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Autore: Clara_Oswin    10/07/2015    1 recensioni
AVVISO : La storia è il seguito di Another Ending
Dopo il matrimonio Arren e Ariel sono partiti alla volta dell'oceano Indiano per incontrare la famiglia dello sposo, l’avventura li perseguita e un perfido nemico ha in mente un piano che distruggerà la loro tranquillità, nasceranno improbabili alleanze, inimicizie e infine sboccerà nuovamente l'amore. La storia è collegata alle vicende del primo racconto.
SPOILER dal CAP 4
"Da quando quelle tre parole erano entrate nella sua vita quella mattina si era sentita morire. Non si sentiva pronta a diventare madre, c’erano ancora molte cose che voleva fare, un figlio non rientrava nelle sue priorità, era ancora troppo presto… si era cacciata in una situazione più grande di lei e questa volta non c’era via di scampo.
-“aspettiamo un bambino”- proferì infine aspettando una sua reazione. "
STORIA NUOVAMENTE ATTIVA
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ariel, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il viaggio ha inizio

 

 

Erano passati già alcuni giorni da quando il grande squalo grigio era rientrato con un ricco bottino, i due fratelli Versiv, i figli del generale che la sua padrona odiava tanto.

Mentre loro erano stati invitati a soggiornare nella confortevolissima prigione di ghiaccio, lui aggiornò la sua padrona delle cose che aveva visto e sentito durante il suo lungo viaggio informandola di alcune novità interessanti.

-“quindi Andertow, il nipote del generale si è dato da fare…”-

-“Si Morgana, a quanto pare si è sposato con la figlia minore del re Tritone,.”-

-“Ariel!?”- ringhiò contro la strega. -“Quella sgualdrina che ha ucciso mia sorella!”-

-“beh… tecnicamente Ursula è morta per mano di Tritone…”- disse sotto voce lo squalo.

-“TACI!!”- urlò lei – “questo cambia le cose… Ho la possibilità di vendicarmi di Tritone e il generale insieme, che fortuna sfacciata. L’assassino di mia sorella e l’assassino di mia madre.”-

-“Devo tornare indietro e prendere Ariel?”- chiese confuso

-“no mio caro stupido squaletto… tra non molto sarà lei a venire da noi… cerchiamo di non farci trovare impreparati”-

Si avvicinò alla prigione di ghiaccio dove giacevano ancora mezzi tramortiti i due ragazzi -“Bene bene…”- La strega rideva –“a quanto pare voi due non siete più il mio unico obiettivo… sarà divertente vedere la famigliola riunita”- Morgana premette la mano contro la lastra di ghiaccio che li divideva.

-“Attenderò con impazienza quel momento”

****

Non importava quanto freddo c’era o quanto stanca fosse, quella mattina Ariel era partita all’alba con un solo obbiettivo nella testa: Ritrovare Arren.

Nel totale silenzio della notte aveva lasciato la residenza dei suoi suoceri per intraprendere il suo viaggio, non le importava di essere sola, non le importava di aver mentito, dopo aver ricevuto quelle informazioni da Sebastian il suo unico obiettivo era trovare Morgana.
Nuotò per le strade più solitarie ai margini della città, la sua luna di miele l’aveva immaginata in maniera leggermente diversa ma da quando aveva scoperto di essere incinta le cose erano sempre più precipitate. Accarezzò teneramente la pancia, se in un primo momento aveva avuto un rifiuto verso la situazione che stava vivendo adesso era grata di avere dentro di sé qualcosa di così simile ad Arren. –“sta tranquillo, vedrai che riporterò indietro il tuo papà”- sussurrò a mezza voce.

Aveva da poco abbandonato la città, erano passate già un paio d’ore e la stanchezza iniziava a farsi sentire.

-“Sei proprio un irresponsabile!”- esclamò una voce alle sue spalle.

Ariel si voltò sconcertata verso l’origine di quel suono. –“Assolutamente irresponsabile”- confermò la sirena dai capelli arancioni.

-“Cosa ci fai qui, Casside?!”- La sirena era meravigliata

-“anche stupida oltre che irresponsabile… di bene in meglio!” – Casside la raggiunse – “ mettiamo bene in chiaro una cosa… non lo sto facendo per Arren, né tantomeno per te o il bambino…”-

Ariel non potè fare a meno di sorriderle commossa. –“non m’importa il perché tu sia qui, ma sono davvero felice che tu abbia cambiato idea!”- si sporse ad abbracciarla, -“dal profondo del cuore ti ringrazio.”-

Cassy rimase interdetta da quel contatto improvviso, ricambiò goffamente imbarazzata –“mhh allora dove siamo dirette?”-

-“I mari del Nord, nella tana della strega Morgana”. –

Detto questo l’improbabile coppia partì ufficialmente per quel lungo viaggio.

 

****

-“Arren basta!”- suo fratello lo rimproverò sentendo l’ennesimo tonfo contro la lastra di ghiaccio spessa mezzo metro.

