Anime & Manga > My HiME - My Otome
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Autore: emyliane    13/07/2015    3 recensioni
Non potevano domandarsi che una cosa soltanto... chi era lei? E lei non si domandava che una cosa... sarebbe riuscita a salvarle?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Natsuki Kuga, Shizuru Fujino
Note: Traduzione | Avvertimenti: Violenza
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NDA: Buongiorno lettori/lettrici!

Dopo molte discussioni con me stessa (cosa che sta capitando sempre più spesso, sarà grave?) mi sono decisa a pubblicare questo capitolo anche se breve.

Sperando che sia tutto chiaro (se non lo è ogni commento o domanda è sempre la benvenuta) vi auguro una buona lettura.

Guest: no, la storia non è stata abbandonata. Ci vorrà il tempo che ci vorrà, ma sarà conclusa (ancor più adesso che non mi restano molte cose da scrivere). Per quanto riguarda il mio commento sul fatto che il precedente capitolo potesse essere noioso, che posso dire? Sono un'eterna pessimista :p

Exousia9: non c'è motivo di vergognarsi, le recensioni non sono obbligatorie (anche se sono fortemente sollecitate XD). Fanno soprattutto piacere all'autore (me in questo caso^^)! Spero che il seguito ti piacerà e ti spinga (forse) a lasciare altre recensioni (che - ricordiamocelo - fanno molto piacere all'autore - che sono sempre io!:p).

clara76120: XD non si può essere solo felici. Ma in fondo se ci pensi bene non è forse meglio così?


Capitolo 21

Viola capì in fretta che Natsuki non avrebbe smesso di piangere tanto presto e, ignorando il suo polso ferito, iniziò dolcemente a dondolarsi. Si mise a canticchiare una vecchia ninnananna, a voce così bassa che per Natsuki non era altro che un sussurro ipnotico. Quest'ultima si ritrovò ad affondare nuovamente il viso nel collo di Viola per avvicinarsi un po' di più al conforto offerto dall'altra ragazza. Viola per poco non si interruppe un istante quando il cellulare infilato nella tasca dei suoi jeans iniziò a vibrare. Liberò con attenzione il suo braccio dalla presa ormai rilassata di Natsuki e afferrò il telefono senza che la ragazza se ne accorgesse perché continuò a piangere, per metà intorpidita dal dolore e dalla tristezza - o forse dall'abbraccio e dal canto di Viola?

Comunque sia, Viola aprì il cellulare con una mano e lesse rapidamente il messaggio che le era stato inviato. Veniva da Yamada, e la cosa non era mai di buon auspicio. L'uomo la informava in effetti della sparizione di Shiho e Mai. Viola si lasciò sfuggire una smorifa e - una volta rimesso a posto il telefono - utilizzò il braccio libero per circondare Natsuki e tenerla stretta a sé. Se il Distretto stava puntando già a HiME come Mai, che era conosciuta da diverse persone, allora nessuna di loro era più al sicuro. Natsuki compresa. Ma in quel momento informare la ragazza non sarebbe servito a nulla. Preferiva di gran lunga offrirle ancora un po' di tempo per confortarla. In fondo non era la sola a soffire.

Quando le lacrime e i pianti si furono ridotti a dei semplici singhiozzi, Viola decise che era tempo di parlare. Si allontanò allora dolcemente dall'altra ragazza, malgrado la feroce tenacia di Natsuki ad attaccarsi a lei e in particolare alla sua giacca - la stessa giacca che aveva indossato il giorno della tragedia e che aveva faticato a ripulire dagli schizzi di sangue che l'avevano macchiata.

"Natsuki, guardami."

La giovane esitò un istante prima di obbedire alla richiesta, e Viola poté finalmente osservare gli occhi verdi, sfocati e allo stesso tempo lucidi di lacrime, di Natsuki.

"Vieni, sediamoci."

La condusse fino al divano, e lì la fece sedere. Se il suo aspetto l'aveva scioccata, solo in quel momento notò la magrezza e il pallore malaticcio dell'ex-HiME. Con un dolce gesto, la ragazza accarezzò i capelli di Natsuki e poi le sue guance, sentendo i propri occhi gonfiarsi di lacrime. Finché Natsuki non dovette ricordarsi che tutti quei gesti non venivano da Shizuru, ma da Viola, e si voltò dall'altra parte. A quella reazione, Viola allontanò la mano e si alzò.

