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Autore: Evans92    12/07/2015    3 recensioni
Alex è un musicista, vive a New York in un appartamento che divide con altri due ragazzi. Le sue giornate sono all'avventura e lui ama la sua vita così: senza regole, senza legami. Fino al giorno in cui conosce Dylan, collega e amico di suo padre.
Nonostante vengano da due mondi opposti e siano profondamente diversi tra loro si creerà un legame, che sconvolgerà tutto quello che credevano di sapere e che insegnerà ad entrambi cosa vuol dire vivere.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Quinto capitolo
 
C'era stato un tempo in cui anch'io ero stato un ragazzino innocente. 
Poi mi ero chiuso nello stanzino delle scope accanto all'aula di chimica con Tyler Brown e avevo scoperto il sesso.
Da quel momento proprio il sesso era diventata una specie di missione per me, ma crescendo avevo anche imparato a tenere a freno l'ormone. 
Fino all'arrivo di Dylan Montgomery nella mia vita. 
Lo avevo baciato, lo avevo lasciato lì come una specie di pesce lesso, e da quel momento avevo ricominciato ad intingere il mio biscotto un po ovunque.
Per non essere volgare, certo.
Insomma.. Non volevo ammettere a me stesso che lo volevo, che ottenerlo sarebbe stata quasi una sfida.. Ma anche se non lo ammettevo sapevo che era così. 
Oh se lo sapevo. 
Quando accompagnai alla porta l'ennesimo sconosciuto di quel periodo trovai ad attendermi gli sguardi di rimprovero di Laura e Ko e la voce sarcastica di Matt
-Sei una donnaccia-
Alzai gli occhi al cielo e poi gli mostrai il medio.
Mi trascinai al frigorifero e Laura rincarò la dose dopo aver schiaffeggiato il fidanzato
-Che ti succede? Sei strano nell'ultimo periodo-
Sono ossessionato da un uomo sposato che mi considera una specie di moccioso da salvare. 
No, non andava bene così.
-Mi va solo di divertirmi, l'ho sempre fatto-
Ko alzò le spalle
-Ieri sera ti ho visto al locale con un ragazzo diverso di quello che è uscito adesso-
-Sempre più donnaccia..- Cantilenò Matt mentre beveva il suo caffè, il singhiozzo di dolore che sentii dopo voleva dire che Laura gli aveva dato un bel calcio da parte mia sotto al tavolo.
-E allora? Non ho fatto nulla di male-
Ko guardò l'amica con un'occhiata carica di sottintesi che mi fecero sbuffare forte, e poi ti dicono la cazzata che per essere autonomo devi andare a vivere da solo! Quelli erano peggio di mia madre.
-Stasera sto buono buono a mangiare caramelle al tavolo con voi ok? Ma solo se mi comprate un giocattolo nuovo-
Laura rise più sollevata
-È una promessa?-
Annuii e malgrado tutto mi sentii felice di sapere che c'era ancora qualcuno disposto a prendersi cura di me. Ed ero molto più felice se a farlo non era un uomo alto con degli spaventosi occhi azzurri e una bocca che.. No! Alex no! 
Scossi la testa e sorrisi
-Si esce stasera?-
Ecco.
Dimentica Alex, e va avanti! 
Sembrava l'orrendo spot di una campagna progresso. 
E invece era solo la mia vita.
 
-Perché stai leccando una busta?-
La voce di Derek mi fece sorridere 
-Per te amore-
Lui arrossì e io risi. Adoravo metterlo a disagio.
-Devo restituire dei soldi a un amico di mio padre, tuo padre mi ha appena pagato, e anche se in minima parte, voglio saldare il debito-
Molto molto in minima parte, ma questi erano dettagli, futili inutili dettagli. Volevo solo che Dylan sapesse che avrebbe riavuto tutti i suoi soldi. Potevo essere una donnaccia ubriacona, ma di certo ero anche un uomo d'onore.
