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Autore: Eneri08    13/07/2015    2 recensioni
Cosa succederebbe se Hera, dea del matrimonio, dopo l'ennesimo tradimento di Zeus, decidesse a sua volta di tradirlo con un comune mortale, e se dalla loro unione nascesse una figlia semidea? L'appassionante storia di tre ragazze semidee che andranno incontro al loro cupo destino tra guerre, primi amori e satiri che mangiano lattine.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Era, Grover Underwood, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivano soccorsi divini
 
Trovammo una stazione non poco lontano dal Muumilk. Era in pessime condizioni, ma ci dovemmo accontentare. Guardammo la tabella degli orari dei treni, e con orrore, scoprimmo che l'unico che si dirigeva verso la Lousiana era un treno merci che portava pecore. Ci avrebbe portato fino al Tennessee, nella cittadina di Loyston. Non conoscevo tale città, anche se mi ero trasferita abbastanza volte da conoscere quasi tutta l'America - ho vissuto in Indianapolis in Indiana, a Salem, in Oregon, a Bakersfield, in California, ad Houston, in Texas ed infine a New York - ma era la nostra unica possibilità, così decidemmo di prendere quel treno.
Salimmo un attimo prima che il treno partisse, e quando avvistammo il controllore (delle pecore, ovviamente), ci nascondemmo in quell'ammasso lanugginoso di ovini. Andò tutto bene, fino a quando la pecora dietro a cui si era nascosta Isabelle, petò sulla sua faccia.
-LURIDA PECORA! TI SCUOIO VIVA!-
Il controllore si girò e si avvicinò a passo pesante. Aveva un viso familiare. Magalie mi mise una mano nella tasca dei jeans strappati e tirò fuori il sacchetto di fragoline al burro.
-Cosa vuoi farci con quelle?!
-Shh! Se te le ha regalate Dioniso, ci sarà un motivo!- Magalie tirò la fragola al controllore, che finì direttamente nella sua bocca. Giusto, Magalie aveva una mira eccezionale. 
-Ragazze, con me queste cose non funzionano.- Riconobbi la sua voce.
-Apollo?
-Papy?
-Biondino?
-Eheh, mi avete scoperto, eh, ragazze?- Apollo schioccò le dita e ritornò al suo aspetto umano, ovvero quello di un ragazzo californiano con gli occhiali da sole, che giustamente si tolse.
-Sono venuto a controllare che nessuna di voi si sia fatta ancora divorar...- PUM! Sparkle diede una testata allo stomaco di Apollo.
-Awww, riconosce il mio papino il piccolo Sparkle!- Apollo tossì e prese Sparkle dalle ali.
-Tesoro mio, ma un cane come tutti gli altri esseri mortali no, eh?
-Ma è così carino, guardalo!
-Oink!- Apollo tossì e Magalie mise il broncio.
-Sì, forse hai ragione, tesoruccio.- Ed accarezzò sulla testa Sparkle, che sembrò gradire il gesto. 
-Comunque sia, non sono qui per parlare di maialini. Prima di tutto, pare che vi siate dimenticate di qualche cosa...- Schioccò nuovamente le dita e comparvero i nostri tre zaini. Ce li porse e noi li prendemmo.
-Ragazze, vi dispiace se vi faccio compagnia per tutto il viaggio?
-Oh, niente affatto- disse Isabelle con un po' troppo entusiasmo. -Cioè, volevo dire, se proprio vuoi.- Apollo le fece l'occhiolino e si sedette accanto a lei, in mezzo alle pecore. Era strano vedere una divinità seduta in mezzo ad un'orda di ovini che lo fissavano con i loro sguardi ebeti.
-Dato che il viaggio sarà lunghetto- Ricominciò Apollo, -vi racconterò qualche storiella.- e si rivolse a Magalie.
-Mamma ti ha mai raccontato di come ci siamo conosciuti?- Magalie scosse la testa.
-Bene- continuò, -Allora avremo un po' di tempo da perdere. Certo, non basterà per tutto il viaggio, pero'...- E quindi, cominciò a raccontare come lui ed Ermelinda si fossero conosciuti. La storia è più o meno questa: in pratica, sia Apollo che Ermelinda frequentavano la stessa università. Apollo ci andava più che altro per svago, mentre la signora Hall ci andava per gusto. 
