Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: MarziaNekoChan    11/07/2015    2 recensioni
Doveva essere solo un viaggio spaziale d'apprendimento ma qualcosa andò storto e un gruppo di umani si ritrova a cercare di sopravvivere in un pianeta alieno spaventosamente simile alla Terra abitato da Detron, alieni con innate forze fisiche e un aspetto simile al loro.
/ / /
Si sedette accanto a Hoseok ed allacciò le cinture “Una bella avventura, no?” gli domandò ironicamente l'amico stringendo forte i comandi dell'atterraggio.
“Sì e non finirà qua” gli rispose rassicurante Seokjin.
Ormai gli scossoni erano incontrollabili.
“È stato un'onore ragazzi” sussurrò il capitano.
E solo in quel momento Seokjin alzò gli occhi sullo schermo accorgendosi del nuovo e sfuocato ambiente che gli aveva attratti su di esso.
Grigio.
Una sola parola. Un solo colore.
Degrado, desolazione.
Questa volta due aspetti.
Solitudine.
Una sensazione.
E si accorse con orrore di come tutto sembrasse terribilmente umano.
(Namjin sideVmin/Yoonseok)
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un piccolo bambino cammina avanti e indietro per una grande e colorata cucina. Dalla finestra lasciata socchiusa entra la calda fragranza della campagna d'estate, quando il mais è alto e le libellule volano tra i giunchi degli stagni.

Ha un mestolo in mano e un grembiule rosso, troppo grande, che lo fa apparire terribilmente goffo.

Non poteva essere un peso, doveva aiutare. Doveva pulire e cucinare. Doveva ringraziare.

Non sarebbe stato una seccatura per sua zia.

Non gli avrebbe più voluto bene altrimenti, l'avrebbe cacciato.

Per questo doveva rendersi utile.

Ma la pentola era troppo pesante e finì per infrangersi al suolo spargendo in giro le verdure che aveva appena malamente tagliato.

Il fracasso attirò la donna in cucina.

Seokjin strinse gli occhi spaventato, aveva combinato un altro disastro, aveva dato fastidio...per l'ennesima volta non era stato all'altezza; eppure era tutto il pomeriggio che si esercitava a tagliare verdure, ci aveva provato fino a farsi venire i calli sulle mani ormai ricoperte di cerotti.

Ma contrariamente a quanto si aspettasse la donna non lo sgridò anzi lo guardò preoccupata chiedendogli se si fosse fatto male.

“Piccolo mio non devi fare tutto questo davvero. Può pensare a tutto la zia. Caro non sarai mai un problema sappilo”

 

Gli venne da piangere “Ma io voglio essere utile, voglio dare una mano” non aggiunse Così non mi caccerai via anche se avrebbe tanto voluto farlo.

 

“Allora se vuoi renderti utile la zia ti insegnerà a cucinare, ti piace come idea?”

Il piccolo annuì asciugandosi gli occhi e rimboccandosi le maniche.

Ci sarebbe riuscito, si sarebbe impegnato anche a costo di aver sempre le dita ricoperte di tagli.

 

~

 

“Hyung!! Hyung!!! SEOKJIN!!”

Quelle urla lo risvegliarono.

Sentiva un dolore sordo alla testa, le viscere aggrovigliate, le orecchie tappate e il corpo indolenzito.

Sbattè le palpebre un paio di volte incontrando il viso del suo amico J-hope.

 

“Hoppie cos'è successo?” sussurrò ancora rintontito.

Poi tutto gli tornò in mente; i ricordi di quella landa desolata, dello scontro, delle urla...

“Ce l'abbiamo fatta?! Siamo atterrati?!”

 

Hoseok sembrò abbattuto ma ritrovò un debole sorriso “Sì hyung più che altro ci siamo schiantati...io e il capitano abbiamo fatto di tutto per mantenere la nave nell'assetto corretto ma...come puoi vedere anche tu, la nave è distrutta e...” gli occhi dell'amico si fecero lucidi.

 

“E?”

 

“E abbiamo subito delle perdite” concluse cupamente.

 

Seokjin slacciò le cinture che lo tenevano ancorato al sedile. La sala comandi era sotto sopra, i pannelli in piombo rinforzato non avevano tenuto e, a causa dello scontro frontale con il suolo, si erano lacerati spargendo detriti di vetro, acciaio e cristallo dappertutto.

