Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Aileenx3    11/07/2015    1 recensioni
Levi e Mikasa sono pronti ad affrontare un nuovo percorso di studi accompagnati dai loro migliori amici, riusciranno a trovare il tesoro che da tempo stanno cercando nella periferia della modernissima Tokyo?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mikasa Ackerman, Rivaille, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Erano le cinque del mattino quando quella maledetta sveglia iniziò a suonare e ad impedirmi di farmi una dormita più lunga del previsto, ma tanto era già difficile dormire per tre o quattro ore consecutive. Ne avevo fin sopra le scatole di quella cantilena fastidiosa e persistente, talmente tanto da alzarmi e a scendere giù in cucina dove mi aspettava, come ogni mattina, Kenny. Ci assomigliamo parecchio io e lui, i classici tipi da “Se non ti avvicini mi fai un favore”: siamo sempre sulle nostre e con questo intendo che ci guardiamo in faccia sì o no a colazione, pranzo e cena. D’altro canto non siamo due persone troppo espansive o a cui va di mostrare le proprie emozioni, piuttosto io personalmente preferisco una bella sessione di auto isolamento in camera mia. Spendo  la maggior parte della mia giornata sui libri, in quanto attualmente frequento i corsi d’economia all’università.  Proprio per questo motivo mi trasferirò a Tokyo tutto l’anno: Kenny ha avuto la geniale idea di mandarmi a studiare in un’università lontana kilometri da casa mia perché è una delle più prestigiose e cazzate varie. In realtà è solo insoddisfatto della mia incapacità di stringere un legame duraturo con le persone attorno a me. Le cose che mi ripeteva più spesso erano di cercare di uscire di più, svagarmi e trovare un modo per sfogare le mie paranoie dalla morte dei miei genitori. Entrambi morirono quando ancora ero piccolo e per questo non riesco a ricordare un singolo momento del mio rapporto con loro. Non saprei neanche com’erano fatti se non avessero scattato qualche fotografia con i pochi soldi che rimanevano. Da quello che mi ha raccontato Kenny i miei erano a capo di una grande industria o roba del genere, ma un giorno andarono in bancarotta e persero tutte le loro ricchezze, tanto da essere ridotti alla fame. Kenny mi ha letteralmente raccolto dalla strada una sera fredda e piovosa d’autunno. In un certo senso gli sono riconoscente, grazie a lui adesso ho la possibilità di vivere in una sottospecie di nucleo famigliare in una villa nella periferia di una delle città nel nord del Giappone. Grazie a Kenny ho sviluppato al meglio tutte le mie capacità: ho superato brillantemente l’ultimo anno al liceo e sono stato chiamato a tenere il discorso alla cerimonia della consegna dei diplomi. In realtà fin dalle elementari ho dato modo di mostrare un’intelligenza quasi fuori dal comune, mentre alle medie mi sono appassionato alla cittadinanza. Stranamente la dote di andare bene in qualsiasi disciplina non ha messo un freno alla mia vita sentimentale: al liceo le ragazze hanno perso la testa per me, soprattutto quando arrivata l’ora di educazione fisica. Se è vero che mentalmente sono un asso allora “neanche il fisico scherza” tanto per citarne una delle tante. Sfortunatamente per loro non ho mai nutrito alcun interesse neanche per una di quelle ragazze, in quando le ho considerate frivole e superficiali fin dal primo momento in cui le ho viste. E così ogni santissimo 14 Febbraio tornavo a casa con una montagna di regali che non ho mai apprezzato particolarmente. Nessuna di loro avrebbe mai pensato che la mia più grande ossessione è la pulizia. Oltre che ad essere un maniaco dell’ordine detesto a dir poco anche i ritardi agli appuntamenti importanti, sono un chiaro segno di disinteresse! A proposito di essere in ritardo, se non mi davo una mossa andava a finire che riuscivo anche a perdere il treno che mi avrebbe portato a Tokyo.  