Sono una ragazza fondamentalmente pigra. Se dovessero dare un premio per la ragazza più sfaticata di tutti i tempi penso proprio che la corona spetterebbe a me e sarebbe uno dei pochi, se non l'unico, trofeo che potrei vincere.

Quella mattina però ero stranamente attiva, non sapevo se la causa fosse lo splendido viaggio a Parigi che mi aspettava o il fatto che avrei rivisto mia cugina Maddie. Si era trasferita lì pochi mesi prima per migliorare il suo francese ed era stata così fortunata da essere assunta a Disneyland. Può essere stupido, ma abbiamo lei ed io abbiamo passato i rispettivi 21 e 19 insulsi anni di vita a fantasticare sul suo futuro in quel parco divertimenti. Io, invece, rimanendo in tema di pigrizia cronica, mi sarei limitata ad andare a trovarla e avere gli ingressi gratuiti...il compromesso mi piaceva molto. Il fatto che stesse accadendo tutto realmente mi emozionava parecchio.

Quel giorno, semplicemente, mi pareva che nell'aria di New York ci fosse qualcosa di particolare, e non si trattava solo dello smog.

La prima parte della mattinata fu abbastanza stressante, tra l'agitazione mia, quella di mia mamma e le valigie che sembravano non essere mai pronte.

Finalmente alle 11 in punto arrivai in aeroporto.

Salutai i miei genitori che, ovviamente, mi fecero milioni di raccomandazioni; molto gentilmente ricordai loro che ci saremmo visti su Skype tutti i giorni del mese a venire e che presto si sarebbero stancati di vedere la mia faccia da scoiattolo.

Li abbracciai forte perché sapevo che nonostante ciò mi sarebbero mancati e mi imbarcai.

Il viaggio, nonostante le ore di film, lettura o pisolini, sembrò interminabile, tanto che, una volta scesa dall'aereo, temevo di aver dimenticato come camminare sulla terra ferma. Ero stordita e le orecchie non avevano ancora smesso di fischiare. Presa dai miei pensieri mi resi conto all'ultimo momento del muro di persone che mi si parò davanti.

Solo dopo una seconda occhiata mi accorsi che erano principalmente ragazzine e, sfortunatamente per il mio povero udito, erano dotate di voci molto acute e gracchianti.

Cercai di allontanarmi il più in fretta possibile dalla massa urlante, venendo urtata da diverse persone, quando una figura mi saltò addosso, letteralmente.

Ma che cavolo? Un attimo...Maddie. ODDIO MADDIE.

"Capra mi hai spaventata! Se mi fosse venuto un infarto mi avresti avuta sulla coscienza a vita!"

Lei in risposta scoppiò a ridere e mi strinse in un abbraccio.

Mi prese una valigia, nonostante la mia "tentata" resistenza.

"Come è andato il viaggio ?"

" Ho il sedere a pezzi e non mi aspettavo di trovare così tanta accoglienza " sorrisi.

"Ah, intendi le ragazze?" le indicò con un cenno della testa "sono qui per la band del momento, i One Direction, stanno riscuotendo molto successo tra le ragazzine. Non chiedermi come io lo sappia, ma dovrebbero avere un paio di concerti qui e poi mi pare che si fermino in città per un po' di tempo."

Finsi un'espressione indignata " E non me lo hai detto prima?!" assunsi un tono acuto " Saremmo dovute andare a quel concerto!! " conclusi con una risatina isterica.

Alcune ragazze lì a fianco ci guardarono male ed io risposi con una linguaccia.

Maddie scoppiò a ridere e mi prese sotto il braccio. "Andiamo a casa va, mi sa che ti hanno fatto fumare qualcosa di pesante su quell'aereo".

Simpatica, gne