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Autore: Road_sama    11/07/2015    1 recensioni
DAL TERZO CAPITOLO:
"Possibile che un Vampiro e un Umano potessero provare tali cose l’uno nei confronti dell’altro? Che genere di Destino crudele poteva giocare con le loro vite e i loro sentimenti in quel modo? Si divertiva forse a vedere nascere due metà della stessa sostanza in due fazioni nemiche e costringerli ad incontrarsi?"
//Mini-long/MikaYuu-YuuMika/Medieval!AU//
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Mikaela Hyakuya, Un po' tutti, Yūichirō Hyakuya
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Addii



Mikaela tornò anche il giorno seguente.
Era consapevole del fatto che aveva mentito a Yuuichiro e che continuare a incontrare un umano poteva essere pericoloso sia per lui stesso che  per lui, ma non gli importava. C’era qualcosa negli occhi verdi dell’altro bambino che lo aveva attirato fin da quando li aveva incrociati per la prima volta. Tutti al suo villaggio continuavano a dire che bisogna diffidare degli Umani perché sono esagerati e tracotanti eppure non riusciva a vedere quelle caratteristiche nel suo nuovo amico. Le discordie tra gli Umani e i Vampiri andavano avanti da numerose generazioni prima di lui. Nessuno gli aveva mai spiegato il motivo per cui queste due razze avevano cominciato ad odiarsi arrivando addirittura a stabilirsi in due villaggi lontani gli uni dagli altri. Fin da quando era un bambino era sempre stato educato a disprezzare quella razza infima e a ricercarla soltanto di tanto in tanto quando aveva bisogno di cibarsi. Cibarsi, poi. Lui era ancora troppo piccolo per bere direttamente da un umano, solo quando avrebbe raggiunto i quattordici anni lo avrebbe potuto fare. Fino a quel momento doveva nutrirsi del sangue di Lady Krul, la sua matrigna.
In ogni caso, per lui, gli umani non erano nulla. Perché dover distruggere le loro famiglie al posto che continuare a bere il sangue dei propri genitori vampiri? Perché portare avanti una guerra inutile che vedrebbe soltanto dolorose perdite da entrambe le parti? Una volta lo aveva chiesto alla sua matrigna e lei gli aveva risposto alquanto divertita.

“Grazie al loro sangue possiamo essere immortali.”

La semplicità con cui le aveva risposto lo aveva fatto vacillare. Già, perché vivere una vita mortale quando si potrebbe esistere per sempre? Ma, allo stesso modo, che cosa si potrebbe guadagnare da una vita senza fine? L’immortalità comporterebbe anche un’infinità di dolori, un’infinità di vite spezzate e un’infinità di altre guerre. Forse era proprio per questo che tutti al suo villaggio sembravano non aver emozioni: dopo un po’ ci si fa l’abitudine e non ti tocca più nulla.
E a quel punto si chiese se fosse tanto meglio vivere per sempre ma a metà.
Attraversò la Foresta fino a che non giunse nella sua radura. Non si ricordava nemmeno come ci era arrivato lì, la prima volta. Probabilmente aveva camminato e camminato finché non cominciarono a fargli male i piedi. Anche lui quella volta, come Yuu, stava scappando dalla sua famiglia e dal suo mondo che gli sembrava così freddo e ingiusto. Poi aveva visto quel luogo deserto e si era fermato. Aveva controllato più volte nelle mappe che possedeva a casa, ma di quella radura non c’era neanche l’ombra. L’unica spiegazione plausibile era che ai Vampiri fosse in un qualche modo vietato andarci. Da quel giorno ci era tornato sempre, quando poteva, e passava lì il suo tempo. Osservava i colori accesi di quel posto e guardava la vita degli animaletti che lo circondavano. Quel luogo lo faceva sentire parte di quel mondo, parte di quel cerchio vitale.
Si sedette sulla riva e affondò una mano nell’acqua del piccolo fiume. Una sensazione impercettibile di fresco gli accarezzò la pelle della mano. Serrò gli occhi e attese. Dopo quella che gli sembrò un’eternità una voce lo riportò alla realtà.
-Mika!- il vampiro aprì gli occhi e non appena incrociò quelli verdi dell’altro, qualcosa si sciolse dentro di lui. Per un attimo aveva temuto che lui non sarebbe tornato. Per un attimo aveva dato ascolto a quello che dicevano al suo villaggio e aveva pensato che Yuu si fosse preso gioco di lui. Si alzò in piedi e lo fronteggiò con un mezzo sorriso. Il moro se ne stava davanti a lui con aria affaticata. In spalla portava un grosso zaino mentre dallo sporco sui suoi vestiti sembrava appena uscito da un cumulo di polvere. In ogni caso, non gliene chiese il motivo.