Con tono apatico salutai Kenny e presi la valigia che avevo già portato prima davanti al portone principale. Ancora mi sorprendo di quanta roba io sia riuscito a far entrare in un solo bagaglio: vestiti di tutti i tipi, da quelli per tutti i giorni fino a quelli sportivi e quasi eleganti. Insomma, devo essere preparato a tutte le evenienze, no? Senza contare i libri, le scarpe e qualche effetto personale per abbellire l’appartamento. A differenza di molti universitari che hanno scelto di alloggiare direttamente nell’edificio andrò a vivere in un condominio pochi minuti lontano dall’università. Nel complesso non è male: due stanze, una cucina modesta, un bagno, la sala da pranzo e un giardino da condividere con i vicini. Quasi dimentico che non andrò da solo ad affrontare il nuovo percorso di studi, con me (per modo di dire) ci saranno Hanji, Erwin e Petra, la mia ragazza. Ebbene sì, le uniche persone di cui io sia mai riuscito a fidarmi sono proprio loro tre, escludendo Kenny. Nonostante io abbia un carattere riservato sono riusciti ad avvicinarsi, ognuno a modo suo. Se mi chiedessero di descrivere Hanji in poche parole la definirei selvaggiamente pazza: con il suo carattere esuberante sarebbe in grado di rallegrare la giornata persino a uno come me. Un’altra parte abbastanza strana, in senso positivo, del suo carattere è l’ossessione per il paranormale: è incuriosita da tutto ciò che è mistero, dai fantasmi alle creature mitologiche fino agli alieni. Non è raro trovarla in biblioteca a leggere libri riguardanti le ricerche dell’ultimo secolo, ma neanche i racconti horror e i gialli le dispiacciono.  La ciliegina sulla torta sono gli occhiali da intellettuale, che la fanno sembrare una vera e propria scienziata pazza. Invece Erwin è il veterano del gruppo, lo consideriamo tutti come un secondo padre ed è sempre stato disponibile nei confronti di ognuno di noi. E’ alto, biondo, occhi azzurri e sopracciglia folte. Se non fosse per il suo cognome inglese lo scambierebbero per un tedesco, o per uno svizzero. Ha un temperamento all’apparenza burbero e distaccato, ma nel profondo si riscontra una personalità generosa e protettiva. Tra le sue attività preferite quella che spicca è indubbiamente rimproverare Hanji per il suo esagerato attaccamento a cose che lui definisce irreali ed impossibili. Il pensiero realista del tedesco e la mente spensierata della scienziata pazza fanno scintille quando si scontrano, ma fortunatamente tutte le volte Petra riesce a far calmare le acque. Quella ragazza è un vero e proprio angelo, penso sia la persona più paziente che io abbia mai conosciuto. La trovo molto dolce e comprensiva ed è sempre stata disposta ad ascoltarmi in qualsiasi ora del giorno e della notte. E’ una ragazza studiosa, ma non lo fa superficialmente, al contrario è appassionata alla disciplina che ha deciso d’ intraprendere: l’inglese. Il suo sogno è di viaggiare intorno al mondo e le ho promesso che un giorno avrei esaudito il suo desiderio, magari anche subito dopo la laurea. Il solo pensiero del suo volto sorridente per me è un toccasana e inevitabilmente abbozzo un sorriso anch’io. La conobbi in un bar vicino il nostro ex-liceo e penso sia stato quello che molti definiscono amore a prima vista. Essendo un tipo riservato non le rivolsi la parola, ma mi limitai ad osservarla nella sua più completa dolce e delicata femminilità. Solo dopo pochi minuti si accorse della mia presenza e del fatto che il mio sguardo si stesse spostando dalle pagine del libro al suo viso. Fu lei a prendere l’iniziativa di venire a parlarmi sedendosi al mio stesso tavolo senza neanche chiedermi il permesso. Mi salutò con un tono di voce allegro, quasi sbarazzino. Io mi limitai ad un semplice “ciao” mentre lei con lo stesso sguardo di una bambina curiosa diede un’occhiata al mio libro di testo.  