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Autore: Writer_son of Hades    10/07/2015    3 recensioni
- finale completamente diverso rispetto a "il Sangue dell'Olimpo" -
Dopo una dolorosa perdita e la sconfitta di Gea e delle sue forze, sembra che tutto sia finalmente finito.
Ma i semidei non sanno che Gea non è ancora sconfitta definitivamente e che, anni prima, aveva escogitato un modo per rimanere in vita anche dopo la sua morte. Si troveranno ad affrontare sua figlia che, per quanto possa essere diversa da loro, sia l'unica persona che possa veramente salvarli.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I sette della Profezia, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Reyna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota dell'autrice: Chiedo umilmente perdono.... So che è passato un sacco di tempo, ma sono stata molto impegnata (a non far niente) e volevo che questo ultimo capitolo fosse perfetto..... ho detto ultimo?.... mmmm... potrebbe anche essere l'ultimo... *risata malefica mentre mangia dei biscotti*




Questa È La Fine?


NICO



Si risvegliò nel suo letto abbracciato a Silvia.
Lei aveva ancora gli occhi chiusi e pure con i capelli scompigliati era bellissima. Rimase a fissarla, perdendosi nei più piccoli particolari del suo viso. Si sentiva bene e appagato. Non credeva di potersi sentire così, non dopo tutto quello che aveva passato.
Le accarezzò la guancia con la punta delle dita, temendo di svegliarla.
Il sole non era ancora sorto, ma il giorno era arrivato.
Improvvisamente quel senso di calma e di felicità lo abbandonò. Non voleva vederla morire, non voleva perderla. Con lei era finalmente completo e nessuno avrebbe mai potuto…
                – Ehi Nico, ti stavamo oh… – Leo entrò, come sempre, senza bussare. Rimase sulla soglia con la mano sulla maniglia a fissare la schiena nuda di Silvia e il braccio di Nico attorno al suo corpo.
                – Ho interrotto qualcosa? – chiese con un sorrisetto e alzando le sopracciglia.
Nico alzò il lenzuolo per nascondere la ragazza alla vista di Leo.
                – Valdez, esci. – ordinò il figlio di Ade.
                – Posso prendere la macchina fotografica? Nessuno ci crederebbe le lo raccontassi.
                – Valdez. Fuori. Subito. – ripeté Nico fissandolo con sguardo assassino.
                – Okay, ma posso almeno fare…
                – Valdez! – ringhiò Nico facendo diventare immediatamente fredda l’aria.
                – Vado via, vado via! – si difese il ragazzo alzando le mani in segno di resa. – Però vedete di sbrigarvi che qui sta per iniziare una guerra. – disse per poi lasciarli finalmente soli.
Silvia intanto si era svegliata e si mosso lentamente nel letto cercando rifugio nel cuscino.
                – Non voglio andare… – mormorò con la voce ovattata.
Nico le accarezzò lentamente i capelli. – Pure io vorrei restare così per sempre. – cercò di non far trasparire la sua tristezza nel tono della voce. – Facciamo questa e poi sarà tutto finito.
Silvia si alzò di colpo e si rivestì velocemente. – Sì, tutto finito… – disse a bassa voce, forse più a se stessa che a lui.
Dopo una doccia uscirono dalla capanna tredici diretti alla Casa Grande. Erano già tutti con le divise da guerra. Nico infilò un armatura e impugnò la sua spada nera mentre Silvia rimase fissa a guardare lontano. Le si avvicinò lentamente e le mise una mano sulla spalla: – Va tutto bene?
                Lei scosse la testa, come se si fosse appena svegliata e gli sorrise semplicemente.
Aveva paura per lei, questo è certo.
Percy li fece riunire alla base della collina. Romani e greci uniti per proteggere la figlia di Gea, qualche mese prima sarebbe stato ridicolo anche solo pensarci.
 
 

