia disposizione,» aggiunge, cattiva.
Certo, Eloise è sempre stata stronza, ma mai così tanto.
Mai così tanto da ferirlo.
«Quindi mi hai praticamente usato?» chiede lui, le mani che si stringono attorno alla bottiglia di vetro.
«Sì, immagino di sì,» alza le spalle, prende un altro sorso, sotto lo sguardo ferito del ragazzo.
Michael si alza, la sedia struscia, poi sbatte la bottiglia sul tavolo, abbastanza forte da romperla, prima di dirigersi velocemente verso i bagni, lasciando tutti interdetti.
A parte Eloise, impassibile.
«Che è successo?» la voce arriva alle spalle e lei si gira, ritrovandosi lo sguardo confuso di Luke, che tiene la mano a Gioia, subito al suo fianco.
«Nulla - borbotta, fingendo un sorriso - ehi, Gioia, sono felice di vederti,» fa un cenno di saluto con la mano.
Gioia sorride di conseguenza, sebbene non abbia ancora capito la situazione.
«A me non sembra affatto nulla, Eloise, che cosa gli hai detto?» il tono di Ashton è quasi un rimprovero, la guarda male, mentre Luke si avvicina e porta con sé Gioia, facendola sedere al suo fianco.
Eloise rimane in silenzio, abbassa gli occhi azzurri verso il bancone, scuote la testa e sorride mesta.
«Nulla,» vocifera strozzata.
«Eloise!» Ashton sbatte un pugno sul tavolo, appena pulito dai pezzi di vetro e la birra.
«Senti, dovevo, ok?» sbraita lei, gli occhi lucidi.
Luke si passa una mano fra i capelli. E lui che voleva passare una serata tranquilla, facendo conoscere a Gioia i suoi più cari amici.
«Dovevi? Cosa, dovevi? Ferirlo? Non so cosa gli hai detto ma non credo siano stati complimenti.»
«D’accordo, ora basta - Calum si unisce, mette a tacere i due, poi si gira verso Eloise - dicci solo perché,» e lei scontra i suoi occhi con quelli scuri dell’amico, li trova più lucenti del solito, ma non ci fa granché caso.
«Non posso permetterglielo, d’accordo? - sussurra, passandosi le mani fra i capelli biondi - non posso permettergli di farmi innamorare di nuovo.»
«Il fatto è che tu non hai mai smesso,» Calum, che è l’unico a poterla davvero capire, le accarezza una mano.
Luke, del resto, si lascia sfuggire un sospiro, guardando con dolcezza la propria sorella, sotto lo sguardo candido dell’amica.
«D’accordo, passiamo ad altro - Ashton sbatte le mani tra di loro e si gira verso la mora, sorridendo - tu devi essere Gioia, Luke non fa altro che parlare di te.»
Gioia non può fare altro che arrossire violentemente, mentre afferra la mano che le porta il ragazzo.
E subito aver conosciuto i due presenti - il terzo le manca - capisce che quel gruppo ha bisogno di una sola cosa: aiuto.
 
***
Ehilà,
come va?
Allora, inizio dicendo che parto proprio questo pomeriggio e tornerò tra una decina di giorni e non avendo il prossimo capitolo pronto, ci metterò un po’ prima di aggiornare.
Iniziamo con il secondo bacio tra Eva e Calum, ‘sti due sono la mia morte.
Abbiamo Scarlett e Ashton, un momento un po’ più intimo del solito.
Poi ovviamente la coppia dell’anno, Gioia e Luke, lui che la invita al Nirvana.
Infine, Eloise ferisce appositamente Michael, per allontanarlo nuovamente, che è davvero spaventata dai sentimenti che prova verso il ragazzo. Ma forse l’ha ferito davvero.
Vi lascio.
Bye bye,

Judith. 

 

 
  
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