Dopo aver letto qualche riga mi chiese se fossi appassionato all’economia, con la convinzione di qualcuno che già sapeva la risposta. Ovviamente era un sì, e lei iniziò ad argomentare particolari situazioni politico/economiche dei vari paesi del mondo. Quando poi mi disse che in realtà la sua passione era l’inglese rimasi sorpreso dalle sue vaste competenze. “Di certo è una ragazza sveglia”, pensai. Alla fine ordinammo anche due caffè e continuammo a parlare per un po’, finché alla fine della chiacchierata non riuscì a rimediare il suo numero di telefono. In un certo senso mi sono sentito ridicolo, per la prima volta non erano le altre a chiedermi il numero, ero io a chiederlo. Tuttavia lei col suo carattere non mi ha mai fatto pesare nessuno dei miei strani comportamenti e questo penso che l’abbia fatto fin dal primo momento. Stamattina ci siamo dati appuntamento davanti alla stazione circa una mezz’ora prima che il treno partisse perché eravamo sicuri al cento per cento che Hanji avrebbe trovato il modo per ritardare anche questa volta. Come mi aspettavo, o meglio ci aspettavamo, Hanji non era ancora arrivata, mentre sia Erwin sia Petra sedevano sulle panchine già da un po’. Quest’ultima si alzò e corse ad abbracciarmi augurandomi il buongiorno, mentre Erwin agitava la mano da lontano per salutarmi. In fretta sistemai la valigia vicino alla panca dove ero seduto e abbozzai un sorriso prima a Petra e poi ad Erwin, che non perse occasione per fare una di quelle sue battutacce sul mio strano modo di sorridere. Non che io sorrida molto spesso, eh. Le uniche occasioni in cui mi viene spontaneo sono quando mi trovo con Petra oppure in seguito alle battute esilaranti della pazza che, tanto per la cronaca, peggiora di giorno in giorno. Ce ne siamo accorti quando arrivò un messaggio da parte sua sul cellulare di Petra in cui ci diceva che si era svegliata praticamente cinque minuti prima e si era dimenticata di prepararsi i vestiti la sera precedente perché era rimasta sveglia fino a tardi a vedere un documentario che iniziava a mezzanotte e.. sinceramente non voglio sapere quand’è finito. Questa è la conferma che avevamo fatto bene ad anticipare di mezz’ora l’appuntamento: d’altra parte ce l’aspettavamo tutti quanti. Dopo aver letto quel messaggio Petra rise sotto i baffi, poi lo fece leggere prima a me e poi ad Erwin, che si mise una mano in viso come segno di arrendevolezza. Tirammo tutti un respiro di sollievo quando la vedemmo arrivare in lontananza cinque minuti prima che il treno sia partito, con i capelli ancora spettinati e la valigia che scoppiava. Petra la incitava ad andare più veloce mentre io ed Erwin ci scambiammo uno sguardo di complicità. Intanto il treno, puntuale tanto quanto un orologio svizzero, arrivò in stazione alle 7 precise e fortunatamente riuscimmo a trovare quattro posti liberi paralleli a due a due.  Il treno era pieno di persone, per la maggior parte pendolari e studenti. Tutto sommato non era neanche tanto male: con l’aria condizionata si riusciva più o meno a respirare e, cosa più importante, non c’era quella fastidiosissima puzza di sudore tipica dei treni. Per passare il tempo decisi di prendere un libro che avevo iniziato pochi giorni prima, mentre Erwin accese il computer che si era portato dietro ed iniziò a scrivere una relazione, probabilmente una cosa che ha a che fare con l’università. Hanji si legò i capelli in una coda, prese il telefono e scrisse alle amiche del suo ex-club al liceo, dove trattavano di incontri e circostanze paranormali. Petra, invece, ascoltava della musica dal suo mp3, mentre guardava lo scenario fuori dal finestrino, sorridente. In realtà noi quattro non abbiamo frequentato tutti la stessa scuola: io ed Erwin ci trovavamo in corsi diversi, mentre Hanji e Petra hanno conseguito il diploma in un istituto poco lontano dal nostro. E’ stato per mano di Petra se ho conosciuto