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Autore: HP_dream    11/07/2015    3 recensioni
George e Angelina si danno appuntamento ai Tre Manici di Scopa. Fin qui, sembra una tranquilla serata come tutte le altre.
Ma cosa si inventerà George per rendere quell'incontro unico e indimenticabile?
Dalla storia:
Di solito era sempre lui ad arrivare prima, dato che lei aveva l’impegno delle Holyhead Harpies, giusto per prepararle qualche simpatico, a suo parere, scherzetto alla Weasley. Non poté fare a meno di ridacchiare, quando si ricordò dell’incontro che avevano avuto una settimana prima.
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“E questo ‘qualcosa’ avresti intenzione di dirmi di che si tratta?” disse lei, mentre il rosso si sedeva.
“Mmh, forse...”
“Vorrei ricordarti che siamo fidanzati da ormai tre anni, un minimo di fiducia potresti anche darmela” fece notare Angelina.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angelina Johnson, George Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Angelina/George, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Fuochi magici

Angelina guardò di nuovo l’orologio. Le nove. Si guardò intorno, alla ricerca di una testa rossa, senza successo.
Sbuffando, si sedette ad un tavolo ai Tre Manici di Scopa, dove lei e George avevano fissato l’appuntamento. Di solito era sempre lui ad arrivare prima, dato che lei aveva l’impegno delle Holyhead Harpies, giusto per prepararle qualche simpatico, a suo parere, scherzetto alla Weasley. Non poté fare a meno di ridacchiare, quando si ricordò dell’incontro che avevano avuto una settimana prima.
O meglio, George aveva fatto un nuovo incontro. Era arrivata giusto in tempo per vedere il suo fidanzato scappare  da un’alta ragazza di colore, con folti capelli scuri, che evidentemente aveva visto di spalle, scambiandola per lei. Come aveva raccontato lui in seguito ad Angelina, aveva avuto la brillante idea di rifilarle, complice un’ignara Madama Rosmerta, una Crostatina Canarina. Di certo doveva essersi presa un colpo, vedendosi trasformata  in un canarino particolarmente adorabile. Purtroppo per George, non era stata altrettanto adorabile, quando, a scherzo finito, lui le si era avvicinato ridendo, prima che questa si voltasse e il ragazzo si accorgesse che quella non era Angelina. Fatto sta che George si era trovato un tantino impegnato a fuggire dalla ragazza furibonda, sotto gli occhi di tutti, Angelina compresa. E quest’ultima, dopo una serie di attacchi di grosse risate, era corsa in aiuto di George, spiegando l’equivoco alla ragazza. Angelina era certa che, se non fosse stato per il suo intervento tempestivo, George si sarebbe ritrovato il bersaglio di qualche fattura, nonostante lui insistesse che la vittima del suo scherzo fosse in realtà affascinata da lui.
E come non esserlo, pensò Angelina. Non le piaceva ammetterlo davanti a lui, ma era palese: George era indubbiamente un bel ragazzo. Alto e asciutto, con capelli rossi e lentiggini ovunque, marchio Weasley. Ma era quell’irritante sorrisetto da schiaffi, che a volte ostentava, ad essere l’indiscusso marchio dei gemelli Weasley, anche se era sempre stato Fred quello più malizioso, dei due.
Angelina sospirò, pensando a Fred. Le si stringeva il cuore ogni volta che la mente le portava a galla dei suoi ricordi, e nonostante fossero passati tre anni da quando c’era stata la Battaglia di Hogwarts, erano più vividi che mai. Fred era sempre stato un grande amico per lei, e non averlo più lì con loro aveva lasciato il segno, soprattutto in George. Angelina sapeva che dietro quel sorriso George portava il peso della scomparsa di Fred; dopotutto erano gemelli, e non era certo stato facile per lui poter accettare quella terribile verità, così come per tutti quelli vicini a loro.
