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Autore: Shakwilde    13/07/2015    2 recensioni
"La mamma era solita dirle di scendere dalle nuvole, di tornare sulla terra, ma lei si era semplicemente stancata."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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White Clouds.

Sua mamma  era solita dirle di scendere dalle nuvole, di tornare sulla terra.
Glielo diceva spesso, ma non con un’accezione negativa, no.
Era più un sussurro, era a conoscenza del fatto che il suo mondo era sempre stato in alto, mai sulla terra.
Le sussurrava di scendere dalle nuvole, aveva paura che un giorno avrebbe teso una mano, afferrato un batuffolo e poi sarebbe scomparsa nel vento.
Le sussurrava di connettere i suoi occhi alla vita reale, alla gente, alle cose che accadevano; ma il colore del cielo lasciava liberi.
I suoi occhi si plasmavano e si coloravano con le sfumature delle nuvole, si illuminavano con le schegge del sole, erano malinconici con i punti delle stelle e sorridevano con l’azzurro dell’infinito.
Tutto era infinito, tutto era raggiungibile e tutto lasciava decisione.
La terra no. La terra mangiava i suoi passi, impostava ritmi e regole, segnava confini, produceva gabbie troppo strette attorno al torace e ai polmoni e al cuore.
Sua mamma lo sapeva, ma aveva troppa paura di perderla, di lasciarla immutata ad un mondo che accetta solo il cambiamento.
Le insegnava a parlare come il mondo, ad essere come tutti gli altri, ad essere un filo d’erba in un prato e lei lo imparò, lo imparò perché non voleva deludere nessuno, non voleva sofferenza, perché il mondo era chiuso in una bolla di non voglia, non voglia di capire che non tutti i fili sono uguali.
Crebbe con una maschera da portare, andava bene così, quando tornava a casa metteva la maschera vicino al comodino d’ingresso e lì rimaneva fino al giorno dopo.
Quando era a casa poteva perdersi di nuovo nel suo mondo e mamma tornava solo a sussurrare: era un sussurro gentile, comprensivo, protettivo.
Finché era in casa non c’era motivo di trascorrere il tempo in un luogo che non era amato.
Allora usciva sul balcone, si appoggiava alla ringhiera e saliva sulla prima nuvola, destinazione sconosciuta.
E tornava a vivere.
Aveva tutta l’aria del mondo, dell’universo, poteva andare avanti ed indietro, poteva tornare nel passato e vedere quegli occhi così vecchi di un’epoca ormai vissuta che guardavano il cielo, lo stesso cielo sotto cui viveva lei.
Poteva assaporare la pioggia in tutta la sua energia, poteva lasciare libera l’esistenza del suo vivere ed essere sicura che nessuno l’avrebbe portata via.
Ma il mondo non accettava che qualcosa fosse libero, fluido tra le mani delle regole.
La mamma era solita dirle di scendere dalle nuvole, di tornare sulla terra, ma lei si era semplicemente stancata.
Un  giorno come tanti altri, mentre sua mamma si voltava per dirle di riconnettersi alla vita, lei non c’era.
Una risata nel vento e nulla più.
 
 
 
 
 

 

 

 

   
 
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