Derek sorrise
-Esiste la colla sai?-
Lo guardai basito e poi scoppiai a ridere
-Ma così poi che gusto c'è?-
Le sue guance avvamparono di nuovo.
Troppo facile.
 
Dopo aver imbucato la lettera io e Derek raggiungemmo gli altri in un bar piuttosto tranquillo, dove a detta di Laura non avrei avuto molte tentazione. Peccato che ultimamente non avevo gusti molto difficili e che entrando in quel posto avevo individuato già due o tre ragazzi interessanti.. 
-Smettila-
Guardai la mia migliore amica spaventato 
-Di fare cosa?-
-Di comportarti da maniaco! Inizi a preoccuparmi e io odio preoccuparmi per cui smettila!-
La guardai accigliato indietreggiando di un passo
-Cosa sei una specie di sensitiva? Come hai..-
-La tua faccia Alex. La tua faccia dice tutto-
Sbuffai e mi sedetti tra Alan e Ko mentre Matt e Chris parlavano tra di loro di non so cosa
-Così non è divertente però-
-Questa sera non ti devi divertire ricordatelo-
-Di cosa state parlando?-
Guardammo Derek contemporaneamente e io ghignai mentre rispondevo allegro
-È solo Laura che ha l'istinto materno fuori controllo! Poverina a una certa età è normale!-
Laura mi arrivò uno scappellotto dietro la testa ma con una risata riuscii a chiudere la conversazione 
-Abbiamo un nuovo ingaggio-
Sorrisi allegro a Chris. Era anche ora, iniziavo a sentirmi leggermente in colpa per aver reso tutti i miei migliori amici disoccupati.. Lui mi guardò severo
-Al Seventeen. Il proprietario è una donna!-
Scoppiai in una fragorosa risata
-Oh be meglio così! Troverò altro-
Alan mi arrivò una gomitata
-Ci esibiamo domani- 
-Non fare casini Alex- 
Mi accigliai voltandomi verso Chris 
-Perché dai per scontato che farò io qualche casino? Mi offendi! Forse questa volta la rivelazione sarai tu!-
-Io?!?-
Alan e Laura risero alle mie parole e io ghignai
-Pensaci Chris potresti anche divertirti, basta solo che ti togli quella scopa che porti perennemente su per il..-
Chris avvampò e Derek ridacchiò mentre la birra gelata del mio chitarrista faceva la conoscenza con i miei capelli
-Ti avverto Alexander. Basta cazzate- Poi si alzò e si allontanò furioso, sorrisi scuotendo i capelli bagnati 
-Ohi ohi anche il nome completo sei nei guai piccolo Alex- 
Mi prese in giro Matt, proprio in quel momento passò un gran bel ragazzo che mi sorrise e io sorrisi tragicamente incassandomi nel mio posto.
Ero decisamente nei guai.
 
Il Seventeen era un bel posto. 
Grande caotico, sempre pieno di persone. Ci andavamo spesso, e sapevo che uno dei due buttafuori non disdegnava affatto le mie attenzioni.
Per cui ero pronto a trascorrere davvero una bella serata. Avrei suonato, bevuto e mi sarei portato a casa un bel ragazzone di un metro e novanta! Dopotutto avevo fatto il bravo per 24 ore (ora più ora meno) ora mi meritavo una bella ricompensa!
Ok, forse aveva ragione Laura a dire che ero un maniaco. Ma ora proprio non volevo pensarci. 
Avevo una maglietta a giro maniche dei Kiss, la mia preferita, il piercing al labbro e i capelli più rossi che mai. Ero pronto. Diedi un tiro alla mia canna e sorrisi a un paio di ragazze che conoscevo di vista poi vidi i miei amici. Urlai per sovrastare la musica
-Credevo mi aveste dato buca-
-Te lo saresti meritato ma era solo Alan che non voleva svegliarsi- 
Chris sbuffò seccato e Alan alzò gli occhi al cielo 
-Ho lavorato tutto il giorno dammi un po di tregua- 
Sorrisi per quel piccolo battibecco. Quei due erano due fratelli separati alla nascita. Mi ricordavano un po me e Matt solo che nessuno di noi due era una lagna come Chris.
