I’ll come back when you call me
Capitolo 11: “Prisoners”
A metà del
secondo giorno di viaggio, il reale gruppetto finalmente scorse il castello di Anvard all’orizzonte. La mattina stessa avevano superato il
valico che separava Narnia dalla terra di Archen e sul calar del sole riuscirono
a giungere al castello.
Il ponte
levatoio fu abbassato e tutto il gruppo entrò nel cortile del castello. Non
appena la carrozza si fermò nel centro del cortile, Peter smontò da cavallo e
corse ad aprire la portiera della carrozza, aiutando poi la principessa Aisleen
a scendere a terra.
“Grazie!”
disse lei, sorridendogli.
Il ricordo
del suo bacio non l’aveva mai abbandonato e continuava a provocare nel Re
Supremo sensazioni meravigliose e inedite. Il modo in cui lei lo coinvolgeva lo sorprese, ma piacevolmente: Peter era felice di scoprirsi
così capace di amare qualcuno al di fuori della sua famiglia, proprio lui che
viveva per i suoi fratelli e i suoi genitori.
Arrossendo lievemente, Peter le lasciò andare la mano. La principessa
Aisleen avanzò di qualche passo e si fermò a osservare dal basso il castello
che si ergeva davanti e tutto intorno a lei. La sua espressione si incupì improvvisamente
e Peter la affiancò, come se con la sua sola vicinanza volesse infonderle
coraggio. Aisleen cercò la sua mano e, quando la trovò, fece intrecciare le
loro mani. Peter, rincuorato dalla ricerca di quel contatto, avvicinò la mano
della principessa alle labbra, baciandole le dita sottili.
E per quel
gesto Aisleen gli rivolse uno sguardo dolcissimo, che Peter ricambiò con un
cenno di incoraggiamento.
“Andiamo?”
domandò lui.
“Sì!”
Così i due,
insieme a Edmund e la scorta, si recarono nella grande sala del trono, dove su
due regali mobilii, sedevano re Alastair e la regina
Sybil, i quali non mostrarono alcuna gioia nel rivedere la figlia.
“Madre!
Padre! Che bello rivedervi!” esclamò la principessa,
inchinandosi davanti a loro.
I due
fratelli con i soldati rimasero più indietro, ma si inchinarono allo stesso
modo.
“Aisleen,
per quale motivo ti trovi qui?” chiese il re, con tono altero, che turbò la
principessa.
“Caro
padre, mi duole doverti avvisare che re Caspian ed io abbiamo deciso di
annullare il matrimonio.”
“Che cosa?”
tuonò il re, scattando in piedi.
“Perdonate
l’intrusione, Maestà, ma lasciate che sia io a spiegarvi il motivo di tutto
questo.- intervenne Peter, affiancando la principessa-
Sua Maestà, re Caspian non può sposare la principessa Aisleen in quanto è da
molto tempo che prova un grande amore per la mia sorella minore, la regina Susan.
E la principessa…credo che lei non ami il re. Perché costringerla a sposare un
uomo che non ama?”
“Trovo la
vostra intrusione alquanto irritante, re Peter. Ma riconosco che l’argomento vi
riguarda, dunque, sappiate che non avevo intenzione di far sposare mia figlia
con Caspian per amore!”
Dopo un
momento di smarrimento, Aisleen scosse il capo e guardò il padre, preoccupata.
“Padre, che
state dicendo?”
“La verità,
mia cara. Tu dovevi sposare re Caspian per un semplicissimo motivo!”
L’espressione
fredda di re Alastair e la totale apatia della regina Sybil stavano confondendo
la povera Aisleen.
“Vale a
dire?” balbettò la principessa, incerta.
“Vale a
dire…la conquista di Narnia!”
Negli occhi
del re brillò qualcosa di simile alla vendetta. Ma non era da lui, lui che per
Aisleen era sempre stato un padre affettuoso, pur con tutti i suoi impegni da
sovrano.
“Padre,
state farneticando! Che cosa significa tutto ciò?”
“Come osi
rivolgerti a me in questo modo?! E, soprattutto, come
hai osato annullare il matrimonio?! Non capisci?! Se avessi sposato re Caspian, avremmo avuto in pugno
Narnia e
Quel nome
allarmò praticamente tutti e Peter, inconsciamente, afferrò la mano di Aisleen
e la avvicinò a sé.
“
“Oh, ma lo
farà…grazie a me!” disse una voce stridula, che proveniva dalla loro destra.
