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Autore: MarziaNekoChan    11/07/2015    0 recensioni
Doveva essere solo un viaggio spaziale d'apprendimento ma qualcosa andò storto e un gruppo di umani si ritrova a cercare di sopravvivere in un pianeta alieno spaventosamente simile alla Terra abitato da Detron, alieni con innate forze fisiche e un aspetto simile al loro.
/ / /
Si sedette accanto a Hoseok ed allacciò le cinture “Una bella avventura, no?” gli domandò ironicamente l'amico stringendo forte i comandi dell'atterraggio.
“Sì e non finirà qua” gli rispose rassicurante Seokjin.
Ormai gli scossoni erano incontrollabili.
“È stato un'onore ragazzi” sussurrò il capitano.
E solo in quel momento Seokjin alzò gli occhi sullo schermo accorgendosi del nuovo e sfuocato ambiente che gli aveva attratti su di esso.
Grigio.
Una sola parola. Un solo colore.
Degrado, desolazione.
Questa volta due aspetti.
Solitudine.
Una sensazione.
E si accorse con orrore di come tutto sembrasse terribilmente umano.
(Namjin sideVmin/Yoonseok)
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Primo passo di questa mia nuova fic. Ogni capitolo avrà il nome di una stella...e niente spero vi piaccia.
Buona lettura :)


La Darwin II, una nave spaziale di proprietà dell'Università delle Nuove Frontiere, era pronta per l'imbarco.

Ogni membro si era radunato sul ponte, c'era chi si conosceva già e chi non si era mai visto prima; erano per lo più ragazzi dai 16 ai 22 anni tutti radunati per il loro primo viaggio spaziale d'apprendimento e di evoluzione che l'Università delle Nuove Frontiere organizzava una volta ogni sei mesi radunando studenti di ogni facoltà.

Gli studenti arruolati avrebbero affrontato anche più di tre anni di viaggio tra i diversi pianeti conosciuti dell'immensa via Lattea, entrando a contatto con culture aliene ed ecosistemi diversi da quello della loro ormai vissuta Terra.

Nell'arco della storia specie di vegetali ed animali si erano estinte, evolute o riformate destabilizzando quello che fu l'originale ecosistema. Così come i dinosauri queste specie si erano estinte per non tornare mai più.

Per far fronte alla grande crisi energetica ed inquinante del 2020 la natura si era difesa ed evoluta portando alla formazione di un nuovo ecosistema dove, per fortuna, nonostante le innumerevoli epidemie e pestilenze che avevano decimato la popolazione terrestre, l'uomo ne faceva ancora parte.

Il porto spaziale era un'edificio interamente ristrutturato con alte cupole di vetro-polvere proveniente dalla colonie marziane ed un'eccellente circolazione di aria fresca rifornita dalle Alpi.

Seokjin avanzava spedito tra gli immensi spazzi dell'aeroporto trascinandosi dietro il suo sciocco cugino Taehyung. E come al solito erano in ritardo.

 

“Mi raccomando sii cortese, non voglio che il professor Albert pensi male di te. Ci ha già fatto un grande favore ad ammetterti in questa spedizione nonostante non fossi ancora pronto. Mi stai ascoltando?” iniziò a lamentarsi il maggiore.

 

“Sì hyung ho capito! Sarà la migliotrecentesima volta che me lo ripeti!” rispose l'altro passandosi una mano nei capelli biondi scialbi.

 

“Speriamo” Seokjin era uno studente all'ultimo anno di Agronomia e Zootecnia Terrestre ed Aliena, non era certo il migliore studente della classe ma era in assoluto quello che lavorava più duramente per raggiungere i risultati desiderati. Mentre suo cugino Taehyung studiava economia, una materia finita un po' in disuso...diciamo che sua zia l'aveva pregato di portarselo dietro per insegnargli qualcosa e visto che Seokjin non riusciva mai a dire di no aveva finito per accettare. Una cosa che avevano in comune, per fortuna, era il loro bell'aspetto. Seokjin aveva il classico viso da bravo ragazzo con lucidi capelli neri, grandi occhi nocciola e delle belle spalle larghe mentre Taehyung era forse un po troppo magro (anche se divorava di tutto, un'altra cosa in comune) ma con una bella voce e quel fascino da bellezza esotica, un miscuglio tra mistero e stupidità...che alla fine era solo pazzia. Seokjin aveva domandato più volte a sua zia se non avesse fatto un figlio insieme ad un alieno, ma suo zio era un uomo normale per cui...

