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Autore: killerklaus    19/01/2009    4 recensioni
Questa fanfiction può considerarsi uno svolgimento alternativo di New Moon, ed è ovviamente una Edward/Bella...il riassunto completo (e alcune note) si trovano all' inizio del primo capitolo... Spero sia di vostro gradimento!!
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 - Il ritorno

La vicenda narrata in questa fanfiction prende il via da circa metà di New Moon: la famiglia Cullen, dopo mesi di lontananza, decide di tornare a Forks, trascinando con loro un riluttante Edward. Ma al loro arrivo si ritrovano una brutta sorpresa: Bella infatti sta insieme a Jacob Black, membro del branco dei licantropi Quileute...riuscirà Edward a ritrovare il cuore della sua amata? E Bella è davvero felice insieme a Jacob? Oppure i suoi pensieri non sono del tutto rivolti verso il giovane lupo?

A seconda del successo di questa fanfiction, deciderò se ricongiungere gli eventi a Eclipse e Breaking Dawn (per quanto possibile ovviamente) oppure se scrivere altri capitoli lasciando che la storia segua il suo corso come vero e proprio universo alternativo...quindi recensite e fatemi sapere cosa ne pensate!

n.b. La storia è narrata principalmente dal punto di vista di Edward, ma per chiarezza segnalerò le parti in cui il punto di vista è generale. Buona Lettura!!


Pioveva. Infinite gocce d'acqua si abbattevano insistentemente sulla carrozzeria della mia macchina, guidata in quel momento da una silenziosa Alice.

Il clima non era affatto cambiato durante la nostra assenza, e del resto non sarei dovuto rimanere molto sorpreso...avevo vissuto in quella zona degli Stati Uniti per un bel po' di tempo durante i miei novant'anni da vampiro, ed ero conscio del fatto che probabilmente sarebbe stato sempre così: freddo e umido.

Eppure non riuscivo a stare calmo; quelle insistenti gocce mi riportavano alla mente lei...l'amore della mia vita, o meglio, della mia esistenza...Bella.

La mia famiglia, preoccupata per il mio stato d'animo, probabilmente del tutto uguale alla depressione umana, aveva deciso di ritornare nella piovosa cittadina, trascinandomi con sé: secondo loro, dovevo fare chiarezza nella mia mente, e rendermi conto che l'infelicità non era una forma di giustizia per il mio essere vampiro...un vampiro perdutamente innamorato di un essere umano.

In quel momento ero nel bel mezzo di un conflitto interiore: da una parte fremevo nel desiderio di rivederla, dall'altra ero terrorizzato...cosa avrei trovato?

Alice, nonostante il suo dono, non aveva saputo dirmi nulla...era come se il futuro di Bella fosse offuscato da qualcosa...e questo non faceva altro che aumentare le mie preoccupazioni.

Arrivammo nella nostra vecchia casa, disabitata da mesi. Tutto era come lo avevamo abbandonato durante la nostra frettolosa partenza...ricordavo tutto molto nitidamente, e con grande dolore, specialmente la parte in cui avevo lasciato Bella, sola, nel bosco...

Tu...non...mi...vuoi?”

No”

Pronunciare ognuna di quelle singole parole, durante il nostro ultimo incontro, mi aveva provocato fitte al cuore, simili a colpi di pugnale...la sua espressione...mi era stato difficile mantenere l'impassibilità.

La voce di Esme, che mi chiamava per incominciare a sistemare le nostre cose, mi destò da quell'orribile mare di ricordi.

Non ci volle molto per riordinare tutto, sfruttando le nostre abilità. Per Carlisle fu un bene, poiché di lì a poco doveva cominciare il suo turno in ospedale a Forks, dove avevano accolto a braccia aperte il suo ritorno dopo quell'improvvisa partenza di pochi mesi prima.

Ma per me? Cosa avrei fatto? Sarei andato subito a cercarla? Mi voltai verso Alice, in cerca di un qualche segnale...ma come al solito negli ultimi tempi, nulla.

Decisi di attendere: non mi sentivo ancora pronto. Non potevo immaginare che a breve un tremendo dolore avrebbe nuovamente scosso il mio cuore immortale...

                                                                 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Quando Carlisle tornò a casa dall'ospedale l'espressione affranta sul suo volto fece preoccupare tutti, soprattutto Esme. All'inizio pensammo ad un paziente che non ce l'aveva fatta, ma quando mi resi conto che stava cercando di bloccarmi dal leggere il suo flusso di pensieri, capii che il motivo del suo dolore riguardava me.

“Carlisle, cosa è successo? Ti prego, dì qualcosa....” lo pregò Esme.

“Edward, mi dispiace tanto....”

“Spiegati, per favore”

“Oggi ho visto Bella....è venuta in ambulatorio per farsi medicare la mano destra...e non era sola. Con lei c'era Jacob Black...”

Non ebbe la forza per respingere oltre i miei tentativi di lettura...

Bella si teneva la mano insanguinata fasciata in uno straccio, sforzandosi di respirare dalla bocca, quando lo vide:

Carlisle! Cosa ci fai tu qui!!”

Ciao Bella, sono felice di vedere che stai bene...beh, quasi. Cosa hai combinato?”

Mi sono tagliata con un coltello da cucina mentre lavavo i piatti...fortunatamente Jacob era con me, altrimenti non so come avrei fatto ad arrivare fin qui....Quando siete tornati?”

Proprio oggi....la ferita non sembra profonda, per fortuna, ma ti darò lo stesso alcuni punti per sicurezza...e per un po' niente piatti da lavare.”

Rise della battuta mentre Carlisle la medicava, e poi chiese: “Siete tornati tutti?”

Si Bella, tutti, anche Edward...penso che vi vedrete a scuola prossimamente, lui e Alice riprenderanno a frequentarla.”

Capisco” la sua espressione indecifrabile.

Una volta finito di medicarla, Carlisle accompagnò Bella alla porta, notando così un ragazzo che attendeva impaziente...

Tutto a posto piccola?” disse baciandola sulle labbra.

Si, ma per un po' non potrò lavare i piatti...”

Vorrà dire che ci penserò io...” e se ne andarono.

“Mi dispiace molto Edward.” Carlisle mi osservava, preoccupato.

Mi alzai e me ne andai, incapace di sostenere i pensieri dei miei fratelli, tutti più o meno sconvolti, compresa Rosalie. Corsi lontano, fino al confine con il Canada, cercando di cancellare l'immenso dolore che mi attanagliava e che non accennava a diminuire.

In fondo era ciò che volevo...che lei potesse essere felice lontana da me, e dal pericolo che potevo rappresentare...

Ma come avrei fatto ora, a sopportare la vicinanza e allo stesso tempo a vederla tra le braccia di un altro?




  
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