-Ciao, Yuu!- gli disse con una nota di agitazione nella voce. Non vedeva l’ora di cominciare il loro allenamento. Non vedeva l’ora di conoscere uno di quegli Umani che nessuno della sua razza aveva avuto il coraggio di avvicinare.
-Bene, ho portato tutto quello che ho trovato.- affermò appoggiando a terra il grosso zaino che atterrò sull’erba con un tonfo. Mikaela lo guardò sorpreso.
-Sei sicuro che sia necessaria tutta quella roba?- chiese osservando all’interno dello zaino. Lui annuì.
-Ho portato delle spade di legno e dei libri di mio padre. Poi ho preso delle bende e degli elmi.- il biondo deglutì ancora più sorpreso perché sembrava aver appena svaligiato un’armeria.
-Forza, non c’è tempo da perdere, cominciamo!- gli disse invitandolo a raggiungere l’altra sponda. Mika esitò. Non era mai andato dall’altra parte, non aveva mai infranto i confini della terra dei Vampiri. Non riuscì nemmeno a formulare un altro pensiero né tantomeno a mettere un piede in acqua che Yuu saltò all’interno del fiume e arrivò sotto di lui. Gli tese la mano e lo invitò a seguirlo dall’altra parte con un sorriso determinato. Il biondo la afferrò e scese in acqua alla sua altezza. Non ci ripensò più due volte e salì sull’altra sponda. A quel punto il moro risalì con lui e afferrò le spade di legno. Gliene lanciò una che Mika prese prontamente al volo.
-Cominciamo!- urlò Yuu euforico un momento prima di lanciarsi contro di lui, ma Mika lo fermò con un gesto della mano.
-Che c’è?- chiese scocciato l’umano. Il biondo sospirò divertito.
-Non possiamo combattere senza sapere i fondamentali…prima dobbiamo studiare quei libri o almeno, leggerli.- gli disse cercando di farlo ragionare.
-Non importa, le impareremo combattendo!- cercò di controbattere il moro, ma l’altro sembrava irremovibile.
-Dobbiamo diventare il più forti possibile, quindi dobbiamo saper combattere veramente bene e la pratica non basta.- Yuu sbuffò, poi piantò la spada a terra e si sedette sull’erba a gambe incrociate. Mika si mise alla ricerca di un libro che spiegasse le basi della scherma e non appena lo trovò, cominciò a leggere ad alta voce. Il moro appoggiò la guancia sul palmo della mano e cominciò a guardare da un’altra parte. Lui non era fatto per la teoria, per stare seduto e ascoltare. Lui era uno d’azione e anche se non sapeva bene i fondamentali ce l’avrebbe fatta comunque perché niente lo avrebbe fermato da raggiungere il suo obiettivo. Avrebbe sconfitto i Vampiri a qualunque costo.
-Mi stai ascoltando, Yuu?- gli domandò Mika con un certo disappunto.
-Si! Hai finito, vero? Possiamo combattere ora?- rispose prontamente il moro, saltando in piedi impaziente.
-No! Ho letto solo come si affonda e come si para. Manca ancora mezzo libro!- disse il biondo con rassegnazione. Si passò una mano sulla fronte, poi cominciò ad osservare l’altro bambino dal basso. Non aveva mai conosciuto nessuno con quel carattere, non aveva mai conosciuto qualcuno che non ascoltasse dei “consigli” in quel modo.
-Non importa, dai. Affondo e parata bastano!- disse l’altro afferrando la spada di legno. Mika sorrise divertito e decise di osare, decise di sfidarlo. Non sapeva nulla di scherma e quel poco lo aveva appena imparato, ma come avrebbe potuto fare di meglio Yuu?
-Va bene.- affermò alzandosi in piedi. Riprese la spada di legno e si posizionò di fronte al moro. Yuu ghignò piacevolmente sorpreso e con un urlo si gettò contro il biondo. Mikaela schivò l’affondo del suo amico, spostandosi di lato e affondò la spada sul fianco dell’altro. Era sicuro che l’avrebbe colpito quando, con una velocità di cui non lo credeva capace, Yuuichiro si scansò di lato e riprese le distanze da lui. Era veramente rapido, pensò il vampiro profondamente stupito. Un’altra cosa che gli dicevano i suoi conoscenti era che gli Umani erano deboli, che gli Umani dovevano essere considerati pari a bestiame. Gli avevano sempre detto di non temerli eppure Yuu era tutta un’altra cosa. Lui non era per niente debole, era forte sia nell’animo che nel fisico e non sarebbe stato per niente bello averlo come nemico.