Seokjin aspettava quel viaggio da mesi oramai, sarebbe entrato in contatto con mondi totalmente diversi. La cosa lo rendeva molto felice ed impaziente.

 

La nave spaziale era molto grande, non alla pari delle nave crociere ormeggiate vicino ma abbastanza da farti alzare il capo e spalancare la bocca.

I due cugini, utilizzando l'ascensore interno, arrivarono al ponte di comando; alcuni compagni li avevano già salutati, come il loro caro amico Hoseok o meglio conosciuto come J-Hope responsabile della navigazione.

“Hey ragazzi finalmente siete arrivati! Il capitano mi aveva appena dato l'ordine di partire, sarebbe stato un peccato lasciarvi a terra. Vedrete ci divertiremo!” J-hope era più piccolo di Seokjin di due anni, ma era già il vice-capitano; conosceva a memoria tutte le rotte di navigazione e tutte le costellazioni visibili dalla Terra. Hoseok era l'animo della compagnia sempre sorridente, adattabile e molto premuroso; si muoveva a gravità zero come se fosse nato solo per fare quello. E sì a volte era un po' eccessivo e fin troppo impressionabile.

 

“Tutta colpa di questa testa calda che voleva finire di vedere l'ultima puntata di Weekly Idol prima di partire, l'ho convinto a salire sul Rider (sorta di piccola auto che si muove su rotaie funzionante interamente ad energia pulita) lanciandogli dentro un pacchetto di merendine”

 

“Hey! Non farmi sembrare stupido!” si lamento Taehyung corrucciando la fronte.

 

“Come se non lo sapessimo che lo sei già” disse una voce metallizzata proveniente dalle casse di ultima generazione della nave.

I ragazzi si guardarono intorno spaesati.

“Jungkook?!”

 

Il diciassettenne comparve sullo schermo ai cristalli di plasma della sala comandi. Era malamente seduto su una poltrona girevole, i suoi capelli rossi incorniciavano un viso paffuto ancora adolescenziale, alle sue spalle incombevano pannelli elettronici dalle sembianze complesse che emettevano lucine colorate ad intermittenza. Il ragazzo fece un cenno con il capo passandosi un lecca lecca alla frutta tra i denti.

Era il più piccolo dell'intero equipaggio ma di gran lunga il più intelligente, la sua sconfinata conoscenza dell'informatica e della meccanica gli aveva permesso di saltare qualche classe e di passare direttamente agli studi universitari. Si diceva in giro che non ci fosse niente che non sapesse fare. Erano quelli i momenti in cui Seokjin si sentiva terribilmente inadatto.

“Hey ne voglio uno anch'io!” strillò Taehyung sorridendo ed indicando il dolciume sullo schermo.

 

“E allora vienitelo a prendere pabo hyung~” lo canzonò Jungkook prima di chiudere la chiamata.

 

“Aspetta e vedrai...” sussurrò sorridente Taehyung dirigendosi verso l'ascensore.

 

“Dove credi di andare?! Dobbiamo ancora salutare il professore e poi per l'amore del cielo Taehyung! Non sai neanche a che piano sia il Centro Operativo! Taehyung! Taehyung!!” si sgolò Seokjin. Suo cugino era proprio un caso perso.

 

J-Hope gli diede una pacca sulla spalla e gli sorrise “Non ti preoccupare Seokjin hyung, lo seguo io. Tu vai pure dal professore, partiremo a minuti”

 

Il maggiore lo guardò sinceramente pieno di gratitudine e si incammino verso il laboratorio.