La nave era inclinata, Jin ci mise un po' ad alzarsi, gli girava la testa.

Lo schermo principale era distrutto e i collegamenti elettrici spezzati spargevano in giro scintille folgoranti; al posto del costosissimo materiale in plasma si intravedeva un cielo completamente scuro.

Seokjin deglutì, quello non era un cielo normale, era lugubre e rifletteva completamente i colori della terra sconosciuta.

J-hope andò ad aiutare gli altri due assistenti sopravvissuti.

“Kale! Jenny! State bene?! Nulla di rotto?” il ragazzo e la ragazza scossero il capo. Anche loro erano solo degli studenti universitari in viaggio d'istruzione. O almeno era quello che avrebbe dovuto essere.

 

“J-hope il capitano...” la voce di Jenny si affievolì lasciando il posto ad un pianto sconnesso.

 

È così Jin si accorse con orrore del corpo senza vita del capitano.

Si aggrappò al sedile per evitare di svenire.

Un detrito di vetro si era conficcato nella trachea dell'uomo togliendogli la vita.

Del sangue scuro grondava ancora dal viso rivolto in avanti e andava a macchiare gli abiti militari e il pavimento dell'imbarcazione.

Il ragazzo scosse il capo ricacciando indietro le lacrime.

No, non gli piaceva la vista del sangue. Gli riportavano alla mente cose che dovevano restare sepolte.

Hoseok prese in mano la situazione si avvicinò ad un armadietto con la scritta Danger, lo forzò prendendone il contenuto.

Erano delle armi. Jin non aveva mai visto un'arma dal vivo prima d'ora.

Le guerre e gli scontri sulla Terra si erano estinte ormai da decenni. Da quando la crisi inquinante aveva decimato la popolazione e sconvolto gli ecosistemi.

Il nuovo mondo era un posto pacifico, la realizzazione di armi di massa si era interrotta e solamente il Centro di Difesa Globale aveva continuato a produrne una piccola parte integrandole con le nuove tecnologie.

Hoseok gli passò una piccola pistola a raggi laser, ma Jin non volle prenderla.

“Hobbie io non...”

 

“Lo so. Neanche a me piace. E non credo di essere in grado di utilizzarla, ma siamo naufragati su un pianeta sconosciuto. Non sappiamo dove sono atterrate le navicelle di salvataggio, non sappiamo se là fuori è vivibile e non sappiamo se siamo gli unici esseri viventi con un cervello da queste parti. E Jin, potremmo scoprire che io e te siamo gli unici sopravvissuti e questo mi spaventa a morte. Quindi prendi questa pistola e cerca di non lasciarmi da solo” Seokjin aveva sempre pensato che Hoseok fosse una roccia, un gigante buono con una pazienza sconfinata ma anche i giganti potevano aver paura.

 

Il maggiore prese la pistola cercando di non dare a vedere quanto fosse a disagio e fece un cenno all'amico “Andiamo J-hope”

 

Aiutati da Kale e Jenny radunarono i corpi dei morti e raccolsero delle borse con delle provviste ed un paio di torce funzionanti ad azoto.

Avrebbero fatto un giro di perlustrazione all'esterno e sarebbero andati alla ricerca dei loro compagni. Il radar portatile avrebbe segnalato la posizione dei veicoli scomparsi.

La nave era in pessime condizioni ma era ancora vivibile quindi pianificavano di trasformarla nel loro campo base.

“È tempo di scoprire cosa c'è qua fuori e...O MIO DIO!! HYUNG! IL TUO CASCO!” Hoseok corse verso di lui mentre Seokjin smarrito e disorientato si toccava il capo.

 

“Cosa?! Che succede?!”

 

“Il tuo casco è rotto!! Hai respirato l'atmosfera esterna per tutto questo tempo!!”

 

“O CAVOLO! C-C-CHE...” Seokjin stava andando in iperventilazione. Era una cosa terribilmente seria e pericolosa, non sapevano se c'era ossigeno su quel nuovo pianeta anche se effettivamente un miscuglio di gas era presente altrimenti non ci sarebbe stata l'atmosfera sulla quale si erano scontrati.

