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Autore: eppy    13/07/2015    8 recensioni
Quando presente e passato si fondono, le convinzioni vacillano, le barriere si spezzano, desideri mai conosciuti sconvolgono, vecchi sospiri ritornano, e inevitabilmente, cominciano i casini.
Emma è testimone dell'esistenza di un passato che per lui è stato troppo breve e bello, e lo ha lasciato con l'amaro in bocca.
Ethan è semplicemente il ragazzo che è stato capace di farle tremare le ginocchia senza aver mai incrociato i suoi occhi, e che lei, a distanza di anni, ha inserito in una parentesi della sua vita che considera conclusa.
Londra è la meravigliosa città che ospita la vecchia biblioteca che inneschera' i sopracitati casini.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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ETHAN

"Okay..allora vediamo se ho capito" esclamai, sforzandomi di restare serio di fronte a quella stronzata

" Mi hai detto che martedì, cioè dopodomani, partirai per Amburgo" ricapitolai, facendo finta di esseci cascato
" Con Ricky" aggiunse lei..ci sapeva fare: la testa volutamente abbassata e la voce appena udibile
" Giusto: con Ricky" concessi, chiedendomi il motivo di quella messa in scena.
" Quindi questa è l'ultima volta che ci vediamo" constatai, pensando che faceva male anche solo pronunciarle quelle parole, anche se non erano vere.
Non mi erano mai piaciuti gli addii, nemmeno quelli fasulli. Solo che proprio non capivo perchè Emma fosse arrivata quella domenica mattina con simili intenzioni.
Non ci ero cascato neanche per un attimo, non dopo i baci che ci eravamo scambiati il giorno prima. Ci eravamo chiaramente esposti, ed ero più che sicuro che lei provasse per me gli stessi sentimenti.
Accidenti! Mi aveva detto che voleva far l'amore con me, e lo aveva detto con certi occhi e certi sospiri...come pensava di indurmi a credere che stesse per lasciarmi?
Ero certo che dietro quella messa in scena ci fosse qualcosa..forse voleva semplicemente sentirmi ammettere e urlare a squarciagola che avevo perso la testa per lei. O forse si divertiva a provocarmi come io avevo fatto troppo spesso, o magari voleva farmi prendere un infarto per vendicarsi di tutti quelli che dovevo averle provocato io. Una volta mi aveva confessato che le bastava guardarmi per avere le vertigini, e io mi ero gasato tantissimo. Era bello sentirsi dire certe cose, ma il cuore raggiungeva l'iperventilazione solo perchè a dirle era lei.
Però dovevo ammettere che si era calata parecchio nella parte...e se non fossi stato sicuro al 100%  del nostro legame, avrei già dato di matto.
Restai spiazzato quando mi baciò. 
Non perchè fossi sorpreso del bacio in sè per sè, ce ne eravamo scambiati tantissimi negli ultimi giorni, da far girare la testa per quanto era stato bello..ma restai sorpreso più che altro per il modo in cui si avventò sulle mie labbra. Mi travolse peggio di come avrebbe fatto un uragano, si impossessò della mia bocca e la divorò con foga, fretta, disperazione. 
Non era un bacio come tutti gli altri, non aveva nulla di dolce e romantico..era soltanto egigente, vorace, passionale allo stato brado. Un bacio che non dimenticherò mai.
Risposi con lo stesso impeto e la stessa voglia di sentirla mia, perchè mi faceva letteralmente impazzire quando prendeva l'iniziativa così; però quando mi staccai per poter recuperare il respiro, iniziai a temere il peggio.
" Quanta prepotenza.." la provocai, senza fiato
E Emma si lanciò di nuovo sulle mie labbra, aggressiva come non lo era mai stata. La sua bocca tremava, mentre mi baciava prendendosi tutto di me. Pure le facoltà mentali. E l'anima.
Che diamine stava succedendo?
Va bene che quei baci erano il sogno di ogni uomo, ma non...c'era qualcosa che non andava, che la spaventata a morte e che la induceva ad aggrapparsi così disperatamente alle mie labbra. 
E io mi rifiutavo di credere ciò che mi stava ripetendo a monosillabi da quando era entrata. Non poteva essere vero.
