Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Najara    12/07/2015    6 recensioni
Un anno dopo gli avvenimenti che tutti conosciamo ad Arendelle arriva la primavera e con essa le prime navi, ma non tutte portano cose buone. La regina di Arendelle e la principessa Anna si troveranno a dover affrontare nuovi pericoli e temibili nemici ma per Elsa potrebbe essere in arrivo molto di più... ovviamente non mancheranno il tenerone e spensierato Olaf e il timido e burbero Kristoff.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash | Personaggi: Anna, Elsa, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate, grazie mille.

Buona lettura!

 

 

Sesto capitolo: Strani amici

 

Elsa osservò il sole scendere sul mare in un glorioso tramonto, ma l’unica cosa a cui riusciva a pensare era sua sorella. Ora che il momento dell’azione era passato e c’era solo l’attesa non riusciva a non immaginarla in catene in qualche buia cella, senza speranze. Solo una cosa la consolava, che non era sola, Olaf era con lei e le sarebbe stato accanto, ne era sicura.

“Vi piace il mare?” La voce del capitano la fece sobbalzare, “Scusate non volevo spaventarvi”.

“Ero solo pensierosa… e no, non mi piace il mare” Il capitano la guardò con gli occhi sgranati e Elsa non poté fare a meno di sorridere, poi si spiegò “Immagino che per un marinaio sia impossibile pensare che qualcuno non ami il mare ma è il mio caso…” Si interruppe e ridivenne seria “Si è preso i miei genitori, lo odio per questo… so che non dovrei, amo l’acqua e amo il sole che si specchia sul mare… amo il fiordo ma se mi chiedete se amo il mare la mia risposta sarà sempre no” Il capitano la guardava con un sorriso sulle labbra.

“Mi piace la sincerità” Disse solo e poi tornò a guardare il mare e il sole che scompariva.

“Non posso definirmi una persona sincera… ho nascosto il mio segreto per così tanti anni…”

“E’ stata una vostra scelta?” La domanda la lasciò pensierosa alla fine scosse la testa.

“No, mio padre e mia madre hanno pensato che fosse la cosa migliore da fare.” Si sbagliavano ma Elsa li aveva perdonati da tempo, volevano solo il suo bene e non avevano mai smesso di amarla anche quando aveva quasi ucciso Anna.

“La famiglia…” La donna sospirò poi cambiò soggetto, “Vi andrebbe di cenare con me?”

“Certo”

“Anzi in realtà ceneremmo nella vostra camera quindi siete voi a dovermi invitare” Sorrise di nuovo e Elsa si scoprì ad imitarla.

“Bene, capitano, mi fareste l’onore di cenare con me?” La donna rise, poi annuì:

“Sarebbe un piacere”.

 

Kristoff le osservava da lontano con una piccola smorfia sul volto. Non sentiva di cosa parlassero ma era chiaro che era qualcosa di piacevole visto i sorrisi. A lui il capitano continuava a non piacere, ma malgrado avesse chiesto a quasi ogni marinaio nessuno aveva potuto dargli del materiale che gli permettesse di mettere seriamente in guardia Elsa.

Kristoff ceni con noi?” Il ragazzo sobbalzò nel sentirsi chiamare proprio dalla persona a cui stava pensando.

“Credo che starò meglio tra la ciurma” Elsa aggrottò la fronte per un istante notando lo sguardo che passava tra lui e il capitano poi chiese ancora: “Sei sicuro?”

“Sì”. La donna si allontanò con un sorriso dispiaciuto e Kristoff si sentì un po’ stupido per quella presa di posizione però era una testa dura e lo sapeva. Così si mise in un angolo e iniziò a strimpellare con uno strumento che aveva preso in prestito ad un marinaio quel pomeriggio. Gli mancava Anna, il suo sorriso, la sua irruenza e la sua gentilezza e gli mancava anche Sven, aveva dovuto lasciarlo indietro. Prima non si erano mai separati.

“Mi hanno detto che chiedi in giro del capitano” Un marinaio gli si avvicinò con un sorriso e gli si sedette accanto.

“Sì. Perché, sai qualcosa?” Chiese allora Kristoff interessato.

“Non molto, ma posso dirti una cosa strana. Da quando è al comando di questa nave non abbiamo mai fatto rotta ad Arendelle

“E’ al comando da solo un anno, escludendo gli inverni durante il quale le navi non possono risalire il fiordo non è così strano…”

“Lo è se sapeste, come so io, che le sono state offerti lauti guadagni per merci di Arendelle. Guadagni che lei ha rifiutato per rotte dagli introiti scarsi.”

“Eppure eravate ad Arendelle” Ribatté Kristoff.

“Già… ma solo perché è stata forzata, una tempesta ci ha obbligato a cambiare rotta e a rifugiarci nel vostro porto, altrimenti non saremmo mai venuti.” Kristoff inarcò le sopracciglia cercando di trovare un senso a tutto ciò.

“Ma allora perché poi vi siete rimasti e non siete ripartiti subito?” Qui il marinaio sorrise soddisfatto.

“Perché c’è stata la festa di primavera e il capitano ha visto la vostra regina”

“Cosa…?” Kristoff era confuso.

