Il viaggio ha
inizio
Erano
passati già alcuni giorni da quando il grande squalo grigio
era rientrato con
un ricco bottino, i due fratelli Versiv, i figli del generale che la
sua
padrona odiava tanto.
Mentre loro
erano stati invitati a soggiornare
nella confortevolissima prigione
di
ghiaccio, lui aggiornò la sua padrona delle cose che aveva
visto e sentito durante
il suo lungo viaggio informandola di alcune novità interessanti.
-“quindi
Andertow, il nipote del generale si è dato da
fare…”-
-“Si
Morgana, a quanto pare si è sposato con la figlia minore del
re Tritone,.”-
-“Ariel!?”-
ringhiò contro la strega. -“Quella sgualdrina che
ha ucciso mia sorella!”-
-“beh…
tecnicamente Ursula è morta per mano di
Tritone…”- disse sotto voce lo squalo.
-“TACI!!”-
urlò lei – “questo cambia le
cose… Ho la possibilità di vendicarmi di Tritone
e
il generale insieme, che fortuna sfacciata. L’assassino di
mia sorella e
l’assassino di mia madre.”-
-“Devo
tornare indietro e prendere Ariel?”- chiese confuso
-“no
mio
caro stupido squaletto… tra non molto sarà lei a
venire da noi… cerchiamo di
non farci trovare impreparati”-
Si
avvicinò
alla prigione di ghiaccio dove giacevano ancora mezzi tramortiti i due
ragazzi
-“Bene bene…”- La strega rideva
–“a quanto pare voi due non siete più il
mio
unico obiettivo… sarà divertente vedere la
famigliola riunita”- Morgana
premette la mano contro la lastra di ghiaccio che li divideva.
-“Attenderò
con impazienza quel
momento”
****
Non
importava quanto freddo c’era o quanto stanca fosse, quella
mattina Ariel era partita
all’alba con un solo obbiettivo nella testa: Ritrovare Arren.
Nel totale
silenzio della notte aveva lasciato la residenza dei suoi suoceri per
intraprendere il suo viaggio, non le importava di essere sola, non le
importava
di aver mentito, dopo aver ricevuto quelle informazioni da Sebastian il
suo
unico obiettivo era trovare Morgana.
Nuotò per le strade più solitarie ai margini
della città, la sua luna di miele
l’aveva immaginata in maniera leggermente diversa ma da
quando aveva scoperto
di essere incinta le cose erano sempre più precipitate.
Accarezzò teneramente
la pancia, se in un primo momento aveva avuto un rifiuto verso la
situazione
che stava vivendo adesso era grata di avere dentro di sé
qualcosa di così
simile ad Arren. –“sta tranquillo, vedrai che
riporterò indietro il tuo papà”-
sussurrò a mezza voce.
Aveva da
poco abbandonato la città, erano passate già un
paio d’ore e la stanchezza
iniziava a farsi sentire.
-“Sei
proprio un irresponsabile!”- esclamò una voce alle
sue spalle.
Ariel si
voltò sconcertata verso l’origine di quel suono.
–“Assolutamente
irresponsabile”- confermò la sirena dai capelli
arancioni.
-“Cosa
ci
fai qui, Casside?!”- La sirena era meravigliata
-“anche
stupida oltre che irresponsabile… di bene in
meglio!” – Casside la raggiunse –
“ mettiamo bene in chiaro una cosa… non lo sto
facendo per Arren, né tantomeno
per te o il bambino…”-
Ariel non
potè fare a meno di sorriderle commossa.
–“non m’importa il perché tu
sia qui,
ma sono davvero felice che tu abbia cambiato idea!”- si
sporse ad abbracciarla,
-“dal profondo del cuore ti ringrazio.”-
Cassy rimase
interdetta da quel contatto improvviso, ricambiò goffamente
imbarazzata –“mhh
allora dove siamo dirette?”-
-“I
mari del
Nord, nella tana della strega Morgana”. –
Detto questo
l’improbabile coppia partì ufficialmente per quel
lungo viaggio.
****
-“Arren
basta!”- suo fratello lo rimproverò sentendo
l’ennesimo tonfo contro la lastra
di ghiaccio spessa mezzo metro.
Arren
s’accasciò lì vicino esausto con la
spalla ricoperta di ematomi violacei–“non
c’è modo di romperlo, è tutto
inutile”- continuò rassegnato Core.
-“Come
puoi
dire una cosa del genere!!” – gli urlò
contro il fratello con gli occhi colmi
di rabbia –“Come puoi arrenderti
così!?!”-
Da quando
erano stati rinchiusi Arren era diventato particolarmente irascibile.
Si
scagliò nuovamente contro il ghiaccio.
–“non m’importa nulla di quello che ne
sarà di me o di te, ma non posso permetterglielo”
– sbattè i pugni serrati
contro il ghiaccio. Le dita conficcate nei palmi avevano quasi
interrotto il
fluire del sangue –“non le permetterò di
mettere le mani su Ariel e mio
figlio!”-
Core gli si
avvicinò. –“Arren dovresti calmarti un
attimo” disse posandogli una mano sulla
spalla in tono rassicurante.