Dio..ci stavo proprio facendo l'amore con quelle labbra. Nella mia vita non avevo baciato nessuno così, mai. Ma non ero nemmeno mai stato innamorato di qualcuno come lo ero di lei.
Quando riuscimmo a mettere fine a quel bacio così bello e così tremendo, le presi il viso tra le mani, e notai una sola, bollente e prepotentissima lacrima che le rigava la guancia.
Mi sentii come se qualcuno mi avesse preso a pugni il cuore, e il dolore si fosse diffuso in modo radiale in tutto il corpo, facendomi perdere l'orientamento, facendomi mancare l'aria.
Mi sentii soffocare..perderla per me equivaleva a morire.
" E'..è tutto vero?" lottai contro le mie stesse sensazioni, in attesa di una sua risposta che lei  mi aveva già dato tante volte e che mi ero rifiutato di credere.
Se fosse stato tutto uno scherzo..non mi avrebbe baciato in quel modo, e non avrebbe pianto. Certe emozioni non si possono fingere.
Fino a quando aveva tenuto la testa bassa, e aveva parlato a monosillabi, come se ogni parola le fosse costata uno sforzo immane, ero riuscito a riempirmi la testa di stronzate per non crederci. Ma dopo era precipato tutto, e stavo precipitando a picco anche io.
" Che senso avrebbe avuto scherzare su una cosa simile?" era a un passo dallo scoppiare..non l'avevo mai vista in quel modo. Nemmeno quando aveva scoperto di essere in dolce attesa, e lì era stata veramente disperata.
" Non lo so...nessuno, credo. Sono io che non voglio crederci"
Tremava tutta, e io non ci stavo capendo più niente. Solo che non potevo permettere che se ne andasse.
" Devo" deglutì,  abbassando lo sguardo "devo andare" sussurrò, voltandosi e avanzando verso la porta, con le spalle ricurve e i passi piccoli. 
Non era la ragazza che mi aveva insegnato a vivere di nuovo. E io la rivolevo indietro, a tutti i costi.
No, no, no, no, no, no, assolutamente no. Non poteva finire così.
La raggiunsi in un baleno, e le avvolsi il corpo con le braccia, bloccandola. Intrecciai le mie dita all'altezza della sua pancia, e mi spinsi contro di lei, tanto da far combaciare la sua schiena con il mio petto.
Emma si arrese, all'istante. Non oppose la minima resistenza a quell'abbraccio così carico di significato, e si lasciò andare con un sospiro, poggiando la testa sulla mia spalla.
Chiuse gli occhi, come se non volesse pensare più a niente, come se volesse dissolversi nelle mie braccia, fino a scomparire del tutto.
E per qualche minuto, protetta da quell'abbracciò così giusto, smise di tremare.
Sentii il suo battito riprendere vita, e le baciai piano il collo. Lei sospirò ancora, e afferrò alcune mie ciocche di capelli, stringendole forte tra le dita, per poi allentare la presa secondo dopo secondo. Come se si stesse costringendo a lasciarmi andare.
Ma io non glielo avrei permesso. Non riuscivo nemmeno a immaginare di vivere senza di lei. Mi ero affezionato, forse persino troppo, anche alla creatura che si portava dentro.
" E noi? Che ne sarà di noi?"
" Sai benissimo che aspetto un figlio da un altro" la udii appena, mentre la tenevo ancora stretta contro di me, e lei non si ribellava
" E tutto quello che c'è stato..che c'è?" continuai imperterrito
" Non dirmi che non significa niente perchè non ci credo. E neanche tu" ne ero certo come del fatto che mi chiamassi Ethan Harrow
" E' stato bellissimo" un sussurro carico di desiderio, teneva ancora gli occhi chiusi, si rifiutava di guardarmi
" Ma non può durare..non ha futuro" e io mi rifiutavo di crederle
Inerme com'era stretta tra le mie braccia, riuscii a farla voltare verso di me senza nessuna difficoltà. Incontrai i suoi occhi e ci lessi dentro solo tormenti, sempre più cupi, sempre più neri.
" Perchè?" domandai soltanto, reggendola perchè pensavo che sarebbe potuta cadere da un momento all'altro. E non sapevo chi di noi due stesse peggio in quel momento. Mi mancava l'aria per quanto mi faceva male vederci così.
" Non insistere Ethan, perfavore" "..non rendere tutto più difficile"
" E che dovrei fare allora, eh? Salutarti con un 'ciao, è stato bello conoscerti..e se saremo fortunati ci rincontreremo in un'altra vita!?"
