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Autore: Fantasma del Profumo    13/07/2015    1 recensioni
Disegno nell’aria i tratti del tuo volto che tanto accarezzo. Stringo il cuscino. Ti sento, forte. Ti sento gridare silenzi dentro di me. Apro gli occhi, ma non ci sei, almeno, non affianco a me. Per quanto mi riguarda tu sei dentro di me ormai, in uno spazio che faccio fatica a riconoscere, mai testato. È senza mura, arieggiante, con tanta luce. Ed un leggero vento.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vado in cerca del vento.
Sai, quel vento che a volte percepiamo tra le gambe mentre ci guardiamo.
Quello che ogni volta ti scompiglia i capelli, un po’ come le cime degli alberi di un lungo viale alberato, quello che percorriamo insieme, dentro di me.
È strano, io odio il vento o meglio, odiavo… Adesso posso percepire il tuo odore in modo più stretto, come se tu fossi vicino, più di quanto già lo sei. Ti porto dentro.
È un vero e proprio abbraccio colmo di tutti e cinque i sensi. Ti porto in ognuno di essi.
E come un fiume si lascia trasportare dalla forza dell’aria, soffice ma forte, io cedo su di te.
Cedo in tutto, è troppo intenso il sentimento per lasciare spazio ai problemi della vita.
Non ho testa per affrontarli. Non senza di te.
Fai parte del mio quotidiano, un tassello di me, un tassello su cui ruotano, ormai, i miei giorni e i miei sorrisi. Le mie notti passate a pensare.
Continuo a chiedermi come sia possibile sentirsi vuoti se non ti parlo, se non ti do il buongiorno.
Sentirsi vuoti se non mi strappi un sorriso, un sollievo per il mio cuore.
Ma tu dimmi, ancora, com’è possibile che non riesca ad addormentarmi se non ti ho dato la buonanotte?
È un ultimo saluto per portarti con me a casa nella mente, dopo averti osservata così tanto tempo. Che poi, in fondo, tanto non è, non lo è mai stato. Non basteranno mai tutti gli attimi del mondo per stare con te. Passa troppo veloce e noi siamo lì seduti, a stuzzicarci, a baciarci, inerti a quella forza che vola sopra di noi.
Forse l’abbiamo sconfitta quella forza.
Ne è passato di tempo per poterci ritrovare ora come ciò che siamo, dalle rinunce ai problemi che abbiamo superato.
E poi?
E poi quando te ne vai, ed io ti saluto, cerco di farlo nel migliore dei modi, forse per cercare di portare un pezzo di te via con me. Per sentire ancora i tuoi baci addosso, fino a casa, quando sono steso sul letto, solo…
O più semplicemente lo faccio perché non voglio che tu vada via. Non voglio perderti, fosse l’ultima cosa da fare, non lo voglio. Sei indispensabile.
Per la prima volta scrivo di notte, al buio.
Disegno nell’aria i tratti del tuo volto che tanto accarezzo.
Stringo il cuscino.
Ti sento, forte.
Ti sento gridare silenzi dentro di me.
Apro gli occhi, ma non ci sei, almeno, non affianco a me.
Per quanto mi riguarda tu sei dentro di me ormai, in uno spazio che faccio fatica a riconoscere, mai testato. È senza mura, arieggiante, con tanta luce.
Ed un leggero vento.
È troppo tardi oggi, forse, riesco ad intravedere l’alba dalle finestre della mia camera celeste.
Ma ho ancora voglia di te, di assaporarti..
Di naufragare sulle tue labbra, magari perdermi. Ma sai cosa? Non sarebbe un gran peccato, non saprebbe un perdersi, ma ritrovarsi. Ritrovare me stesso vivo. Siamo vivi.
Magari a volte appoggio un po’ troppo la mia testa sul tuo collo caldo, morbido, facendoti sospirare.
È che mi sento piccolo, capiscimi. Piccolo in confronto a quello che ho dentro.
Non chiedermi cosa sia, non immaginare cos’è, già da un pezzo ho smesso di pensarci troppo su.
Lo accolgo dentro, punto e basta. Mi basta.
Ora tu starai già dormendo. E se ci penso su avrei tanto di quella voglia di suonare alla tua porta e stare con te, per vederti dormire, per stringerti, per accasciarci insieme.
Ma il sonno inizia a saltarmi addosso anche a me.
Di certo non ho buttato ore nella spazzatura o non ho buttato questa lettera, come tutte le altre prima ad ora.
Magari la leggerai anche, senza dirmelo. Sarebbe bello.
D’altronde sei già al corrente di tutto, di quanto io ti ami.
E non bastano le mie braccia spalancate per descriverti quanto.
Per oggi la buonanotte te la mando così, con un pensiero catturato dalla carta.
Sono pronto per dormire, ma il sole è già in alto e mi tocca ricominciare una nuova giornata, ma tanto non mi dispiace mica, fai parte dei miei giorni no? Anche senza che tu lo voglia è così.
È tempo di vestirmi, di smettere di scrivere ed uscire di casa, nel trambusto della città.

Quanto casino c’è fuori.
Quanta pace c’è dentro.
   
 
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