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Autore: EmilyHerondale    12/07/2015    2 recensioni
Jace e Clary si conoscono sin da piccoli, sono innamorati l'uno dell'altra dalla prima volta che si sono visti, ma non sospettano minimamente che il loro sentimento sia ricambiato, ma un giorno una domanda arriva inaspettata.
Dal primo capitolo:
– Verrò con te solo se mi prometterai che quando saremo più grandi ti allenerai con me- lui sorrise –Va bene Morgenstern, mi allenerò con te- -Promettimelo- lui rise –Va bene, va bene te lo giuro sull’angelo- cosi ridendo, uscirono insieme da casa.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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23- RITORNO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Magnus aveva aperto il portale dai bordi azzurrini che avrebbe riportato ad Idris i cacciatori che occupavano l’istituto di New York.
Jocelyn Morgenstern era ancora incosciente, ma lui sapeva che presto sarebbe stata meglio, anche perché ad Alicante Ragnor lo aspettava per iniziare a lavorare su un incantesimo di guarigione.
Clary, i capelli rossi legati disordinatamente, guardava la barella ostinatamente, solo per non dire che la fissava, gli occhi verdi carichi di preoccupazione, la mano stretta in quella del giovane Jace Herondale che sembrava in pena per lei, le strinse di più la mano, lei si girò, si guardarono ed un secondo dopo si stavano baciando in una maniera molto casta, in quel bacio c’era solo amore.
Magnus non vedeva un amore come il loro da molto ormai. Sospirò e distolse lo sguardo dall’Herondale e dalla Morgenstern, dirigendolo sui due gruppetti che si erano formati.
Will, Jem, Tessa, Cecily e Gabriel erano in disparte e stavano parlottando tra di loro (o meglio Will e Gabriel discutevano, come al solito, e gli altri cercavano di placarli) mentre Anna, Alex, James, Lucie ed Alec, Il suo fiorellino, parlavano con Isabelle ed il finto mondano Stephen…Sheldon…Bah, non si sarebbe mai ricordato il suo nome, inutile anche solo sforzarsi.
In quel momento Magnus decise di interrompere tutte quelle conversazioni e disse –Se permettete, Nephilim, il portale è aperto, Destinazione: Idris-.
Due minuti dopo il cortile dell’Istituto era vuoto, Magnus si guardò intorno, sospirò, infranse anche lui la superficie azzurrina per poi richiudere il portale dietro di sé.
 
 
 
 
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Valentine era alla Guardia, aspettava il ritorno della sua famiglia, delle uniche due donne che amava, vide uscire dalla Guardia solo Clary accompagnata da Jace con stampata in faccia la stessa espressione di chi ha appena partecipato ad un funerale, quell’espressione non gli piacque, prese a correre ed entrò, girò per i corridoi fino a dove sapeva esserci il portale e da lì tutto sembrò procedere a rallentatore, sua moglie era lì, stesa su una barella, i capelli rossi che risaltavano sulla pelle cerea, l’eccessiva magrezza sottolineata dalla tenuta da cacciatrice. Valentine si fermò. In testa un solo pensiero “La Colpa è mia”.
Venne svegliato dalla voce di…William Herondale?
-Valentine- disse quest’ultimo sorridendo incoraggiante –Quanto tempo è che non ci vediamo? È un piacere rivederti, mi dispiace per Jocelyn, Magnus, Tessa ed io ce ne siamo occupati personalmente, si rimetterà- Valentine continuava a non connettere, Will gli schioccò le dita dinanzi alla faccia –Valentine…Ci sei? - -Eh? Si eccomi, grazie William, ringrazia Alexander e James da parte mia per quello che hanno fatto- Will sorrise ancora –Figurati. Vi lascio soli, Nel caso mi trovi a casa di Stephen- e dopo aver scoccato un occhiata a Jocelyn se avviò fuori dall’edificio.
Valentine rivolse l’attenzione sulla moglie, le si avvicinò e sorrise scostandole i capelli dalla fronte –Mi sa che ti dovrò portare alla Basiliade- disse scoccandole un bacio a fior di labbra –E che dovrò fare molte notti in bianco, preparerò molto caffè-.
Un solo pensiero continuava a rivangare nella sua mente: “è colpa mia, Solo colpa mia”.
 
 
 
 
 
