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Autore: 7Luparis7    10/07/2015    0 recensioni
Mi chiamo Paris Gordon, abito in una grande città e lavoro come fotografa presso uno studio pubblicitario.
Sono una persona come voi, a parte per il fatto che da quando ho un appartamento tutto mio...
... ho scoperto di poter parlare con gli elettrodomestici.
No, non avete capito male, proprio con gli elettrodomestici e quegli stronzi riescono anche a fare cose improbabili (solo alcuni di loro fortunatamente), ma questo ve lo spiego dopo. Il peggio, però, è che io non riesco a fare a meno di loro, è una maledizione! Almeno succede solo con i miei...
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Louis P.O.V

 

-Ma scusate, perché sono il primo, e l'unico, tra l'altro, ad essere ignudo? Che scempio!- Mi lagno.
-Perché sei sfigato!- Ribatte Paris.
-Sì, sì, so che dici così ma continui ad addocchiarmi, eh, vecchia volpe?-
Non che la cosa mi dispiaccia, in effetti...
-Vecchia volpe tua nonna! Per chi mi hai preso, una signora di mezz'età che risparmia cinquanta centesimi comprando la frutta al mercato rionale?-
-Voi due, meno parole e... più fatti- dice Thelma facendo l'occhiolino.
-Chi tocca?-
-Tocco io, tocco io!- ribadisce.
-Oddio, non in quel senso!-
Il gioco continua, lasciando anche Thelma priva delle sue costose vesti.
Giro la bottiglia e con orrore noto che la bottiglia punta nella mia direzione. Spero di uscire ancora, altrimenti chissà chi dovrò baciare. Solo il destino lo sa.
Giro l'arnese e il suo roteare pare incessante. Osservo l'oggetto puntare senza meta mentre la mia mente spera che esca Paris, ma non smette di temere il peggio. La rotazione si fa sempre più lenta. Deglutisco, chiudo gli occhi per un istante. Ora è quasi ferma, il prescelto sta per essere rivelato.
-No!! Che schifo!-
Sento urlare Thelma, che, per altro, ha rovinato il mio fantastico racconto pregno di suspance. Mi tocca pure baciarla. Meno male che sono drogato.
Preferirei scaraventare il mio amatissimo smartwatch a terra facendolo frantumare in mille pezzi. No, ok, forse no. Lo amo troppo...
-E va bene, facciamo 'sta cosa.-
Nel frattempo Paris se la sta ridendo in compagnia di Ab, che vacche!
Almeno è solo a stampo.
Mi giro alla mia destra, dove si trova quella donna. Chissà quante cose hanno toccato quelle due protuberanze che le ricoprono i denti. Mi viene da vomitare.
Resto qualche secondo a guardarla schifato mentre lei è rilassata come un maiale appena sedato.
-Su, dai, non pensar di essere l'unico disgustato, di solito cerco di rispettare almeno i miei standard di uomo ma, sai com'è, per amor delle regole mi tocca- esordisce con tono rassegnato.
-Dai, facciamo velocemente e via.-
Ma perché ho proposto di fare questo gioco? Non lo voglio sapere.
Mi avvicino alle sue labbra indeciso finché non sento le sue sfiorare le mie.
Che bello! Che apatia! Cioè, non "che bello!". Cioè, sì, ma "che bello" inteso come: Viva l'apatia! Non riesco a capire nemmeno io il significato di ciò che ho appena formulato nella mia mente.