La nave spaziale era divisa in piani, la dispensa e i magazzini erano ai piani più bassi; le sale comuni, le cucine e la mensa al primo; le cuccette e i bagni al secondo; la sala comandi, macchine e i laboratori al terzo mentre al quarto si trovava il Centro Operativo ossia il cervello che permetteva il funzionamento dell'intera bagnarola.

Il laboratorio era silenzioso, si sentivano solamente le suole di plastica delle scarpe sportive del professor Albert strisciare sui pavimenti in acciaio B-lavorato; l'uomo andava avanti ed indietro controllando provette, carte ed incubatrici.

“Professore”

 

L'uomo, un signore di sessant'anni con pancia, gambe lunghe e capelli grigi sulla via della decadenza, alzò gli occhi su di lui “Oh Seokjin eccoti. Sei pronto a partire? Hai portato i campioni?”


“Sì professore ho caricato la nave negli scorsi giorni. Volevo dirle che sono molto onorato di poter far parte di questa sperimentazione e che non la deluderò. Sono sicuro che otterremo i risultati desiderati” Seokjin studiava l'integrazione e la convivenza di piante ed animali terrestri su territori alieni e viceversa, le ricerche accompagnate dal professor Albert non avevano dato i frutti desiderati. Si era scoperto che più della maggior parte dei campioni animali e vegetali alieni prelevati non attecchivano nell'atmosfera terrestre, adesso era arrivata giunto il momento di provare il contrario.

 

“Già sono anch'io molto fiducioso” il professore fu interrotto dal rombo dei motori scissori d'idrogeno dell'astronave. L'energia nucleare era solo un lontano ricordo di un epoca da dimenticare.

Era tempo di partire.

Dalle finestre a quadruplo vetro in quarzo e resina del laboratorio si poteva osservare il porto spaziale farsi sempre più piccolo e le atmosfere, alcune scomparse ed altre rarefatte del atmosfera terrestre, passare come veli di zucchero filato.

Una voce annunciò l'imminente abbandono dell'atmosfera terreste e l'obbligo di sedersi ed allacciarsi alle tecnologiche poltrone distribuite nelle diverse stanze.

 

Il professore e Seokjin osservavano meravigliati la Terra da quell'altitudine.

“Vedi Seokjin non importa quante volte noi facciamo soffrire madre natura, di quante volte la forziamo, la ignoriamo o la distruggiamo. Lei muta per noi amorevolmente, come una donna che sopporta le lamentele e i capricci dei propri figli ma fino ad un certo punto...finché il suo aspetto è talmente distorta da non riuscire più a riconoscere il suo riflesso nello specchio dell'oceano. A quel punto si arrabbia ed alza le mani; provoca carestie, pestilenze solo per ritrovare un suo equilibrio e poi ritorna a noi sorridente, mentre noi stupidi esseri umani siamo flagellati e quasi estinti come animali o piante. Torna da noi per farci notare che qualsiasi cosa succede lei vince e noi perdiamo.

Perché è così che deve andare Seokjin, ci sono equilibri che non possono essere cambiati...o sarebbe meglio dire, che non possono essere decisi da noi. Chissà se anche negli altri pianeti esistono forze della natura sempre alla ricerca di un loro equilibrio...”

Seokjin riflette sulle parole del professore mentre la nave fu scossa per l'ultima volta abbandonando l'atmosfera terrestre e rilasciandosi nell'immenso vuoto dello spazio.

 

~

 

Erano oramai intere settimane che viaggiavano. Non erano approdati su nessun nuovo pianeta anche se un paio di volte se n'era presentata l'occasione, il capitano aveva osservato le mappe magnetiche e aveva scosso il capo. C'era qualcosa che non andava, lo si percepiva nell'aria, i campi magnetici erano mutati in alcune zone segno che era troppo pericoloso cercare di atterrare.

 

“Quale pensi sia la causa?” domandò Seokjin a J-hope mentre si ritrovavano tutti insieme a pranzare in mensa.

Tutti i ragazzi alzarono il capo aspettando una risposta.