Hanji, io in cambio le ho fatto conoscere Erwin e da lì a poco siamo diventati un bel gruppetto. Dopo solo due ore dall’inizio del viaggio Hanji si è addormentata in seguito ad una lunga serie di sbadigli e stiracchiamenti, probabilmente stanca perché era andata a dormire troppo tardi. Anche Petra si è addormentata ancora con le cuffiette nelle orecchie, appoggiandosi sulla mia spalla. Solo io ed Erwin eravamo ancora svegli, io stufo di leggere, lui di scrivere. A quel punto iniziammo a fare conversazione, mentre lui sorrideva guardando Petra, appoggiata a me. “Come farai senza di noi caro il nostro Levi?” ironizzò lui. Beh, senz’altro era una bella domanda. Io risposi che sarei sopravvissuto tranquillamente anche da solo e che la solitudine non era mai stata un problema per me, tanto che avevo preso anche un appartamento per vivere in santa pace. Petra, Erwin ed Hanji alloggeranno insieme in un condominio diverso: spero con tutto il cuore che la pazza non riempi la stanza con le sue riviste, altrimenti Erwin potrebbe arrabbiarsi sul serio. Non nego di preoccuparmi per Petra, forse per lei più degli altri. La nostra chiacchierata venne interrotta da una voce che ci informava dell’arrivo del treno a Tokyo, per cui dovetti svegliare Petra in fretta e furia, mentre Erwin faceva lo stesso con Hanji. Una volta fuori dal treno ci accorgemmo che la stazione di Toyko è enorme: contava più di 20 binari e il numero di treni registrati sul tabellone erano circa 3000. Ci guardavamo intorno spaesati, osservando gli innumerevoli passeggeri uscire ed entrare dai treni, senza contare la gente che popolava la stazione. Decidemmo di fermarci ad un bar all’interno dell’edificio per fare colazione, dato che non era permesso consumare pasti sul treno. Erwin e Petra ordinarono una crepe, Hanji un cornetto al cioccolato ed io un cappuccino ed un croissant. Dopo aver consumato la colazione discutemmo su, prima di tutto, come uscire da quella stazione, secondo, su come avremmo raggiunto i rispettivi appartamenti. Hanji prese in mano la mappa dell’edificio e a mo’ di capitano ci trascinò di qua e di là con i bagagli dietro, finché dopo un quarto d’ora buono non scorgemmo un cartellone in lontananza con la scritta “uscita”.  Toyko è immensa. Palazzi altissimi si protendono verso il cielo e non mancano automobili, autobus e tram, che avremmo preso poco tempo dopo per arrivare fino alla periferia, nettamente in contrasto col centro città. Le strade in periferia, che osservammo dai finestrini del bus, erano contornate da alberi lussureggianti e prati verdi, sui quali sbatteva un sole accecante. La prima fermata era la più vicina al mio appartamento, per cui salutai Erwin ed Hanji e poi diedi un bacio a Petra, promettendole che l’avrei chiamata appena arrivato, dopo essermi sistemato. Rimasi alla fermata finchè il pullman non partì di nuovo, rivolgendo un sorriso ai miei compagni di viaggio. Hanji mi salutò  agitando le braccia verso l’alto, Erwin si limitò ad un mezzo sorriso e Petra sfoggiò uno dei suoi splendidi sorrisi. Quando il bus lasciò la fermata  cominciai ad incamminarmi per il marciapiede della strada verso quello che sarebbe stata la mia nuova casa. Le scelte che avrei fatto da quel momento avrebbero cambiato per sempre la mia vita. Ero pronto a  prendere le decisioni giuste ed ogni passo verso la meta mi sentivo sempre più consapevole di quello a cui sarei andato incontro, ma poi.. 

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Angolo/Spazio(?) autrice 
*:(´・ω・`)
*coff* *coff* -approda- 
Well 
Come al solito cwc mi dispiiiace
Diciamo che ci stiamo provando (?) E' in assoluto la prima FF che scrivo e spero che vi abbia incuriositi almeno (almeno eh xD) un po' uwu)9 Detto ciò, buh, vado via :3 *saluta con la manina* 
-Non sono Levi abbiate pietà qwq- 

Aileenx3 

 
   
 
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