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Autore: eLiSeTtA    19/01/2009    12 recensioni
Dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per staccarsi dall’abbraccio di Tony...
Un po’ per il proprio orgoglio...
Un po’ perché se fosse rimasta con lui un minuto in più era sicura che non sarebbe riuscita ad abbandonarlo...
Mettendo però a rischio la sua vita...
E questo lei non poteva permetterlo assolutamente...
Così si incamminò verso la porta.
Arrivata alla soglia mise una mano sullo stipite e si girò verso di lui.
- Addio Tony...- E, dopo averlo guardato negli occhi per l’ultima volta, sparì.
ff di elisa_93, a parere di eLiSeTtA uno dei suoi migliori lavori... sta a voi decidere, oh carissimi lettori!
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi! Non avrei mai creduto che lo scorso capitolo sarebbe piaciuto... non ci avrei mai scommesso e invece alcuni di voi dicono che è il più bello... il mio consulente marketing (mio fratello) l’aveva detto... e io non gli ho creduto... lo promuoverò mio manager!

Comunque ora godetevi questo capitolo che ha una triste sorpresa finale...

 

 

 

 

12. Scelte

 

 

 

 

Washington DC 12: 03 ora locale

Quartier generale dell’NCIS

 

- Ducky! Ducky!- gridò Abby entrando di corsa nel laboratorio di quest’ultimo con McGee sotto braccio.

Pareva parecchio agitata...

- Che c’è Abby?- domandò il vecchio dottore togliendosi i guanti e buttandoli nel cestino.

- Mi devi dare una mano! Guarda McGee... è in questo stato da ieri...- gridò la ragazza facendo vorticare i codini intorno a lei.

- Sembra che sia stato scioccato...- notò Palmer avvicinandosi e osservando l’espressione dell’agente.

- Ma da cosa?- disse Abby reggendosi il mento con due dita con aria pensosa.

- Dovremmo fare degli esami per vedere se è in questo stato a causa di una tossina o altro... oppure dovremmo fare delle ricerche sugli ultimi due giorni della vita di Tim...- cominciò a dire Ducky camminando su e giù per il laboratorio - oppure...-

- Oppure potremmo chiederlo a lui...- suggerì Palmer.

- Potremmo in effetti...- disse il dottor Mallard guardandolo storto come faceva quando il giovane arrivava ad una conclusione prima di lui.

- Giusto... non ci avevo pensato...- esclamò Abby battendosi il palmo della mano sulla fronte.

I tre volsero la loro attenzione verso McGee.

- Allora... Timothy... che cosa è successo ieri?- domandarono tutti in contemporanea.

Il ragazzo li guardò con uno sguardo vuoto.

- Loro... hanno... e io...- balbettò.

- Loro chi?- chiese Abby.

- Loro...- continuò McGee sempre balbettando.

- Devi dirmi chi sono loro!- gridò l’eccentrica scienziata afferrando Tim per il colletto e cominciando a scuoterlo.

- Ferma Abby! Così gli fai male!- la bloccò Ducky.

- Il direttore... e Gibbs... hanno... si sono...- farfuglio ancora più confuso e spaventato diventando rosso.

- Oh mio Gibbs! Solo una cosa potrebbe essere...- esclamò Abby.

- E cioè?- domandò Palmer.

- Jenny e Gibbs hanno... nascosto un alieno nell’ufficio del direttore!- disse con il fare di chi la sa lunga la ragazza.

- Non credo sia questo Abby...- le fece notare il dottore anziano.

- Perché non potrebbe essere? Se Tony riesce a prendere una malattia estinta da secoli il direttore e Gibbs possono nascondere un alieno in ufficio!-

I due medici decisero di ignorarla e di tornare a dedicarsi a Timothy.

- Loro si sono...-

- Si sono...- fecero i tre incoraggiandolo a parlare.

- Baciati...- sussurrò il ragazzo.

Tutti fecero un sospiro di sollievo.

- Tutto qui? E noi che credevamo chissà quale disgrazia!- gridarono insieme facendo per tornarsene ognuno al proprio lavoro.

McGee rimase sconvolto.

- Ma forse non avete capito! Il direttore e Gibbs si sono baciati!!!-

Abby gli mise una mano sulla spalla.

- E tu ti sconvolgi per così poco?-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tel Aviv 18: 04 ora locale

Abitazione di Yanir Afek

 

- Hai preso tutto Anthony?- domandò Afek.

Era sul ciglio della porta e Tony era fuori, ormai guarito quasi del tutto.

L’uomo aveva deciso di lasciarlo partire perché sapeva che tanto se non glielo avesse permesso, quello sarebbe andato via lo stesso...

Tanto valeva non fargli perdere tempo per organizzare una fuga e mandarlo subito via...

- Si...- disse Tony sorridendo sornione - avevo solo i vestiti...-

- Ancora non riesco a capire come hai fatto a sopravvivere a quell’imboscata... senza armi...- e dicendo così gli porse una pistola.