Ermelinda era l'alunna più brava di tutta l'università, ed un giorno, mentre era seduta a studiare storia dell'arte in tribuna, di fronte al campo da rugby, ove Apollo si stava allenando con altri ragazzi, tirando il pallone un po' troppo forte, colpì per sbaglio la testa di Ermelinda. Così, Ermelinda si infuriò con lui, ma ormai Apollo non aveva occhi che per lei. Così, proprio come fece Travis, incominciò a propinarle una corte spudorata, ed alla fine la signora Hall dovette cedere. Dopo due anni, nacque Magalie, e quando ebbe compiuto un anno, gli dei, furiosi perché Apollo si stava quasi dimenticando del suo lavoro, lo richiamarono sull'Olimpo. 
-...e così conobbi tua madre, Magalie. Ma comunque non ho mai smesso di sorvegliare su te ed Ermi. In più, dovevo salvaguardare anche Walle.
-Io?!
-Sì, tu! Chi credete che abbia salvato le vostre chiappette per tutti questi quindici anni? I mezzosangue di solito arrivano al Campo all'età di dodici anni, ammesso che riescano ad arrivarci.
-Ma allora noi perché siamo arrivate così tardi?- Chiese Isabelle.
-Oh, tu sei arrivata così tardi grazie a tuo padre, ed anche perché fino ad allora tuo padre non aveva bisogno di te.
-Oh.- Disse infastidita Isabelle.
-Per quanto riguarda voi due, abbiamo cercato di farvi arrivare più tardi possibile, fino a quando non sarebbe stato inevitabile. Se Walle non avesse provocato il terremoto alla St. Louis quel giorno, forse non avreste nemmeno avuto bisogno del Campo Mezzosangue, ed adesso non sareste qui in una missione suicida a causa di Zeus!
-Ma i mostri non sentivano il nostro odore?- Apollo sbuffò, come se lo avessi offeso;
-Tu sottovaluti i miei poteri, ragazza.-
"Pling plong! Stazione di Loyston, Tennessee!"
-Credo che siate arrivate, fanciulle.- Appoggiò le mani sulle spalle di Magalie, e la guardò con sguardo serio. -So che farai la cosa giusta, Magalie.- Magalie lo guardò impaurita e pietrificata. Apollo non disse più nulla, e si spostò verso Isabelle. Dalla tasca dei bermuda, estrasse un foglietto spiegazzato, e glielo diede.
-Chiamami quando hai tempo, pasticcino! E sta' attenta.- Le ammiccò, e giuro di aver visto Isabelle arrossire!
Poi, si rivolse a me.
-Sono sicuro che riuscirai a non farti fulminare dal vecchio, pulce.- E mi diede un bacio sulla guancia. A quel punto, mi sentii parecchio arrabbiata. Non so perché. Notai che Apollo si girò e si rivolse ad Isabelle:
-Vacci piano con i tuoi poteri, pasticcino. Ed andateci piano pure con quel regalo che Dioniso ha dato a Walle. E soprattutto, non mangiatele, per favore. Quelle fragoline hanno il potere di sbronzare chi le mangia, e se le mangiaste, tua madre, Magalie, mi ucciderebbe anche se sono immortale. Non so se capite la gravità di questa cosa.- Detto ciò, schioccò per una terza volta le dita e scomparve.

Odiavo il Tennessee. Soprattutto d'estate. Il caldo umido mi stava facendo sudare in maniera quasi improponibile. La frangia mi si era attaccata alla fronte, così come la maglietta ed i jeans. Praticamente avevo una seconda pelle addosso. Anche Isabelle e Magalie non se la passavano tanto meglio: Isabelle ce l'aveva ancora con me per ciò che io non avevo fatto, e non mi rivolgeva la parola da quando eravamo scese dal treno. Forse l'unico che se la passava meglio era Sparkle, che qualche chilometro prima si era imbattuto in una pozza di fango e ci aveva sguazzato allegramente, rinfrescandosi.
-Magalie, puoi dire a Walle che non ho intenzione di rivolgerle la parola finchè non mi chiederà scusa?
-Walleeee, Isabelle ha detto...
-Magalie, puoi dire ad Isabelle che io non chiederò scusa per qualcosa che io non ho fatto?
-Isabeeeeelle, Walle dice che...
-HO SENTITO! E puoi dire a Walle che...
-Guardate, ragazze- dissi, ignorando ciò che stava per dire Isabelle. -Siamo nella cittadina di...- Cercai di leggere il cartello con su scritto il nome della città, ma mi parve difficile. Ci provarono anche le altre due, ma con scarsi risultati. Dopo qualche minuto, decretai,
-...L...Lo...Loyston? Siamo nella cittadina di Loyston!