-Suvvia Christopher non mettere il broncio! Ora siamo qui e siamo pronti per spiccare di nuovo il decollo verso i Grammy! Sorridi e scalda la tua meravigliosa chitarra che ci serve questa sera!-
Chris scosse la testa con fare di rimprovero, ma lo vidi anche trattenere un sorriso. Feci un occhiolino ad Alan che ridacchiò fra se e se.
Ghignai anch'io. 
Era davvero bella quella famigliarità. 
 
Stavo suonando. Ero completamente concentrato sul basso che avevi tra le mani e sulla voce di Ko. Esistevamo solo noi 4 su quel palco al lato del locale. Non sentivo neanche le urla delle persone che ballavano sotto di noi, un po perché ero fatto un po perché ero esaltato dal rifare una cosa che amavo così tanto, come suonare. Ero libero, ero me stesso. 
Mi sentivo di nuovo un ragazzino innocente.
Solo quando la nostra ennesima canzone finì e ci fu la prima pausa concessi un po d'attenzione al mondo che ci circondava. 
Vidi un paio di bei ragazzi, Laura e Matt che pomiciavano duramente in un angolo, e un uomo che assomigliava spaventosamente a Dylan.
Mi venne da ridere. Ora iniziavo pure ad immaginarmelo in giro. O quella canna era stata un po troppo forte o io ero impazzito del tutto. 
Poi lui sollevò il viso e i suoi occhi azzurri brillarono grazie alle luci artificiali e per un soffio il basso non mi cadde di mano, mentre perdevo tutta la mia voglia di ridere.
Oh porca puttana.
 
-Oh ma stai scherzando?!?-
Dylan era seduto a un tavolino, indossava la camicia bianca e i pantaloni di un completo, probabilmente veniva direttamente dal lavoro, perché aveva un'aria un po stropicciata ma elegante, doveva aver lasciato la cravatta nella Lamborghini. 
Era così fuori luogo da risultare buffo. Mi avrebbe fatto sorridere se non fossi stato così fottutamente furioso di trovarmelo davanti. 
Dylan non si scompose. Sollevò un sopracciglio nero e con la sua voce ruvida mi chiese
-Mi hai baciato e spedito 50$ credevi davvero che avrei lasciato perdere?-
Mi uscì una smorfia e mi passai una mano fra i capelli, guardandomi intorno, poi mi sedetti davanti a lui stanco
-Lo speravo, ma ormai ho capito che sei davvero un rompiballe-
Dylan sorrise increspando quelle labbra che ultimamente mi avevano tenuto sveglio gran parte della notte, poi bevve un lungo sorso di birra e sorrisi sarcastico
-Birra? Non è troppo umile per voi?-
Mi rispose mentre si guardava intorno
-Ogni tanto mi abbasso anch'io-
Ridacchiai per il doppio senso che lessi nelle sue parole e mormorai 
-Se lo dici tu..-
Mi guardò e capì, alzò gli occhi al cielo
-Sei proprio un ragazzino-
-Smettila, non sono tanto più piccolo di te-
-Ho 34 anni. Sei decisamente più piccolo-
Scossi la testa e frustrato mi appoggiai allo schienale della sedia
-Dylan perché sei qui?-
Lui fece scivolare di nuovo il suo sguardo sul locale e poi lo posò su di me, mi parve di vedere un sospiro sfuggirgli dalla bocca, ma ero mezzo fatto e lì dentro c'era una pessima illuminazione così mi convinsi di averlo solo immaginato.
Di certo non potevo essere io il motivo dei sospiri di Dylan Montgomery.
-Sinceramente?- annuii e lui sorrise sempre guardandomi -Non lo so-
Alzai gli occhi al cielo
-Ma che razza di risposte dai? Sei un avvocato porca miseria impegnati un po di più!- 
Lui rise e quel suono mi vibrò addosso nella frazione di un secondo. 
