Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: yanderella001    12/07/2015    1 recensioni
"E non gli importava che la gente stesse filmando il loro bacio o che le risatine si sentissero a metri di distanza, perché per una volta erano solo loro due e il resto del mondo scomparve."
One shot AU Jeanmarco
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Hai finito di scrivere quella tesina?- chiese per la sesta volta Jean causando l’occhiataccia che Marco gli rivolse subito dopo…-Sai che non finirò più in fretta se me lo chiedi ogni 5 minuti vero?- rispose il ragazzo con le lentiggini senza riuscire a sostenere lo sguardo arrabbiato nei confronti di Jean. JEAN quanto suonava bene quel nome pensava sempre Marco mentre il ragazzo dai capelli biondo cenere gli parlava, insomma sarebbe stato molto più facile se anziché girarci attorno fosse andato direttamente all’ armadietto di Jean Kirschtein (che detto per inciso si trovava proprio acanto al suo) e gli avesse lasciato un biglietto dove gli confessava il suo amore, ma oh andiamo questa non è una favola e lui non sapeva come Jean avrebbe reagito…erano amici sin da quando in terza elementare Marco regalò la sua barretta di cioccolato a Jean che aveva dimenticato a casa la merenda, e ora che erano al liceo  NON poteva rischiare di rovinare la loro amicizia perché lui era follemente innamorato del suo migliore amico. –Marco porca puttana molla quel computer e fammi copiare i compiti di algebra- disse Jean all’amico con lo sguardo dolce a cui Marco non era in grado di resistere, sbuffando e senza pensarci il moro diede il suo quaderno al bellissimo ragazzo seduto davanti a lui, non ricordandosi di quello che aveva scritto all’interno poche ore prima durante una pallosissima ora di storia della lingua che Marco aveva passato a scrivere la lettera dove confessava il suo amore a Jean e a guardare male il professor Smith che lui sinceramente odiava. Gli occhi di Jean caddero sulla lettera quando voltò pagina per finire di copiare, sapeva che Marco non gli avrebbe mai permesso di leggerla, e allora decise che avrebbe sbirciato e curiosato comunque, in fondo era il suo migliore amico…
Caro Jean
, tu non puoi immaginare la fatica che sto facendo nello scrivere questa lettera mentre quello mi guarda male, non hai idea di quanto ci abbia messo a decidere di scrivere questa lettera non hai idea di quante volte ancora mi sia chiesto se era giusto confessarti quello che sto per dirti… Ho provato a dirmi che tutto questo era sbagliato e ho tentato di convincermi che sarebbe stato l’errore più grande della mia vita se questo avrebbe voluto dire perderti, sei la persona che è stata in grado di darmi tutto l’amore di cui ho avuto bisogno in questi 10 anni mi hai sostenuto ,nonostante tutte le volte in cui avresti potuto benissimo fregartene del sottoscritto, ma non l’hai fatto…la prima volta che ti ho visto fu una sensazione strana che ancora oggi fatico a spiegarmi…ero un bambino di 8 anni che non aveva idea di cosa gli stesse accadendo e in questi anni ho perfezionato quel sentimento e ho capito di cosa si trattava…non è colpa mia…ma ti amo Jean Kirschtein                                                                                                                                                                                                         
                                                                                                                                                                                                              -Marco

Jean rabbrividì nel leggere quelle parole e fu una reazione istintiva lasciar cadere la penna che aveva in mano sul freddo pavimento della biblioteca, rompendo il silenzio che aveva inondato la stanza fino a pochi momenti prima, la sua espressione indicava rabbia, repressa nei più reconditi angoli del suo cuore, come aveva potuto non accorgersene, come era potuto accadere, non ne aveva la più pallida idea, non aveva mai pensato di poter riuscire a vedere Marco come più di un semplice amico. Sbattè la mano contro il tavolo con rabbia lasciando la lettera in bella vista sul tavolo, rivolgendo un occhiata priva di sentimenti e emozioni all’amico seduto di fronte a lui.  Marco sentì un brivido percorrergli la schiena, come se si fosse accorto solo in quel momento del pericolo che era stato lasciare il suo quaderno in mano al suo migliore amico, l’aveva sempre saputo dal momento in cui gli aveva lasciato l’opportunità di copiare, solo non ci aveva fatto caso, era come se il suo cervello avesse voluto scacciare via quel pensiero. Arrossì. –Jean s-scusa io non volev- il biondo non gli lasciò finire la frase che raccolse le sue cose velocemente e uscì dalla biblioteca sotto gli sguardi dei presenti, generalmente a Marco sarebbe importato che l’intera biblioteca si era voltata a guardarli, (cosa che con Jean succedeva spesso) ma non quella volta, per un attimo fu come se il tempo attorno a loro si fosse fermato, lasciandolo da solo davanti a un tavolo vuoto.