Improvvisamente Abelard comincia a gemere.
-Non è ancora ora di ansimare, suvvia, quello tra poco.- Ammicca Thelma.
-In realtà sto morendo!- Ribatte rantolando.
Poso il mio sguardo su di lui e in effetti è di un colore che sfuma tra il verde e il marrone, mai visto nulla di simile e spero di non doverlo più rivedere, è proprio un colore orripilante.
-Beh, portiamolo in pronto soccorso- suggerisco.
-Pensa che invece io volevo lasciarlo qui a morire!- mi sberleffa Paris.
Tirando un sospiro di esasperazione scendo dal letto e comincio a vestirmi.
-Su, ragazze, vestitevi e aiutate lui a fare lo stesso. Non state lì a contare gli acari della polvere!-
Infilo l'ultimo indumento e mi metto al volante.
-Ehm... c'è un problema.- Mi dice Paris.
-Cosa?-
-Non mi sembra il caso di andare al pronto soccorso con il camper dicendo che Abelard è in overdose.-
-Perché?-
-Perché è ovvio, poi ci scambierebbero per spacciatori, ci sequestrerebbero il camper per un'ispezione e noi rimarremmo senza per troppo tempo! Brutto tonto!-
Che nervi.
-Sì, forse hai ragione. Oh, beh. Parcheggiamo il camper da qualche parte e portiamolo a piedi.- Dico.
Arriviamo nel parcheggio dell'ospedale e mi fermo in un posto abbastanza lontano da occhi indiscreti. Mi giro e vedo che quelle due sono riuscite a far indossare ad Abelard solo una delle loro canottierine attillate.
-Ma scusate! Perché Ab è vestito da donna?-
-Ehm... Non voleva indossare nient'altro e beh, meglio di niente, no?-
-E perché gli avete dato proprio la canottiera rosa?-
-Senti, hai intenzione di girare "Ma come ti vesti - camper edition" o di salvarlo?- Chiede Thelma inacidita.
Scendiamo in qualche modo dal camper sorreggendo Ab che, noto solo ora, indossa i suoi pantaloncini da corsa azzurro fluo.
-FERMI!- Urla Thelma come suo solito.
-Cosa succede?- Chiedo.
-No, niente. Ma penso sia meglio che tu e Paris stiate sul camper, a tenerlo d'occhio. Ci hanno inseguiti, no? E poi, due drogati sono meglio di quattro. Se ci fosse bisogno di qualcosa almeno voi due microcefali potreste aiutarci.-
-Ma scusa! Microcefali a chi?- Si adira Paris.
-Suvvia, suvvia, taci! State qui!-
-Sono furiosa!-
-Oddio, smettila di fare la primadonna. C'è un'emergenza in atto, non vedi?-
-E tu ne approfitti, vero? Vecchia marpiona!-
-Chi, io? Non lo farei mai, nel modo più assoluto! Sono stanca di stare in presenza di queste vipere, di queste malelingue! Andiamo, Ab, ti accompagno io!- Esclama teatrale.
-Ma.. ma... io non ho detto niente!- Dico, ormai al vento.

Rientriamo nel camper e io mi stendo sul letto.
-Ti vedo preoccupato- mi dice Paris con tono quasi materno.
-Mmh, un po'. Non l'ho mai visto così.
-Ma sì, ma sì. Tranquillo, tra un'oretta starà già meglio. Piuttosto, facciamo una partita a scala quaranta.-
-Ok, ci sta, però stiamo sul letto, non ho voglia di alzarmi.-
-Sfaticato!- Si lamenta.
Paris prende le carte e si sistema a gambe incrociate di fronte a me. 

-Ma che roba è quella!?- Mi grida addosso.
-Un tris di re...- 
-Ma quella di cuori è una regina!-
-Ma cosa...- guardo le carte, -ah, sì, hai ragione. Va beh, dai, è un transgender.-
-Ma che transgender? Questo è barare!-
-Ascolta, se a TE i transessuali non TI piacciono non è colpa mia. Non puoi discriminare una persona solo perché è diversa da te.-
-Quando mai ho detto di disprezzare i transessuali?- Si lagna.
-Nel capitolo 17!-
-Ti odio!- Mi urla addosso afferrando il mio bellissimo tris multiculturale e cercando di rimettermelo in mano.
-Ma guarda cosa fai, tricheco delle nevi! Non vedi che hai scombussolato tutto il tavolo da gioco?-
-Ma ascolta, fuco castrato, se avessimo giocato su un tavolo, per l'appunto, non avremmo avuto questo problema!- dice continuando a tentare di mettermi il tris nel mazzo.
Stufo, lancio le carte per aria e la prendo per i polsi bloccandola supina sul materasso (e non su Pina, povera stella. Morta schiacciata da un tricheco...).
Che nervoso che mi fa venire questa donna! E la parte peggiore è che mi eccita discutere con lei e, dato che litighiamo sempre...
I suoi occhi sono puntati sui miei ma non riesco a decifrare il suo sguardo, sembra quasi confusa. Io invece non so cosa fare. La mia attenzione passa dai suoi occhi alla sua bocca, nemmeno stessi seguendo una partita di tennis. Decido di non farmi troppi problemi e mi butto sulle sue labbra. 

  
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