"Non andartene," la supplicò tuttavia Natsuki.

Il tuo della sua voce era intriso di panico. Non si era nemmeno resa conto di avere nuovamente afferrato la giacca di Viola.

"Non me ne vado, vado solo a prepararti qualcosa di caldo da mangiare."

Natsuki sembrò esitare, ma lasciò finalmente la presa con un sussulto.

"Non ho fame," rispose con voce debole.

"Natsuki," Viola sospirò con un tono che sottintendeva che si stesse comportando come una bambina.

"Non riesco a mandar giù niente, ok," ribatté l'altra duramente.

Viola spostò lo sguardo a disagio, con le labbra serrate e una linea tesa sul viso che rivelava in modo stranamente chiaro un senso di colpa. Natsuki aggrottò la fronte a quell'espressione insolita. Poi con un sospiro, l'altra ragazza si spinse indietro la frangia e si trascinò in cucina. Ben presto Natsuki sentì i rumori di pentole e piatti. La ragazza non sapeva cosa ci potesse essere in cucina e più precisamente nel suo frigorifero, ma Viola dovette trovare gli ingredienti per preparare un pasto poiché non riapparì se non venti minuti più tardi. Natsuki chiuse gli occhi e strinse i denti, scacciando le dozzine di ricordi che minacciavano di sommergerla: momenti simili in cui Shizuru era venuta a passare la serata a casa sua e aveva cucinato per entrambe.

Alla fine Viola ricomparve, con un vassoio in mano che conteneva del the, delle ciotole di riso e un'omelette a base di... Natsuki non era sicura di sapere cosa ci fosse dentro, ma davanti a quell'immagine sentì che le cose non potevano continuare così per molto prima che lei perdesse la ragione. Viola somigliava troppo a Shizuru perché la sua sanità mentale riuscisse a sopportarlo. Rivedeva ancora tutto quel sangue mentre le orecchie le ronzavano, quell'istante di confusione su ciò che aveva appena fatto, quel...

"Natsuki?"

Con un sussulto, Natsuki alzò lo sguardo e incrociò gli occhi rossi di Viola.

"Chi sei tu in realtà? Sei la cugina di Shizuru? E' questo che mi hanno detto Chie e Aoi, che..."

In altre circostanze, la ragazza si sarebbe vergognata del suo tono di voce così spezzato, ma ormai non si preoccupava più di simili dettagli. Niente aveva più importanza, a parte forse capire come le cose fossero arrivate a quel punto.

"Dobbiamo effettivamente parlare, Natsuki. Ma non prima che tu abbia mangiato qualcosa."

Natsuki era pronta a discutere, ma non ne aveva la forza. Era convinta tra l'altro che Viola non avrebbe ceduto. Si costrinse allora ad inghiottire un po' dell'omelette. Il pasto era semplice ma buono, perfino delizioso, se si prendeva in considerazione il fatto che Natsuki si scoprì affamata una volta che le fu passata la nausea alla vista del cibo. Si rese conto solo dopo avere finito tutto che Viola aveva fatto scivolare metà della propria porzione nel suo piatto.

La cena le aveva restituito un po' d'energia perché una parte del suo orgoglio riemerse, e si rifiutò di ammettere che Viola aveva avuto ragione riguardo al suo bisogno di nutrirsi.

"Adesso che ho mangiato," preferì rispondere, "voglio sapere tutto!"

"Non penso che a Natsuki piacerà tutto ciò che ho da dirle."

Quest'ultima non sentì il bisogno di rispondere a quella frase, che rispecchiava probabilmente la realtà.

"Da dove iniziare," divagò Viola. "Vuoi sapere chi sono e come le cose siano arrivate a questo punto, beh... in un certo senso, tutto questo è legato al Carnival, al fatto di essere HiME."

Natsuki sentì tutto il suo corpo irrigidirsi in una reazione istantanea a quelle parole.

"Cosa puoi saperne tu, di quella vicenda?"

"Tutto, so tutto. Vedi... c'erano quattro Distretti. Tu conoscevi il Primo Distretto perché gli hai dato la caccia per anni, e ti sei più o meno imbattuta in altri due. Quei tre sono stati distrutti, ma un quarto esiste ancora."

