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Autore: Linda1990    12/07/2015    4 recensioni
"Io sono nata per combattere e la mia casa è il campo da battaglia, il resto sono solo menzogne e distrazioni.
Eppure per un attimo... ho sentito qualcosa." - (Fan fiction post FIN)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Gabrielle, Xena
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Senza voltarsi indietro, l'aedo si fiondò fuori dalla tenda tenendo le orecchie e gli occhi ben aperti, consapevole di essere circondata da guerrieri senza scrupoli.
Sapeva che era questione di attimi prima che Xena lanciasse l'allarme dandole la caccia e per questo, doveva trovare il più velocemente possibile un cavallo per andare via di lì.
"Dove li avranno lasciati?" pensò.
Era arrivata all'accampamento priva di sensi a causa della presa fattale dalla mora, ragion per cui non aveva la minima idea di dove si trovasse, figurarsi di dove tenessero gli animali.
"Pensa Gabrielle, pensa..." si ripeté mentalmente cercando di non farsi prendere dal panico.
Con i sensi tesi al massimo e rimanendo quanto più possibile al riparo dai bagliori dei fuochi accesi per illuminare la notte, oltrepassò alcuni alloggi quando ad un tratto, un rumore non molto lontano attirò la sua attenzione.
Sembrava un nitrito, appena udibile sotto il frusciare del vento.
<< I cavalli! >>
Lei esultò, felice e sollevata per quella scoperta e senza indugiare oltre, seguì quel suono pensando o meglio sperando, che la ruota del fato avesse iniziato a girare a suo favore.
E aveva ragione.
Al di là dell'accampamento infatti, si celava un lago diventato il luogo di approvvigionamento delle bestie.
<< Per tutto gli dei dell'Olimpo, ce l'ho fatta! >> disse gioendo mentre le osservava poco distanti da lei.
Tra tutte però, una attirò la sua attenzione nel momento stesso in cui vi posò lo sguardo sopra.
Un destriero dal corpo dei colori del grano, con coda e criniera bianche come la neve e una macchia sul muso dello stesso colore, si stava abbeverando placidamente al chiaro di luna, godendosi la frescura notturna.
Non poteva crederci, era Argo.
L'amazzone decise di avvicinarsi cautamente, parlandole in modo dolce e pacato per testarne la reazione e se dapprima la giumenta sembrò inquieta a causa della sua presenza, dopo pochi istanti si calmò, riconoscendola e permettendole di accarezzarla.
<< Sei intelligente proprio come tua madre >> le sussurrò sorridendo. << Forse anche più simpatica di lei visto che sembra che io ti piaccia >>
Sua madre.
Sì perchè lei era nata dalla cavalla storica della guerriera di Amphipolis, quella che era stata una fedele compagna di avventura fino alla messa in scena della loro morte atta a salvare Eve dalla furia delle divinità che volevano ucciderla per sventare il loro crepuscolo.
Le due donne avevano pianificato tutto nei minimi dettagli, credendo di aver trovato un modo per proteggere la bambina ma un imprevisto, cambiò il corso degli eventi.
Ares infatti, ignaro dell'inganno e da sempre innamorato della mora, prese i loro corpi apparentemente privi di vita e li rinchiuse in una grotta in due bare di ghiaccio poste una accanto all'altra, credendo così di permettere loro di stare insieme anche nella morte e preservarne la giovinezza per l'eternità.
Apparentemente destinate a rimanere immutate e sospese nel tempo, Xena e Gabrielle si risvegliarono invece grazie a un caso fortuito e quando ciò avvenne, il loro primo pensiero andò alla piccola di cui avevano perso le tracce. Confuse ma decise a trovare delle risposte, le due si diressero nel villaggio più vicino e fu lì che incontrarono Joxer, visibilmente invecchiato e provato dalla vita, che raccontò loro dei 25 anni trascorsi, della scomparsa di Eve e della morte di Argo, avvenuta due lustri prima ma solo dopo aver lasciato un'erede da cui aveva preso il nome e che lui accudì con amore in memoria delle sue amiche.
Ciò che avvenne poi, fu un accavallarsi di sconvolgenti rivelazioni che portarono al ritrovamento della figlia della trace, cresciuta sotto il nome di Livia e divenuta uno spietato comandante romano e alla morte di Joxer.
Il bardo aveva perso il conto delle volte in cui avrebbe voluto strozzarlo con le sue stesse mani ma nonostante ciò, l'uomo era stato un buon amico, non certo utile durante le battaglie visto quanto era imbranato e più propenso a combinare guai che a risolverli ma dotato di un animo buono tanto sacrificare la sua vita per salvare proprio quella della bionda, colei che aveva neppur tanto segretamente amato ma che mai l'aveva ricambiato. Era morto da eroe, proprio come aveva sempre desiderato ed è così che lei lo avrebbe ricordato.
Respingendo quell'ondata di ricordi che rischiavano di farle perdere la concentrazione, la poetessa si asciugò il viso e sellò Argo pronta a fuggire. Nel momento esatto in cui vi salì sopra però, un urlò si propagò in tutta la zona, risvegliando i combattenti che iniziarono ad uscire frettolosamente dalle loro tende.
La warlord si era rialzata ed era più arrabbiata che mai.
<< Su, andiamo!! >>
L'aedo incitò l'animale con dei leggeri colpi sui fianchi e si lanciò alla cieca verso il deserto, preoccupandosi maggiormente di scappare e di porre quanta più distanza possibile tra lei e i nemici che della direzione da prendere ma quando ritenne di essere presumibilmente al sicuro, rallentò il passo cercando di orientarsi con le stelle. Se i suoi calcoli erano esatti, avrebbe dovuto proseguire verso est per raggiungere il Nilo e poi ridiscendere le sue rive fino ad arrivare al regno di re Hanif.
Viaggiò per tutta la notte tra dune di sabbia e spazi sconfinati ma finalmente, alle prime luci dell'alba, intravide ciò che avrebbe rappresentato per lei la salvezza.
<< Gabrielle! >> gridarono le guardie non appena la riconobbero.
L'incredulità e la sorpresa nel rivederla erano chiaramente visibili sui loro volti, probabilmente l'avevano già data per spacciata.
<< Sto bene, non preoccupatevi. Scusate ma ho delle informazioni importanti da riferire ai sovrani >> tagliò corto lei, lasciando Argo alle loro cure per poi correre verso il palazzo reale.
Le notizie in questione non erano altro che il ritorno della Principessa Guerriera e il fatto che fosse proprio lei al comando dell'armata del Maligno.
Inutile dire che apprendere tutto ciò, fu un duro colpo per il faraone e sua moglie Layla che inizialmente avevano invocato proprio il suo intervento per fermare i tumulti di quelle terre; la promessa di trovare una soluzione da parte dell'amazzone però, rassicurò in parte i reali, consci del fatto che ne andava degli interessi di tutti, risolvere la questione.
A loro importava del regno, a Gabrielle della mora.
Loro volevano riportare la pace, lei tornare a casa con Xena.
Motivazioni diverse per un obbiettivo comune.
Quando la bionda infine si congedò, ritirandosi nelle sue stanze, tutte le emozioni che aveva trattenuto fino a quel momento si sciolsero in un pianto.
Era ridotta male, il corpo le doleva terribilmente ma la cosa che più la feriva era il non aver riconosciuto negli occhi della donna quelli di colei che amava.
Era stata una sensazione straziante, lo era ancora ma a tutto c'era un limite, anche alla resistenza del bardo, che finì con addormentarsi stremato.

   
 
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