Nella sala, infatti, entrò una strega, molto anziana e di bassa statura:
aveva il viso coperto dal cappuccio del mantello, la schiena curvata da una
gobba, gli abiti logori, e in una mano stringeva un bastone di legno bianco,
sulla cui estremità scintillava una lama di ghiaccio: l’arma della Strega
Bianca…ricostruita…
Peter
spinse ulteriormente la principessa dietro di sé. Dopodiché sfoderò la sua
spada, così come Edmund e i soldati.
“Chi
siete?” domandò Peter, all’erta.
“Mi chiamo Ivy e sono una strega!”
“Per quale
motivo vi trovate qui? I miei genitori non tollerano le streghe!”
Le labbra
sottili e livide della strega si stirarono in un ghigno fastidioso.
“Allora, a
quanto pare, hanno cambiato idea. Perché, vedete, principessina, è stato vostro
padre a invitarmi a palazzo!”
“State mentendo! Mio padre non ospiterebbe mai una strega!” esclamò
Aisleen, inorridita.
“Oh, ma è
andata proprio così. Ho incontrato vostro padre nel deserto di Calormen. Io ero
appena stata aggredita da un lupo e re Alastair mi ha soccorsa. Dopodichè mi ha gentilmente inviata a palazzo per ricevere
le migliori cure dai vostri dottori di fiducia!”
“Ma certo!
E voi avete pensato bene di ringraziarlo ingannando la sua
mente e controllandolo come un burattino fra le vostre mani!” esclamò Peter,
rivolgendole uno sguardo di puro disprezzo.
La strega
sorrise nuovamente e si avvicinò a re Alastair, appoggiando poi una mano sul
suo braccio.
“Non temete, Maestà!
Aisleen,
angosciata, strinse più forte la mano di Peter.
“Ma noi non
lo permetteremo!” esclamò il Re Supremo, convinto e con lo sguardo accigliato.
“Allora,
sono costretto ad intervenire io!” disse il re, facendo un cenno con la mano.
E subito i
soldati dell’esercito di Archen li raggiunsero e li circondarono. I narniani erano decisamente in minoranza.
“Vi
conviene arrendervi!” propose Alastair.
“Giammai!”
Così dicendo, Peter, Edmund e i quattro soldati attaccarono
l’esercito di Archen. Ma i loro avversari continuavano ad aumentare a
dismisura. Ben presto, infatti, nonostante tutti i loro sforzi, si ritrovarono
nuovamente circondati e furono costretti ad arrendersi, quando il generale
dell’esercito riuscì a prendere in ostaggio la principessa, mentre Peter
affrontava due soldati avversari.
“Portateli via!- esclamò il re- E preparatevi a marciare su Narnia. A quanto pare re Caspian vuole davvero
la guerra!”
*****
Le prigioni
erano umide, piccole, fredde e luride. In una cella si trovavano Peter ed
Edmund, in quella accanto i quattro soldati e in
quella di fronte la principessa Aisleen.
Peter aveva
appoggiato la fronte alle sbarre, fissando insistentemente la principessa. Lei
era seduta in un angolino, con la schiena appoggiata alla parete fredda e lo
sguardo perso fuori dalla piccola finestrella in cima alla cella. Da lì,
entrava un fioco raggio di luna che le illuminava il viso dalla pelle
bianchissima e creava brillanti riflessi sui capelli dorati. Tanto bella era in
quel momento, quanto triste e sconvolta più che mai, anche se non lo
dimostrava. Peter riusciva a intuire la sua disperazione dagli occhi,
insolitamente cupi per la recente scoperta. Suo padre controllato da una
viscida strega, il cui scopo era riportare in vita
“Lo so che
siamo in una brutta situazione…-iniziò a dire Edmund, con le mani appoggiate
dietro la testa-…ma trovo che la tua espressione,
negli ultimi giorni, sia più rimbambita del solito!”
“Mm…”
mormorò Peter, distratto.
Notando la mancanza di reazione del fratello, Edmund sorrise: “Santo
cielo! Non ti
sarai innamorato della principessa?!”
Peter
sospirò, con il cuore leggero, nonostante si trovassero in una situazione
spiacevole: “Sì!”
“Ma che
cosa si respira a Narnia? Ormoni?”
“Mi
dispiace contraddirvi, Maestà, ma l’aria di Narnia è fra le più sane e pure di
tutti i regni che abbia visitato!” disse una vocina.