“Avreste dovuto vederla, tutti eravamo con il naso all’insù a guardare i meravigliosi disegni nel cielo e lei fissava solo la vostra regina danzare sulla nave. Non me ne sarei accorto neanche io se non mi avesse colpito passando in fretta per raggiungere il parapetto e vedere più da vicino la donna con cui ora sta cenando.” Kristoff rimase in silenzi a riflettere. Cosa poteva voler significare tutto ciò?

 

“Prima o poi dovranno fermarsi per fare rifornimento, allora riusciremo a fuggire” Anna guardava il risoluto pupazzo di neve davanti a lei mentre lui aspettava una sua risposta.

“Non sappiamo se si fermeranno e questa è una grande nave, forse non attraccheranno neppure, manderanno solo le scialuppe”

“Ma allora potremo nuotare e chiedere aiuto” Anna sorrise, lei avrebbe potuto nuotare ma Olaf no, l’acqua lo avrebbe fatto sciogliere in un baleno.

“Scioglierai se entri nell’acqua, ti ricordi l’estate scorsa? Elsa a dovuto rimetterti insieme, la tua nuvola non basta per quello…”

“Allora andrai tu”

“No, non ti lascio qui”

“Ma…”

“No” Su questo non discuto, o andiamo tutti e due o non va nessuno.” Non aveva più parlato di morire. La terrorizzava l’idea di essere la causa della schiavitù di Elsa, ma non erano ancora a quel punto, quindi doveva solo riflettere e trovare un buon piano.

La botola sopra la sua testa si aprì e un volto ormai famigliare le sorrise. Il secondo del capitano era inspiegabilmente gentile con loro. Malgrado il volto truce e le cicatrici si era dimostrato gentile e premuroso. Ora le tese un libro poi richiuse la botola.

“Aspetta” Lo richiamò lei e la botola si aprì di nuovo.

“Perché lo fai? Perché sei gentile con me?” L’uomo sembrò in imbarazzo poi si strinse nelle spalle.

“Non tutti siamo d’accordo con i metodi del capitano.”

“Allora liberaci!” Chiese Anna speranzosa. L’uomo però scosse la testa.

“Ho ricevuto degli ordini e obbedirò fino alla morte.” Detto questo chiuse la botola lasciandoli soli.

“Almeno ci ho provato”

“Già… che libro è?” chiese subito curioso Olaf.

 

La cena era stata piacevole e il capitano era stato una sorpresa per Elsa. I suoi occhi si illuminavano quando parlava del mare e dei viaggi che aveva fatto, dei paesi che aveva visitato, delle culture e delle meraviglie che aveva scoperto. Per Elsa era sorprendente sapere che aveva visto e viaggiato così tanto.

“E avete visto tutto questo in un solo anno?” La donna sorrise.

“Sì, il mondo ha così tanto ancora da offrire…”

“Cosa facevate prima?” Il sorriso si congelò sulle labbra della donna e Elsa capì che senza volerlo aveva posto una domanda inopportuna. Fu sul punto di cambiare discorso ma la ragazza si riprese e rispose.

“Niente di speciale, abitavo con la mia famiglia”. Elsa non indagò oltre dispiaciuta di aver incrinato il momento sereno di poco prima.

“Eravate già stata ad Arendelle?”

“No” Rispose solo il capitano, poi si alzò da tavola e raggiunse la piccola libreria e ne prese un volume. “Vi parlavo del regno del sole e della feste delle lanterne. Guardate ho un dipinto dell’evento.” Elsa capì che ancora una volta il capitano desiderava cambiare soggetto e malgrado la cosa la rendesse perplessa la assecondò osservando la pagina che la donna le indicava. Poi alzò la mano e senza volerlo sfiorò quella della donna che con una scatto ritrasse la mano. Elsa chiuse a pugno la sua. L’aria si fece gelida nella stanza e non dipendeva dal suo potere.

“Non potrei farvi male neanche se lo volessi.” Disse allora Elsa. Quel scostarsi brusco le aveva fatto male. Il capitano le aveva fatto passare un bel momento, sembrava apprezzarla per quel che era ma in realtà aveva solo paura di lei e quel gesto lo rendeva chiaro.

“No… no… certo…” Elsa si alzò. Si sentiva fredda e sapeva che sul suo volto era scesa l’antico riserbo a cui era abituata.

“Non preoccupatevi. Capisco” La donna scosse la testa ma era chiaro che non sapeva cosa dire. Fu Elsa a parlare ancora. “Se non vi dispiace ora vorrei riposare”

“Certo. Io…” Il capitano chinò la testa e si diresse alla porta, poi prima di uscire si voltò a guardarla. Elsa le girò le spalle impedendole di vedere il dolore che le aveva procurato. Sentì la porta richiudersi e strinse con forza il pugno. Nessuno poteva avvicinarlesi veramente. Lo sapeva, Anna era speciale per questo. Persino Kristoff preferiva non stare in sua compagnia. Era destinata a stare sola.

“Anna” mormorò il nome come un talismano. Era così speciale… l’avrebbe salvata.

  
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