Arren s’accasciò lì vicino esausto con la spalla ricoperta di ematomi violacei–“non c’è modo di romperlo, è tutto inutile”- continuò rassegnato Core.

-“Come puoi dire una cosa del genere!!” – gli urlò contro il fratello con gli occhi colmi di rabbia –“Come puoi arrenderti così!?!”-

Da quando erano stati rinchiusi Arren era diventato particolarmente irascibile. Si scagliò nuovamente contro il ghiaccio. –“non m’importa nulla di quello che ne sarà di me o di te, ma non posso permetterglielo” – sbattè i pugni serrati contro il ghiaccio. Le dita conficcate nei palmi avevano quasi interrotto il fluire del sangue –“non le permetterò di mettere le mani su Ariel e mio figlio!”-

Core gli si avvicinò. –“Arren dovresti calmarti un attimo” disse posandogli una mano sulla spalla in tono rassicurante.

Suo fratello lo fissò intensamente in quegli occhi dalle sfumature violacee che conosceva bene ma che, tuttavia non comprendevano il suo dolore e la sua rabbia.

-“Come puoi dirmi di calmarmi?! Non posso sopportare l’idea di perderla”- abbassò la testa con gli occhi rossi in procinto di piangere. Era un uomo non avrebbe dovuto fare così, non avrebbe mai dovuto mostrarsi debole, eppure lontano da lei non riusciva a trattenere le proprie emozioni, si sentiva inutile… in fondo loro erano solo due ragazzi.

Due ragazzi che si amavano moltissimo ma pur sempre ragazzi, non adulti. Il pensiero di quegli occhi azzurri che così innocentemente ricambiavano sempre i suoi sguardi, il suo sorriso che aveva il potere di calmarlo all’istante e le sue labbra; ogni volta che la baciava si perdeva in altri mondi, estraniato da tutto il resto e quando riapriva gli occhi vedeva quel tenero rossore che, nonostante il tempo continuava a imporporarle le guance. Il solo pensiero di perderla lo lacerava dentro. –“…non posso perderli entrami”- disse dopo un lungo silenzio con un filo di voce .

-“che tu la ami questo è evidente, l’unica cosa che puoi fare è sperare che lei non venga a cercarti”- Arren alzò di scatto il volto fissandolo a lungo, poi tornò a sedersi in un anfratto scavato nel ghiaccio.

Le mani livide tormentavano le ciocche bionde, ma non c’era nulla che potesse fare.
-“non le ho neppure detto Addio”-

****

non piangere mamma”- una voce mi sta chiamando, non so dove mi trovo, sono da sola e dovunque guardi vedo rosso… è sangue. “sono arrivata troppo tardi” le parole escono dalla mia bocca senza che io ne sia consapevole “salvalo mamma, salva papà”. Non vedo nessuno proferire quelle parole, e come fossero dentro la mia testa. “chi sei?” urlò piangendo. “papà è in pericolo”, la voce mi ignora –“devi sbrigarti, o prenderanno anche te”- “chi sei??”- chiedo ancora ma stavolta non sono più disperata, sono solo incuriosita da quella voce che sembra conoscermi bene –“tra non molto ci conosceremo” – la voce mi rassicura, ha un timbro caldo che non riesco a distinguere. Un fortissimo dolore alla pancia mi richiama alla realtà. “Aris!” chiamo poco prima di risvegliarmi.

Ariel aprì gli occhi di scatto, lei e Casside si erano fermate per riposare per poi riprendere il viaggio, la ragazza era di fianco a lei che la fissava preoccupata.

-“Chi è Aris?” – le chiese a bruciapelo.

-“Aris…”- ancora quel nome, l’aveva sentito uscire dalle sue labbra durante quel sogno.

-“Continuavi a chiamare Arren e poi d’un tratto hai sussurrato chiaramente “Aris””-

Ariel si tirò a sedere. –“ti devo confessare che non conosco nessuno con questo nome ma...”- lasciò la frase sospesa a mezz’aria.

-“ma?”-

“credo sia mio figlio”.

****
Dopo quella rivelazione era sceso il silenzio fra le due ragazze, avevano ripreso il viaggio ma nessuna delle due aveva più proferito parola. Aris, quella voce calda ricordava moltissimo quella di Arren ma non era la sua, Ariel ormai la conosceva bene, era una voce molto dolce e dalle molte tonalità ma non era quella del suo sogno. Figlio. Aspettava davvero un maschio o se l’era solo immaginato? Chissà come sarebbe stato felice Arren… quando ne avevano parlato lui sembrava entusiasta all’idea di avere un maschio, e sebbene le avesse scherzato sul volere una femmina sarebbe stata comunque felice qualunque cosa fosse. Adesso per completare il quadro della famigliola felice le mancava solo suo marito, doveva solo sconfiggere una strega psicopatica, trovare e salvare Arren, tornare indietro e non partorire prima di essere arrivata… insomma una passeggiata! Quasi quasi rimpiangeva quando era stata trasformata in umana e aveva dovuto provare a rubare un bacio in tre giorni!

-“a cosa stai pensando?”- interruppe il fluire dei suoi pensieri la voce della sirena che l’accompagnava.