Peter ed
Edmund, sorpresi, si guardarono intorno. Alla fine, si ritrovarono davanti
Ripicì e due dei suoi compagni.
“Ripicì!”
esclamò Edmund.
“Che cosa
ci fai qui?” chiese Peter.
“Vi abbiamo
seguiti, Maestà!”
“Per quale
motivo?”
“Ordini di
Sua Maestà!”
“Caspian?-
esclamò Peter, rilassandosi subito in un sorriso- Ah, quella specie di re!
Ricordami di ringraziarlo quando torniamo, Ripicì!”
“Certamente,
Maestà! A proposito, quando abbiamo capito che vi avevano fatto prigionieri, ho inviato Pipicì ad
avvertire Sua Maestà riguardo l’imminente guerra!”
“Ottimo
lavoro, Ripicì. Venendo a noi, pensi di poter recuperare le chiavi dalla
guardia all’ingresso dei sotterranei?”
Ripicì
esibì come per incanto un bel mazzo di chiavi allungate.
“Già fatto,
Maestà! Ho sfidato quella sottospecie di soldato a singolar tenzone. Detto
soldato aveva osato ridere in faccia a me per il mio essere topo e, come potete
ben immaginare, nessun affronto è per me più intollerabile!”
“Comprendo bene, Ripicì! E compatisco quel povero
stolto!” esclamò Peter, con tono comprensivo.
La
principessa Aisleen, che stava seguendo la scena dall’altra cella, soffocò una
risatina, distraendosi per un momento dalle sue angosce.
“Esattamente.
Perciò io e miei soldati lo abbiamo affrontato e lo abbiamo sconfitto!”
“Molto bene!
Potresti gentilmente passarmi le chiavi, adesso?” tagliò
corto Peter.
“Ai vostri
ordini, Maestà!”
Così
dicendo, Ripicì fece scivolare le chiavi sotto le sbarre e Peter le afferrò con
un rapido movimento.
Per fortuna
non vi erano molte chiavi nel mazzo e Peter trovò celermente quella per aprire
la cella. Una volta liberi, Peter pensò a liberare Aisleen e i soldati, mentre
Edmund e i valorosi topolini corsero a recuperare i loro effetti personali.
“Stai
bene?” chiese Peter alla principessa.
“Sì,
grazie. Sono solo preoccupata per i miei genitori!”
“Lo so.- disse lui, prendendole
delicatamente una mano- Ma aver scoperto che sono sotto il controllo della
strega è già una buona cosa. Adesso siamo sicuri che non sta
agendo di sua spontanea volontà!”
Aisleen annuì, lievemente rassicurata: “E’ sempre una cosa terribile! Oh, Peter, come
possiamo aiutarli?”
“Dobbiamo sconfiggere
la strega, suppongo, e disintegrare una volta per tutte quel bastone magico!”
“Sì, sono
d’accordo!”
Nel
frattempo, sopraggiunse Edmund, che consegnò a ciascuno i propri effetti, tra
cui le loro spade.
“Ah,
principessa, ho trovato questo. – disse, porgendo ad Aisleen un sottile, ma affilato pugnale- Potrebbe tornarvi utile!”
“Ottima
idea, Edmund!” commentò Peter.
Aisleen,
sorpresa, lo prese tra le mani: “Per me?”
“Sì, è
necessario se vuoi venire con noi!”
“Posso
venire con voi?”
“Certo, perché
dovresti restare qui? Non vuoi combattere per salvare i tuoi genitori e il tuo
popolo?”
“Sì!-
rispose Aisleen, convinta- Ma non ho mai usato un’arma!”
“Imparerai
a maneggiarla se ce ne sarà bisogno. Sta’ tranquilla!”
“Ma, Peter, non possiamo andare allo sbaraglio. Non hai nessun
piano?” chiese Edmund.
“Sì,
certamente! Dobbiamo cercare il re, la regina e la strega. Una volta catturata
quest’ultima la costringeremo a liberare i sovrani dall’incantesimo.”
Edmund
sorrise, allettato all’idea di impedire nuovamente alla Strega Bianca di
tornare a Narnia.
“Che
aspettiamo ad entrare in azione?”
*****
Caspian si
aggirava nel castello in cerca della regina Susan. L’aveva vista a pranzo, poi
era sparita, suscitando la sua preoccupazione. Il re uscì nel cortile del
castello e guardò verso l’alto: l’illuminazione diminuiva, segno che il sole
stava tramontando, e la sera avvolgeva lentamente ogni cosa con il suo manto
scuro.
