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Autore: ella96    13/07/2015    2 recensioni
Pierre ha già recuperato la memoria grazie a Chocola, nella Foresta Zenzero e Chocola ha acquisito la capacità di purificare i cuori ma non è ancora entrata in azione per salvare Vanilla. E se tutto cambiasse? Qualche dettaglio in più o in meno possono fare la differenza? Vanilla è ancora in cerca di vendetta, Pierre è ancora in conflitto con i suoi due cuori e Chocola è divisa fra il dovere di essere una brava sovrana e il voler salvare tutti.
Dal prologo: « Questo, mia cara Vanilla.. » inizia con tono languido mentre sembra quasi accarezzare l’oggetto. « E’ il cristallo nero di Chocola » annuncia con tono fiero mentre gli occhi azzurri sembrano ghiacciai impenetrabili
Dal cap. 2: «Se la purificatrice si accorgesse di avere in sè quei set... sei cristalli... rischieremmo la vita di Vanilla e... la vostra»
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chocola Meilleure, Pierre Tempête de Neige, Ruby/Blanca, Un po' tutti, Vanilla Mieux
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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There's no hope?

Erano passati mesi ormai dal giorno in cui Pierre aveva invitato Chocola a pranzo e lei, dopo una furiosa discussione con Houx, aveva accettato ugualmente. Voleva solo salvare la sua amica. Bugiarda. Non è vero. Voleva solo vedere solo per un altro istante, solo per un momento, di nuovo il viso di Pierre, Pierre che non guarda più Vanilla ma lei. Era stato un piccolo gesto egoista. Un piccolissimo egoismo che le era costato tutto. E ora rischiava di costarle anche di più.
Erano passati tre mesi. Inizialmente, Houx ignorò l'assenza di Chocola a cena. «Sta facendo l’imbronciata» disse al suo gemello, più preoccupato di lui. Ma Chocola non dormì a casa quella notte. Né quella successiva. E quando si accorsero che qualcosa era successo, qualcosa di grave, era ormai troppo tardi. Era troppo tardi anche per Robin.
Chocola era stata rapita. Ma nessuno sapeva dove fosse. Avevano tentato di penetrare al castello dei Malefici, ma nulla da fare. Non si sentiva l'aurea di Chocola lì dentro. Era stata rapita. Era come se fosse morta. Come se non fosse mai esistita. Non in quel mondo, almeno. E ora, in quella casetta una volta gioiosa grazie agli scherzi della rossa, ai pianti isterici della figlia della Regina, ai due gemelli barbarici e all'eccentrico Robin... ora… ora, beh… ora non c'era più nulla. Solo una ranocchia in attesa perenne della propria padroncina, due fratelli che mangiavano in silenzio senza guardarsi neppure in viso, le visite sporadiche di Robin per controllare la situazione, per sperare che lei fosse tornata… per restare deluso. Tutte le volte. E se ne andava via il più in fretta possibile, senza neppure dire una parola, non voleva che nessuno vedesse il suo tormento, il tormento d’aver fallito a proteggere prima Vanilla e poi la sua Chocola. Nessuno, neppure nel mondo degli umani, aveva più visto Robin: si vociferasse si fosse preso una pausa dal canto a causa di un orribile incidente che aveva danneggiato le sue corde vocali. In realtà, Robin, era solo troppo preoccupato in altre cose per poter pensare a divertire gli umani.

