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Autore: Kia85    19/01/2009    3 recensioni
Come si può vivere, sapendo che la propria anima gemella appartiene a un altro mondo e non potrà più tornare? Se Susan Pevensie sembra essersi rassegnata a questa triste condizione, Caspian X, al contrario, cerca un modo per farla tornare a Narnia, insieme ai suoi fratelli. E solo Aslan potrà aiutarlo, anche se il desiderio di Sua Maestà ha un prezzo che deve essere pagato.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I’ll come back when you call me

I’ll come back when you call me

 

Capitolo 11: “Prisoners”

 

A metà del secondo giorno di viaggio, il reale gruppetto  finalmente scorse il castello di Anvard all’orizzonte. La mattina stessa avevano superato il valico che separava Narnia dalla terra di Archen e sul calar del sole riuscirono a giungere al castello.

Il ponte levatoio fu abbassato e tutto il gruppo entrò nel cortile del castello. Non appena la carrozza si fermò nel centro del cortile, Peter smontò da cavallo e corse ad aprire la portiera della carrozza, aiutando poi la principessa Aisleen a scendere a terra.

“Grazie!” disse lei, sorridendogli.

Il ricordo del suo bacio non l’aveva mai abbandonato e continuava a provocare nel Re Supremo sensazioni meravigliose e inedite. Il modo in cui lei lo coinvolgeva lo sorprese, ma piacevolmente: Peter era felice di scoprirsi così capace di amare qualcuno al di fuori della sua famiglia, proprio lui che viveva per i suoi fratelli e i suoi genitori.

Arrossendo lievemente, Peter le lasciò andare la mano. La principessa Aisleen avanzò di qualche passo e si fermò a osservare dal basso il castello che si ergeva davanti e tutto intorno a lei. La sua espressione si incupì improvvisamente e Peter la affiancò, come se con la sua sola vicinanza volesse infonderle coraggio. Aisleen cercò la sua mano e, quando la trovò, fece intrecciare le loro mani. Peter, rincuorato dalla ricerca di quel contatto, avvicinò la mano della principessa alle labbra, baciandole le dita sottili.

E per quel gesto Aisleen gli rivolse uno sguardo dolcissimo, che Peter ricambiò con un cenno di incoraggiamento.

“Andiamo?” domandò lui.

“Sì!”

Così i due, insieme a Edmund e la scorta, si recarono nella grande sala del trono, dove su due regali mobilii, sedevano re Alastair e la regina Sybil, i quali non mostrarono alcuna gioia nel rivedere la figlia.

“Madre! Padre! Che bello rivedervi!” esclamò la principessa, inchinandosi davanti a loro.

I due fratelli con i soldati rimasero più indietro, ma si inchinarono allo stesso modo.

“Aisleen, per quale motivo ti trovi qui?” chiese il re, con tono altero, che turbò la principessa.

“Caro padre, mi duole doverti avvisare che re Caspian ed io abbiamo deciso di annullare il matrimonio.”

“Che cosa?” tuonò il re, scattando in piedi.

“Perdonate l’intrusione, Maestà, ma lasciate che sia io a spiegarvi il motivo di tutto questo.- intervenne Peter, affiancando la principessa- Sua Maestà, re Caspian non può sposare la principessa Aisleen in quanto è da molto tempo che prova un grande amore per la mia sorella minore, la regina Susan. E la principessa…credo che lei non ami il re. Perché costringerla a sposare un uomo che non ama?

“Trovo la vostra intrusione alquanto irritante, re Peter. Ma riconosco che l’argomento vi riguarda, dunque, sappiate che non avevo intenzione di far sposare mia figlia con Caspian per amore!

Dopo un momento di smarrimento, Aisleen scosse il capo e guardò il padre, preoccupata.

“Padre, che state dicendo?”

“La verità, mia cara. Tu dovevi sposare re Caspian per un semplicissimo motivo!

L’espressione fredda di re Alastair e la totale apatia della regina Sybil stavano confondendo la povera Aisleen.

“Vale a dire?” balbettò la principessa, incerta.

“Vale a dire…la conquista di Narnia!”

Negli occhi del re brillò qualcosa di simile alla vendetta. Ma non era da lui, lui che per Aisleen era sempre stato un padre affettuoso, pur con tutti i suoi impegni da sovrano.

“Padre, state farneticando! Che cosa significa tutto ciò?”

“Come osi rivolgerti a me in questo modo?! E, soprattutto, come hai osato annullare il matrimonio?! Non capisci?! Se avessi sposato re Caspian, avremmo avuto in pugno Narnia e la Strega Bianca sarebbe tornata al potere!