Finalmente il
re trovò l’oggetto delle sue ricerche: Susan era affacciata al balcone che dava
sul cortile e, quando si accorse di lui, gli sorrise.
“Ti ho
trovata, finalmente!” esclamò lui, cominciando a salire le scale per
raggiungerla.
“Mi stavi
cercando?”
“E’ così!”
“Come mai?”
Il re la
raggiunse e le prese una mano, baciandola sul dorso.
“Beh, non
c’è un preciso motivo. Non ti vedevo da qualche ora e mi stavo preoccupando.
Dove sei stata?”
“Ho usato
il passaggio segreto che mi hai indicato e sono uscita a fare una passeggiata!”
“Potevi
chiamarmi, ti avrei accompagnato volentieri.”
“E’ vero.
Ma sapevo che dovevi controllare il tuo esercito e ho preferito evitare.”
“La
prossima volta mi chiamerai?”
“Naturalmente!”
“Maestà,
sta arrivando qualcuno!” esclamò all’improvviso una guardia dalla vedetta del
castello.
Caspian e
Susan, ansiosi di scoprire chi fosse il nuovo arrivato, cominciarono a scendere
le scale, mentre nel cortile si riversavano anche Lucy, lord Cornelius e gli
altri consiglieri avvertiti dal grido della guardia.
Quando
furono tutti nel cortile, sopraggiunse Pipicì, che sembrava davvero esausto dal
viaggio, ma si inchinò rispettosamente.
“I miei
omaggi, Maestà!”
“Pipicì,
cosa succede?” chiese Caspian, ansioso.
“Porto
notizie da Archen. Re Alastair e la regina Sybil sono sotto l’incantesimo di
una strega, il cui obiettivo è quello di far tornare
Lucy emise
un lieve gemito e si portò una mano sulla bocca.
“Dove sono
Peter e gli altri?” chiese Susan, preoccupata.
“Purtroppo
il re li ha fatti rinchiudere nelle loro prigioni. Ma il comandante e i miei compagni
sicuramente li avranno già liberati.”
“Pipicì,
quando sei partito?” domandò Caspian, aggrottando le sopracciglia.
“Da qualche
ora!”
“E come è
possibile che sia già arrivato?”
“Credo…Maestà,
credo di aver viaggiato velocemente insieme al potente Aslan!”
Sui volti
di tutti i presenti si dipinse un’espressione sorpresa, ma anche piena di
gioia.
“Aslan è
tornato…” mormorò Susan.
“Allora,
perché non viene da noi?” chiese Caspian, turbato.
Lucy gli rivolse un sorriso speranzoso: “Tranquillo, Caspian, Aslan ci
raggiungerà nel momento giusto! Sno sicura che lo farà, come
l’altra volta!”
Caspian annuì, non del tutto rassicurato: “Molto bene! Allora, Pipicì, ti sono molto
grato per aver intrapreso questa missione. Adesso, vai pure a
riposare!”
“Grazie,
Maestà!”
“Briscola, occupati di lui!”
“Come
desiderate!”
Briscola
prese tra le braccia il valoroso topolino e sparì dentro il castello, mentre
tutti rivolsero il loro sguardo verso Caspian.
“Maestà, i
vostri ordini?” chiese lord Cornelius.
“Radunate l’ esercito e prepariamoci a partire. Ci
aspetta una difficile guerra.”
“Sarà
fatto, Maestà!”
Il cortile
si svuotò. Tutti corsero ad adempiere ai loro impegni:
Lucy, lord Cornelius, i consiglieri, le guardie.
Rimasero
solo Caspian e Susan, uno accanto all’altra. Susan lo guardava, preoccupata più
che mai. Poi sentì la mano del re cercare la sua e stringerla.
“Resterai
al mio fianco?” chiese lui, serio.
Susan
appoggiò il capo sulla sua spalla: “Sempre e dovunque!”
Eccoci! Oddio, ho preso uno spavento
oggi, perché sembrava che il mio computer stupido avesse
cancellato l’intero capitolo! Per fortuna non era così! Allora, il prossimo si
intitola “Sweet deams” e
sarà molto, ma molto incentrato su Caspian e Susan, forse anche troppo!
Ringraziamenti…
Clacly: ti ringrazio molto per la tua
recensione. Fa piacere portare un po’ di felicità anche solo con un capitolo
dopo giornate no! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Altre
spiegazioni si avranno più avanti! ^_^
A presto
Kia85