Ariel guardava davanti a sé in uno stato confusionale.

-“Andrà tutto bene…vedrai…Arren è un tipo tosto!”- disse ridendo per stemprare l’ansia, ma la sirena dagli occhi azzurri non l’aveva degnata di uno sguardo.

-“Anche Core è in gamba…”- aggiunse Ariel destandosi dai suoi pensieri.

-“Core?? Perché tiri in ballo lui?”- Casside si stizzì a sentir pronunciare quel nome.

-“non provi niente per quel tritone…?”-

-“Ma cosa stai dicendo? Io e Core…? Sei proprio fuori strada.”-

-“capisco… quindi sei innamorata di qualcun altro…”-

A quelle parole Casside rimase sgomenta tentando in seguito di negare l’ormai evidente verità, ma alla fine si arrese.

-“c’è un tritone di cui sono innamorata sin dall’infanzia”, iniziò mesta lei “ma lui non prova gli stessi sentimenti per me”.

Ariel credette che stesse parlando di Core e la esortò a parlare. –“Sei sicura che lui non provi niente per te? Magari pensa che lui non sia il tuo tipo…”-

“credimi…non sono io quella che gli interessa” proferì queste parole incrociando il suo sguardo con quello di lei. “lui è sposato ormai”.

Ariel rimase di stucco comprendendo solo in quel momento la situazione.

sei innamorata di Arren?”-

Casside rimase in silenzio, non era in grado di dire nulla che potesse smentire o quantomeno rassicurare la moglie del suo migliore amico, perché lei nonostante tutto continuava ad amarlo.

Ariel rimase scossa da quella rivelazione, aveva notato un po’ di gelosia nei suoi confronti ma l’aveva reputata più che normale dato la lunga e profonda amicizia che legava Arren e Casside sin dall’infanzia.

Continuarono a nuotare l’una di fianco all’altra, in silenzio, percorrendo le acque gelide che le avrebbero portate all’antro di Morgana, il tempo trascorreva lentamente, i giorni si succedevano alle settimane e così via ma dopo quella confessione nessuna delle aveva più proferito parola, il loro rapporto già tenuto da un flebile filo si era spezzato, neanche Ariel adesso riusciva a pensare lucidamente.

Avrebbe dovuto vedere in Casside una minaccia? No, Arren l’amava troppo e lei si fidava incondizionatamente di lui, nulla avrebbe messo in discussione il loro amore, e Core? Aveva sempre saputo i sentimenti di Casside nei confronti di suo fratello minore? Come doveva aver sofferto di tutta quella situazione senza mai poterne parlare con qualcuno, se fosse servito a qualcosa lei gli avrebbe offerto il suo sostegno per quel che valeva, ma non avrebbe augurato a nessuno di trovarsi nella sua scomoda posizione.

Sarebbe stato meglio non ritornare in quella casa. Per quanto i suoi suoceri fossero stati gentili, dal primo momento in cui varcò la soglia di quella magione si rese conto che c’era più di quel che non si vedesse fra quelle mura, i sorrisi superficiali nascondevano odio e rancore, e lei non avrebbe voluto vivere in una casa del genere.

****

“ti prego, non m’importa della mia vita, ma lei non c’entra nulla con la storia della mia famiglia!” il ragazzo continuava a battere violentemente i pugni sulla spessa lastra di vetro, nel tentativo di destare l’attenzione della strega. “farò qualunque cosa tu vorrai ma ti supplico, risparmiale la vita”

La strega si avvicinò con fare sospetto alla loro prigione.

“ e cosa potresti offrirmi tu, di più piacevole della morte di quella sirenetta?”

“qualcosa che ti diverta di più magari…” Arren era riuscito a conquistarsi la sua curiosità, adesso doveva pensare in fretta e trovare qualcosa che valesse di più della morte di sua moglie e di suo figlio del quale la strega non ne conosceva l’esistenza.

“ad esempio?” stanca di aspettare si fece più avanti.

Fu in quel momento che ad Arren venne quell’idea geniale che in rarissimi casi può salvarti la vita; ci pensò un momento, poi sospirò rassegnato, non avrebbe potuto mantenere la sua promessa, non avrebbe potuto starle accanto per sempre, non avrebbe visto crescere il loro bambino ma avrebbe salvato la vita ad entrambi,

 e la sua esistenza era il prezzo da pagare.

 

 

 

 

 

A.A

Salve! Dopo un infinità di tempo eccomi qui ad aggiornare, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, nel prossimo ci saranno ulteriori colpi di scena, ci avviciniamo sempre più alla fine…

Scusate il ritardo ma ho finalmente ultimato tutto quello che dovevo fare, quindi ritorno attivissima con la scrittura della serie :D

p.s. se vi va fate un salto nell’altra storia che ho iniziato da pochissimo, Deep Alley – il destino di Elena, la storia è un po’ il contrario della sirenetta normale, un umana si innamora di un tritone, ma ci sono diverse complicazioni che renderanno la loro storia tortuosa e sofferta!

 

  
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