Quel nome allarmò praticamente tutti e Peter, inconsciamente, afferrò la mano di Aisleen e la avvicinò a sé.

La Strega Bianca? Ma, padre, come potete farlo? Sapete perfettamente quali e quanti danni ha arrecato a Narnia. Non potete farlo!”

“Oh, ma lo farà…grazie a me!” disse una voce stridula, che proveniva dalla loro destra.

Nella sala, infatti, entrò una strega, molto anziana e di bassa statura: aveva il viso coperto dal cappuccio del mantello, la schiena curvata da una gobba, gli abiti logori, e in una mano stringeva un bastone di legno bianco, sulla cui estremità scintillava una lama di ghiaccio: l’arma della Strega Bianca…ricostruita…

Peter spinse ulteriormente la principessa dietro di sé. Dopodiché sfoderò la sua spada, così come Edmund e i soldati.

“Chi siete?” domandò Peter, all’erta.

“Mi chiamo Ivy e sono una strega!”

“Per quale motivo vi trovate qui? I miei genitori non tollerano le streghe!

Le labbra sottili e livide della strega si stirarono in un ghigno fastidioso.

“Allora, a quanto pare, hanno cambiato idea. Perché, vedete, principessina, è stato vostro padre a invitarmi a palazzo!

“State mentendo! Mio padre non ospiterebbe mai una strega!” esclamò Aisleen, inorridita.

“Oh, ma è andata proprio così. Ho incontrato vostro padre nel deserto di Calormen. Io ero appena stata aggredita da un lupo e re Alastair mi ha soccorsa. Dopodichè mi ha gentilmente inviata a palazzo per ricevere le migliori cure dai vostri dottori di fiducia!

“Ma certo! E voi avete pensato bene di ringraziarlo ingannando la sua mente e controllandolo come un burattino fra le vostre mani!” esclamò Peter, rivolgendole uno sguardo di puro disprezzo.

La strega sorrise nuovamente e si avvicinò a re Alastair, appoggiando poi una mano sul suo braccio.

“Non temete, Maestà! La Strega Bianca tornerà molto presto in questo mondo, così non avremo più bisogno di re Alastair né della sua amata consorte!

Aisleen, angosciata, strinse più forte la mano di Peter.

“Ma noi non lo permetteremo!” esclamò il Re Supremo, convinto e con lo sguardo accigliato.

“Allora, sono costretto ad intervenire io!” disse il re, facendo un cenno con la mano.

E subito i soldati dell’esercito di Archen li raggiunsero e li circondarono. I narniani erano decisamente in minoranza.

“Vi conviene arrendervi!” propose Alastair.

“Giammai!”

Così dicendo, Peter, Edmund e i quattro soldati attaccarono l’esercito di Archen. Ma i loro avversari continuavano ad aumentare a dismisura. Ben presto, infatti, nonostante tutti i loro sforzi, si ritrovarono nuovamente circondati e furono costretti ad arrendersi, quando il generale dell’esercito riuscì a prendere in ostaggio la principessa, mentre Peter affrontava due soldati avversari. 

“Portateli via!- esclamò il re- E preparatevi a marciare su Narnia. A quanto pare re Caspian vuole davvero la guerra!

*****

Le prigioni erano umide, piccole, fredde e luride. In una cella si trovavano Peter ed Edmund, in quella accanto i quattro soldati e in quella di fronte la principessa Aisleen.

Peter aveva appoggiato la fronte alle sbarre, fissando insistentemente la principessa. Lei era seduta in un angolino, con la schiena appoggiata alla parete fredda e lo sguardo perso fuori dalla piccola finestrella in cima alla cella. Da lì, entrava un fioco raggio di luna che le illuminava il viso dalla pelle bianchissima e creava brillanti riflessi sui capelli dorati. Tanto bella era in quel momento, quanto triste e sconvolta più che mai, anche se non lo dimostrava. Peter riusciva a intuire la sua disperazione dagli occhi, insolitamente cupi per la recente scoperta. Suo padre controllato da una viscida strega, il cui scopo era riportare in vita la Strega Bianca, una scoperta che aveva messo i brividi persino al Re Supremo.

“Lo so che siamo in una brutta situazione…-iniziò a dire Edmund, con le mani appoggiate dietro la testa-…ma trovo che la tua espressione, negli ultimi giorni, sia più rimbambita del solito!”

“Mm…” mormorò Peter, distratto.

Notando la mancanza di reazione del fratello, Edmund sorrise: “Santo cielo! Non ti sarai innamorato della principessa?!

