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Autore: Artemisia246    10/07/2015    3 recensioni
Questa storia può sembrare semplice, infondo sono solo parole.
E' semplice per noi.
Per me, che la racconto.
Per voi, che la leggete.
Però per chi la vive non è semplice, assolutamente.
***
-Piacere sono Mareena, è un onore poterla conoscere-
***
Per Mareena la storia non è così: la sua vita non è mai stata semplice...
***
-LASCIALA! LASCIALA! SORELLINA-
-AIUTAMI SORELLONA! TI PREGO!-
-MAREENA!-
***
E lo capirà un altra volta quando incontrerà i pirati di Barbabianca...
***
-Non dico che Barbabianca non riuscirebbe a battere Kizaru, dico solo che non lo farebbe per me-
-Nostro padre lo farebbe per tutti i suoi figli-
-Non per una che è qui con voi da pochi mesi, Ace-
***
In fondo lo sanno tutti: non si può rinunciare alla famiglia.
***
-Perchè mi state salvando?-
-Perchè fai parte della famiglia-
***
-Non è stata colpa tua-
-INVECE SI! SAREI RIUSCITA A SALVARLO SE SOLO FOSSI STATA PIÙ VELOCE!-
-Non potevi saperlo-
-SI CHE POTEVO!-
***
-Farà sempre così male?-
-Col tempo il dolore si attenuerà-
-Davvero, papà?-
***
-Ti amo-
Genere: Angst, Avventura, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciurma di Barbabianca, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Buon giorno, buona sera e buona notte, miei cari lettori.
Sono tornata con una ff su una delle ciurme più belle di One Piece,
questa volta.
Non ho molto da dire, in effetti.
Il capitolo è una specie di prologo, non c'è nulla di particolare
e spero di esserni espressa bene e di non aver fatto i personaggi troppo
OOC.
Ah, ho una cosa da chiedervi, miei cari lettori.
Potreste leggere anche l'altra mia ff "La Dame en Noir", mentre leggete questa?
Ovviamente non vi dirò il motivo, prevalentemente perchè voglio spiegarlo nella storia.
Non è necessario, al momento.
Vi avvertirò io quando invece sarà "obbligatorio" (ma chiunque 
può anche non farlo) per capire meglio la trama.

Detto questo, un altro grazie ad Amahy che mi fa da beta per entrambe le storiee
arrivedereci, miei cari lettori.

Artemisia246





 
Una scialuppa in mare

 
Era un giorno come un altro, sul ponte della Moby Dick.
Un giorno normale, non stava nulla di strano o particolare.                                                   
Barbabianca era seduto sul suo trono mentre leggeva il giornale, tentando  -il più delle volte senza successo- di bere un po’ di sakè senza che quelle dannatissime infermiere se ne accorgessero.
Mentre Marco osservava divertito la scena e sussurrava tra sé e sé che forse il loro Babbo avrebbe dovuto dare più ascolto alle infermiere che ai suoi desideri, Satch provava ad attaccare bottone con quelle che non erano occupate a controllare a vista il mastodontico paziente, venendo ovviamente respinto.
Ace, seduto su delle casse nel ponte con la testa appoggiata alla parete e il cappello a coprirgli gli occhi, si stava godendo la fresca brezza estiva proveniente dal mare.
Intanto Barbanera mangiava una crostata di ciliegie seduto a terra, Izo, Halta e Jaws parlavano tra loro e Vista era andato nella palestra per affilare le lame delle sue spade.
Era una giornata tranquilla e rilassante, non sembrava venire nulla all’orizzonte e i pirati potevano farsi cullare dal “dolce far niente”.
Non è necessario dire che, per i Pirati di Barbabianca, una giornata del genere non era destinata a durare.
-SCIALUPPA DAVANTI A NOIIII!- l’urlo belluino del povero ragazzo di vedetta fece riscuotere tutti da quel piacevole torpore che si era venuto a creare.