Da quando tempo stavamo parlando? 5 minuti, un anno, una vita intera? Mi era bastata una risata per perdere del tutto la cognizione del tempo. 
-Be sono qui per te- 
Sentii il cuore precipitarmi non so dove e per un attimo mi dimenticai di respirare. Poi mi ricordai che non ero l'eroina di un romanzo di Jane Austen e mi schiarii la gola
-Penso ancora che potresti fare di meglio.. Ma va avanti-
Dylan alzò le spalle con noncuranza come se fosse normalissimo per lui andare in una discoteca in una zona non proprio rispettabile di New York a bere birra all'una di notte, per me. 
Per me. 
Quelle due parole mi scaldarono dentro ma decisi di non pensarci. Dovevo solo ascoltare e non pensare. Punto. 
Semplice. Facile.. Si, come no.
-Mi sono arrivati i tuoi soldi, ho chiesto alla segretaria di cercare un modo per rintracciarti, volevo dirti che puoi ridarmeli quando li avrai tutti.. Non li vorrei, ma so che sarebbe inutile discuterne. Lei mi ha detto che avreste suonato qui, e ho deciso di venire spendermi i tuoi 50$ in birra scadente-
Sollevò la bottiglia di vetro verde verso di me e poi fece un lungo sorso guardandomi, infine storse la bocca e mormorò -Disgustosa- 
Ero piuttosto sconvolto dal fatto che lui avesse fatto tutto quello per rintracciarmi quando gli avevo mandato i soldi, ma riuscii a rimanere impassibile e questo mi rese davvero soddisfatto di me stesso. Altro che moccioso! Ero una statua di cera. 
Lo osservai e poi tranquillo decisi di ridare fiato alla bocca
-E così fai fare i lavori inutili alla segretaria-
Dylan mi guardò sorpreso e poi scoppiò a ridere
-Se vuoi metterla così..-
-La paghi abbastanza?-
-Non può lamentarsi-
-Ah bene-
-È tutto quello che t'interessa? Quanto pago Margot?-
Aggrottai la fronte sconvolto
-Davvero si chiama Margot?!-
-Si ma non cambiare discorso-
Sospirai e questa volta a distogliere lo sguardo fui io
-Che vuoi che ti dica? Che eri uno stalker lo sapevo già, che eri un capo sfruttatore anche, dopotutto sei sempre un amico di Oliver, non sono poi molto sorpreso-
Dylan alzò le sopracciglia in un espressione di puro stupore che mi fece sorridere 
-Ah be.. Ok allora-
-Tua moglie non è preoccupata sapendoti in giro di notte?-
-No, si fida-
La sua risposta rapida e sincera mi arrivò come un piccolo schiaffo, ma accusai il colpo senza darlo a vedere.
-Che carini- 
Dylan ignorò di proposito il mio ultimo commento, e si appoggiò sul tavolo con i gomiti sporgendosi un po verso di me
-Dovremmo parlare del bacio-
Arrossii, ringraziai quelle maledette luci, e raccogliendo tutto il mio coraggio e lo guardai dritto negli occhi
-Ti ho baciato per tenerti alla larga, speravo che ti saresti spaventato e che non ti avrei più avuto tra i piedi. Ma a quanto pare ho fatto male i conti. Sei più rompipalle del previsto-
Dylan si accigliò leggermente poi si allontanò e si rilassò contro la sedia, giocherellando con la bottiglia, vidi la sua fede scintillare e m'incantai ad osservarla, mentre mi volteggiava sotto gli occhi.