Yuu tornò all’attacco, interrompendo il filo dei suoi pensieri. Fece degli affondi più e più volte e a fatica Mika riuscì a stargli dietro. Fortunatamente, il moro non era instancabile ed esitò un attimo di troppo prima di ritornare alla carica. Mika ne approfittò e lo spinse a terra. Il ragazzo cadde e la spada di legno gli scivolò via di mano.
-Vedi cosa significa non ascoltare i consigli del libro?- disse con finta superbia. Gli tese la mano in segno di amicizia e Yuu la afferrò guardandolo torvo. Fu questione di un attimo perché l’altro lo aveva tirato verso di lui. Mika serrò gli occhi prima di atterrare sopra l’amico che subito lo fece rotolare sull’erba verde. Quando li riaprì si ritrovò gli occhi fieri di Yuuichiro addosso.
-Ho vinto io comunque.- disse con un ghigno a stirargli le labbra.
-Hai barato!- gli urlò addosso il biondo.
-Anche tu mi hai spinto giù!- ribatté con un certo disappunto Yuu. Mikaela lo afferrò per le spalle e invertì le posizioni.
-Ora ho vinto io!- disse con lo stesso sorriso che aveva poco prima l’altro bambino. Ma Yuu non voleva dargliela vinta così fece lo stesso. Cominciarono arrotolare sull’erba per un tempo indecifrabile, fino a che la terra non mancò sotto le loro schiene e finirono in acqua. Quando risalirono in superficie e si guardarono, erano entrambi fradici. Senza nemmeno farlo apposta scoppiarono in una fragorosa risata. Solo in quel momento a Mika venne il terrore che Yuu potesse scoprire la sua vera identità. Erano così vicini che il moro avrebbe potuto vedere quel qualcosa di diverso nei suoi occhi oppure avrebbe potuto vedere le orecchie leggermente a punta o, ancora peggio, i canini appena accennati.
Ma non successe. Non successe quel giorno e nemmeno in quelli seguenti per altri quattro anni. Continuarono a vedersi ogni giorno, anche con la pioggia e con la neve. Si allenarono insieme e, stranamente, ogni volta finivano in parità. Non c’era uno di più forte tra di lui. Non c’era un vincitore né tantomeno un vinto. Quello per Mika bastava a dimostrargli che gli Umani non erano bestiame, ma erano esattamente come loro. Aveva cominciato a credere che tutto quello che gli avevano sempre raccontato e insegnato fossero solo sciocchezze. Lui non ci credeva più e non avrebbe mai bevuto sangue umano. A costo di invecchiare. Non gli importava avere una vita immortale perché ne avrebbe passata una mortale con Yuu. Il tempo trascorse troppo velocemente poiché fu proprio quando lui compì quattordici anni che si rese conto che doveva andarsene dal suo villaggio. Il Rito di Iniziazione per diventare un Vampiro vero e proprio si sarebbe tenuto pochi giorni dopo il suo compleanno e lui non voleva. Fu per questo motivo che in quel giorno nuvoloso cominciò a fare i bagagli. Prese una vecchia sacca e ci ficcò più vestiti possibili, una scorta di cibo e la sua spada di legno. Aveva preso la sua decisione e nessuno lo avrebbe dissuaso: sarebbe partito con Yuu quel pomeriggio. Se ne sarebbero andati lontani da quel mondo e avrebbero trovato una terra che potesse accoglierli senza discriminarli per quello che erano. Sarebbero andati in un luogo in cui gli Umani non erano considerati bestiame e i Vampiri non erano migliori di loro. Tutti erano uguali.