 

“Non ne sono sicuro...potrebbe essere stato un buco nero che ha spezzato l'equilibrio magnetico della zona. Non c'è da scherzare con cose simili. Per fortuna siamo vicini alle colonie umane di Marte, da quel che ho capito faremo sosta li”

 

“Marte? Non ci sono mai stato dicono che sia un pianeta stupendo e che ci siano anche i canguri!” esclamò Taehyung portandosi alla bocca il suo panino.

 

Jungkook scoppiò a ridere, quel giorno si era presentato anche lui in mensa, evento inconsueto, visto che raramente lasciava la sua postazione “Ahahahah va che hai sbagliato terra rossa! Quella è l'Australia non Marte!”

Tutti i presenti scoppiarono a ridere, Taehyung compreso, mentre Seokjin si ritrovò a sospirare rassegnato. Sarebbe mai cresciuto? Sperava vivamente di sì.

 

“Ragazzi vado che ho un incontro con il capitano. Dobbiamo discutere su dove poter far tappa. A dopo~” Hoseok si incamminò tutto sorridente verso l'ascensore nel pilone centrale dopo aver riposto il suo vassoio nella macchina della spazzatura.

 

“Vado anch'io. Ho un po' di mal di testa, mi trovate in cabina se avete bisogno di qualcosa e...” Seokjin tolse dalle mani di Taehyung l'ennesimo pacchetto di smartis “Taehyung basta con questo cibo spazzatura ti fa male! Uff...a dopo”

 

“Non è giusto! L'hai rubato così te li puoi mangiare tu!” iniziò a lamentarsi il cugino mentre Jungkook lo salutava con la mano.

 

“Dai Tae non prendertela. Ti va una partita alla play?”

 

Seokjin non sentì la conversazione tra i due maknae, era già in ascensore diretto verso le loro cuccette.

Nei corridoi si girava a gravità zero e questo gli dava non pochi problemi visto la sua scarsa coordinazione in quasi tutto. Ma grazie al cielo riuscì ad arrivare goffamente alla stanza che divideva con il cugino.

Chiuse il pannello alle sue spalle e ripristinò la stessa gravità che c'era sulla Terra. La stanza era piccola ma confortevole con due brandine, una scrivania, un armadio a pannello e il tutto era ancorato saldamente alla nave, per evitare che la mobilia volassero in giro.

Seokjin si sdraiò sul letto esalando un sospiro di sollievo, sulla parete alla sua destra si trovava un piccolo riquadro che gli permetteva di vedere all'esterno, decise di attivarlo godendosi lo spettacolo mozzafiato e spaventoso che era l'universo sconfinato.

Era più nero dell'inchiostro ma graziosamente punteggiato dal bagliore di stelle e pianeti, la via Lattea si allungava al margine del suo campo visivo spargendo un oceano di tonalità pastello. Erano diretti proprio verso di lei, si sarebbero immersi in quella sinfonia di bagliori non appena il campo magnetico esterno sarebbe tornato ai suoi valori naturali.

Potrebbe sembrare che Seokjin abbia tutto, che la sua vita sia perfetta il suo futuro assicurato ma se fai un passo indietro noti un ombra che abbraccia la sua sagoma.

Quell'ombra persistente, quella macchia incancellabile è il suo passato.

Quando Seokjin si ritrova a rammentare la sua infanzia l'unica cosa che riesce a vedere sono delle pillole. Degli innocui sonniferi chiusi in un flaconcino immacolato sul comodino accanto al letto.

Poi sente le urla, l'angoscia di una donna più bella di un angelo...e così vede il flacone volare, le pillole infrangersi al suolo, un abbraccio e una voce dolce come il caramello che lo conforta...e poi più nulla. I ricordi si risvegliano nel sangue, mentre il flacone giace dimenticato in un angolo e una striscia di liquido cremisi disegna un percorso verso un bagno interamente ricoperto di piastrelle verdi. Un buco nero...già il vuoto...ma sopratutto la mancanza.

Mi manca

Una voce lieve quasi un sussurro.

Seokjin riaprì gli occhi e si accorse di essersi addormentato.