-Bene- solo quando Dylan parlò mi decisi a distogliere lo sguardo e a riportarlo su di lui, che sembrava sereno ma in modo un po' artificiale, forse la mia risposta lo aveva lasciato più pensieroso di quanto era disposto ad ammettere -Mi risparmio un bel discorso sul fatto che non sono l'uomo per te e di come il vero amore ti stia aspettando sotto qualche arcobaleno o cose così- 
Sorrise e fu sincero. Mi rilassai e ridacchiai un po in imbarazzo
-Sul serio? Davvero Dylan puoi fare molto molto di meglio-
Alzò le spalle
-Ho avuto poco tempo per pensarci-
Stavo per ribattere quando Chris mi comparve accanto
-Eccoti!! Mi hai fatto preoccupare! Credevo ci avessi abbandonato per il buttafuori! Ti avrei ucciso! Muoviti tocca a noi..- Chris notò Dylan e notò anche che non era il genere di uomo che di solito frequentavamo noi e sorpreso mormorò -Oh.. Salve- 
L'altro gli rispose con un divertito
-Salve- 
Io mi alzai e mi rivolsi a Dylan 
-Puoi andare ora, ti ridarò i soldi e.. Niente, ti ridarò i soldi-
Chris trattenne il fiato e Dylan mi sorrise
-Siete bravi e la birra non fa poi così schifo, credo che resterò un po-
-Perché?- 
Ero stanco. Non poteva lasciarmi in pace e basta?
Dylan mi sorrise. No. Non poteva lasciarmi in pace, perseguitarmi doveva essere una specie di missione per lui. Una vocazione. Altro che avvocato.
Non mi rispose. Sorrise e basta e io irritato mi allontanai, mi passai una mano fra i capelli rossi e mi accesi una sigaretta mentre raccattavo il mio basso. Stavo per salire sul palco quando Chris mi fermò
-Devi dei soldi a quell'uomo?-
-Si.. È una lunga storia ok?- 
Feci per andar via quando lui mi bloccò di nuovo. La mia vita stava diventando decisamente stressante. 
-Non è ok. Alex sii sincero.. È un mafioso?-
Lo guardai confuso e poi via via sempre più stupito. La mente tragica di Chris aveva colpito ancora, e quella volta servì a sciogliermi dalla tensione accumulata per tutto il tempo in cui ero stato con Dylan e a farmi ridere forte di nuovo libero e spensierato, di nuovo sereno e sicuro di me. Mi sentivo confuso solo se avevo "lui" davanti. Mi bastava allontanarmi per riuscire a essere di nuovo Alex.
-No non è un mafioso Chris-
Lui tirò un sospiro di sollievo e poi mi chiese
-Chi è?-
Lo guardai e sorrisi della sua sua curiosità e poi risposi solo -Nessuno- prima di risalire sul palco. 
Ma questa volta non riuscii a dimenticare il mondo che mi circondava.
Questa volta non eravamo in 4.
Questa volta eravamo in due. Solo io e lui. I miei occhi che ogni tanto cercavano i suoi e i miei respiri accaldati che si velocizzavano ogni volta che lo sentivo. 
Lui stava guardando me. Lui era lì per me. 
Era nella mia pelle.
Potevo ignorarlo. Potevo non pensarci. Potevo fingere.
Ma lui c'era già.
 
-Sei fastidioso- 
Dylan sorrise, e abbassò lo sguardo. 
Dopo aver finito di suonare, avevo ignorato tutti i miei amici ed ero tornato da lui, avevo indossato la giacca e preso il pacchetto di sigarette, Dylan mi aveva seguito fuori come se fosse un ovvietà, un gesto naturale che non aveva neanche bisogno di parole. E io avevo sorriso come un ebete mentre mi facevo largo tra la folla seguito dall'uomo più elegante che probabilmente quel posto avrebbe mai visto. Non avevo riconosciuto nemmeno il buttafuori che volevo farmi, c'era solo quell'uomo che in completo scuro sovrastava tutto e tutti. Lo avevo portato in un vicolo simile a quello in cui mi avevano arrestato. Poi ci eravamo accesi una sigaretta a testa e per un po eravamo rimasti in silenzio. E a quel punto io avevo deciso di dover dire qualcosa, perché non sopportavo più quella tensione, quell'imbarazzo, non sopportavo più nemmeno di vederlo fumare. Era troppo. Lui era troppo.