Pugno di Fuoco venne bruscamente strappato dal suo stato di dormiveglia e, rendendosi conto che era tutto vero e non una qualche specie di sogno o allucinazione, si alzò, borbottando delle imprecazioni sul fatto che era finalmente riuscito a trovare una posizione che non gli gravasse sul fondoschiena.
Constatando piacevolmente che anche i suoi compagni non avevano preso bene l’avviso detto con troppa enfasi, si avvicinò a Izo, Halta e Jaws, venendo poi raggiunto anche da Marco.
Ricordò in quel momento delle parole del ragazzo e così domandò a Satch : -Scialuppa?-
Il castano, per tutta risposta, alzò le spalle e posò lo sguardo su Marco.
-Già, è strano… siamo in mare aperto, come può esserci una scialuppa?- chiese a nessuno in particolare. Anche gli altri comandanti avevano delle facce stupite.
-L’unica isola nelle vicinanze è Kyo, che abbiamo lasciato due giorni fa, che sia un abitante che sta tornando a casa?- ragionò Marco. Il biondo si voltò verso Barbabianca, che faceva segno a tutti loro di venire lì  da lui, il ragazzo che aveva dato l’annuncio, Max –un moretto di diciotto anni-, era vicino al trono.
I cinque si avvicinarono e insieme al Babbo e ai comandanti già presenti- per un totale di nove comandanti, tra cui: Marco, Ace, Jaws, Satch, Vista, Rakuyou, Halta, Fossa e Izo- , iniziarono a chiedere spiegazioni al ragazzo.
-C-c’è un-una scialuppa… poco distante da noi… c-credo che ci sia qua-qualcuno a bordo- ansimò, per via della corsa che aveva fatto per informare i suoi superiori.
Tutti lo fissarono stupiti.
-Scialuppa?- chiese conferma Vista.
-Ma ne sei sicuro?- domandò Fossa, prendendo una boccata dal suo sigaro.
-Si, signore-
-C’è qualcuno al suo interno? Sta chiedendo aiuto?- domandò Rakuyou.
-Si, ma è steso, quindi non posso dedurre bene chi sia-
-Per cui potrebbe essere sia vivo che morto- ragionò a bassa voce Jaws.
-Segni identificativi? Un simbolo che ne indichi la provenienza?- domandò Ace. Max scosse la testa.
- No, ho guardato più volte prima di dare l’annuncio, ma dall’unico lato che ho visto posso solo dire che è una scialuppa di salvataggio- rispose, dispiaciuto.
-È tutto?- gli domandò il Primo Comandante, il ragazzo annuì -Grazie Max, puoi andare- lo congedò Marco.
Seguirono attimi di silenzio dopo le informazioni del giovane, attimi in cui i Comandanti provarono a radunare le idee con Barbabianca che li guardava.
-Al momento, l’unica cosa che mi viene in mente è l’ipotesi di un abitante che sta tornando a Kyo ma ci sono comunque delle cose che non quadrano- disse Halta non troppo convinta. I suoi fratelli annuirono.
-Halta ha ragione. Se si trattasse di un semplice abitante che sta tornando a casa si spiegherebbe il perché della mancanza della vela- la appoggiò Izo.
-Come avete detto, ci sono comunque delle cose che non quadrano- ricordò loro Ace, e prendendosi il mento tra le dita, espose la sua domanda –E se fosse un abitante di un’altra isola? Magari sta semplicemente facendo un giro o sta andando a Kyo a trovare qualcuno, mi pare che ci siano altre isole qui vicino, no?- e poi guardò gli altri suoi colleghi.
Vide Satch scuotere la testa.
-Utilizzare una scialuppa senza vela per muoversi in queste acque sarebbe un rischio enorme- disse.
-Non sarebbe un rischio enorme, sarebbe un suicidio- lo corresse Fossa, inspirando una grossa boccata dal sigaro –se non sbaglio l’unica altra isola nella vicinanze dista circa tre giorni da dove siamo noi adesso. Abbiamo lasciato Kyo da più di un giorno ormai, sommando quello ai tre giorni che ci vogliono per arrivare all’altra isola, fanno un totale di quattro giorni di navigazione. Farlo con solo una scialuppa senza nemmeno la vela, è impensabile- spiegò.