Guardò l'orologio “Devo incontrare il professore tra più di un ora...” si ritrovò a pensare ad alta voce, così decide di concentrarsi sulla merendina abilmente sottratto dalla mani del cugino a pranzo.

Inizia a infilarsi uno smartis dopo l'altro in bocca, assaporando il cioccolato e la scarsa qualità dello zucchero colorato. Decise di ripassare un po' e aprì stancamente il suo pesante libro di agronomia.

Pensa Seokjin pensa...ci sta sfuggendo qualcosa. È impossibile che un biosistema fertile come quello terrestre non possa attecchire anche su altri mondi, insomma c'è tutto! Luce, acqua, aria, il suolo, le sostanze minerali...

Un improvviso scossone risvegliò il ragazzo dai suoi pensieri.

Che cosa sta succedendo?

La nave fu strattonata violentemente e un suono stridulo, come di acciaio lacerato, inondò l'aria.

Seokjin balzò in piedi allarmato e rabbrividì.

Doveva capire cosa stava accadendo.

Corse nella sala comandi dopo aver fatto attenzione ad evitare l'equipaggio indaffarato e sul punto di un crollo nervoso.

J-hope era pallido ed il suo sguardo allegro aveva lasciato il posto ad un'espressione preoccupata. Gocce di sudore gli rigavano il volto mentre saltava da una postazione all'altra controllando centinaia di dati.

 

Il capitano, un uomo biondo alto quanto Seokjin, continuava a impartire ordini ai poveri ragazzi addetti alle coordinate “Qui c'è qualcosa che va oltre la nostra comprensione...Hoseok come sono messi i sistemi idraulici?”


“Nulla di grave signore anche se la scissione dell'idrogeno si è arrestata e c'è il rischio che ci lasci immobili in balia dei campi magnetici o di far esplodere l'intero serbatoio. Non capisco cosa stia accadendo, sembra quasi che ci siamo scontrati contro qualcosa...ma fisicamente non c'è nulla”

 

Il professor Albert, saldamente ancorato ad una postazione, controllò la visuale in 3D dell'intera nave e dello spazio circostante. Un ologramma iniziò ad ondeggiare di fronte al suo sguardo attento “Potrebbe essere un meteorite? E se così fosse deve possedere una massa veramente enorme e un atmosfera di ioni e cationi realmente consistente per attirarci in questo modo”

 

Il capitano fece cenno di no con il capo “No professore non si tratta di un meteorite, i radar sono puliti”

 

Un'assistente si voltò verso il professor Albert “Professore, capitano! Ci sono notizie dal Centro Operativo!”

 

“Bene passami Jungkook sullo schermo principale!”

 

Il viso preoccupare del ragazzino comparve sullo schermo, i pannelli alle sue spalle emanavano delle minacciose lucine rosse che si attivavano e spegnevano ad intermittenza come dei folli fari di una macchina “Capitano siamo stati investiti da un potente campo magnetico gamma sconosciuto! Ci sta trascinando via con lui e sembrerebbe che ci stia dirigendo verso un asteroide enorme che i radar non riescono a captare. Ma la cosa più preoccupante è che quest'immenso meteorite pare sia circondato da un atmosfera!”

 

“Cosa?! Un meteorite con un atmosfera?! Sicuro che non sia un pianeta?”


“Negativo signore! Non ha i requisiti di un pianeta e non è neppure segnato sulle aggiornate mappe spaziali”

 

Il capitano iniziò a sentire la situazione sfuggirgli di mano e volse il suo sguardo confuso verso il professor Albert “P-professore?”

 

“Non disperiamo signori. Fatemi controllare i gas di quell'atmosfera...ci sta attirando verso di lei e non abbiamo le forze per contrastarlo. Questo significa che dovremo prepararci ad un atterraggio d'emergenza. Attivate il codice rosso”

Tutti i presenti della sala annuirono, anche Jungkook che attivò il codice rosso acconsentì deciso, prima di scomparire dallo schermo.

Adesso si riusciva a percepire chiaramente la nave venir spinta violentemente verso una massa oscura che un paio di minuti prima non era presente sui radar.