Sbottai, gli occhi gonfi di lacrime, il cuore ridotto a pezza. Non potevo lasciarla andare. Non sarei mai riuscito a farmene una ragione...lei, lei era l'unica che avessi mai amato..nessuno era riuscito a ridurmi così.
Seguii il suo sguardo vacuo e capii che stava fissando il cellulare che si era accorta di aver lasciato sul tavolo. Guardava tutto ma non me, e in attimo, misi in scena una gran bella cazzata.
Afferrai il dispostivo prima che potesse farlo lei, e senza permettermi di pensarci due volte, altrimenti avrei desistito da quella folle idea,  me lo misi nei pantaloni.
Emma avvampò. Di certo non se lo aspettava, e mi pregò di ridarglielo.
" Non se ne parla. Non finchè non mi dirai che non vai da nessuna parte" la sfidai
Lei alzò gli occhi al cielo, per niente divertita. Avrei dato tutto quello che avevo per sapere cosa le stesse succedendo davvero.
" Perfavore Ethan..ridammelo" la voce ridotta a un sussurro disperato, gli occhi rossi e gonfi
" Dimmi perchè te ne vai"
" Te l'ho già detto"
" Non è quello il motivo"
" Invece sì"
" Non ci credi nemmeno tu"
" Lasciami andare..è meglio così"
" No..non è meglio così. Io Emma...io.."
" Non lo dire" mi interruppe, per evitare di lasciarsi condizionare da quelle parole. Sapeva anche lei che l'avrebbero fatta vacillare. E quella era l'ulteriore conferma che anche lei mi amasse.
" Che ti ha fatto? Che ti ha detto? Come ti ha ridotto?" gridai, giurando a me stesso che se me lo fossi trovato di nuovo davanti, l'avrei conciato per le feste, come lui aveva fatto con me.
" Dammi quel cellulare e finiamola qua..non resisto più" confessò, e per un attimo temetti che si sarebbe accasciata a terra a piangere.
Non potevo. Non potevo assolutamente permettere che quel verme le facesse ancora del male. Lei meritava il meglio di tutto, e io volevo provare a darglielo.
" Se ci tieni così tanto, vienitelo a prendere" non sapevo più nemmeno io cosa stessi blaterando, ma dovevo impedirle di uscire da quella porta, e di uscire dalla mia vita.
Emma si avvicinò cautamente, e senza guardarmi negli occhi, posò un dito tremante sul mio petto, scendendo lentamente più giù fino alla cintura dei pantaloni. Tirò un sospiro profondo, e lentamente, delicatamente, infilò prima due dita e poi tutta la mano sotto il tessuto, facendomi fremere. Indugiò per qualche istante, il respiro affannato, pesante e ancora carico di lacrime non ancora versate, mentre le sue dita sfioravano e solleticano le parti più intime di me, ostacolate dalle mutande. Durò troppo poco, il tempo di afferrare il cellulare, ma a quel punto ero talmente disperato e talmente eccitato, che portai una mano sulla sua, bloccandola lì dov'era, e con l'altra le alzai il viso per poterla baciare. Lentamente, intensamente.
Intanto incoraggiavo i movimenti della sua mano su di me. Non avevo mai permesso a nessuno di confondermi così, di farmi perdere la testa in quel modo.
Percepivo la sua paura, e la sua voglia di mandare a puttane quella paura, mentre si lasciava baciare ancora una volta.
Poteva dire tutto quello che voleva, poteva anche urlarmi in faccia che era innamorata pazza di Ricky, ma i suoi occhi, i suoi sospiri, la sua voce rotta dal pianto, e i suoi baci, mi dicevano che erano tutte bugie quella di quella domenica mattina. Lei voleva esattamente ciò che volevo io, e stava così male, e sembrava così spenta, perchè pensava di non poter averlo.
Che le aveva detto Ricky? Che le aveva fatto?..Non sembrava assolutamente intenzionata a dirmelo, e io dovevo trovare in fretta il modo per convincerla a restare.
" Fammi andare via, ti prego" sussurrò, al termine di quel momento che ci eravamo concessi, ogni secondo più disperata del precedente
" Resta con me, ti prego" ribattei, il tono di voce più dolce e rassicurante che conoscessi
" Non posso" e io la strinsi di più
Emma posò una mano sul mio viso e prese a carezzarlo lentamente con la stessa mano che per un minuto mi aveva fatto impazzire. E soltanto quando poggiò le labbra appena sotto i miei occhi,  mi accorsi che mi stava asciugando le lacrime.  Pensando di non aver mai visto un addio tanto sofferto, nemmeno nei migliori film strappalacrime, mi distrassi, e lei scivolò via dalle mie braccia.