SILVIA
 


Si sistemò velocemente l’armatura, senza badare a legarla bene. Non le sarebbe servita.
Per sbaglio incrociò lo sguardo con Hazel che stava raggiungendo il gruppo con Frank. La ragazza fece un triste sorriso per poi distogliere lo sguardo. Il morale di Silvia si risollevò per un attimo, il suo piano avrebbe funzionato.
                – Allora ragazzi! – li richiamò Percy alzando la spada. Tutti i semidei si voltarono a fissarlo. – Oggi siamo qui per proteggere un’amica, ma soprattutto per fermare Gea. – Percy la guardò. Silvia capì e si avvicinò a lui. Quando lo ebbe affiancato guardò in faccia tutti i semidei e prendendo coraggio disse: – Sono qui per chiedervi di uccidere Gea se prenderà il controllo. E vi prego ti non esitare a fermarla.
Con questo sottintese: “Uccidetemi se vedete che do’ di matto.”
I ragazzi la fissarono, alcuni amareggiati, altri sicuri. Li guardò uno a uno. Quella era la sua famiglia.
Improvvisamente si sentì un boato e poi una forte luce. Gli dei erano arrivati.
Erano in fila sulla cima della collina e fissavano i figli con aria truce. Indossavano armature e la loro aura era più potente del solito.
                – Non vogliamo voi, vogliamo solo la ragazza. – grugnì Zeus con voce tuonante. – Ma se vi opporrete, sapete quale sarà la vostra fine.
Nessuno si mosse, l’aria era elettrica.
Silvia impugnò la spada fermamente, pronta a combattere fino al momento giusto. Doveva salvarli.
Il re degli dei, vedendo che nessuno scappava, alzò la folgore al cielo e con un grido di guerra fece cadere delle saette a pochi metri dai semidei. Spiriti della tempesta si abbatterono sui romani e correnti fortissime fecero quasi cadere i greci.
Si sentirono ringhi di chimere e segugi infernali. Gli dei non avrebbero combattuto, i mostri sarebbero state le loro armi.
Silvia ritrovò coraggio: stavano seguendo il suo piano.
Un branco di mostri si sporse ai piedi degli dei. Ringhiavano e ululavano. Quando cominciarono ad avanzare velocemente verso la base della collina, Percy alzò la spada e seguito da Reyna, porto avanti l’esercito di semidei.
Silvia non avrebbe voluto arrivare a tanto, ma bisognava stuzzicare la bestia per farla uscire.
 
