- Papà! Dove è andata la mamma? – domandò la piccola Lily Luna con la sua vocetta (giustamente) sottile per i suoi cinque anni.
- È andata a fare la spesa. Ti va di giocare con i Lego? – esclamò Harry Potter.
Harry prese da uno scaffale di un mobile un capiente scatolone di cartone molto spesso e lo appoggiò sul tappeto.
Con un leggero sforzo lo rovesciò, rivelando un mucchio di mattoncini di tanti colori e forme diverse.
Harry e la sua bambina giocavano spesso con i Lego insieme. Lei gli chiedeva di costruire qualcosa e lui la accontentava.
- Mi costruisci il castello della principessa, per piacere? – chiese questa volta.
- Certo. – rispose lui sicuro.
Lui non se ne accorse, completamente concentrato nella costruzione del castello.
Dopo un decina di minuti, Harry aveva già finito il suo piccolo capolavoro.
- È bellissimo! – esclamò gioiosa la bambina, gli occhi che sprizzavano meraviglia.
Lily d’un tratto sfoderò un sorrisetto misterioso e si avvicinò all’orecchio del papà.
- Sai perché ti ho fatto costruire il castello della principessa? – gli bisbigliò - Perché io vorrei essere una principessa.
- Ma tu sei una principessa – le sussurrò di rimando lui con gli occhi seri – Te sei la mia principessa.
- Guarda che è vero! – le disse lui fingendosi offeso.
Lui smise, conscio che se continuava sarebbe potuto risultare doloroso e spiacevole per sua figlia.
- Ma se non disfacessimo il castello e lo mettessimo in cucina su una mensola? – propose il padre.
- Cosa facciamo adesso? – chiese con garbo Lily.
- Ti va se prepariamo la cena senza magia, così è più divertente, e risparmiamo lavoro alla mamma?
- Certo, che bella idea, papà!!!
- Vai a chiamare Albus e James, per favore. – chiese lui alla sua bambina.
Salì le scalette che portavano al piano di sopra e, ancora all’ultimo gradino della scala, chiamò:
- Albuuus, Siriuuus! Prepariamo la cena insieme, venite!
Albus, con quella sua figura troppo bassa per i suoi sette anni, le comparve dinnanzi a sé.
- Eccomi, a vostra disposizione! – disse con un tono da slogan pubblicitario.
- Io non vengo, ho da fare!
Intanto il papà aveva tirato fuori la pentola per bollire l’acqua e stava cercando nel frigo il ragù che sua moglie aveva preparato solo il giorno prima.
Lo trovò e lo posizionò sul bancone. Allungò la mano per prendere il pacco di farfalle e lo posizionò sul ripiano della cucina.
Poi, accorgendosi che i bambini erano arrivati si girò e esclamò tutto pimpante:
- Buongiorno, giovani chef! Oggi prepariamo la pasta con il ragù e cinque porzioni di verdura!
- Al, taglia a fettine il pomodoro (attento col coltello!) e grattugia le carote. – poi si girò verso la bambina – Tu invece prepara la tavola e dopo grattugia il formaggio grana. Avete domande?
Lily iniziò foderando con una morbida tovaglia a quadretti rossi il tavolo di legno, poi posizionò le forchette e i coltelli. Il papà, per aiutarla, le passò cinque salviette bianche dall’aria soffice che posizionò accanto alle posate.
Prese quattro bicchieri di vetro dallo scaffale che affiancava il forno e li sistemò sul tavolo.
Infine papà completò il lavoro appoggiando una bottiglia di acqua frizzante ed una brocca di burrobirra.
Poi Harry le passò il grana, il grattugia formaggio e una minuscola terrina.
Si mise a grattugiare il formaggio sopra la terrina perché poi ci si potesse imbiancare la pasta al ragù.
Quando la pasta fu pronta ed ebbero sistemato le porzioni di verdura, le appoggiarono sul tavolo.
Pochi minuti dopo sentirono il campanello trillare, era Ginevra con due enormi buste della spesa.
Quando entrò in casa, fece appena in tempo a pulirsi le scarpe sullo zerbino che il marito e i figli le rubarono le buste, lasciandola interdetta.
In cinque minuti riuscirono a mettere a posto tutti gli articoli cha la mamma aveva comprato, poi presero Ginny (ancora sbigottita) e la sistemarono a capotavola.
Quando la donna si accorse di cosa avevano fatto Harry, Liliy e Al, lei si alzò e gli abbracciò tutti insieme.
Quell’abbraccio sapeva di famiglia, di amore verso il marito e i figli.
- Vi voglio bene, grazie! – disse lei un pelino commossa.
Dopo quella cena, la famiglia diventò ancora più unita.
Risero molto, quella sera, si divertirono, e Harry si ritrovò a pensare che se Voldemort fosse riuscito a ucciderlo nulla di questo sarebbe accaduto.
Alla fine della cena i bambini erano stanchi.
La mamma li portò a letto, diede loro il bacio della buonanotte e tornò in cucina a lavare i piatti.
Ma Lily Luna ancora non riusciva a dormire.
- Papà! – chiamò urlando.
Quando giunse in camera sua la trovò viva e vegeta, e la bambina le fece cenno di prenderla in braccio.
Il papà la accontentò. La bambina si allacciò al suo collo e con dolcezza si abbandonò al petto del padre.
- Papà… - bisbigliò – ma… io sono davvero la tua principessa?
- Certo – le sussurrò con dolcezza – Ti voglio bene, principessa…
- Anch’io papà, tanto… - disse lei non riuscendo a reprimere uno sbadiglio.
- Buonanotte altezza! – le sussurrò, scherzoso.