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Will prese moglie, parabatai, figli, sorella, nipoti e, si, il cognato e si diresse verso la tenuta della famiglia Herondale e quando Stephen aprì la porta ebbe molte persone da salutare, ma il saluto più sentito fu quello dato al cugino, si abbracciarono come ormai non facevano da anni –Grazie per averli aiutati- Questo valeva più di mille scuse.
-Bene, adesso sistemia nelle camere- -Stephen, io e Gabriel abbiamo deciso di stare dai Lightwood- Stephen tirò un sospiro di finto sollievo –Meno male, non avevo voglia di dormire sul divano o in giardino, magari qualche anatra faceva la sua comparsa- tutti risero –Scherzavo qui c’è posto per tutti, sapete, nel caso in cui i Lightwood dovessero cacciarvi- risero ancora –Beh, grazie Stephen, allora mi sa che saremo da te molto presto- -Sempre a disposizione- Cecily si diresse verso la porta seguita dai suoi tre figli, da Gabriel e da Stephen, quando quest’ultimo aprì la porta si trovò di fronte Clary, con un’espressione da funerale, e Jace che sorrideva rassicurante –Papà, abbiamo bisogno…- Stephen non lo fece neanche finire –Sto per diventare nonno, non è così? Eh? Non posso diventare nonno così presto, sono troppo giovane…CELINE! WILLIAM! Sto per diventare nonno, Will è successo mentre erano da te, è colpa tua, solo colpa tua, tutta colpa tua- -Pa…- -No Jace, non dire niente, sembrerò vecchio- tutti si trattenevano dal ridere mentre Stephen aveva le lacrime agli occhi –Papà, io non sto per diventare padre, tu non stai per diventare nonno, Clary non aspetta nessun fantomatico bambino, il che vuol dire anche che non dovrete organizzarmi il funerale perché Valentine mi avrebbe ammazzato visto che abbiamo quindici e sedici anni, stavo solo per dire che avremmo bisogno di usare la palestra per allenarci- a quel punto Stephen che stava piangendo ancora per “il tragico avvenimento” si ricaricò come una molla e tutte le risate trattenute fino a quel momento furono esternate –Potete usare la palestra quando volete- detto ciò li prese entrambi sotto braccio iniziando a saltellare verso la palestra.
Cecily sorrise, salutò nuovamente Celine ed insieme alla sua famiglia si diresse verso casa Lightwood.
 
 
 
 
 
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Max non vedeva l’ora che i suoi fratelli tornassero e non appena li vide nel cortile corse ad abbracciarli –Alec! Izzy! Siete qui! – disse affannato, tossi e poi sorrise, gli occhi azzurri ingranditi dalla curiosità e dalle lenti degli occhiali, solo dopo si accorse del ragazzo dagli occhi e dai capelli scuri che si trovava dietro i due fratelli maggiori –E lui? Chi è? –Il ragazzo gli si avvicinò e sorridendo gli scompigliò i capelli –Io sono Simon, un…Amico di Izzy ed Alec, e tu chi sei? - -Io sono Max- detto ciò lo prese per mano iniziando a parlare di Idris e di tutte le cose belle che c’erano da vedere lì, Alec li seguì.
Isabelle, in quel momento, sperò che tutto quello potesse non finire mai.
 
 
 
 
 
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Luke si precipitò alla Basiliade non appena la notizia del ricovero di Jocelyn gli arrivò all’orecchio.
Quando entrò nella stanzetta che era stata riservata per la signora Morgenstern, Valentine era lì, fissava sua moglie, Luke si schiarì la gola attirando così la sua attenzione, sembrava stanchissimo.
-Valentine se vuoi riposartici sono io qui- -Luke, è colpa mia—I tuoi sensi di colpa sono ancora acuti come vent’anni fa, non è colpa tua- -Chi ha somministrato il sangue di demone a Jonathan? Certo che è colpa mia, Mea culpa, mea maxima culpa, non riuscivo a far altro che pensare a come rendere migliori gli shadowhunters, ed ho perso un figlio, ed ora rischio di perdere mia moglie, per non parlare di Clarissa che sicuramente farà carte false pur di essere in mezzo alla battaglia- sospirò per poi guardare il suo ex Parabatai –Luke sono il marito, il padre e lo shadowhunter peggiore della storia a partire dalle origini- -Il solo fatto che tu ti senta in colpa fa di te un uomo migliore di quanto tu creda, Jocelyn ti ama, Clary ti vuole bene, troveremo il modo di fermare Jonathan, ora riposati, penso io a lei- disse indicando la rossa –Sicurp? Perché io…- -Dormi- Valentine chiuse gli occhi e cinque minuti dopo il suo respiro si era fatto pensante “Dopo tutto sono ancora il tuo parabatai ed il suo migliore amico, Valentine” pensò Luke.
 
 
 
 
 
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Appena la porta si chiuse dietro di loro, Jace e Clary scoppiarono a ridere, Stephen aveva sproloquiato tutto il tempo sul perché un nipote lo avrebbe fatto apparire più vecchio –Certo che tuo padre a volte è peggio del mio- disse Clary fra le risate –Il tuo mi avrebbe scuoiato vivo se avesse creduto che aspettavi un bambino da me- -Già- -Magari un domani lo diremo prima alle nostre madri che aiuteranno a contenere la reazione isterica di mio padre e quella omicida del tuo- -Si, mi sa che ci converrà proprio fare così- -Scoppiarono a ridere, quando si fermarono Jace disse –Allora, preferisci allenarti o allenarti? – disse con fare malizioso –Come preferisci tu- -Dopo nove anni mi conosci ancora così poco, Clarissa?- detto ciò le sferrò un calcio all’altezza del fianco –Te la sei cercata Herondale- -Preparati a perdere Morgenstern-.
 