Dopo aver sorriso Dylan fece cadere un po di cenere a terra ed espirò il fumo verso l'alto poi si voltò verso di me
-Non è vero-
Risi nervosamente
-Prego?-
-Tu mi hai chiamato quella notte, tu ora sei qui con me, tu non mi trovi affatto fastidioso-
Arrossii di nuovo, e questa volta, complice uno stupido lampione lo vide, osservò compiaciuto i miei zigomi troppo rosa e un sorriso gli sollevò un angolo della bocca. 
Tirai un calcio a qualche sassolino sulla strada e borbottai
-Attento, il tuo ego si sta gonfiando così tanto che tra poco ci soffocherà-
Lui rise e alzò le spalle
-Non si tratta di ego-
-E di cosa allora?-
-Ci dev'essere per forza qualcosa? Non può essere che mi fa piacere e basta che tu non odi la mia presenza?-
-C'è sempre qualcos'altro-
-Non questa volta- non risposi e lui continuò a fumare finché non disse -Sei bravo.. Tuo padre mi ha sempre detto che perdi tempo suonando il basso, ma vedendoti questa sera non ci credo più.. Lo capirà anche lui prima o poi-
-Non farlo-
-Cosa?- 
Sorrisi. Ora mi era tutto chiaro. Perché era lì, perché era rimasto, perché continuava a riproporsi nella mia vita.
Il motivo ora mi era limpido davanti agli occhi e non ero io. 
Mi aveva detto solo una cazzata e io per un attimo mi ero illuso che fosse davvero così, ma ora capivo quale fosse la realtà. Era così ovvia che mi sentii stupido per non averla vista prima.
-Non provare ad aggiustare i rapporti tra me e mio padre. Sprecheresti energie inutilmente-
Dylan si accigliò
-Non è quello che sto facendo-
-Ah no? Davvero? Non sei qui per fare l'amico spingermi a fidarmi di te e poi a tradimento organizzare un incontro chiarificatore con il grande Oliver? Magari speri pure di riportarmi all'ovile, o addirittura ti ha chiesto lui di fare tutto questo? Magari sono proprio i miei genitori a dirti di scodinzolarmi dietro-
Dylan buttò arrabbiato la sigaretta e sibilò nervoso
-Dio quanto sei paranoico!-
-Paranoico? Io non sono abbastanza paranoico! Ho già subito questo genere di attacco! So cosa aspettarmi!-
-Ma senti come parli? Attacco? Nessuno ti sta attaccando!! O per lo meno non io! Non è una guerra Alex! Non sono qui perché Oliver mi ha detto di venire! Sono qui per te! Che cazzo mi hai baciato! Ero preoccupato! E 50$! Mi sono arrivati 50$ dentro una busta umidiccia! Che cosa dovevo fare?? Ignorarli e basta?? Che cavolo.. l'ultima volta che ti ho visto ti avevano arrestato! Che male c'è ad assicurarsi che stai bene? Non c'entra proprio niente Oliver! L'unico a tirarlo fuori sempre sei tu!-
-Non mi conosci! Non è normale!-
-Tu non sei normale!-
Mi accigliai indietreggiando di un passo
-Senti. Di certo non credo a tutta questa tua generosità-
-Non è generosità. Voglio solo farti capire che il mondo non ti è nemico. Che io potrei essere un amico!-
-Ti ho già detto che questo è impossibile!-
-Questo perché sei un ragazzino ottuso!-
-Solo perché non ti voglio fra i piedi? E tu saresti l'uomo maturo?-
-Decisamente!- 
-Non ti voglio come amico!-
-E allora cosa vuoi? Parla Alex!-
Parlare? Non ne avevo alcuna voglia. Con la mano libera dalla sigaretta lo afferrai per la giacca e lo spinsi contro il muro, non gli diedi il tempo di dire o fare nulla, la mia bocca era già contro la sua.
Questa volta provai a baciarlo con forza, provai a far passare la mia lingua fra le sue labbra ma Dylan rimase inerme a guardarmi ermetico mentre faceva di tutto per farmi capire che non avrebbe risposto al bacio.