Blanca è di fronte lo specchio incantato, aspetta che quest'ultimo si illumini. Lo aspetta da mesi, ormai, da quando Vanilla ha accettato di diventare la Regina dei Malefici. Ma lei non è ancora Regina. Oh, Regina Candy, lei non è ancora Regina dei Malefici. Non chiuderci le tue porte. Non chiuderci fuori. C'è speranza. Regina mia, c'è speranza per la principessa...
«I tuoi pensieri sono assordanti, Blanca cara» la topolina non stava neppure guardando più lo specchio, teneva gli occhioni chiusi aspettando e pregando in una frase e quando quest'ultima sopraggiunse, dopo così tanto tempo carico di un silenzio incalcolabile, solo un "frirulì" sorpreso uscì dal suo muso da topolina facendo divertire appena la regina, seduta sul trono, con lo scettro in mano e gli occhi pacati, sì, ma stanchi.
«Chocola è sparita, mia regina. E Vanilla, lei...»
«Non posso fare nulla per la pretendente al trono Vanilla, sono solo riuscita a non farla eliminare dalla gara nonostante...» iniziò la regina.
«NON E' SOLO UNA PRETENDENTE AL TRONO!» esclamò arrabbiata la topolina. «E LEI NON E' SOLO LA REGINA DI EXTRAMONDO. LEI E' ANCHE LA MADRE DI VANILLA. E' LA MIGLIORE AMICA DELLA MADRE DI CHOCOLA. DOVREBBE SMETTERLA DI... DI..» scoppiò la piccola topolina, scoppiò a piangere. Mesi e mesi relegata nel castello dei malefici ne avevano distrutto l'apparenza forte e superficiale. «...di essere solo una regina. Una regina fredda e impassibile. E' LEI LA REGINA DEL GHIACCIO! NON VANILLA! LEI PORTERA' ALLA DISTRUZIONE DI TUTTO, NON LA MIA PADRONCINA!» scappò la topolina dopo quest'ultima affermazione, scappò via, lontano da lì, lasciando una regina sorpresa con le labbra socchiuse ancora presente nello specchio magico. E Blanca andò nell'unico posto in cui sperava di potersi fare utile: nella stanza della amata padroncina, dormiente sul cuscino, con entrambe le mani portate al petto ancora dolorante.
«Ci sono io, Vanilla, ci sono io. Ci penserò io a te...» sussurrò la topolina al fianco della padroncina, accucciandosi al fianco della sua testa. «Risolveremo tutto, Vanilla mia cara, non temere. Risolveremo tutto. Devi solo darmi ancora un po' di tempo. Ti prego. Solo un altro po'...» sussurrava Blanca dolorosamente e copiosamente. Non poteva permettere che di nuovo succedesse ciò che aveva visto, tanto tempo prima. Non poteva permetterlo. Non poteva proprio. Questa volta avrebbe dovuto fare qualcosa. Intervenire. Vanilla non sarebbe potuta diventare davvero la distruttrice. E Pierre… Pierre no. Non era giusto.

«Mio signore...» Silvent comparse di fronte a Pierre, inchinandosi profondamente e alzando gli occhi solo a un gesto di Pierre. Pierre che non era più andato a scuola, neppure per catturare i cuori neri. Era chiuso da mesi nella sua camera buia, fissando solo la tazza di tè di fronte a lui. Brillava, a volte, e se la sfiorava poteva sentire le emozioni del suo cuore rosa imprigionato lì dentro. Ma nulla di più. Non poteva vedere. Non poteva sapere. Sapeva, immaginava, sentiva però che Chocola era felice.
«Mio signore...» lo richiamò di nuovo Silvent, disturbando Pierre dai suoi pensieri, alzando la testa verso l'uomo. «Non possiamo più aspettare. Il nobile del ghiaccio e della neve ha detto...»
«So IO cosa possiamo e non possiamo fare.» rispose duro. «E ora taci. Vai via.»
Non aveva il coraggio di distruggere il manico della tazzina. Codardo.