- Cosa?!? Tu hai una pistola?!?- domandò DiNozzo incredulo.

- Certo...  vivo solo con questo lupo...-

Badir gli si strusciò contro.

- ... mi devo pur difendere no? Forza prendila!- continuò l’israeliano.

- No! Non posso! Non la so usare!-

- Non mi mentire... hai dei calli nella mano che dimostrano il contrario... e poi la ferita da proiettile relativamente recente che hai nella coscia dimostra che sei già stato coinvolto in una sparatoria... dimentichi che ero un medico?-

Tony sorrise... lo aveva sottovalutato...

- Ok... mi hai scoperto... la so usare... ma non la posso prendere... tu come farai a difenderti?-

- Ne vado a comprare un’altra... semplice no?-

DiNozzo non era ancora convinto.

Yanir Afek gli mise in mano la pistola.

- Servirà di più a te...-

Il ragazzo lo ringraziò con lo sguardo e la infilò nei pantaloni.

- Ok... credo sia giunto il momento di separaci...-

- Si...- disse Afek accarezzando Badir che piagnucolava quasi sapesse che Tony stava per andarsene.

Lui si abbassò e gli fece il solletico sotto il collo.

- Sei sicuro di non voler partire domani mattina?- gli domandò dall’alto il vecchio.

- Se viaggio di notte arriverò di mattina...- rispose l’agente dell’NCIS senza alzare lo sguardo.

- Sei sicuro di non volere un passaggio?- continuò speranzoso l’ex medico.

DiNozzo si alzò e lo guardò sorridendo.

- No... voglio fare la strada a piedi...-

- Contento te...-

- Allora arrivederci...- disse Tony stringendogli la mano.

Poi si voltò e cominciò a percorrere il sentiero tra gli aranci.

- Sento che ci rincontreremo! L’hitraot !- gli gridò dietro l’uomo.

Badir ululò.

Tony fece un cenno con la mano e continuò a camminare.

“Anche io... amico...”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tel Aviv 19:05 ora locale

Autostrada

 

- Ancora non ci credo che se ne è andato...- sussurrò Tony ancora incredulo rivolto a Ziva.

Erano seduti sulla sua macchina e stavano guardando il tramonto bevendo una cioccolata calda...

Avevano posteggiato sul molo...

- Neanche io...-

- Mi ha lasciato il comando senza dire una parola... senza dirmi cosa si aspetta che io faccia...-

Erano appena usciti dall’NCIS e Gibbs aveva appena comunicato a tutti che sarebbe andato in pensione...

Aveva lasciato le sue cose in mano a DiNozzo e poi era scomparso in Messico...

Sorseggiarono la cioccolata.

- Forse sa che sai già cosa fare...- disse Ziva

- Non è vero! Io sono confuso... non so cosa devo fare e quello che invece devo fare... in questo momento so solo che ho una voglia matta di prenderlo a cazzotti...- fece il ragazzo stringendo il pugno fino a far sbiancare le nocche...

Ziva notò il suo nervosismo...

- Calmati DiNozzo... e concentrati su cose positive come il tramonto... penserai domani a cosa fare... penserai domani a cosa non fare... ma oggi c’è solo il tramonto...-

Tony lo osservo per un lungo minuto, rapito dalla sua bellezza e dai suoi colori...

- E’ bello vero?-

- Già... ma dovresti vedere quello che c’è in Israele... è ancora più bello...-

Lui la guardò curioso.

- Dici sul serio?-

Lei si voltò e i loro sguardi si incontrarono...

- Si... è il più bel tramonto del mondo...- rispose lei sorridendo dolcemente al ricordo.

Lui tornò a fissare il sole che ormai era quasi scomparso...

- Un giorno voglio visitare il tuo paese...- disse, ma dopo un paio di secondi aggiunse - con te magari...-

Lei sorrise.

- Mi piace come idea...-

- Allora è deciso...- disse Tony felice buttando il bicchiere di cioccolata calda in una secchio della spazzatura là vicino con un canestro quasi perfetto.

- E magari visto che ci siamo andiamo anche in Messico a fare una visitina a Gibbs...- fece Ziva ridendo.

Tony si unì alla risata della ragazza....

- Così magari mi spiega cosa vuole che io faccia!-

 

- Ziva...- la chiamò Sara.

Erano dentro una macchina nera che il Mossad aveva messo a sua disposizione.

Lei non la ascoltò neanche...

Era troppo arrabbiata e confusa...

Cercò istintivamente il ciondolo di Tony... ma non lo trovò.

Lo aveva lasciato a casa...

Faceva parte del passato ormai!

E lei, seppur a malincuore, doveva abituarsi all’idea che non lo avrebbe più rivisto...

- Ziva...- la chiamò di nuovo Sara.

- Uhm?-

- Che hai? Non ti senti bene?- le domandò notando le sue occhiaie e la sua espressione infelice.