-In più, la prossima isola è attaccata alla fascia di bonaccia, anche se non c’è propriamente dentro, è comunque abbastanza vicino da rischiare di venire attaccata da qualche mostro marino- disse Marco gesticolando –prendere una scialuppa e partire sarebbe comunque un rischio, senza contare che queste acque hanno correnti molto forti e una barca piccola ne sarebbe sopraffatta-
Le sue parole fecero pensare i comandanti.
Ma chi poteva essere così pazzo da rischiare di affondare viaggiando per mare con una scialuppa?
-Se Max ha detto che la barca è una scialuppa, allora questo vuol dire che doveva essere collegata a una qualche nave principale dalla quale quel tizio è riuscito a fuggire- disse Halta.
-Da una nave pirata o della marina?- domandò retoricamente Rakuyou. Tutti rimasero zitti per alcuni secondi, decidendo cosa fare.
-Quindi cosa facciamo Babbo?- domandò Marco. Dato che non aveva idee, era meglio chiedere direttamente al capitano.
-Andiamo a vedere chi c’è dentro, nel caso fosse vivo lo porteremo a bordo… non ci saranno problemi anche nel caso in cui voglia rivendicare la sua bandiera, pirata o Marines che sia. Gurarararararararara- l’Imperatore bianco scoppiò in quella sua strana e particolare risata, facendone scappare una anche ai suoi figli.
-Io potrei prendere il mio striker e avvicinarmi, sono più veloce di voi, così guardo se il tizio steso è vivo o morto- propose Pugno di Fuoco, sghignazzando leggermente.
-Si, e io e Vista ti staremmo dietro, se fosse necessario portarlo a bordo- disse Satch mentre Vista annuiva.
Ace annuì e fischiò ai ragazzi che stavano nella stiva di prendere il suo striker, si sentì anche un –chi me lo graffia lo faccio flambè- di avvertimento.
Ignorando le risatine che la frase del fratellino aveva scatenato, Marco guardò aguzzando la vista sulla lunga distesa d’acqua limpida che scorreva davanti ai suoi occhi, apparentemente senza fine.
In effetti poteva vedere un piccolo puntino marrone all’orizzonte, ma da quella distanza non riusciva a capire bene se ci fosse qualcuno a bordo o no.
Cosa starà succedendo?, si domandò la Fenice, con una strana sensazione nel petto.
Aveva un presentimento, tuttavia non riusciva a capire se fosse buono o cattivo.
***
-È tutto pronto!- gridarono, intanto, gli uomini ad Ace, Vista e Satch, che osservavano la scialuppa e l’imbarcazione gialla di Ace galleggiare placidamente in acqua.
Ace ghignò e urlò un: -Io vado!- così forte che forse sentirono anche a Kyo.
Barbabianca restituì il ghigno, mentre molti dei presenti li salutarono ironicamente con la mano.
Fece un salto sul suo striker, provocando delle leggere onde attorno a esso. Dopo essersi calato il cappello in testa, partì trasformando in fuoco puro i piedi.
Subito la piccola imbarcazione acquistò velocità, mentre delle goccioline d’acqua salata e vento freddo gli sferzavano il viso e i pantaloni.
-Ehi! Potresti anche aspettarci, no?!- sentì Satch urlare quella frase, mentre lui e Vista prendevano posto sulla barca a remi.
-Non è colpa mia se voi siete lenti!- e come un bambino urlò quella provocazione.
Lo striker creava delle onde lungo il suo cammino così rapido, mentre il sole baciava l’acqua e il vento della corsa si insinuava tra i capelli corvini del proprietario del mezzo.
Ace chiuse gli occhi e assaporò quella sensazione di libertà dovuta all’alta velocità.