 
 
 
 
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Avevano lottato tutto il pomeriggio prima di passare all’allenamento che Jace preferiva davvero, Clary si era da poco svegliata nella camera del ragazzo dopo aver fatto un sogno strano in cui aveva intravisto una runa, quando l’aveva vista, l’aveva sentita potente, come se quella singola runa potesse cambiare e stravolgere tutto.
Si guardò attorno, le divise da cacciatore gettate ovunque, Jace ancora nudo accanto a lei dopo quello che avevano fatto, tutto quel disordine le sembrava innaturale in quella camera che aveva sempre visto un ordine maniacale.
Clary si chinò su Jace lasciandogli un bacio, lui subito si sveglio riportandola sotto di sé –C’è sempre tempo per un secondo round- -Mi sa di no, anche perché ho appuntamento con Izzy, mi deve parlare- Jace sbuffò –Questa me la segno, Morgenstern, non puoi svegliarmi con un bacio, farti vedere completamente nuda e pretendere che io, Jace TantaRoba Herondale, me ne stia qui buono…Mi ci vorrà una doccia gelata, grazie mille- Clary lo baciò –Di nulla- Jace le tirò un cuscino.
 
 
 
 
 
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-Entro domattina dovete essere pronti ad attaccare Alicante, mi raccomando massima precisione nei piani, obbiettivo principale: mia sorella, Clarissa- Jonathan guardava il suo esercito, gli occhi neri come la pece che brillavano al pensiero che di li a poco la città di vetro sarebbe stata sua.
 
 
 
 
 
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Alec si stava dirigendo verso la casa di Ragnor Fell, dove sapeva avrebbe trovato Magnus, aveva un impellente bisogno di parlargli, quando bussò alla porta gli aprì uno stregone dalla pelle verde.
-Emh…Salve, starei…- -Cercando Magnus, Alec so chi sei, accomodati-.
Il moro entro nella casa dello stregone, il cui arredamento era stravagante, certo, ma sicuramente più sobrio dell’arredamento che si sarebbe aspettato da uno stregone e nel complesso non era così male, delle dita lo fecero svegliare dallo stato di trance, si girò vide degli occhi da gatto e dei capelli scuri tenuti da del gel glitterato –Fiorellino, come mai qui?- Magnus sembrava preoccupato –Magnus dovrei parlarti di una cosa- si girò verso Ragnor –ti dispiacerebbe lasciarci soli- -Certo- Fell si diresse nell’altra stanza –Mag, so che sei impegnato con l’incantesimo per Jocelyn, ma…- -Vorresti che facessi qualcosa per Max. Alec annuì con gli occhi chiusi, come se quel pensiero gli facesse male –Peggiora giorno dopo giorno, diventa sempre più debole, vorrei fare qualcosa, io l’ho visto nascere, crescere, fare i primi passi…vorrei vederlo anche andare a caccia, innamorarsi, sposarsi- -Fiorellino, così mi commuovi, farò il possibile, ma anche tu dovrai fare qualcosa per me- -Cosa? - -Dovrai dire di noi ai tuoi- -Lo farò, te lo prometto- -Beh…ora me lo dai un bacio? – Alec arrossì poi sorrise avvicinandosi per baciarlo, quando si staccarono lo stregone disse –Sarà meglio che tu vada anche perché Ragnor mi aspetta, ciao Fiorellino-.
Alec uscì da quella casa sorridendo.
 
 
 
 
 
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-Ti dico che è andata proprio così- Isabelle rise –Lo hai lasciato solo come un pollo, poverino- -Non era solo, c’era una doccia gelata che lo aspettava- -Sei perfida- -Lo so- risero ancora insieme –Izzy come mai mi hai fatto venire qui? - -Io ti devo fare una proposta- -Fammela- -Io…Io vorrei che tu diventassi la mia parabatai, Clary- Clary sorrise –Ed io voglio esserlo, Iz, basta che poi non esca che mia ami- -Assolutamente no, anche perché adesso ho la certezza di essermi innamorata- -Simon? - -Clary…è fantastico, è venuto qui per me, solo per me, passerei con lui giorni interi- sospirò e chiuse gli occhi –Capisco cosa indendi, adesso tu vai e ci parli, non fare il mio stesso errore, eh? –
 
 
 
 
 
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-Imogen è arrivata l’ora accendi la sirena per l’adunata-
 
 
 
 
 
 
ANGOLINO AUTRICE:
Salve, sono Emily e sono in ritardo di un mese sulla pubblicazione, viva.
Ma ho un “alibi” anche credibile direi, sto scrivendo un libro che vorrei presentare ad un’editrice e poi ho scritto questo capitolo non una, non due ma ben sette volte… dico solo che la prima volta avevo ucciso tutta alicante e John regnava incontrastato sul nulla.
Beh, dopo le mie scuse, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e se magari lasciate una recensione non mi offendo.
Baci baci Emily
P.S. Best_Alex hai visto che ce l’ho fatta? ;)
   
 
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