Mi allontanai di un centimetro e sorrisi amaramente
-Visto? Non puoi aiutarmi Dylan- 
I suoi occhi azzurri rimasero sospesi nei miei, erano così intensi che mi ritrovai a trattenere il fiato senza neanche volerlo. 
Scioccamente riprovai a baciarlo. Il mio corpo si schiacciò contro il suo mentre lasciavo cadere la cicca a terra e passavo una mano fra i suoi capelli neri trovandoli morbidi. Non mi aspettavo nulla da parte sua. Volevo solo togliermi quella soddisfazione. Ci avevo pensato tanto negli ultimi giorni, troppo. Tanto voleva approfittarne per avere un bel ricordo. 
Chiusi gli occhi e sospirai mentre provavo a decidermi di porre fine a quella stronzata. Ora che mi ero umiliato ben bene cosa avevo ottenuto? 
Stavo per allontanarmi (o almeno stavo pensando di farlo) quando qualcosa all'improvviso cambiò. 
Dylan allungò una mano e mi afferrò il polso della mano che lo stava accarezzando, si piegò verso di me, e  spinse la sua bocca verso la mia, con una specie di rantolo che aveva il suono di un ringhio mi aprì le labbra e cercò la mia lingua, la trovò subito e se ne appropriò mentre io stupito mi lasciavo guidare non capendo più cosa stesse succedendo.. Smarrito risposi al bacio fin troppo timidamente, mentre Dylan continuava a farmi impazzire leccandomi le labbra e mordendomele piano, aveva un sapore forte: di birra e fumo che mi stava letteralmente mandando il sangue alla testa. Era assurdo. Non poteva star succedendo realmente. 
Poi decisi che non m'importava. Reale o meno la sua bocca era lì ed era la cosa più buona che avessi mai assaggiato. Non potevo non approfittarne.. Sapevo che da un momento all'altro mi sarei svegliato e avrei capito che era solo un sogno. Dovevo vivermelo finché potevo.
Mi alzai sulle punte e ripresi il controllo del mio corpo. Fui a spingermi su di lui, a guidare il bacio, a godere della sensazione del suo petto contro il mio.
Fu un bacio indecente.
Non ne avevo dati molti così. Ero più da sesso. Ginocchia e gemiti. Non perdevo tempo con baci e sospiri. Eppure ero lì contro un muro con Dylan a fare miei i suoi sospiri, il suo sapore, e non mi importava di nient'altro. Le sue mani erano sui miei fianchi, stringendoli in modo quasi possessivo, mentre io quasi svenivo per il piacere.
Fu un bacio lungo e forte. Un bacio dolce per certi aspetti. Un bacio che non mi sarei mai aspettato. Un bacio che mi ridiede un po d'innocenza e che me la tolse definitivamente. 
Un bacio che non mi bastava. Scoprii che non era ciò che volevo. Ero davvero un viziato capace solo di fare capricci. Ma cazzo non mi interessava. Non mi bastava.. Stavo per spingermi oltre, senza rimpianti o pensieri, quando Dylan parve rinsavire e mi allontanò di colpo. Mi guardò sconvolto con le labbra rosse e lucide e i capelli spettinati. Provai a dire qualcosa ma per la prima volta ero senza parole. Lui impallidì capendo cosa aveva appena fatto e veloce mi superò e andò via. 
Io avrei voluto seguirlo, ma avevo le gambe troppo molli e il cervello troppo in panne per anche solo pensare di farlo. 
Mi accasciai contro il muro e sollevai il viso verso il punto in cui era sparito, sorrisi con amarezza mentre la realtà si abbatteva contro di me spietata e razionale. 
Alla fine ero riuscito a far scappare anche lui. 
 
N.d.A
Salve! Volevo ringraziare di nuovo tutti e scusarmi per eventuali errori! Rileggo molto prima di pubblicare ma qualcosa mi sfugge sempre e puntualmente me ne accorgo solo dopo! Spero di avere un vostro parere anche sul nuovo capitolo! Alla prossima :)
 
   
 
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