Uscì velocemente di casa e solo in quel momento si accorse che aveva cominciato a piovere. Poco gli importava, niente lo avrebbe fermato, nemmeno un po’ d’acqua. Corse attraverso la Foresta sperando con tutto il cuore che Yuu sarebbe venuto anche quel giorno. Corse come mai aveva corso in tutta la sua vita, rischiando di scivolare sul terreno fangoso più di una volta. Quando la radura si aprì davanti a lui, l’unica cosa che riuscì a vedere fu l’acqua del fiumiciattolo scossa dalle numerose gocce che si abbattevano su di essa e un cielo di un grigio opaco che illuminava quel luogo di un colore cupo e inquietante. Respirò a fondo un paio di volte e aspettò, ma nessuno sembrava arrivare dall’altra parte della riva. Il freddo cominciò a farsi penetrante a causa dei suoi vestiti completamente inzuppati mentre i capelli gli si appiccicavano alla fronte in modo quasi odioso. Chinò il capo verso il basso e cominciò a guardarsi i piedi con ostinazione. Non voleva andarsene senza Yuu, ma allo stesso tempo non poteva andare al villaggio degli Umani perché lo avrebbero riconosciuto e ucciso. Voleva vedere Yuu almeno un’ultima volta prima di partire, davvero non capiva perché non si facesse vivo.
-Ohi, Mika!- una voce familiare gli arrivò alle orecchie come se i suoi desideri si fossero avverati. Alzò la testa e incontrò gli occhi verdi di Yuu ad osservarlo sotto una coltre di capelli neri. Era bagnato da capo a piedi come lui e in mano aveva la sua spada di legno.
-Yuu dobbiamo andarcene, subito.- disse secco il biondo. L’altro parve interdetto per qualche secondo.
-Che vuoi dire?-
-Vieni via con me. Voglio andarmene da questo posto e trovare un luogo in cui non esistano né Vampiri né Umani. Vieni via con me, presto!- il moro vacillò. Mikaela riusciva chiaramente a leggere nei suoi occhi la sorpresa e l’indecisione.
-Fidati di me, Yuu. Anche se non hai nulla da portarti via, ho io l’indispensabile per entrambi. Al resto penseremo poi.- disse con determinazione non interrompendo mai il contatto visivo con l’altro.
-Non si capisce se tu abbia un piano o stia improvvisando...- disse Yuuichiro passandosi una mano sulla fronte, ancora un po’ scettico a quell’idea. Anche se odiava a morte quel posto non sapeva se sarebbe stato in grado di abbandonarlo. In fondo, lui voleva uccidere i Vampiri. Era diventato abbastanza forte da poterlo fare e non avrebbe più lasciato andare un suo familiare. Mika era diventata la sua nuova famiglia e lo avrebbe difeso a qualsiasi costo, quindi davvero non riusciva a capire perché l’altro volesse scappare.
-Ho già pianificato ogni cosa, ma dobbiamo andarcene immediatamente oppure sarà troppo tardi.- le sue parole uscirono quasi in un urlo. Yuu non rispose, ma non abbassò lo sguardo. Vedere Mika così convinto a volersene andare lo aveva turbato. Non si fidava delle loro capacità oppure non si trovava più bene a casa sua? Negli anni gli aveva raccontato che lui viveva in una casa in campagna ed era quasi impossibile che i Vampiri gli facessero un agguato, l’unico prezzo da pagare era starsene lontano dal Villaggio, per questo non lo aveva mai visto e per lo stesso motivo non tornava a casa con lui. Se non si trovava più bene in quella casa di campagna avrebbe potuto trasferirsi al Villaggio oppure a casa sua, non ci sarebbe stato nessun problema.
-F-Finché noi due rimarremo insieme…nulla sarà impossibile.- aggiunse più tardi il biondo distogliendo lo sguardo. Yuu vide un leggero rossore sulle guance dell’altro e capì quanto gli stesse costando dire quelle parole e aspettare che lui si decidesse. Si immerse in acqua e attraversò il piccolo fiume. Si avvicinò a Mika e gli circondò le guance con le mani. Il biondo sussultò sotto al suo tocco e cominciò a scrutarlo con un certo stupore. Yuu appoggiò la fronte contro la sua. Si fidava di Mika, lo aveva sempre fatto e si sarebbe fidato. Se lui diceva che era meglio andarsene, lo avrebbe seguito. Avrebbero potuto combattere i Vampiri anche da un villaggio lontano, anzi sarebbero stati ancora di più al sicuro. In fondo, quello che gli bastava era stare con Mika, la sua vera famiglia. Il biondo alzò le mani verso il suo viso e appoggiò i palmi sulle guance di Yuu. Si lasciò cullare dal calore di quel momento e uno strano desiderio si fece largo in lui.
Tutto accadde nel giro di pochi secondi.
Dalla Foresta uscirono dei Vampiri che si gettarono su di loro. Yuuichiro venne sbalzato via, lontano da Mika e atterrò sull’erba bagnata con un tonfo.
-Yuu!- urlò il biondo mentre un Vampiro lo teneva fermo a terra.