" E io non posso lasciarti andare" bloccai l'uscita, parandomi davanti a essa con le braccia aperte
" Non è quello che vuoi. Senti, io lo so di tutti i casini con Ricky, e immagino che ieri vi siate visti e lui ti abbia convinto a seguirlo per il bene del bambino che non ha mai considerato fino a questo momento. Ma tu devi pensare anche al tuo bene. E non lo so cosa ti abbia detto o fatto per ridurti così, ma se solo tu me lo dicessi, potremmo affrontare il problema insieme.
Possiamo combattere contro tutto il mondo, insieme. Dopotutto lo abbiamo già fatto in questi mesi, e mi pare che abbia funzionato alla grande"
Perchè mi pareva che quelle parole le facessero male..invece di rassicurarla?..Che-che diamine stava succedendo? La vedevo sempre più debole e straziata, mentre le parlavo con le lacrime agli occhi.
" Resta. Resta. Resta. Resta. Resta. Resta. Resta. Resta. Resta. Resta. Resta. Resta. Resta. Resta. Resta. Resta.Resta. Resta. Resta. Resta. Resta.
Guarda che continuo all'infinito fino a quando non mi dici di sì!
Resta con me.
Resta con me.
Resta con me.
Resta con me.
Resta con me.
Resta con me.
Resta con"-
Sentii che qualcuno stava forzando la porta dietro di me, mi voltai, e un attimo dopo riconobbi Jane.
" Ethan! Da quanto tempo!" esclamò sorridente, gettandomi le braccia al collo
" Come mai da queste parti?" mi sforzai di chiederle
" Sono tornata a Londra per un po'..mi mancava la mia vecchia città" spiegò
" Fantastico!" dissi, cercando di essere convincente
"..Tutto bene cucciolo? Che hai fatto all'occhio..e alla guancia?"
Merda, mi ero persino dimenticato di non essere del tutto presentabile.
Comunque va tutto bene Jane, non te ne accorgi? Sto solo facendo cose che non ho mai fatto e mai pensavo di fare, per una ragazza che mi fa provare cose che non ho mai provato e mai pensavo di poter provare.
Ovviamente non glielo dissi, ma la mia faccia doveva aver parlato per me.
" Oh ciao, piacere..io sono Jane" si accorse soltanto allora di aver interrotto qualcosa, e tese la mano verso Emma. Lei la strinse, impassibile. Non aveva più nè forze, e nè voce, ma sentivo i suoi occhi ardermi vivo.
Fu allora che decisi di tentare il tutto per tutto. A Jane avrei spiegato dopo la faccenda, non c'era tempo.
La strinsi forte a me, come non avevo mai fatto prima di allora, come non mi verrebbe mai in mente di stringerla, e le sussurrai che ero felice di rivederla, facendomi sentire da Emma.
Avevo provato di tutto...solo la carta della gelosia non mi ero ancora giocato, e la utilizzai in quel momento.
Ma quando mi voltai per vedere se l'avevo scossa, capii di aver commesso la peggiore stronzata :Emma non c'era più.
" No! Cazzo no!" imprecai, prendendo a calci il tavolo sul quale una volta avevamo fatto l'amore, e concedendomi il lusso di urlare e piangere, sotto gli occhi sbigottiti di Jane.
Non me ne fregava un tubo, sarebbe potuto pure entrare il Papa, e non lo avrei degnato di un solo sguardo. Volevo Emma, solo lei avrei guardato.
 




BUONSALVEEEEE!!!
Beh, penso che questo capitolo parli da sè, per cui non aggiungo nient'altro e aspetto i vostri pareriiiii ;)
Grazie di cuore, in particolar modo a chi ha recensito fino ad oggi e a chi vorrà farlo in futuro. Adoro interagire con voi, perciò non siate timidi! Fatevi avanti <3
Ecco uno spoiler del prossimo capitolo, tuto per voi
***********

" Hai finito di piangere? Maledizione..mi hai fatto venire il mal di testa!" disse sedendosi al bordo del letto
" Però sono disposto a perdonarti se.." infilò le mani sotto la mia maglietta e in un secondo me le sentii sul seno
" Non toccarmi" sibilai, scostandomi con chissà quali misere forze
" Non fare così tesoro...voglio soltanto coccolarti un po'" ritentò, intrappolandomi sotto il suo corpo e prendendomi il viso tra le mani
" Lasciami Ricky" "..non voglio" mi veniva da piangere di nuovo
 Forse, dopotutto, le lacrime non finiscono mai sul serio.

**********
A prestooooooooooo!!! Recensite <3<3<3<3<3



  
  
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