Chocola cavalcava su un puledro giovanissimo, in forma, marrone scuro e rideva, aggrappandosi all'animale. «GUAAAAAARDA PIIIIERRREEEEE!» stiracchiava la ragazzina, saltando l'ennesimo ostacolo costruito apposta per farla giocare. «NON SONO STATA BRAVISSIMA PIERRE?» E il ragazzo la seguiva con un altro cavallo, bianco, adulto, pacato. Non cavalcava, la seguiva con un passo tranquillo, assicurandosi però di essere sempre a una vicinanza adatta ad intervenire nel caso di un qualunque compromesso.
«PIIIIERRE!» Strillò improvvisamente le ragazzine, voltandosi verso il ragazzo bianca in volto. Non pensò più al cavallo e perse l'equilibrio, cadendo dalla sella. «AHIA!» Chocola sentiva il dolore come se fosse reale. Perché per lei quel mondo, senza accorgersene, era diventato reale. Aveva scordato che ci fosse qualcos’altro, fuori di lì.
Subito il ragazzo iniziò a correre verso la ragazzina, scendendo da cavallo e avvicinandosi a lei, poggiandole una mano sulla spalla. «Tutto bene, Chocolì?» domandò soave osservandola tutta, per assicurarsi che non si fosse fatta troppo male. E Chocola non disse nulla: quando gli altri la chiamavano "Chocolì" a lei faceva arrabbiare... questa volta... in questo mondo. No. In questo mondo no.
«Nono, sto bene, tranquillo!» si mise a ridere la ragazzina «ma guarda lì...» e indicò con l'indice una tana oltre i primi alberi che delineavano il bosco. C'erano dei piccolissimi cuccioli di orsetto spaventati, che fissavano con i loro occhioni enormi i due ragazzi che non si preoccupavano neppure più del fatto che il cavallo di Chocola, spaventato per gli urli e i movimenti improvvisi della rossa, era scappato via. L'avrebbero ripreso. Nel mondo dei sogni, se si è abbastanza abili, si può far avvenire tutto quello che si vuole al minor prezzo.
«Sono bellissimi, Pierre... dov'è la loro mamma? sono così spaventati... oww, guarda che carini, sono piccolissimi, non riescono ancora a camminare bene! DAI, ADOTTIAMOLI!» strillacchiò la ragazza senza neppure sentire che il suo cuore giallo fosse stato piano piano prelevato. Ma non dal Pierre che lei conosceva, dal Pierre che ora si avvicinava ai cuccioli di orso per riuscire a prenderli in braccio.

«Eccoti qui...» sussurrò Pierre stringendo fra l'indice e il pollice il cuore giallo comparso dall'interno della tazza di tè. Lo osservò per qualche secondo, vedendo all'interno dello scintillio del diamante cosa l'aveva generato e poi lo mise al posto che gli spettava. All'interno di una vetrina incantata con la magia, nessuno poteva toccarla a parte lui. Lo poggiò vicino agli altri cinque cuori: il cuore nero che lei non si ricordava neppure che lui le avesse rubato. Il verde dell'amicizia che aveva intrapreso con la sua sorellina più piccola... non che Pierre avesse realmente una sorellina più piccola ma il Pierre del mondo dei sogni, lui, lui con il cuore rosa, lui aveva una sorellina. L'aveva sempre voluta. Il cuore celeste del rispetto, un rispetto che Chocola aveva imparato a provare nei confronti del Pierre nel mondo dei sogni. E poi c'era il cristallo arcobaleno che brillava tantissimo perché era l'essenza stessa di Chocola: sempre di buon'umore, sempre positiva e divertente... lei neppure se ne rendeva conto del fatto che tutti i suoi compagni di classe facevano la corte a Vanilla solo perché intimiditi dalla sua personalità forte. E quindi non era riuscita a prenderne mai neppure un cuore loro. Se solo avesse saputo, come sapeva lui, che molti erano rossi... e questo, questo a Pierre dava fastidio. E infine il giallo della sorpresa.
Ne mancavano solo altri due per completare l'opera: il bianco... e il rosso dell'amore.



NOTE DELL'AUTRICE:
ciiiao *-*' sono una persona orribile e riprendo la storia dopo tantissimo tempo ç_ç ma questa volta giuro che ho intenzione di finirla, spero fra pochi capitoli ♥ e anche questo è un capitolo di transizione ma già si iniziano a vedere le prime pedine messe in campo *-* vorrei sapere cosa ne pensate, se sarebbe il caso di mollarla incompleta dopo tanti anni o cosa u.u° grazie a tutti però a chi mi ha seguito/inizierà a seguirmi e anche a chi non lo farà più *O*

Ho iniziato una nuova storia comunque, se voleste dargli una occhiata mi fareste felice *-*: Resilient Rose
   
 
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