-Pensavi che non sapessimo che venivi qui, Mikaela?- disse Ferid mentre con una calma quasi surreale lo guardava dall’alto. Mika digrignò i denti e cominciò a divincolarsi, ma la presa del Vampiro era troppo forte per lui.
-Scappa Yuu, corri!- urlò il ragazzino fino ad arrivare a farsi male alla gola. Il moro si sollevò e si mise a sedere massaggiandosi la nuca.
-Ora questo umano la pagherà al posto tuo.- continuò imperterrito il vampiro dai capelli argentei, dirigendosi verso Yuuichiro.
-No, Ferid, no. Lascialo stare!- lo supplicò il biondo.
-Mika, conosci i Vampiri?- sussurrò allibito Yuu puntando i suoi occhi contro quelli dell’amico.
-Come? Non te l’ha detto? Lui è un Vampiro.- intervenne ancora Ferid mentre un ghigno sadico si dipingeva sulle sue labbra, scoprendo i canini affilati. Yuu guardò l’altro ragazzino e non vi trovò alcun segno che quel Vampiro stesse mentendo. Mika era un Vampiro. Mika gli aveva mentito. Mika lo aveva tradito. Che senso aveva avuto tutto quello che era successo tra loro? Tutto quello che si erano detti? Erano tutte bugie o c’era ancora qualcosa di vero? O forse era una bugia anche la loro amicizia. Forse era stata una bugia anche quella volta che Mika gli aveva detto che era la sua vera famiglia. Quella consapevolezza lo atterrò con una tal forza da non potergli più permettere di muoversi. Il Vampiro dagli occhi rossi si accucciò alla sua altezza e dopo avergli scoperto il collo cominciò a bere il sangue di Yuu. A quel punto il ragazzino si scosse e cominciò a divincolarsi con forza, ma fu tutto inutile: quel Vampiro era ancora troppo forte.
-No!- urlò mentre una serie incessante di lacrime cominciò a rigare il viso del biondo fondendosi con le goccioline di quella pioggia incessante. Una smorfia di dolore invase il volto dell’umano mentre le sue labbra erano aperte in un urlo muto. La vita gli stava scivolando via dalle dita e non poteva più fare niente. Ma all’improvviso Ferid si staccò da lui e qualcun altro lo prese tra le braccia. Riconobbe la voce di Guren, suo fratello maggiore.
-Se volete la guerra, Vampiri, diamoci una mossa.- disse colui che lo teneva tra le braccia. Ferid si ripulì le labbra con il dorso della mano, poi si guardò intorno. I suoi uomini erano decisamente in inferiorità numerica rispetto agli Umani, l’unica via di fuga era ritirarsi.
-Non voglio spargere il vostro sangue, preferisco  berlo, quindi accettate la nostra ritirata.- Guren annuì digrignando i denti con fastidio.
-La prossima volta tenete lontano quel moccioso dal mio Mikaela. Se non lo fate lo ucciderò e basta.- disse voltando le spalle alla radura.
-E voi fate lo stesso con il vostro piccolo succhia-sangue o la prossima volta non accetterò la ritirata.- asserì Guren rinfoderando la spada. Ferid si caricò in spalla Mika con poca grazia e prima di addentrarsi nella foresta i due amici si guardarono negli occhi un’ultima volta.
Lo aveva conosciuto in un giorno di pioggia e nel medesimo giorno gli diceva addio. Se solo Yuuichiro non fosse venuto in quella radura, si sarebbe risparmiato quell’asfissiante dolore che sentiva nel petto.




Note dell'autriciah:

Hoilà gente! Eccomi tornata con il secondo capitolo. Dunque, ringrazio per le numerose persone che si sono fermate a leggere e per chi ha messo tra le seguite. Vi ricordo che lasciare un commento non fa male ahaha anzi, aumenta la mia autostima.
Detto questo, come avrete visto, questo capitolo è pieno zeppo di citazioni dall'anime. Non so se avete notato ma il discorso che fanno Mika e Yucchan per andarsene dalla radura è lo stesso che fanno verso la fine del primo episodio per fuggire dalla città dei vampiri e poi anche il fatto che sia Mika a proporre di scappare è più o meno una "ripresa". Che dire, finalmente la storia comincia ad assumere una piega interessante. Che cosa succederà adesso? I due si reincontreranno oppure no?
Per scoprirlo vi resta solo che leggere i prossimi capitoli!
Alla prossima,

Road_sama

 
  
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