Era consapevole di avere Satch e Vista dietro che tentavano di raggiungerlo a remi –poveri illusi, pensò- e la Moby Dick con Babbo che li guardava dall’alto del suo trono, ma non poté trattenersi dal fare un grido di gioia.
Almeno aveva trovato un degno sostituto del pomeriggio di ozio che pensava di fare.
Con una mano si tenne meglio il cappello arancione sulla testa mentre notava i contorni della famosa scialuppa farsi sempre più vicino.
Quando fu a poco più di un metro di distanza, diminuì la velocità e navigò dolcemente, fino a toccare con la punta dello striker l’imbarcazione.
In effetti, Max aveva ragione.
Qualcuno effettivamente su quella scialuppa c’era, con un vestito che una volta doveva essere bianco e dei capelli marrone chiaro sparsi lungo il legno, tuttavia Ace non riuscì a capire se quel tipo fosse vivo o morto.
-Ehi, ehi- iniziò a chiamarlo, mentre appoggiava un piede sulla barca.
Le sue parole gli strapparono un gemito, e si mosse leggermente.
-Riesci a sentirmi?- chiese il ragazzo, appoggiando entrambi i piedi sulla barca, facendola oscillare.
-Stai bene?- riprovò, avvicinandosi al corpo.
Vide il poveretto contrarre leggermente le gambe, e spostarsi a sinistra, ma Ace non fu sicuro che avesse reagito in maniera volontaria o involontaria.
Fece qualche passo, accovacciandosi per evitare di sbilanciare troppo la barca.
Si avvicinò, notando che la veste che indossava gli arrivava fino alle ginocchia e che le gambe erano un po’ troppo femminili per essere di un maschio.
Aggrottò le sopracciglia, mentre si accucciava di fianco al corpo e gli prendeva una spalla, per voltarlo.
Sentì un qualcosa di acquoso sulle dita, stupito abbassò lo sguardo e solo allora notò la pozza di sangue che copriva le assi di legno e la sua mano.
Deve essere gravemente ferito, pensò mentre, più delicatamente, di prima, gli prendeva la spalla e lo voltava.
Sgranò gli occhi non appena posò lo sguardo sul viso dell’occupante della barca.
Anzi, della occupante della barca, si corresse mentalmente Ace.
-Wow- sussurrò, stupito, il ragazzo, mentre esaminava con lo sguardo il viso della giovane.
Il viso era di un pallore quasi mortale, sporco e con un grosso taglio sulla guancia e sulla fronte, mentre i capelli crespi erano sparpagliati lungo le assi.
Le labbra, di un rosa pallido, erano spaccate e screpolate, e sudava.
Iniziò a esaminare il corpo per vedere dove fosse ferita gravemente.
Spostò lo sguardo sul collo niveo, fino ad arrivare alle spalle che si intravedevano appena da sotto il vestito, e così trovò l’origine di tutto quel sangue.
Era una brutta ferita d’arma da fuoco nella spalla sinistra, il proiettile doveva essere entrato in profondità e le aveva macchiato quasi tutta la spalla di sangue. Anche le gambe erano sporche e piene di tagli, ed Ace non dubitava sul fatto che fosse piena di contusioni anche sotto la veste.
Probabilmente era incosciente sia a causa della ferita sia a causa del sole che picchiava quel giorno.
Dopotutto, chissà da quando sarà su questa bagnarola senza un riparo, pensò Ace guardando il cielo.
Si alzò, e fece per chiamare i suoi fratelli per dir loro di sbrigarsi, quando un leggero colpo di tosse lo distrasse.
Voltandosi, notò che la ragazza aveva aperto gli occhi nocciola e che stava per dire qualcosa.
-M-marina…- sussurrò, con voce roca.
-Uh? Sei della Marina?- gli chiese Ace, confuso.
-N-navi…Marina…d-davanti- disse, con molto sforzo, prima di chiudere gli occhi e svenire.
Ace, dapprima confuso, capì cosa volesse dire la giovane, così si voltò e chiamò a gran voce i suoi compari.
-SATCH! VISTA! VENITE!- urlò sbracciandosi e facendo ondeggiare la barca.