Viola si rifiutò per il momento di dirle che quel quarto - il Terzo Distretto - aveva rapito Mai e Shiho. Non adesso. Natsuki doveva sapere tutto, prima di partire a testa bassa per tentare di salvare Mai.

"No," ribatté Natsuki. "L'avrei scoperto, l'avrei saputo se..."

"Potrai chiedere a Miyu o Alyssa. Loro sono state create dagli altri due Distretti distrutti."

Ma Natsuki continuava a negare l'evidenza. Viola si rese conto che se la ragazza si rifiutava di credere a questo, non sarebbe mai riuscita ad accettare il resto.

"Natsuki," la richiamò in tono secco. "Forse avrei dovuto iniziare con un avvertimento. La mia storia ti sembrerà assurda ma devi credermi, se vuoi capire la situazione nella quale ci troviamo."

La ragazza fissò Viola con aria di sfida, ma annuì.

"D'accordo, non dirò più nulla finché non avrai finito la tua spiegazione."

La sua voce, notò Viola, continuava a tremare. Cercava di essere forte, ma era sul punto di crollare. Cercò di ignorarlo durante i minuti successivi che passò a parlare del Terzo Distretto, del poco che sapeva, ma soprattutto del loro esperimento, le nanomacchine, dei nomi dati alle cavie - Otome - della scelta - le HiME - per suddette cavie. Come promesso, Natsuki rimase in silenzio e la tensione delle sue spalle era l'unico indizio che lasciava trapelare che stesse ascoltando e che non le piaceva ciò che stava dicendo. Quando Viola alla fine le chiese se aveva capito tutto, Natsuki prese la parola.

"Come faccio a crederti quando tutte le HiME... quando tutte le HiME sono al sicuro?" Chiese.

Viola aveva notato la sua difficoltà a dire che tutte le HiME fossero al sicuro quando era appena tornata dal funerale di Shizuru e aveva ignorato quello di Nao.

"E' qui... E' qui che mi devi credere," balbettò la ragazza, senza ben sapere come spiegarle. "Ciò che ti sto per dire risponderà tra l'altro alla tua domanda su chi io sia."

Viola prese un profondo respiro e si lanciò.

"Le nanomacchine donano a volte delle strane capacità alle Otome."

"Questo me l'hai già detto," disse Natsuki spazientita.

"Una di queste capacità... è di poter tornare indietro nel tempo."

Viola aspettò di vedere l'effetto che quella frase avrebbe avuto su Natsuki, ma ricevette in risposta solo uno sguardo vacuo, finché non vide una scintilla di qualcosa di troppo rapido per poter essere compreso.

"Mi stai dicendo che tu... tu sei..."

Poi con sorpresa di Viola, Natsuki balzò sul tavolo del salotto che le separava e la colpì con un pugno in faccia. Viola cadde all'indietro sotto la forza sorprendente del colpo. Batté dolorosamente la testa per terra, ma la cosa era niente rispetto al suo zigomo rotto. Natsuki non ci era andata leggera. Quest'ultima la afferrò per il collo e la rimise in piedi per sbatterla contro il muro e mezza strangolarla. Fu solo in quel momento, passata la sorpresa, che Viola percepì il rimprovero che Natsuki le rivolgeva, e notò le lacrime rabbiose che colavano lungo le sue guance.

Natsuki le rimproverava di non essere tornata indietro nel tempo per impedirle di uccidere Shizuru.

"Fermati," gemette Viola con voce strozzata.

Natsuki indietreggiò, lasciando che l'altra ragazza rimettesse i piedi a terra e riprendesse fiato. Sembrò non sapere se avvicinarsi o allontanarsi da lei.

"Vuoi dirmi che tu sei Shizuru, ma... venuta dal futuro?" Chiese duramente con la mano ancora stretta a pugno, pronta ad abbattersi sulla sua vittima.

"No, voglio dire che Viola era una Shizuru venuta dal futuro."

"Ma tu sei Viola," ribatté Natsuki spazientita. "I test del DNA hanno dimostrato che è Shizuru quella che ho... ucciso...?"

Poi un lampo di comprensione attraversò il viso di Natsuki quando vide il sorriso colpevole della ragazza dagli occhi rossi.

"A meno che... se Viola era una Shizuru venuta dal futuro," iniziò a dire, "avrebbe avuto lo stesso..."