Tentò di fare un sorriso per rassicurarla.

- No... non ho niente... tranquilla...-

- Beh... stiamo andando a trovare nostro padre in segreto... e tu sembri appena uscita dalla tomba... penso che ci sia qualcosa che non va...-

Ziva si raddrizzò e le passò una mano tra i capelli.

- Senti... non ti preoccupare! Va tutto bene...-

Proprio in quel momento si senti il rumore del motore di una grossa auto scura che stava andando incontro alla loro.

C’era un uomo in cima...

E aveva un lancia granate...

- Sicura che vada tutto bene?!?- le domandò spaventata Sara.

- Salta fuori dalla macchina!- gridò Ziva.

La ragazza non se lo fece ripetere due volte...

Aprirono gli sportelli con foga e si gettarono fuori, rotolando sul duro asfalto...

Non appena furono fuori dalla macchina quest’ultima esplose con un enorme boato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tel Aviv 19:09 ora locale

Autostrada

 

Tony era a un centinaio di metri da lì quando sentì il boato.

Immediatamente si precipitò verso il luogo da cui proveniva l’esplosione...

E fu così che vide Ziva e una ragazza di circa sedici anni rotolare sull’asfalto fino a raggiungere il ciglio della strada, mentre la macchina a dieci metri da loro era avvolta dalle fiamme e un fuoristrada nero con sopra un uomo incombeva su di loro...

“Ziva...” pensò.

Poi fece tutto automaticamente, si avvicinò anche lui al ciglio della strada, mentre Ziva e la sua compagna cercavano di rialzarsi, e tirò fuori la pistola di Afek.

Non perse tempo: sparò subito all’uomo sopra il tetto.

Poi, neanche lui sapeva come, riuscì a colpire anche il guidatore facendo sbandare il fuoristrada che andò a sbattere contro la macchina di Ziva in fiamme.

Continuò a correre verso le ragazze più forte che poteva.

Ma scorse con la coda dell’occhio una cosa che non gli piacque...

All’ultimo minuto due passeggeri del fuoristrada erano riusciti a uscire, ed erano pericolosamente armati anche loro.

Tony guardò preoccupato verso Ziva, stava aiutando l’altra ragazza a rimettersi in piedi...

E i due malviventi miravano verso di lei...

Gli pareva persino di riconoscerne uno...

Dove l’aveva già visto?

Decise che non era quello il momento di pensarci...

Corse disperato in quella direzione con la pistola ben stretta in mano...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tel Aviv 19:10 ora locale

Autostrada

 

- Forza alzati! Non c’è tempo!-

Ziva stava aiutando Sara ad alzarsi quando il proiettile le sfiorò la guancia...

Un altro le sfiorò il braccio, stavolta penetrando più in profondità...

Non pensò neanche...

Il suo istinto da agente del Mossad lo fece al posto suo...

Scattò immediatamente verso il sentiero scosceso, ripido e roccioso che c’era su un lato della strada e si nascose dietro un masso abbastanza grande da coprirla.

- Ziva...-

- Sara forza vieni anche tu al riparo... muoviti!-

La sorella tentò di farlo...

Ma non fu abbastanza veloce...

Fu colpita in pieno e si afflosciò per terra...

- Sara!- gridò Ziva sconvolta e con gli occhi pieni di lacrime...

Nella sua mente ripercorse i ricordi di Tali che esplodeva e di Ari che moriva per mano sua...

Fece per correre verso di lei ma due braccia forti la afferrarono e la strinsero, impedendole di andare incontro ad una morte certa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tel Aviv 19:11 ora locale

Autostrada

 

Tony aveva assistito alla scena con il cuore in gola, e non appena quei due avevano sparato alla ragazza che Ziva aveva chiamato Sara, e cercarono di uccidere anche lei, lui non esitò ad afferrarla rimetterla al sicuro nel suo nascondiglio facendole scudo col suo corpo...

Continuò a sparare a sparare verso quei due beccandosi però un colpo di striscio al fianco...

Ignorò il dolore e continuò a sparare con i pochi colpi che gli rimanevano fino a quando non sentì più nulla...

Il silenzio regnava incontrastato in quel luogo di morte e dolore...

Tony si girò verso Ziva...

Erano giorni che cercava disperatamente di rivederla, per poter parlare... per poter chiarire... per poter chiudere quella pagina... o magari di riaprirla...

Ma non aveva certo immaginato che si sarebbero rivisti in una situazione del genere...

Vederla così indifesa e ferita... lo faceva rendere conto che lei aveva bisogno di lui e che lui non poteva abbandonarla... non in quel momento almeno...

Non doveva andare così...

- Ziva... stai bene?-

Tutto quello che rispose Ziva con il viso rigato dalle lacrime e abbracciandolo forte fu:

- Sara...-

 

 

 

 

* L’hitraot vuol dire addio

* Povera Sara... non picchiatemi!

* Ragazzi il prossimo è il famoso capitolo 13...

  
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