                                                                                    ***********

Passavano lentamente i giorni da quando non si parlavano più per entrambi, più di una volta Marco aveva tentano di approcciare Jean con delle semplici domande che magari riguardavano le partite di football o gli orari, ma il biondo l’aveva sempre rifiutato bruscamente dandogli risposte fredde e liquidandolo, non curante di quanto questo ferisse il suo “ex migliore amico”. Una volta preso dalla rabbia raccontò all’intera squadra di football quanto successo, provocando risate e parole di scherno nei confronti di Marco… Quando si vedevano nei corridoi a mala pena si salutavano... –Era evidentemente destino che succedesse- ripeteva Marco, tentando di consolarsi, in continuazione a Sasha una ragazza simpatica che frequentava il suo stesso corso di filosofia,-non avrei voluto che succedesse, io lo amo… e ora l’ho perso- pensava frequentemente Marco nonostante tentasse di sopprimere quei pensieri che l’avevano allontanato da una delle poche persone che contavano per lui, e in tutto questo Jean non capiva perché quel giorno avesse avuto quella reazione, non capiva cosa sentiva, cosa era, cosa provava per quel ragazzo lentigginoso che fino a poche settimane prima era stata la sua ancora… quando suo padre lo picchiava, quando la madre l’aveva sbattuto fuori di casa, quando l’intero mondo sembrava avergli voltato le spalle, tutto il mondo tranne Marco si intende, che in quelle circostanze era stato come un fratello, e allora perché aveva deciso di allontanarlo? Nessuno dei due lo sapeva, ma la cosa certa era che entrambi soffrivano di quella decisione

                                                                                       **************

 
La prima volta che si parlarono di nuovo dopo 7 settimane di silenzi che a Marco erano sembrate un eternità accadde per caso, in fondo al campo da football, Marco a terra: il labbro sanguinante, gli occhi gonfi, piegato in due dal dolore, probabilmente versava in quelle condizioni da almeno 10 minuti. Davanti a lui 4 ragazzi appartenenti alla squadra di football, ridevano nel vederlo in quelle condizioni. –Finocchio- gli urlavano mentre lui piangeva a terra da solo…-dovrei essere il suo migliore amico e non sono lì ad aiutarlo- strinse i pugni e corse, lungo la linea dei 600 metri a perdifiato, il più veloce possibile, fino ad arrivare la e crollare accanto a Marco traendolo a se, asciugando le lacrime che rovinavano il suo bellissimo viso. Marco capì subito che si trattava di Jean e ricominciò a piangere non curandosi degli sguardi dei ragazzi che stavano davanti a lui. Jean continuava ad asciugargli le lacrime, poi un soffice e casto bacio lasciò le labbra di Jean per andarsi a posare sulle fredde e viola labbra di Marco facendolo arrossire… con un gesto cacciò via i suoi compagni di squadra. –Scusa Marco sono stato l’amico peggiore che potesse esistere, ho avuto paura di quella tua lettera perché non riuscivo a capire cosa provavo, insomma mi hai preso così alla sprovvista, ma sono sicuro di una cosa dopo tutto questo Ti Amo Marco Bodt- disse Jean quasi tra le lacrime –e sono sicuro che ti amerò ogni fottuto giorno della mia vita, e poi magari andremo al college e staremo insieme a distanza e io mi farò trovare sotto la tua finestra alle tre di notte, mentre i tuoi compagni di stanza dormono, o magari perderemo la verginità assieme dentro uno sgabuzzino, e poi magari un giorno ci sposeremo e io tornerò da lavoro e ti troverò a mangiare 8 kili di gelato davanti a una soap opera e starò tutta la notte a dirti che ti amo…ma ti prego perdonami- ormai le lacrime cadevano sul volto di Jean bagnandogli la felpa. –Certo che accadrà- disse flebilmente Marco…-anche io ti amo e ti amerò ogni giorno della mia vita- continuò alzandosi e prendendo per mano Jean e sorridendo –Jean Kirschtein vuoi essere ufficialmente mio? – la risposta fu un semplice si accompagnato da un bacio al centro del campo da football, e non gli importava che la gente stesse filmando il loro bacio o che le risatine si sentissero a metri di distanza, perché per una volta erano solo loro due e il resto del mondo scomparve.

 
 
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Oh bene popolo la mia prima fanfiction yeih bene niente di che spero vi sia piaciuta e sappiate cari fan della Jeanmarco che a breve pubblicherò una bella fanfiction smut yeeeee gioite con me
A presto
-Yandy
   
 
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