A volte però non poteva fare a meno di ridere, ricordando il gemello più narcisista, come lo definiva sempre George: gli aneddoti che lo riguardavano erano tutti intrisi di allegria, e lei, in certo senso, era convinta che Fred volesse essere ricordato proprio così, dai suoi cari.
La vista di una testa rossa la fece tornare al presente, prima di rendersi conto che quello non era George, ma suo fratello Ron.
“Ron?” fece perplessa, chiamandolo. Il ragazzo si voltò nella sua direzione, raggiungendo il suo tavolo; sembrava preoccupato.
“Oh, ciao Angelina” disse lui, sorridendo.
“Sai per caso che fine abbia fatto George? E’ decisamente in ritardo” chiese lei. Ron si grattò distrattamente il capo.
“No, mi dispiace. Non lo vedo fin da quando sono passato dal negozio” rispose desolato. Angelina notò che il suo sguardo saettava molto spesso verso un tavolo lontano, dove era seduta una ragazza che riconobbe per Hermione.
“Ehm, Ron? Sicuro che vada tutto bene?”
“Certo!” rispose lui troppo in fretta. La ragazza gli scoccò uno sguardo eloquente, al quale Ron si trovò costretto a cedere. “No, d’accordo, non va affatto bene! Sono il solito imbranato che rovina sempre tutto” disse sbuffando.
“Che hai combinato stavolta?” chiese lei, invitandolo a sedere con un cenno.
“Beh, ero andato a chiedere un’Acquaviola a Rosmerta, e mi si è avvicinata questa ragazza... sai le tipiche persone che ronzano intorno a qualcuno solo perché è famoso” cominciò Ron. “Si è presentata e ha cominciato a parlare a vanvera di quanto ammiri i mitici Salvatori del Mondo Magico, di quanto mi trovi carino, di come desidera tanto una foto con me...”
“Ron, vai subito al sodo” lo interruppe Angelina, sorridendo. Ron annuì imbarazzato, rendendosi conto del suo racconto fin troppo dettagliato.
“E insomma, Hermione si è arrabbiata! Le ho spiegato che non è colpa mia se quella mi si è avvicinata, ma lei non vuole sentire ragioni... dice che sono un immaturo” concluse il ragazzo. Angelina prese un momento prima di rispondere.
“Ma Ron, le hai detto che quella non contava niente per te?” indagò.
“Sicuro, come potrebbe essere altrimenti?” ribatté Ron interdetto.
“E lo hai dimostrato ad Hermione?” Il ragazzo la guardò per qualche secondo, poi, come colto da un’idea improvvisa, scattò in piedi. “Va da lei, e non combinare altri pasticci” lo congedò Angelina, venendo ricambiata da un sorriso incerto di Ron. Lo seguì con lo sguardo, finché non raggiunse a grandi passi il tavolo di Hermione.
Ridacchiando per il tenero imbarazzo di Ron, tornò a guardare l’ora. Le nove e un quarto era già troppo tardi per i suoi gusti, così ordinò qualcosa da bere. Prese mentalmente nota di dirne quattro a quel ragazzo che si ritrovava come fidanzato, per averla lasciata a trascorrere la serata sola assieme ad una bottiglia di Burrobirra.
Bevve qualche sorso della bevanda calda, pensando a cosa avesse potuto trattenere George. Ma era chiaro che quella serata era iniziata con calma apparente; aveva appena avuto il tempo di bere un altro sorso, che qualcuno le era arrivato alle spalle, facendola sobbalzare. Col risultato di versare la Burrobirra sulla sua elegante maglietta. Nuova.
Appoggiò con calma innaturale quel che restava della bevanda, voltandosi, pronta a fronteggiare George – non poteva essere che lui, chi altro si divertiva ad arrivarle così alle spalle? – guardandolo accigliata.
“Ehi Angelina! Che è quel muso lungo, sorridi!” disse George allegro, esibendo un sorrisetto particolarmente irritante quando ripulì la maglia della ragazza con un colpo di bacchetta.