-Zero abitanti?- Disse Isabelle. Magalie sussultò:
-Una cittadina fantasma! Siamo in uno degli ingressi per gli Inferi, woooooo!
-Ma non dire scemenze, idiota. Lo sanno tutti che l'ingresso per gli Inferi è a Los Angeles- Disse Isabelle, tirandole una spallata.
-Beh, il sole sta tramontando, e non credo che abbiamo molta scelta, dato che questa città è in mezzo al nulla. Per questa notte, ci fermeremo qui.- Isabelle storse il naso.
-Io questo posto l'ho già visto, qualche tempo fa. Forse in tv.
-In tv?- Magalie diede una spinta ad Isabelle.
-Ma ceeeeerto! Anch'io me la ricordo! E' il parco a tema western che è stato costruito sopra la città di Loyston, circa otto anni fa.- Io ed Isabelle dimenticammo i nostri dissapori e la guardammo stupita. Isabelle mi sussurò:
-Secondo me è posseduta. Com'è che sa tutte queste cose d'un tratto?- Feci spallucce.
-Forse l'abbiamo sottovalutata troppo- le risposi. Vidi una locanda, ed andai in avanscoperta. Urlai. C'erano dei robot con sembianze umane vestiti da cowboy, e stavano accasciati sui tavoli, come se il tempo li avesse dimenticati. Quei parchi a tema mi avevano sempre suscitato angoscia.
-Ci sono dei robot qua!- strillai. Magalie ed Isabelle si avvicinarono e, prima che Isabelle aprisse bocca, Magalie la trascinò dentro la locanda.
-Wow! Degli animatroni!
-Animatroni? Cos'è un animatrone?
-Oh, Walle, non prendermi in giro! L'animatronica è la tecnologia che utilizza componenti elettronici e robotici per dare autonomia di movimento a soggetti, specialmente pupazzi meccanici, tipo questi. L'uso della tecnologia animatronica è legato per lo più all'industria cinematografica, ma spesso fanno ricorso alle sue funzioni anche parchi a tema. Proprio come questo.- Io scossi la testa.
-Ancora non capisco cosa siano questi animatroni.
-Quelli a cui sparavamo in quel videogioco, Walle.
-Oh. Ora ho capito.- Isabelle era traumatizzata. 
-Chi sei? Cosa ne hai fatto della mia idiota?- Magalie rise.
-A forza di stare con mammina si imparano tante cose!- Vidi gli animatroni attivarsi. Si alzarono uno ad uno, ed incominciarono a fare ciò che ogni loro personaggio doveva fare, mentre in sottofondo una musichetta disturbante li accompagnava: c'era il barista che versava del liquore a dei bifolchi, dei cowboy che giocavano a carte, il pianista che faceva finta di suonare e delle... prostitute, credo, che mostravano le loro gambe. Inizialmente era uno spettacolo quasi carino da guardare, se non fosse stato per la musica, che tutt'ad un tratto, cominciò a perdere ritmo ed ad andare più velocemente del normale. Gli animatroni incominciarono a difettare e le loro giunture sprizzarono scintille. Cominciarono ad alzarsi e muoversi liberamente, e puntavano tutti i loro occhietti cibernetici su di noi, facendo un rumore gutturale con quella che si può chiamare gola.
-Il loro disco vocale è rotto- spiegò velocemente Magalie. Le urlai in faccia:
-Non è il momento di fare congetture, scappiamo!- Corremmo a perdifiato lungo la strada principale. Mi girai, e con orrore, notai che quell'orda di animacosi (mi ero già dimenticata il loro nome) ci seguiva. Continuammo a correre, finchè non trovammo un'officina abbandonata. Ci buttammo nell'edificio e sprangammo la porta.
-Direi che siamo al sicuro.- Dissi, girandomi verso Magalie ed Isabelle. Sentii il rumore di una saldatrice ed una voce roca, aspra e profonda, che commentò seccata:
-Oh me stesso, perché devo ritrovarti pure qua?- Mi voltai, e vidi Efesto. Non sapevo che fare: se inginocchiarmi o meno. Beh, le altre due l'avevano fatto. Io mi rifiutai di farlo. Isabelle mi diede una gomitata sul polpaccio, ma il massimo che feci fu incrociare le braccia al petto, voltarmi e mettere il broncio.
-No, io non ci parlo con lui, mi voleva morta!- Si sentì Efesto sbuffare.
-Lo stesso vale per me, che credi?
-Ma avete appena parlato!- Disse Magalie.