 

J-hope si avvicinò a Seokjin mettendogli una mano sulle spalle, entrambi sembravano aver perso qualche anno di vita “Hyung è codice rosso, sai cosa fare in queste situazione. Metà dell'equipaggio sarà già in panico, in fondo è solo il loro primo viaggio nello spazio, ed è anche il nostro. Ho bisogno che tu mi faccia un favore. Devi andare da loro, fargli indossare le tute pressurizzate e preparare le due scialuppe d'emergenza. Andrei io... è solo che devo vedere se riusciremo a far atterrare la nave con una manovra decente e non farla infrangere al suolo come un cocomero contro un muro”


Seokjin lo guardò per un attimo negli occhi, non era una bella sensazione osservare quel viso allegro così preoccupato, in fondo Hoseok era più piccolo di lui e stava facendo molto più di quello che era in suo potere “Non ti preoccupare J-Hope, ci penso io ai ragazzi. Tu trova un modo per non farci spappolare, sei o no la nostra Speranza?”

 

J-hope sorrise “Speriamo insieme, non ho mai visto il capitato così spaventato ed è meglio che gli altri non lo vedono in questo stato”

Hoseok tornò ai suoi doveri e Seokjin fece lo stesso.

 

Come aveva previsto l'equipaggio era in un completo stato di panico; c'era gente che correva a destra e sinistra senza far nulla di utile e chi tentava di dare una mano veniva spinto o calpestato dalle persone in panico. Per fortuna il personale più anziano aveva già infilato le tute pressurizzate e stava dando una mano agli altri a fare lo stesso.

Seokjin in quella confusione riuscì ad individuare la massa di incolti capelli chiari del cugino.

“Taehyung! Taehyung!!”

 

Il ragazzo si accorse di lui e, spintonando un paio di persone, lo raggiunse.

Anche lui era spaventato “Jin che cosa sta succedendo?! Stiamo per cadere?!”

 

“E dove vuoi cadere scusami?! No comunque non farti prendere dal panico! Effettueremo un' atterraggio d'emergenza su un pianeta o un asteroide sconosciuto...non ho ancora capito bene cosa sia ma voglio che adesso mi ascolti attentamente...Ci sei?”

 

Taehyung annuì con decisione “Certo Hyung, tutto per te!”


Auguriamocelo “Allora infila una tuta pressurizzata e cerca di far fare lo stesso a tutti gli altri. Sii deciso e se qualcuno ti chiede qualcosa dì che stiamo per effettuare un atterraggio pericoloso su un pianeta, ok?” il cugino annuì, la paura stava lasciando il suo sguardo sostituita da un eccitazione che Seokjin non seppe se interpretare per un buon segno o meno “Dopo che hai fatto questo va da Jungkook al Centro Operativo e insieme dirigetevi ad una delle scialuppe di salvataggio, intesi?”

 

“Sì Jin ho capito” ci fu un attimo di silenzio in cui Taehyung sembrò smarrito.

Seokjin si addolcì, in quei momenti si rendeva conto che quel ragazzo era la sua sola famiglia, e nonostante le sue innumerevoli stranezze non l'avrebbe mai abbandonato; così lo strinse in un abbraccio affettuoso.


“Taehyung-ah fai del tuo meglio, ci vediamo dopo”

 

Seokjin non aveva tempo da perdere, si precipitò come un fulmine verso il piano inferiore della nave.

I magazzinieri e i meccanici stavano facendo di tutto per preparare le due scialuppe di salvataggio.

Il portellone corazzato dello spessore di un metro e mezzo emanava degli scricchioli poco rassicuranti a causa della pressione di caduta.

Il ragazzo si avvicinò al capo dei meccanici “Il capitano ordina di disporre al più presto le scialuppe , ci prepareremo ad un atterraggio d'emergenza sul pianeta che ci sta attirando ad esso e a quanto pare c'è forza di gravità!”

 

L'uomo alzò lo sguardo cioccolato su di lui e si grattò la barba informandolo che le scialuppe erano già pronte per l'espulsione.