"Mio DNA," completò l'altra, gemendo quando si toccò lo zigomo rotto.

"Ma... tu l'hai chiamata Shizuru e..."

La giovane sospirò e contro la sua volontà dovette prendere un bicchier d'acqua prima di poter rispondere.

"Qualche mese fa ho incontrato una ragazza di nome Viola," spiegò. "La stessa che tu hai conosciuto e ironicamente detestato. Si era tagliata e tinta i capelli, e portava delle lenti a contatto per agire senza mettermi in pericolo. E' sorprendente vedere fino a che punto non si conosce se stessi... non mi sarei mai riconosciuta se lei non mi avesse detto la verità. L'unico problema era che aveva commesso degli errori, e l'ispettrice Suzushiro-san, la madre di Haruka, è risalita a me."

Dicendo questo, mostrò il suo polso ferito.

"Stranamente, ho un ricordo piuttosto sfocato dell'interrogatorio ma ricordo di avere tirato così tanto sulle manette che mi sono fatta male. Ma non è questo il punto. Senza prove a sostegno di ciò che diceva, Suzushiro-san mi ha rilasciata e io ho raggiunto Viola. Sapeva che ora che la polizia era arrivata a me sarebbero iniziati i guai. Il Terzo Distretto, gli Yakuza, i Ryu e altri gruppi di bande malfamate cui lei aveva pestato i piedi se la sarebbero presa con me. Voleva quindi che ci scambiassimo le nostre identità."

"Ma voi..."

"Non l'abbiamo fatto. Mi sono rifiutata. Semplicemente perché... perché volevo aiutarla a proteggere te, Natsuki. Su quel punto... mi riconoscevo perfettamente in Viola. Avremmo fatto qualsiasi cosa per te. Inoltre bisognava riconoscere che Viola sapeva battersi e maneggiare una pistola. E con l'aiuto delle nanomacchine era molto più forte di me. L'ho convinta ad usarmi come esca."

"Esca?"

Shizuru annuì tranquillamente con un sorriso triste.

"Non siamo riuscite a mettere le mani sul Terzo Distretto prima che questi ultimi iniziassero a rapire delle HiME."

"Nao," capì Natsuki chiudendo gli occhi. Era sparita verso Natale. Ma conoscendola nessuno l'aveva trovato strano, lo faceva spesso.

"Esatto," disse Shizuru. "La cosa più semplice per attaccarli prima che una sorte simile accadesse a tutte le altre HiME, e soprattutto a te... era di farli venire da noi. Da me in particolare. Ero un'esca perfetta. Si sapeva che qualcuno che si faceva chiamare l'Ametista stava seminando il panico nei loro affari, la polizia mi aveva arrestata pensando che io potessi essere questa persona. La coincidenza che una HiME mettesse nuovamente il naso negli affari di un Distretto, io per di più che ne avevo già distrutto uno... mi sarebbero venuti sicuramente a cercare. E Viola come ogni buon cacciatore sarebbe intervenuta in quel momento. Semplicemente non pensavamo che avrebbero usato Nao - diventata Otome - e motivata dal suo odio nei miei confronti."

"E io ho mandato tutto all'aria con il mio intervento," concluse Natsuki.

Shizuru non rispose, perché non c'era alcuna risposta da dare. Senza Natsuki, era impossibile sapere come sarebbero andate le cose.

"Le nanomacchine di Nao avevano aumentato la sua resistenza e la sua velocità. Senza il tuo intervento, Nao, armata della sua lama, mi avrebbe uccisa prima che Viola potesse reagire. Quando tu hai sviato brevemente l'attenzione di quest'ultima, Nao avrà pensato di poterla eliminare. E avrebbe avuto probabilmente ragione se anche Viola non avesse avuto le nanomacchine."

"Perché ha mirato alla testa?" Chiese Natsuki ignorando lo sforzo di Shizuru di farle credere che il suo intervento non fosse stato così catastrofico come era stato in realtà.

"Nao era una nuova Otome, le sue nanomacchine avrebbero potuto curare qualsiasi ferita, forse non ne sarebbe stata nemmeno rallentata e avrebbe ucciso Viola, me... o peggio ancora te. Viola non avrebbe mai corso quel rischio."

"Se le Otome sono così potenti, perché Viola non ha guarito la sua ferita?"