Ma entrare a contatto con l'aria esterna senza accertamenti sulla sua composizione era una scommessa. Il maggiore poteva essere entrato in contatto con malattie, virus, batteri che l'avrebbero potuto uccidere nei modi più atroci nel giro di pochi secondi. C'erano epidemie che ti scorticavano la pelle, che ti mandavano in marcescenza gli organi mentre eri ancora in grado di pensare e cose ben peggiori. O semplicemente gli sarebbe andato in embolia il cervello a causa della mancanza d'ossigeno.

 

“Hyung mantieni la calma!! Inspira ed espira!”


“Ma che inspira ed espira!! Sei pazzo?!!? Se c'è qualcosa nell'aria me lo sono già beccato, merda!”

 

“Ops hai ragione scusa” ad Hoseok sfuggì un mezzo sorriso, Seokjin se ne accorse e gli lanciò un occhiataccia in grado d'incenerire “Hyung se non ci fosse stato ossigeno a quest'ora saresti già morto. Almeno sappiamo che si può respirare e per i controlli batteriologici dovremmo aspettare il responso delle analisi del professor Albert. Quando lo troviamo e se lo troviamo...”

 

Seokjin si rilasso un attimo, l'amico aveva ragione, se non ci fosse stato ossigeno sarebbe già morto. Così si tolse il casco ormai inutile e percepì l'aria più fredda.

Quel nuovo mondo era anche freddo.

I quattro ragazzi scesero dalla nave e si guardarono intorno.

Un unico colore prevaleva in quel luogo: il grigio.

Grigia era la strana terra fatta di un miscuglio di materiali metallurgici sotto i loro piedi. Della stessa consistenza della sabbia quando la facevi scivolare tra le dita soltanto che quella era composta da microscopiche palline di ferro ed emanava lievi sinfonie metalliche ogni volta che la spostavi.

Grigi erano gli edifici distrutti e le macerie intorno a loro.

Grigie erano le carcasse di qualcosa simili ad automobili, antenne e pali della corrente.

Ma il cielo era nero, nero come l'universo e sconvolgentemente al centro di esso c'era una piccola stella luminosa che emanava un sinistro colore argentato. Era forse un surrogato del Sole? O una pessima coppia della luna?

Poteva essere entrambe le cose o niente di tutto quello. Era qualcosa di nuovo.

La forza di gravità era un po' più opprimente di quella sulla Terra ma sopportabile.

Seokjin riusciva a percepire l'aria fredda ed anche una leggera brezza che non riusciva ad identificare da dove provenisse. L'ambiente era secco e si sentiva odore di metallo di pessima lega accompagnato da un retrogusto dolciastro indescrivibile. Quella era la prima volta che sentiva un odore simile e quindi non era in grado di paragonarlo a niente.

Erano completamente persi in quel mondo che non era il loro. E allora come spiegarsi le forme famigliari? Gli edifici e l'immondizia che c'era in giro era chiaramente qualcosa di già visto sulla Terra, erano semplicemente delle brutte e grezze copie corrotte dal tempo.

L'ambiente abbandonato infondeva nei loro cuori solitudine e tristezza, ma anche distacco e inospitalità.

“Di certo non il miglior pianeta su cui perdersi” fece dello spirito J-hope incamminandosi in una direzione che, secondo il radar, era ovest ma poteva essere qualsiasi altro punto cardinale vista la mancanza di un asse terrestre.

 

Dopo una ventina di minuti il radar segnalò la presenza di un velivolo a pochi metri da loro.

Seokjin si guardava continuamente intorno, sentiva di essere spiato dalle finestre di quegli edifici abbandonati e gli era parso di vedere qualcosa simile ad un gigantesco topo gettarsi sotto la carcassa di una di quelle auto-surrogato. Non era mai stato un tipo coraggioso e in assoluto odiava i topi e gli insetti, tutti esseri disgustosi con quelle loro zampette.

La pistola gli iniziava a pesare tra le mani.

“Eccoli!! Sono loro!” esclamò Jenny.

 

Furono subito accolti dai passeggeri della navicella di salvataggio.

Seokjin cercò disperatamente il cugino tra i visi dei sopravvissuti e quando lo incontrò la pressione sulle sue spalle sparì quasi completamente.

Abbracciò Taehyung e Jungkook come se fosse stato il loro vero genitore.

“Jin rischi di soffocarci così! E poi sta attento con quella pistola” disse Jungkook liberandosi dalla stretta di Mamma Orsa.