Suo fratello
lo fissò intensamente in quegli occhi dalle sfumature
violacee che conosceva
bene ma che, tuttavia non comprendevano il suo dolore e la sua rabbia.
-“Come
puoi
dirmi di calmarmi?! Non posso sopportare l’idea di
perderla”- abbassò la testa
con gli occhi rossi in procinto di piangere. Era un uomo non avrebbe
dovuto
fare così, non avrebbe mai dovuto mostrarsi debole, eppure
lontano da lei non
riusciva a trattenere le proprie emozioni, si sentiva
inutile… in fondo loro
erano solo due ragazzi.
Due ragazzi
che si amavano moltissimo ma pur sempre ragazzi, non adulti. Il
pensiero di
quegli occhi azzurri che così innocentemente ricambiavano
sempre i suoi
sguardi, il suo sorriso che aveva il potere di calmarlo
all’istante e le sue
labbra; ogni volta che la baciava si perdeva in altri mondi, estraniato
da
tutto il resto e quando riapriva gli occhi vedeva quel tenero rossore
che,
nonostante il tempo continuava a imporporarle le guance. Il solo
pensiero di
perderla lo lacerava dentro. –“…non
posso perderli entrami”- disse dopo un
lungo silenzio con un filo di voce .
-“che
tu la
ami questo è evidente, l’unica cosa che puoi fare
è sperare che lei non venga a
cercarti”- Arren alzò di scatto il volto
fissandolo a lungo, poi tornò a
sedersi in un anfratto scavato nel ghiaccio.
Le mani livide
tormentavano le
ciocche bionde, ma non c’era nulla che potesse fare.
-“non le ho neppure detto Addio”-
****
“non piangere mamma”- una voce mi sta
chiamando, non so dove mi trovo, sono da sola e dovunque guardi vedo
rosso… è
sangue. “sono arrivata troppo tardi” le parole
escono dalla mia bocca senza che
io ne sia consapevole “salvalo mamma, salva
papà”. Non vedo nessuno proferire
quelle parole, e come fossero dentro la mia testa. “chi
sei?” urlò piangendo.
“papà è in pericolo”, la voce
mi ignora –“devi sbrigarti, o prenderanno anche
te”- “chi sei??”- chiedo ancora ma
stavolta non sono più disperata, sono solo
incuriosita da quella voce che sembra conoscermi bene
–“tra non molto ci
conosceremo” – la voce mi rassicura, ha un timbro
caldo che non riesco a
distinguere. Un fortissimo dolore alla pancia mi richiama alla
realtà. “Aris!”
chiamo poco prima di risvegliarmi.
Ariel
aprì
gli occhi di scatto, lei e Casside si erano fermate per riposare per
poi
riprendere il viaggio, la ragazza era di fianco a lei che la fissava
preoccupata.
-“Chi
è
Aris?” – le chiese a bruciapelo.
-“Aris…”-
ancora quel nome, l’aveva sentito uscire dalle sue labbra
durante quel sogno.
-“Continuavi
a chiamare Arren e poi d’un tratto hai sussurrato chiaramente
“Aris””-
Ariel si
tirò a sedere. –“ti devo confessare che
non conosco nessuno con questo nome ma...”-
lasciò la frase sospesa a mezz’aria.
-“ma?”-
“credo
sia mio figlio”.
****
Dopo quella rivelazione era sceso il silenzio fra le due ragazze,
avevano
ripreso il viaggio ma nessuna delle due aveva più proferito
parola. Aris, quella voce calda
ricordava
moltissimo quella di Arren ma non era la sua, Ariel ormai la conosceva
bene,
era una voce molto dolce e dalle molte tonalità ma non era
quella del suo
sogno. Figlio. Aspettava davvero
un
maschio o se l’era solo immaginato? Chissà come
sarebbe stato felice Arren…
quando ne avevano parlato lui sembrava entusiasta all’idea di
avere un maschio,
e sebbene le avesse scherzato sul volere una femmina sarebbe stata
comunque
felice qualunque cosa fosse. Adesso per completare il quadro della
famigliola
felice le mancava solo suo marito, doveva solo sconfiggere una strega
psicopatica, trovare e salvare Arren, tornare indietro e non partorire
prima di
essere arrivata… insomma una passeggiata! Quasi quasi
rimpiangeva quando era
stata trasformata in umana e aveva dovuto provare a rubare un bacio in
tre
giorni!
-“a
cosa
stai pensando?”- interruppe il fluire dei suoi pensieri la
voce della sirena
che l’accompagnava.
Ariel
guardava davanti a sé in uno stato confusionale.
-“Andrà
tutto bene…vedrai…Arren è un tipo
tosto!”- disse ridendo per stemprare l’ansia,
ma la sirena dagli occhi azzurri non l’aveva degnata di uno
sguardo.