“Sei in ritardo” fece notare lei, squadrandolo.
“Hai ragione. Il fatto è che avevo bisogno di Lee per... una cosa” spiegò evasivo, ottenendo un’occhiataccia di Angelina.
“E questo ‘qualcosa’ avresti intenzione di dirmi di che si tratta?” disse lei, mentre il rosso si sedeva.
“Mmh, forse...”
“Vorrei ricordarti che siamo fidanzati da ormai tre anni, un minimo di fiducia potresti anche darmela” fece notare Angelina.
“A questo proposito, anche tu potresti fare lo stesso, Angie” rispose pacato George, cercando di bere un sorso dalla Burrobirra della ragazza, venendo prontamente bloccato.
“Come posso fidarmi di un individuo come te? Che prepara loschi scherzi ad ogni appuntamento... e cerca di bere la mia Burrobirra?” aggiunse, quando George allungò di nuovo la mano verso la bottiglia, che lei provvide a far allontanare.
“Questo è duro colpo per me, Johnson” fece il ragazzo teatrale “Credo proprio che mi toccherà lasciarti” Angelina si mise a ridere, dandogli poi un bacio.
“Ehi! Ho appena detto che ci siamo lasciati!” esclamò George, tornando però a baciarla.
“Non mi sembra che ti dispiaccia tanto baciarmi, Weasley...” disse Angelina, guardandolo negli occhi.
“Che ci posso fare, ti amo!” sussurrò lui.
“Mmh, anche io ti amo... forse” disse Angelina, ridendo della sua faccia accigliata. George però fece in fretta a vendicarsi: ora che la fidanzata era distratta, ne approfittò per acchiappare la Burrobirra, svuotandola in poco tempo.
“Accidenti a te, George! Sarà meglio che la paghi tu, dato che ti devo ringraziare per essere riuscita a berne solo un goccio!” sbottò la ragazza, mentre lui se la rideva di gusto, venendo incenerito dal suo sguardo accusatorio.
“D’accordo, Angie, a patto che tu prometta di fidarti di me, per questa volta” disse George, cercando di non ridere ancora. Forse qualcuno sano di mente non avrebbe mai accettato di fidarsi un gemello Weasley, rifletté Angelina. Ma, dato che lo amava soprattutto per il suo essere imprevedibile, non poteva rifiutarsi.
“Va bene, George, promesso. L’importante è che mi farai tornare a casa tutta intera, alla fine” scherzò lei.
“Perfetto. Possiamo andare, allora” disse George, alzandosi per andare a pagare. Angelina lo seguì interdetta.
“Cosa? Non dovevamo restare qui...?” gli chiese, mentre lui si avviava verso l’uscita.
“Fidarsi di me vuol dire non fare domande, Angie” disse George, sorridendo. Angelina sbuffò. Ecco, lo sapeva che non avrebbe mai dovuto fidarsi di un tipo come lui.
Poco prima di uscire, salutarono Ron ed Hermione, immersi in una fitta conversazione, e si avviarono per le strade di Hogsmeade.
“Ronnino Piccino fa progressi!” disse George. Angelina lo guardò male.
“Perché devi sempre commentare quello che fa Ron?”
“Beh, è divertente vederlo nervoso come fosse al primo appuntamento” ridacchiò il ragazzo.
“Sei sempre il solito...piuttosto, dove saremmo diretti precisamente?” chiese lei, appena ebbero sorpassato la Stamberga Strillante.
“Lo scoprirai... sì, qui credo che vada bene” disse George, guardandosi intorno, come per controllare che non ci fosse nessuno in giro. Angelina era sempre più perplessa.
“George, che stiamo...?”
“Afferra il mio braccio” la interruppe. Se prima era perplessa, ora si chiedeva che genere di idee aveva in testa il suo ragazzo.
“Sei sicuro...?”