 

“Ah sì scusate e che ero così preoccupato per voi! Dov'è il professore? Da come si può notare ho avuto dei problemi con il casco”


“È sulla navicella. È da quando siamo arrivati che continua a prendere campioni del nuovo ambiente ed analizzarli. Speriamo abbia scoperto qualcosa! Questo posto è pazzesco, una figata!” esclamò esaltato Taehyung.


“Sembra una mappa di Call of Duty” si aggiunse il compare.

Seokjin sospirò pesantemente e scosse il capo, uno era ancora nel suo periodo adolescenziale e l'altro...l'altro era semplicemente Taehyung.

 

Il professore gli mostrò i risultati delle sue analisi e comunicò a lui e a Hoseok che l'altra navicella si era schiantata contro uno di quegli edifici abbandonati e che non avevano trovato ancora nessuno soppravvissuto.

La notizia gli investì come una secchiata d'acqua gelida.

Contando tutti quelli che erano rimasti non erano più di un gruppo di cinquanta persone.

Cinquanta soppravvisuti su un pianeta di cui non si conoscevano ancora le intenzioni.

“I test sulla qualità dell'aria rivelano un'alta percentuale di particelle volatili ferrose e la presenza inspiegabile di ossigeno, nonostante io non abbia visto neppure un vegetale. Con i pochi mezzi di cui sono a disposizione posso affermare che l'atmosfera è completamente vivibile anche se non sono sicuro dei batteri presenti, ma vista la tua esposizione di quasi quattro ore senza alcun danno posso dedurre che non ci siano malattie fulminee. Sarebbe meglio comunque dirigerci al laboratorio ed effettuare ulteriori analisi, a proposito in che condizioni è?”

 

Hoseok intervenne “Il laboratorio è praticamente intatto, ma non si può dire lo stesso dei magazzini (completamente spazzati via) e del lato frontale della nave. Dovrei parlare con il capo meccanico forse riusciamo a sistemare qualcosa e chissà, andando a cercare materiali in giro, si potrebbe anche rimpicciolirla e metterla in sesto per un eventuale futuro ritorno”

 

“Bene allora è deciso torniamo alla nave”

All'esterno Hoseok si mise d'accordo con il capo meccanico Kurt e il resto dei suoi uomini, mentre fecero la conoscenza con Maila e Neft due soldati addestrati all'eliminazione ed al contrasto di eventuali forze aliene nemiche.

I due soldati erano armati fino ai denti, Maila era più grande e responsabile dell'attacco ravvicinato mentre Neft si occupava della difesa della nave. Facendo un censimento scoprirono che in tutto disponevano di quattro pistole a raggi laser, un fucile da scontri ravvicinati, un cecchino ad infrarossi e una ventina di bombe a mano, costruite con l'ormai passata tecnologia della polvere da sparo.

 

Tornare alla nave non era mai stato rassicurante come in quel momento, ma non c'era tempo per rilassarsi.

Jungkook si precipitò alla sua postazione al Centro Operativo e in un modo o nell'altro ragionava su come far tornare l'elettricità in tutta la nave. Era aiutato dai meccanici che, nonostante l'impaccio delle tute pressurizzate, si muovevano agilmente da un piano all'altro sistemano buchi e fili scoperti.

Il professore si era chiuso nel laboratorio e non ne sarebbe uscito per un bel po di tempo, aveva tanti campioni su cui lavorare e tanti test da portare a termine.

Tutti quelli che non avevano niente da fare di preciso ripulivano gli interni, raccoglievano le provviste e cercavano in ogni modo di ritrasformare l'intera struttura in una base vivibile.

Hoseok insieme ad un gruppetto di ragazzi, tra cui Taehyung e Kale, portarono i corpi dei morti all'esterno e li seppellirono sotto cumuli di quella sabbia ferrosa.

Seokjin cercava in ogni modo di consolare Jenny che aveva perso il fratello imbarcatosi sulla navicella perduta. La donna aveva lunghi capelli rossi e le sue braccia snelle si aggrappavano con tutte le forze che aveva al conforto che Jin poteva darle. Cercò in tutti i modi di trattenersi ma alla fine pianse anche lui. Aveva ragione il cugino a prenderlo in giro per essere sempre così sensibile, ma in quelle situazioni non riusciva a resistere.

Dopo un paio di ore il professore radunò Hoseok, Seokjin, Taehyung e i due soldati professionisti nella sala di comando ripulita.