Ci fu un'altra scossa, che questa volta fece cadere tutti a terra. La nave si inclinò pericolosamente da un lato.

Una voce agli altoparlanti annunciò l'entrata in atmosfera e l'imminente tocco con il suono alieno.

 

Atterraggio previsto tra 15 minuti e 34 secondi, atterraggio previsto tra 15 minuti e 33 secondi, atterraggio previsto tra 15...

 

L'angoscia crebbe smisuratamente e tutti i passeggeri iniziarono a riempire le navicelle di salvataggio.

Seokjin cercò di scorgere il cugino e i suoi amici ma individuò solo il professore.

“Professore! Come sta? Gli altri?!”

 

“Il capitano, il vice-capitano e i vari addetti resteranno sulla nave. C'è il 65% delle probabilità che riescano ad atterrare senza danni consistenti anche se il piano inferiore sarà completamente distrutto. Non ho notizie dal Centro Operativo sembra che stiano sgombrando la zona. Non perdiamo tempo, saliamo sulla scialuppa. Su ragazzo devi ancora indossare la tuta”

Ma Seokjin era perso nei suoi pensieri, non poteva lasciare la nave senza essere certo che suo cugino e Jungkook si trovassero su almeno una delle scialuppe.

 

“Scusi professore inizi a salire, sarò da lei tra un paio di minuti!”

Il professor Albert cercò di fermarlo ma il giovane era già scivolato nella fiumana di persone che venivano dalla direzione opposta.

 

I corridoi erano ormai deserti e la voce robotica degli altoparlanti gli stava lentamente corrodendo l'animo.

 

Atterraggio previsto tra 4 minuti e 55 secondi, atterraggio previsto tra 4 minuti e 54 secondi...

 

Dove possono essere? Non sono in mensa e neanche nelle stanze...eppure gli avevo detto di andare alle scialuppe! Cosa faccio adesso?! Cosa faccio?!! Delle lacrime stavano iniziando a formarsi nei suoi grandi occhi nocciola.

La voce preoccupata di Hoseok lo risvegliò all'improvviso, il suo viso comparve su un monitor alla sua sinistra “Hyung! Che diavolo ci fai ancora in giro?! E senza una tuta per giunta! Sei diventato pazzo!? Stiamo per atterrare e Dio solo sa se ci riusciremo!”

 

“Hai visto Taehyung e Jungkook? Non li trovo da nessuna parte!”

 

“Sì li ho visti due minuti fa, erano sulla scialuppa di salvataggio numero 1 e onestamente pensavo che anche tu fossi con loro. Oh no!! Merda! Le scialuppe sono appena state espulse! Vieni al ponte di comando non c'è altra scelta!! Sbrigati!”

Seokjin esalò un sospiro di sollievo. Erano al sicuro. Almeno loro.

Entrò nella sala comando e tutte le paratie in acciaio stagno iniziarono a sigillarsi intorno a loro. Afferrò una tuta lasciata a terra e sigillò il casco come ormai avevano fatto tutti in quella sala.

 

Si sedette accanto a Hoseok ed allacciò le cinture “Una bella avventura, no?” gli domandò ironicamente l'amico stringendo forte i comandi dell'atterraggio.

 

Il capitano, seduto all'altro capo della sala, fece lo stesso; non erano rimasti in molti sulla nave ormai.

“Sì e non finirà qua” gli rispose rassicurante Seokjin.

Ormai gli scossoni erano incontrollabili ma il capitano e il vice-capitano sembravano mantener ancora un buon controllo del veicolo.

 

“È stato un'onore ragazzi” sussurrò il capitano.

 

E solo in quel momento Seokjin alzò gli occhi sullo schermo accorgendosi del nuovo e sfuocato ambiente che gli aveva attratti su di esso e gli stava sfrecciando accanto.

 

Grigio.

Una sola parola. Un solo colore.

 

Degrado, desolazione.

Questa volta due aspetti.

 

Solitudine.

Una sensazione.

 

E si accorse con orrore di come tutto sembrasse terribilmente umano.

 

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