“Niente domande, ricordi? Su, afferra il mio braccio, Angie” le intimò con una certa impazienza. Angelina si convinse, e si aggrappò a lui. Percepì quasi immediatamente la fastidiosa sensazione della Smaterializzazione, e proprio quando pensava che non ce l’avrebbe fatta ancora per molto, si ritrovò libera di respirare, con il vento fresco che le scompigliava i capelli scuri. Per essere agosto, si stava decisamente bene.
Si guardò intorno: di sicuro non era un posto che conosceva. Si trovavano su una vasta collina ricoperta da erba verdeggiante, ma nessuna traccia di una qualche abitazione. Guardò George inarcando le sopracciglia.
“Beh, siamo arrivati! Bellissimo cielo, non trovi?” se ne uscì lui. Nonostante Angelina cominciasse a nutrire seri dubbi sulla sua sanità mentale, fu completamente d’accordo: il cielo era sereno e completamente punteggiato di stelle, tra cui spiccava la luna. Si sarebbe fermata a guardare quello spettacolo ancora per molto, ma aveva questioni più importanti da risolvere.
“Siamo arrivati? Se intendevi andare nel bel mezzo del nulla, direi che è ok. Di preciso dove dovremmo essere?” chiese Angelina, guardandolo. Sembrava intento a cercare qualcosa.
“In Scozia, penso. Seguimi” rispose lui, prendendola per mano, e iniziando a camminare, guidati dalla luce della bacchetta.
“In Scozia, pensi?” fece la ragazza, guardandolo interrogativa.
“Sì, è stato Lee a suggerirmelo... volevo essere sicuro che non ci fosse nessuno nei paraggi” spiegò, continuando a camminare.
“Perché?” fu la legittima domanda di Angelina.
“Angie, hai promesso di fidarti di me, perciò aspetta e vedrai!” disse lui, ridendo alla vista della sua faccia rabbuiata.
“Mi dovrei fidare di uno che mi porta in un posto sconosciuto? Di notte oltretutto? Sembra quasi tu stia pianificando il mio omicidio” George alzò gli occhi al cielo. Evidentemente era ormai chiaro a lui che Angelina stava dando sfogo a tutta la sua curiosità repressa.
Camminarono ancora per qualche metro, finché non si ritrovarono di fronte ad uno spettacolo alquanto singolare. La luce della bacchetta di George illuminava dei fuochi d’artificio accatastati davanti a loro, sicuramente con qualche straordinario effetto, data la marca dei Tiri Vispi Weasley.
“Fuochi d’artificio Magici?” Angelina ebbe appena tempo di chiedere, perché George scattò in avanti.
“Spero funzionino... fa che funzionino, Fred” lo sentì borbottare la ragazza, mentre questo si preparava ad accenderli con la bacchetta. “Meglio se stai indietro, Angie” aggiunse ad alta voce, facendola arretrare. Lo osservò mentre li accendeva, chiedendosi cosa mai avesse intenzione di fare.
Arretrando a sua volta, George le sorrise, prendendola per mano. Angelina osservò curiosa, mentre i Fuochi si accendevano, salendo veloci in cielo. Sorrise, immaginando già quale fantastico spettacolo avrebbero dato.
Come non detto. Non si era decisamente preparata ad una simile eventualità. Quasi scoppiò in un grido di gioia quando, in mezzo ad un vortice di colori, i Fuochi Magici formarono una scritta. Coprendosi la bocca con una mano, sottolineando la propria incredula felicità, guardò George. Le sembrava più affascinante che mai in quel momento. Lui le sorrise, inginocchiandosi davanti a lei, prendendole l’altra mano con la sua.
“Vuoi sposarmi, Angelina?” disse, ripetendo esattamente le parole formate dalla scritta dei Fuochi. La ragazza era a dir poco senza parole. Fissava George negli occhi, resi luminosi dalla luce dei Fuochi Magici, e sentiva l’adrenalina a mille. Sapeva che avrebbe dovuto dare una risposta, ma quel momento sospeso, con George che la guardava sorridendo, in attesa, voleva che le rimanesse per sempre impresso. Un sogno che si avvera.