***
-A quanto pare Ace ha trovato qualcosa- disse Satch, notando il più giovane mentre si sbracciava e diceva loro di avvicinarsi.
-Andiamo, allora- disse Vista mentre annuiva, e iniziarono a remare più forte di prima, per avvicinarsi.
***
Intanto, sulla Moby Dick, Barbabianca e gli altri guardavano Pugno di Fuoco agitarsi, mentre Satch e Vista li raggiungevano.
-Evidentemente, il tizio che è steso sulla scialuppa è vivo- disse Izo, appoggiandosi al parapetto della nave vicino a Rakuyou.
-Forse è meglio allertare le infermiere- disse Bramenko, appena messo al corrente della situazione.
Barbabianca annuì alle parole del figlio, e con un cenno  disse alle giovane donne vestite di rosa di tenersi pronte.
Marco intanto, con un binocolo, osservava Ace, il quale aveva appena smesso di chiamare a gran voce Satch e Vista e che sembrava sbracciarsi verso di lui.
La Fenice tuttavia non capì subito, così continuò a osservare Ace, sperando di comprendere ciò che voleva dire.
Quando il moro, con una faccia scocciata e alzando gli occhi al cielo, da come poté vedere Marco, alzò il braccio e sparò  una ondata di fuoco verso l’alto, la Fenice comprese cosa voleva il minore.
-Vado a vedere cosa succede- affidando il binocolo a un ragazzo lì vicino, e con un cenno del Babbo, Marco si trasformò parzialmente in fenice e partì
Nel mentre, Barbabianca, seduto sul suo trono, si domandava cosa potesse essere successo.
***
-Fiù, almeno hanno capito che devono sbrigarsi- disse Ace, abbassando le braccia e notando che sia Satch e Vista che Marco erano a pochi minuti di lui.
Si voltò verso la ragazza, indeciso se svegliarla per dirle che l’avrebbero portata sulla nave o lasciarla dormire.
Optò per la seconda scelta, pensando che, nelle sue condizioni, non volesse essere svegliata per una cosa così futile. Così passò un braccio sotto le ginocchia della ragazza e l’altro sotto le sue spalle e la prese in braccio –commentando tra sé e sé che, forse, era fin troppo magra, per le sue dimensioni- proprio mentre i due comandanti a bordo della barca l’avevano raggiunto.
-È una ragazza!- esclamò Satch sorpreso mentre Vista si voltava e sgranava gli occhi.
Ace annuì e tese le braccia con la giovane al Comandante della Quinta flotta che si era voltato per prenderla.
Proprio mentre Vista la teneva tra le braccia, arrivò Marco, trasformato con le ali e i piedi in quelli di una fenice, che guardò prima lei e poi Ace, con un sopracciglio alzato.
-Allora, cosa è successo?- chiese Satch, mentre il compare provava a mettere meglio la sventurata sulla barca.
-Ah, non ne ho idea- il ragazzo alzò lievemente le spalle –Quando sono arrivato era già così. Ha una ferita piuttosto grave d’arma da fuoco sulla spalla, e ha perso molto sangue-
-Immagino che questo caldo non aiuti- analizzò Vista, fissando la distesa celeste priva di nuvole.
Ace annuì.
-Lo credo anche io- poi si rivolse a Marco dicendogli: -Prima di svenire ha detto che ci sono delle navi della Marina davanti a noi-
La Fenice valutò velocemente la situazione.
-Bene, voi portate la ragazza sulla Moby, Babbo ha avvertito le infermiere poco fa, si prenderanno cura loro di lei- e si voltò a guardare la distesa d’acqua –Io intanto andrò a vedere dove sono le navi-
-Va bene- dissero in coro gli altri tre.
Marco, dopo un breve cenno, volò verso la direzione indicata da Pugno di Fuoco.
Ace, si calò il cappello in testa e disse ai suoi compagni che lui sarebbe andato sulla Moby a informare Babbo e partì a tutta birra con lo striker.