-“Anche
Core
è in gamba…”- aggiunse Ariel destandosi
dai suoi pensieri.
-“Core??
Perché tiri in ballo lui?”- Casside si
stizzì a sentir pronunciare quel nome.
-“non
provi
niente per quel tritone…?”-
-“Ma
cosa
stai dicendo? Io e Core…? Sei proprio fuori
strada.”-
-“capisco…
quindi sei innamorata di qualcun altro…”-
A quelle
parole Casside rimase sgomenta tentando in seguito di negare
l’ormai evidente
verità, ma alla fine si arrese.
-“c’è
un
tritone di cui sono innamorata sin dall’infanzia”,
iniziò mesta lei “ma lui non
prova gli stessi sentimenti per me”.
Ariel
credette che stesse parlando di Core e la esortò a parlare.
–“Sei sicura che
lui non provi niente per te? Magari pensa che lui non sia il tuo
tipo…”-
“credimi…non
sono io quella che gli interessa” proferì queste
parole incrociando il suo
sguardo con quello di lei. “lui
è sposato
ormai”.
Ariel rimase
di stucco comprendendo solo in quel momento la situazione.
“sei innamorata di Arren?”-
Casside
rimase in silenzio, non era in grado di dire nulla che potesse smentire
o
quantomeno rassicurare la moglie del suo migliore amico,
perché lei nonostante
tutto continuava ad amarlo.
Ariel rimase
scossa da quella rivelazione, aveva notato un po’ di gelosia
nei suoi confronti
ma l’aveva reputata più che normale dato la lunga
e profonda amicizia che
legava Arren e Casside sin dall’infanzia.
Continuarono
a nuotare l’una di fianco all’altra, in silenzio,
percorrendo le acque gelide
che le avrebbero portate all’antro di Morgana, il tempo
trascorreva lentamente,
i giorni si succedevano alle settimane e così via ma dopo
quella confessione
nessuna delle aveva più proferito parola, il loro rapporto
già tenuto da un
flebile filo si era spezzato, neanche Ariel adesso riusciva a pensare
lucidamente.
Avrebbe
dovuto vedere in Casside una minaccia? No, Arren l’amava
troppo e lei si fidava
incondizionatamente di lui, nulla avrebbe messo in discussione il loro
amore, e
Core? Aveva sempre saputo i sentimenti di Casside nei confronti di suo
fratello
minore? Come doveva aver sofferto di tutta quella situazione senza mai
poterne
parlare con qualcuno, se fosse servito a qualcosa lei gli avrebbe
offerto il
suo sostegno per quel che valeva, ma non avrebbe augurato a nessuno di
trovarsi
nella sua scomoda posizione.
Sarebbe
stato meglio non ritornare in quella casa. Per quanto i suoi suoceri
fossero
stati gentili, dal primo momento in cui varcò la soglia di
quella magione si
rese conto che c’era più di quel che non si
vedesse fra quelle mura, i sorrisi
superficiali nascondevano odio e rancore, e lei non avrebbe voluto
vivere in
una casa del genere.
****
“ti
prego, non
m’importa della mia vita, ma lei non c’entra nulla
con la storia della mia
famiglia!” il ragazzo continuava a battere violentemente i
pugni sulla spessa
lastra di vetro, nel tentativo di destare l’attenzione della
strega. “farò
qualunque cosa tu vorrai ma ti supplico, risparmiale la vita”
La strega si
avvicinò con fare sospetto alla loro prigione.
“ e
cosa
potresti offrirmi tu, di più piacevole della morte di quella
sirenetta?”
“qualcosa
che ti diverta di più magari…” Arren
era riuscito a conquistarsi la sua
curiosità, adesso doveva pensare in fretta e trovare
qualcosa che valesse di
più della morte di sua moglie e di suo figlio del quale la
strega non ne
conosceva l’esistenza.
“ad
esempio?” stanca di aspettare si fece più avanti.
Fu in quel
momento che ad Arren venne quell’idea geniale che in
rarissimi casi può
salvarti la vita; ci pensò un momento, poi
sospirò rassegnato, non avrebbe
potuto mantenere la sua promessa, non avrebbe potuto starle accanto per
sempre,
non avrebbe visto crescere il loro bambino ma avrebbe salvato la vita
ad entrambi,
e
la sua esistenza era il prezzo da pagare.
A.A
Salve! Dopo
un infinità di tempo eccomi qui ad aggiornare, spero che
questo capitolo vi sia
piaciuto, nel prossimo ci saranno ulteriori colpi di scena, ci
avviciniamo
sempre più alla fine…
Scusate il
ritardo ma ho finalmente ultimato tutto quello che dovevo fare, quindi
ritorno
attivissima con la scrittura della serie :D
p.s. se vi
va fate un salto nell’altra storia che ho iniziato da
pochissimo, Deep Alley –
il destino di Elena, la storia è un po’ il
contrario della sirenetta normale,
un umana si innamora di un tritone, ma ci sono diverse complicazioni
che
renderanno la loro storia tortuosa e sofferta!