Peter sospirò, con il cuore leggero, nonostante si trovassero in una situazione spiacevole: “Sì!”

“Ma che cosa si respira a Narnia? Ormoni?”

“Mi dispiace contraddirvi, Maestà, ma l’aria di Narnia è fra le più sane e pure di tutti i regni che abbia visitato!” disse una vocina.

Peter ed Edmund, sorpresi, si guardarono intorno. Alla fine, si ritrovarono davanti Ripicì e due dei suoi compagni.

“Ripicì!” esclamò Edmund.

“Che cosa ci fai qui?” chiese Peter.

“Vi abbiamo seguiti, Maestà!”

“Per quale motivo?”

“Ordini di Sua Maestà!”

“Caspian?- esclamò Peter, rilassandosi subito in un sorriso- Ah, quella specie di re! Ricordami di ringraziarlo quando torniamo, Ripicì!

“Certamente, Maestà! A proposito, quando abbiamo capito che vi avevano fatto prigionieri,  ho inviato Pipicì ad avvertire Sua Maestà riguardo l’imminente guerra!”

“Ottimo lavoro, Ripicì. Venendo a noi, pensi di poter recuperare le chiavi dalla guardia all’ingresso dei sotterranei?

Ripicì esibì come per incanto un bel mazzo di chiavi allungate.

“Già fatto, Maestà! Ho sfidato quella sottospecie di soldato a singolar tenzone. Detto soldato aveva osato ridere in faccia a me per il mio essere topo e, come potete ben immaginare, nessun affronto è per me più intollerabile!

“Comprendo bene, Ripicì! E compatisco quel povero stolto!” esclamò Peter, con tono comprensivo.

La principessa Aisleen, che stava seguendo la scena dall’altra cella, soffocò una risatina, distraendosi per un momento dalle sue angosce.

“Esattamente. Perciò io e miei soldati lo abbiamo affrontato e lo abbiamo sconfitto!

“Molto bene! Potresti gentilmente passarmi le chiavi, adesso?” tagliò corto Peter.

“Ai vostri ordini, Maestà!”

Così dicendo, Ripicì fece scivolare le chiavi sotto le sbarre e Peter le afferrò con un rapido movimento.

Per fortuna non vi erano molte chiavi nel mazzo e Peter trovò celermente quella per aprire la cella. Una volta liberi, Peter pensò a liberare Aisleen e i soldati, mentre Edmund e i valorosi topolini corsero a recuperare i loro effetti personali.

“Stai bene?” chiese Peter alla principessa.

“Sì, grazie. Sono solo preoccupata per i miei genitori!

Lo so.- disse lui, prendendole delicatamente una mano- Ma aver scoperto che sono sotto il controllo della strega è già una buona cosa. Adesso siamo sicuri che non sta agendo di sua spontanea volontà!”

Aisleen annuì, lievemente rassicurata: “E’ sempre una cosa terribile! Oh, Peter, come possiamo aiutarli?”

“Dobbiamo sconfiggere la strega, suppongo, e disintegrare una volta per tutte quel bastone magico!”

“Sì, sono d’accordo!”

Nel frattempo, sopraggiunse Edmund, che consegnò a ciascuno i propri effetti, tra cui le loro spade.

“Ah, principessa, ho trovato questo. – disse, porgendo ad Aisleen un sottile, ma affilato pugnale- Potrebbe tornarvi utile!”

“Ottima idea, Edmund!” commentò Peter.

Aisleen, sorpresa, lo prese tra le mani: “Per me?”

“Sì, è necessario se vuoi venire con noi!”

“Posso venire con voi?”

“Certo, perché dovresti restare qui? Non vuoi combattere per salvare i tuoi genitori e il tuo popolo?

“Sì!- rispose Aisleen, convinta- Ma non ho mai usato un’arma!”

“Imparerai a maneggiarla se ce ne sarà bisogno. Sta’ tranquilla!”

“Ma, Peter, non possiamo andare allo sbaraglio. Non hai nessun piano?” chiese Edmund.

“Sì, certamente! Dobbiamo cercare il re, la regina e la strega. Una volta catturata quest’ultima la costringeremo a liberare i sovrani dall’incantesimo.

Edmund sorrise, allettato all’idea di impedire nuovamente alla Strega Bianca di tornare a Narnia.

“Che aspettiamo ad entrare in azione?”

*****

Caspian si aggirava nel castello in cerca della regina Susan. L’aveva vista a pranzo, poi era sparita, suscitando la sua preoccupazione. Il re uscì nel cortile del castello e guardò verso l’alto: l’illuminazione diminuiva, segno che il sole stava tramontando, e la sera avvolgeva lentamente ogni cosa con il suo manto scuro.