“Ragazzi miei...so che è difficile, siete solo degli studenti. Ma dovete resistere, tutti noi dobbiamo farlo. Ho buone e cattive notizie. Iniziamo dalle buone: l'atmosfera esterna è vivibile, non capisco ancora da dove provenga l'ossigeno ma è qualcosa di veramente mai visto prima d'ora! È più raffinato e...sappiate solo che ha una composizione diversa ma è comunque riassorbibile e scindibile dal nostro corpo. Non essendoci a prima vista forme di vita di una certa dimensione come piante ed animali così la quantità di batteri (per ora analizzati) è bassissima; questo comporta nessuna malattia. Il fatto è che non essendoci forme di vita, non c'è neppure l'acqua. È questa è la pessima notizia visto che le nostre scorte sono per la maggior parte andate perdute quando i magazzini sono stati spazzati via”

 

Seokjin alzò un sopracciglio dubbioso. Se non c'erano forme di vita com'era possibile che avesse visto quell'enorme ratto poco ore prima?

Scrollò le spalle, evidentemente se l'era solo immaginato. In fondo aveva visto solo un'ombra.

“Non sono sicuro che non ci sia acqua in tutto il pianeta, so solo che non è presente ne nell'aria ne nell'ambiente intorno a noi e per questo che vi voglio mandare fuori a cercarla. Non solo l'acqua è bene che sappiamo dove siamo, cosa ci sia e chi ci sia su questo pianeta. Insomma in tutti i miei anni d'esperienza non avevo mai sentito parlare di un pianeta con queste caratteristiche e sopratutto con così tanti elementi terrestri. Allora come vi organizzerete?”

 

In quel momento Jungkook entrò nella sala, era strano per lui non poter comunicare attraverso i monitor. Adesso doveva farsi avanti e indietro tutte le volte che doveva dire qualcosa.

“Professore siamo riusciti ad arrivare al cuore della nave. I propulsori a scissione d'idrogeno non hanno subito danni anche se le molecole si rifiutano di collaborare, abbiamo bisogno di lei”

 

Il professore annuì “Arrivo” lo sguardo dell'uomo si spostò sui ragazzi nella stanza. Aveva una certa età ma adesso era lui il loro punto di riferimento, era il sopravvissuto con più esperienza “Grazie in anticipo ragazzi. So che svolgerete un lavoro eccellente e ricordatevi... se succede qualcosa tornate indietro. Meglio avervi cauti e vivi che morti ed impulsivi” uscì.

 

Hoseok ruppe la tensioni che si era creata sorridendo e avvicinandosi ai due militari “Allora che si fa? Io voglio andare, Jin Hyung vieni con me?”

 

Si sorrisero “Assolutamente”

 

“Vengo anch'io!” esclamò allegro Taehyung alzando una mano.

 

“No tu no, è pericoloso” lo ammonì il cugino.

 

“Ma perché?!” il minore iniziò a diventare rumoroso e ad emanare i suoi soliti versi incomprensibili.

 

“Hyung anche secondo me dovrebbe venire, ci serve e poi non sarà pericoloso se vengono anche loro” disse Hoseok indicando i due soldati.

 

Malia annuì “Vengo io. Neft rimani a far la guardia alla nave, mi raccomando. Ti ricordi l'allenamento?”

 

“Sì sista. Ricevuto”

 

“Bene allora...” la ragazza prese il cecchino e lo porse a Seokjin, il ragazzo si imbarazzò e scosse il capo.

 

“A dire il vero non riesco a vedere bene da lontano, per cui...”

 

Taehyung le si parò subito davanti desideroso dell'arma, Malia lo guardò come se fosse impazzito “Mi prenderei a schiaffi se permettessi allo stupido biondino qui di maneggiare un cecchino tanto costoso”


“Uffi...”

 

“Ci penso io, dai a me” come al solito J-hope salvò la situazione prendendo lui l'arma a lungo raggio.

Malia imbracciò il fucile e le bombe a mano mentre ai cugini furono date le pistole.

 

“Adesso siamo pronti~” sorrise allegramente J-hope incamminandosi a capo del gruppo nella polvere del nuovo mondo.

 

 

 

Ecco il secondo capitolo. Gli alieni compariranno nel prossimo così come le varie coppie. Sono solo io a pensare  che ci voglia più Namjin in questo mondo?

Saluti e Buona lettura :)

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: MarziaNekoChan