-No, non è vero!- Dicemmo in coro io ed Efesto.
-Andiamo, Walle- digrignò i denti Isabelle, -ci serve il suo aiuto.
-Non voglio!- piagnucolai.
-WALLE!- Si sentirono dei colpi alla porta. Gli animacosi erano vicini, e stavano per sfondare la porta.
-Non abbiamo bisogno dell'aiuto di Efesto!- Dissi pronunciando il suo nome aspramente. Magalie scoppiò a piangere. Gli animacosi sfondarono la porta. Sparkle uscì dallo zaino di Magalie e si mise sulla difensiva davanti a noi. Quando gli animacosi entrarono, Sparkle incominciò a sputare fuoco su di essi, ma riuscì a bruciare solo il rivestimento degli animatroni, mostrando l'endoscheletro.
-Moriremo!- Disse Isabelle con gli occhi lucidi. Era sull'orlo del pianto. 
Fra i singhiozzi, Magalie fece apparire l'arco e la faretra, e scoccò delle frecce, ma rimbalzarono contro gli endoscheletri. Lo stesso feci io con il mio chakram, ma tornò indietro ed andò a conficcarsi nella parete dietro di noi. Isabelle non poteva fare nulla, avrebbe rischiato troppo. Ed era anche paralizzata dalla paura, a quanto pare. Pareva avere persino più paura di noi. Cominciai a piangere anch'io, solo Efesto poteva fermare gli endoscheletri, ma non lo fece. E fu così che morimmo. Fine. Nah, scherzo. 
Mentre singhiozzavo, dissi alle mie amiche:
-Scusatemi se non sono riuscita a portare avanti l'impresa ed a salvarvi...- Ci stringemmo l'un con l'altra e chiudemmo gli occhi, mentre quei cosi si facevano sempre più avanti. Uno mi afferrò saldamente la spalla. Faceva male, molto male. Efesto sghignazzò ed interruppe quella scenata melodrammatica battendo la mani per due volte. La presa alla spalla si allentò e gli endoscheletri si spensero, cadendo uno ad uno per terra.
-Okay, adesso può anche bastare.
-COSA?! Perché non li hai fermati prima?- Efesto mi mostrò trionfante la telecamera.
-Questo va dritto dritto all'Olimpo.
-Io ti ammazz...- Isabelle e Magalie mi tennero per le braccia in modo che io non mi buttassi su di lui per ammazzarlo.
-Non fatemi riaccendere gli endoscheletri- disse minacciandoci.
Con le lacrime agli occhi, corsi fuori dall'officina, e mi misi a sedere sul ciglio della strada con le mani sul volto. Come avrei potuto tornare a testa alta sull'Olimpo dopo quel video? Mia madre ne sarebbe stata molto delusa.
Nonostante fossi abbastanza lontana da Efesto, riuscii comunque a sentirlo sospirare.
-Sei veramente una piaga, tu.- Mi girai per guardarlo, e vidi che stava rompendo la schedina SD che conteneva il video.
-Beh, almeno uno di noi due avrà reso orgogliosa nostra madre, non credi?- Corsi da lui e mi aggrappai al suo braccio, ringraziandolo fra le lacrime.
-Grazie, Effy!
-Sìsì, okay, ora scollati, mi fai senso. Se volete veramente andare a New Orleans, andate sempre a nord fino a che non trovate una città abitata. E non provate più a tornare in uno dei miei laboratori, o la prossima volta non sarò così clemente!- Notai che Magalie si stava divertendo a guardare i progetti di Efesto. -Ehi tu, giù le mani. Perché i mortali sono così fastidiosi?- Allora Magalie cominciò a parlare di cose che andavano ben oltre la mia comprensione: probabilmente parlava di meccanica, o robe del genere. Non pensavo che lei fosse così interessata a tali cose. Efesto la guardò accigliato, e le strappò i progetti di mano, per poi scomparire. Non eravamo riuscite ancora a trovare il vaso, ma in compenso sapevo che adesso mio fratello non ce l'aveva così tanto con me.

Nota delle autrici
Abbiamo per voi in serbo una nuova rubrica, dove parleremo di alcune curiosità sulle nostre eroine! (Yeeee) Quindi mettetevi comodi e godetevi la prima curiosità della fanfiction dell'Errore di Hera.

Curiosità
Walle indossa le mutande da uomo. Le sue mutande preferite sono dei boxer rosa con un pulcino; le indossa per le occasioni speciali (povero Travis). 

 
   
 
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