Finalmente il re trovò l’oggetto delle sue ricerche: Susan era affacciata al balcone che dava sul cortile e, quando si accorse di lui, gli sorrise.

“Ti ho trovata, finalmente!” esclamò lui, cominciando a salire le scale per raggiungerla.

“Mi stavi cercando?”

“E’ così!”
“Come mai?”

Il re la raggiunse e le prese una mano, baciandola sul dorso.

“Beh, non c’è un preciso motivo. Non ti vedevo da qualche ora e mi stavo preoccupando. Dove sei stata?”

“Ho usato il passaggio segreto che mi hai indicato e sono uscita a fare una passeggiata!”

“Potevi chiamarmi, ti avrei accompagnato volentieri.”

“E’ vero. Ma sapevo che dovevi controllare il tuo esercito e ho preferito evitare.

“La prossima volta mi chiamerai?”

“Naturalmente!”

“Maestà, sta arrivando qualcuno!” esclamò all’improvviso una guardia dalla vedetta del castello.

Caspian e Susan, ansiosi di scoprire chi fosse il nuovo arrivato, cominciarono a scendere le scale, mentre nel cortile si riversavano anche Lucy, lord Cornelius e gli altri consiglieri avvertiti dal grido della guardia.

Quando furono tutti nel cortile, sopraggiunse Pipicì, che sembrava davvero esausto dal viaggio, ma si inchinò rispettosamente.

“I miei omaggi, Maestà!”

“Pipicì, cosa succede?” chiese Caspian, ansioso.

“Porto notizie da Archen. Re Alastair e la regina Sybil sono sotto l’incantesimo di una strega, il cui obiettivo è quello di far tornare la Strega Bianca. Per questo stanno mandando un grande esercito per attaccare Narnia!

Lucy emise un lieve gemito e si portò una mano sulla bocca.

“Dove sono Peter e gli altri?” chiese Susan, preoccupata.

“Purtroppo il re li ha fatti rinchiudere nelle loro prigioni. Ma il comandante e i miei compagni sicuramente li avranno già liberati.

“Pipicì, quando sei partito?” domandò Caspian, aggrottando le sopracciglia.

“Da qualche ora!”

“E come è possibile che sia già arrivato?”

“Credo…Maestà, credo di aver viaggiato velocemente insieme al potente Aslan!”

Sui volti di tutti i presenti si dipinse un’espressione sorpresa, ma anche piena di gioia.

“Aslan è tornato…” mormorò Susan.

“Allora, perché non viene da noi?” chiese Caspian, turbato.

Lucy gli rivolse un sorriso speranzoso: “Tranquillo, Caspian, Aslan ci raggiungerà nel momento giusto! Sno sicura che lo farà, come l’altra volta!

Caspian annuì, non del tutto rassicurato: “Molto bene! Allora, Pipicì, ti sono molto grato per aver intrapreso questa missione. Adesso, vai pure a riposare!”

“Grazie, Maestà!”

“Briscola, occupati di lui!”

“Come desiderate!”

Briscola prese tra le braccia il valoroso topolino e sparì dentro il castello, mentre tutti rivolsero il loro sguardo verso Caspian.

“Maestà, i vostri ordini?” chiese lord Cornelius.

“Radunate l’ esercito e prepariamoci a partire. Ci aspetta una difficile guerra.”

“Sarà fatto, Maestà!”

Il cortile si svuotò. Tutti corsero ad adempiere ai loro impegni: Lucy, lord Cornelius, i consiglieri, le guardie.

Rimasero solo Caspian e Susan, uno accanto all’altra. Susan lo guardava, preoccupata più che mai. Poi sentì la mano del re cercare la sua e stringerla.

“Resterai al mio fianco?” chiese lui, serio.

Susan appoggiò il capo sulla sua spalla: “Sempre e dovunque!”

 

 

Eccoci! Oddio, ho preso uno spavento oggi, perché sembrava che  il mio computer stupido avesse cancellato l’intero capitolo! Per fortuna non era così! Allora, il prossimo si intitola “Sweet deams” e sarà molto, ma molto incentrato su Caspian e Susan, forse anche troppo!

Ringraziamenti…

Clacly: ti ringrazio molto per la tua recensione. Fa piacere portare un po’ di felicità anche solo con un capitolo dopo giornate no! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Altre spiegazioni si avranno più avanti! ^_^

 

A presto

Kia85

 

 

   
 
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