-Perfetto- Satch annuì e lui e Vista iniziarono a remare, con la ragazza svenuta stesa sopra le gambe dello spadaccino.
***
Pugno di Fuoco, quando fu a meno di un metro dal fianco dell’imponente nave, con un ampio salto  atterrò sul ponte, piegando leggermente le ginocchia.
-Allora?- domandò l’Imperatore, seduto sul suo imponente trono, con una infermiera pronta al suo fianco per ricevere gli ordini, non appena suo figlio fece qualche passo verso di lui.
-È una ragazza- lo informò subito, con gli occhi di tutti puntati su di lui, alcuni fecero delle facce stupite.
-Una ragazza?- ripeté Fossa stupito.
-Si, ha una grave ferita d’arma da fuoco alla spalla e sembra che stia su quella bagnarola da un po’. Prima di svenire, ha detto che ci sono delle Navi della Marina davanti a noi, in questo momento Marco è andato a controllare mentre Satch e Vista stanno portando la ragazza qui- informò il Comandante della Seconda Flotta, lasciando non pochi pirati stupiti.
-Quindi è probabile che venga da una nave della Marina- disse Jaws.
-Nah, non credo. Insomma, perché avrebbero sparato a una loro compagna?- chiese Rakuyou.
Qualcuno alzò le spalle, ma prima che potessero obiettare sentirono le  voci di Satch e Vista che chiedevano una mano per far salire la ragazza a bordo.
Un paio di uomini li aiutarono e presto la giovane venne issata a bordo, tra le braccia di Vista.
-Cosa facciamo Babbo?- domandò Halta, mentre gli sguardi di tutti si posavano tra lei e Barbabianca.
L’Imperatore ragionò per alcuni istanti, poi disse: -Portatela in infermeria, ci penseranno le infermiere- e chinò la testa verso quella al suo fianco.
-Ma certo, signore. Qualcuno di voi la porti in infermeria, e anche in fretta prima che quelle ferite si aggravino- disse, prima di sparire sottocoperta.
-Dalla a me, se vuoi- disse Ace a Vista, che gliela passò in braccio.
La ragazza tossicchiò leggermente mentre Pugno di Fuoco la prendeva e se ne andava in infermeria.
Entrò nella stessa porta in cui erano passate le infermiere, e ne trovò un paio lì pronte ad aspettarlo con una barella.
-Ecco, la appoggi qui- disse una delle due, mentre Ace, con più delicatezza possibile, posava la ragazza sopra il lettino.
***
Non appena Ace tornò sul ponte, vide Marco che stava spiegando la situazione al Babbo.
-… e quindi se ne sono andate non appena mi hanno visto- stava spiegando quando lo vide.
-Bene, allora, la ragazza?- chiese Barbabianca, finendo di ascoltare la spiegazione del figlio e domandando ad Ace, il quale scrollò le spalle.
-Le infermiere se ne stanno occupando adesso, le navi?- domandò al biondo.
-Quando mi hanno visto se ne sono andate, devono aver pensato che lei se ne sia andata o che noi l’abbiamo distrutta- spiegò brevemente.
-Adesso, non ci resta altro da fare se non aspettare che la ragazza si risvegli- disse Izo, mentre tutti annuivano.
***
Dopo una trentina di minuti,  una infermiera dai capelli rossi arrivò sul ponte.
-Avete già finito?- domandò Barbabianca.
-La nostra Bella Addormentata si è svegliata?- domandò scherzosamente Ace, facendo catalizzare l’attenzione di tutti sulla donna.
Tuttavia, lei scosse la testa.
-No, al momento le altre stanno procedendo a ricucire la ferita- disse.
Poi tirò fuori delle pinze, che tenevano un piccolo oggettino verdognolo.
-Dalla ferita abbiamo estratto questo- disse, mostrandolo.
-E cos’è?- domandò Izo.
-È un proiettile di algamatolite- disse lentamente.
-Quindi questo vuol dire che…- iniziò Curiel.
-La nostra ospite possiede un Frutto del Diavolo-
  
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