 
             Non sapeva da quanto stava combattendo, ma le sembrò un’eternità. Molti ragazzi erano finiti in infermeria e lei a stento si reggeva in piedi.
Era davanti ad un segugio infernale con gli occhi rosso sangue. Strinse l’elsa della sua spada e lo aggredì. Cercò di puntale alla gola ma il pelo del mostro ero troppo grosso per poterlo perforare facilmente. Per cui si spostò velocemente di lato, prima di prendere una zampata sul fianco. Si tenne la coscia dolorante dall’ultimo scontro e  cercò di non pensarci. Indietreggiò lentamente e quando vide che il mostro stava per attaccare, fece uscire dal suolo una radice che lo perforò facendolo diventare polvere in un secondo.
Iniziò a sentire le mani che tremavano e una strana sensazione che le percorreva le vene. Doveva continuare ad usare i poteri della terra.
Si voltò verso il campo di battaglia.
Vide Jason lottare in volo contro degli spiriti della tempesta, Hazel era poco lontano con Piper al suo fianco. Riuscì perfino a vedere Jude che aiutava un gruppo di figli di Apollo ad abbattere una chimera.
Sentì un urlo e si voltò vedendo una ragazza disarmata che stava per essere attaccata da uno scorpione gigante. Non aspettò un attimo e evocò tre radici che lo fermarono prima che la potesse pungere. Lo stritolò fino a quando non ne rimase un mucchietto di polvere.
               “Fermati figlia mia. Fra poco saranno tutti morti, non dovrai più salvarli.” La voce di Gea le rimbombò nella testa.
La ragazza la ringraziò con un cenno del capo e Silvia cercò altri ragazzi che avevano bisogno di aiuto.
Distrusse altri tre segugi infernali facendoli diventare degli alberi. Fermò un’arpia che stava per attaccare Leo con un pugno di terra gigante e racchiuse una buona manciata di spiriti della tempesta sotto al suolo. Era stanza, anzi stremata e la sensazione di freddo non voleva abbandonarla.
                “Stai diventando sempre più debole e io sempre più forte.” urlò Gea nella sua mente.
Ti tenne la testa dolorante.
                “Risorgerò!” gridò ancora.
Silvia ringhiò e aprì una crepa al suolo attorno a lei involontariamente. Cadde in ginocchio sentendosi incredibilmente pesante.
                “Cadi, figlia mia. Affinché io rinasca e distrugga questo mondo.”
Non seppe bene perché, ma per un attimo fece un salto indietro. Le venne in mente un giorno al Campo dove i fratelli Stoll le avevano appena fatto uno scherzo.
Quella mattina si era svegliata e appena uscita dalla porta era scivolata dentro ad una piscina di vernice arancione. Quando si rialzò, boccheggiante, qualcuno le tirò addosso lustrini colorati che le finirono anche in bocca. Scivolò almeno altre tre volte prima di riuscire finalmente ad uscire dalla piscinetta. Si tolse la vernice dagli occhi e vide che l’intero Campo la stava fissando. Alcuni stavano cercando di trattenere le risate e altri stavano aspettando terrorizzati che li uccidesse tutti. Cercò i responsabili, ma non trovò i fratelli Stoll.
I suoi amici le si avvicinarono ridendo a crepa pelle.
                – Sono alle scuderie. – le disse Percy cercando di asciugarsi le lacrime. – Si nascondono sempre lì dopo uno scherzo.
                – E mi hanno detto di dirti che la vernice è indelebile. – aggiunse Leo ridacchiando.
Silvia era fumante di rabbia. Si avviò verso le scuderie con passo pesante imprecando con tutte le parolacce che conosceva in italiano.
                – Che ha detto esattamente? – chiese Jason.
                – Non so che abbia detto, ma non mi sembrava nulla di carino. – affermò Leo.
Nico stava ridendo di gusto. – Voi non volete sapere davvero quello che ha detto. Ma il punto è che sta andando ad ucciderli.
Infatti i fratelli Stoll rimasero per un girono intero appesi a testa in giù ad un albero.
E ora, lì in ginocchio in mezzo al campo di battaglia, rise al ricordo.
Il freddo la pervase e sentì che Gea stava prendendo il sopravvento su di lei.
Sentiva che quello era il momento giusto.
Era il momento giusto per agire.
Cercò Hazel con lo sguardo e la raggiunse zoppicando. Le sembrava di essere di piombo.
La figlia di Plutone capì al volo e andò a nascondersi, pronta ad agire.
A quel punto lasciò che Gea prendesse il completo controllo del suo corpo.
                – Semidei! – la voce profonda della dea della terra uscì dalla sua bocca. – La vostra ora è finalmente giunta!
Percy e Jason si guardarono.
La terra cominciò a tremare e i ragazzi a stento riuscirono a restare in piedi. Gea gridò e fece una profonda crepa al suolo facendoci cadere dentro molti semidei.
                – Combatti con noi! – urlò Percy alzando la spada. – Sarà un gioco da ragazzi distruggerti una seconda volta!
Jason lo affiancò, pronto a colpire.
Poi, ad un certo punto, Nico si mise fra loro e Silvia.
                – Non possiamo farlo. Così uccideremo Silvia. – disse fermandoli.
                – Nico è l’unico modo!
                – No, non lo è! Deve esserci un altro modo! Deve….deve…. – i suoi occhi si velarono di una nebbiolina grigia. Hazel stava svolgendo il suo compito.
Nico si mise al fianco dei ragazzi e ringhiò: – Distruggiamola.
Silvia tornò immediatamente lucida, combattendo contro Gea. Sentì quelle parole e fu felice che il suo piano stesse funzionando.
                I tre ragazzi scatenarono i loro poteri colpendo la ragazza. Silvia sentì la potenza dell’acqua di Percy distruggerle le ossa. Sentì la forza dell’elettricità di Jason che le fece scoppiare la testa.  Sentì la disperazione dell’oscurità di Nico che le gelava il sangue.
Gea gridava dentro di lei e cercava di opporre resistenza. Venne alzata in aria, lontano dalla terra. Sentiva che le forze stavano per abbandonarla.
                – NO! – gridava Gea. – Non potete sconfiggermi ancora!
                – Avanti! Con più forza! – cercò di urlare Silvia con le poche energie che le erano rimaste. Si sentiva pesante e tutto il corpo le bruciava. I figli dei tre pezzi grossi scaricarono tutta la loro potenza contro di lei e sussultò dal dolore lancinante che le percuoteva il corpo.
Era la fine, se lo sentiva. Aprì lentamente gli occhi per l’ultima volta.
Vide Percy con le braccia allargate e il volto sudato per lo sforzo. Le ferite stavano ancora sanguinando ma non ci faceva caso. Dall’altro lato vedeva Jason con le braccia al cielo e la fronte corrugata per rimanere concentrato. Era contenta di aver trovato dei fratelli come loro. Dietro di loro, Piper con Leo e Frank stavano cercando in tutti i modi di tenere lontani i mostri che volevano attaccare i ragazzi. Hazel, nascosta, stava piangendo. Erano stati degli amici fantastici. Quella era la sua famiglia ed era contenta di sacrificarsi per loro. E appena tutto sarebbe finito, Percy sarebbe stato di nuovo felice.
Per ultimo guardò Nico con lo sguardo di ghiaccio. Non sapeva cosa stava facendo, ma era la cosa giusta.
                – Ti amo. – riuscì a dire.
Ovviamente non sentì, ma sperò che il ragazzo avesse recepito il messaggio.
Chiuse gli occhi alzando il viso verso il cielo.
Sorrise.
Era strano sentirsi vivi quando si era così vicini alla morte.
Poi non sentì più nulla.
   
 
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