Prese coraggio, prima di rispondere. Sentiva la sua voce tremare leggermente per l’emozione.
“Per decidere di passare tutta la vita accanto ad un tipo come te, bisogna essere fuori di testa” cominciò Angelina, consapevole di avere scatenato il dubbio nel suo fidanzato. “Ma si dà il caso che io sia decisamente pazza per dirti che sì, ti voglio sposare, George” Prima di rendersi conto di quel che accadeva, si ritrovò abbracciata a George, che la guardava con amore. Lo baciò intensamente, suggellando per sempre quel momento.
“Ti amo, George” disse poi Angelina, passando una mano tra i suoi capelli rossi, ignorando la mancanza di un orecchio.
“Ti amo anche io, pazza” le sussurrò lui all’orecchio, per poi tornare a baciarla. Angelina ridacchiò.
“Che c’è?” chiese George, guardandola interrogativo.
“Nulla, stavo pensando a prima. Ero davvero convinta che non sarei tornata a casa tutta intera, dopo questa serata!” spiegò ridendo.
“Ora sai che puoi fidarti di me”
“Mmh, vedremo. Credo sia meglio non fidarsi troppo di un gemello Weasley” disse Angelina con un sorrisetto, tornando a guardare i Fuochi Magici, la scritta ancora vivida.
“Li abbiamo progettati io e Fred, quegli effetti. Prima che... beh, prima della Battaglia” disse George dopo un breve silenzio, sospirando. “Avevamo in mente di iniziare a costruirli il prima possibile, ma... li ho portati a termine io qualche giorno fa, con l’aiuto di Lee”
Angelina lo prese per mano, baciandolo su una guancia. Fred aveva lasciato un vuoto incolmabile in tutti loro, ma lei sapeva che in realtà lui non se n’era mai veramente andato.
“Lui è sempre qui con noi, George. Non lo dimenticare” disse la ragazza, guardandolo. George le accarezzò il capo, abbracciandola, quando lei poggiò la testa sulla sua spalla.
Restarono così, in quell’idilliaco silenzio, a contemplare la bellezza del cielo stellato, illuminato dai Fuochi Magici, che ora avevano iniziato uno spettacolo, fatto di stupefacenti girandole colorate.
Angelina era felice, felice come non lo era mai stata. Si sentiva a casa, tra le braccia di George. E sapeva che sarebbe stata al settimo cielo, all’inizio della loro nuova vita insieme.
FINE


Spazio Autrice:

Ciao a tutti!^^
Non credevo assolutamente di ritrovarmi a scrivere così presto, ancora meno credo al fatto che abbia scritto di nuovo su George e Angelina, quando avevo in programma tutt’altro. Diciamo che l’ispirazione è dilagata! Semplicemente mi è venuta questa ideuzza dei Fuochi d’artificio Magici, e il resto si è scritto poi. Non ho notizie di qualche storia che abbia questi stessi avvenimenti, spero che la mia non risulti un’ idea banale.
Come sempre, la mia preoccupazione è l’IC. Ecco perché vi chiedo una qualche recensione, mi fa piacere il vostro parere! Potete tirarmi anche i pomodori, nel peggiore dei casi :P
Poi... ah qualche precisazione: la storia si svolge, come avrete capito, nell’agosto del 2001, dato che nella mia testa Angelina e George si sposeranno l’anno dopo. Ovviamente, ognuno la vede poi come vuole^^ E volevo ricordarvi che come ha detto la Rowling su Pottermore, Ron nei primi anni dopo la Guerra ha iniziato l'addestramento come Auror (per il quale ci vogliono circa tre anni). In seguito ha scelto di lavorare ai Tiri Vispi Weasley con George.
Spero abbiate apprezzato anche la breve apparizione della coppia Ron/Hermione, un’altra a cui tengo molto.
Alla prossima, HP_dream :)
  
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