Shizuru le rivolse un sorriso triste.

"Pensi forse che se essere Otome significasse solo essere più potenti, resistenti, o avere dei poteri, Viola avrebbe fatto tanto per fermare il Terzo Distretto? Noi siamo le cavie di un esperimento ai suoi albori. Viola ha detto che tutte le altre HiME sono morte dopo indicibili sofferenze causate dalle nanomacchine. Su di lei, queste ultime hanno tenuto in vita delle cellule dannose che sarebbero dovute morire per il suo bene. Quelle cellule si sono moltiplicate e... Viola aveva un tumore maligno al cervello. Ogni volta che usava le nanomacchine per curarsi o per tornare indietro nel tempo, ne soffriva e si avvicinava un po' di più alla sua morte. Credo... Credo che curarsi l'avrebbe uccisa tanto quanto la sua ferita. Le nanomacchine le hanno solo permesso di sopravvivere qualche minuto in più. E in quel momento, ha solo voluto... se n'è solo voluta andare sapendo di essere qualcuno."

"In che senso?" Natsuki non capiva.

"Non voleva morire come Viola. Quello era solo un nome scelto a caso, che per lei non significava nulla. Voleva sapere che c'era qualcuno che si ricordava che lei non era una sconosciuta. Posso capire la sua richiesta," sospirò. "E' stata chiamata Shizuru alla nascita, voleva morire con quel nome. Questo significa qualcosa, no?"

"Sì, credo," rispose Natsuki osservando i tratti tesi di Shizuru.

"Mi scuso per non averti detto nulla," riprese la ragazza dopo un breve istante di silenzio. "Di averti lasciato credere che fossi morta. Ma... il Terzo Distretto sorveglia le HiME, e se tu avessi reagito in un altro modo alla mia morte avrebbero capito che c'era qualcosa che non andava. E' stato più sicuro così."

"Più sicuro?" Esclamò Natsuki in tono rabbioso. "Per chi? Per tutte quelle persone che hanno pianto pensando di averti persa o solo per te?" L'accusò puntandole un dito contro.

Shizuru fece spallucce tristemente.

"Cos'avrei dovuto fare secondo te? Venire al mio stesso funerale? Si sarebbe creato il caos e il Terzo Distretto ne avrebbe approfittato. Oggi sono in vantaggio. Pensano che io sia morta, ed io li troverò ben prima che loro capiscano di essersi sbagliati."

Natsuki sentì un brivido di paura osservando Shizuru. Perché in quelle parole rivedeva la ragazza spietata del Carnival. Fu in seguito ad un qualcosa nei suoi occhi o nelle sue labbra, un rilassamento dei tratti del suo viso forse, come l'abbozzo di un sorriso tenero e sincero, che Natsuki si rese finalmente conto - per quanto fosse stupido - che quella non era un'illusione, che la persona davanti a lei era Shizuru. Con i suoi pregi e i suoi difetti. Con quella feroce volontà di distruggere il mondo per tenerla al sicuro. Quella ragazza che durante il Carnival l'aveva spaventata e che adesso capiva. Non avrebbe lei stessa fatto qualunque cosa per vedere Shizuru esattamente lì dov'era adesso? E non aveva dovuto fare nulla.

Shizuru era tornata da lei.

Shizuru era tornata indietro nel tempo per ritrovarla, per salvarla.

Allora Natsuki attraversò la sala, incespicando a metà nella fretta, per afferrare di nuovo Shizuru per il collo e attirarla a sé. Per baciarla, per assicurarsi che fosse reale.

E lo era.

"Ti ho uccisa," sussurrò comunque, come una confessione o un avvertimento necessario.

"No, Natsuki, quello è un futuro che io cambierò," le assicurò l'altra.

Quella semplice certezza non avrebbe sicuramente cancellato il suo crimine, né il terrore e gli incubi che avrebbe avuto per tutta la vita, come pure non avrebbe cancellato il dolore di Shizuru per avere perso una persona che le era stata cara. Ma in quell'istante, Natsuki capì che Viola era tornata indietro nel tempo proprio perché Shizuru - lei stessa - potesse vivere un simile momento che a lei era stato rubato.

Natsuki la baciò nuovamente con un ardore moltiplicato dalla paura di averla persa e dalla gioia di averla ritrovata. Shizuru rispose ai suoi baci con uguale fervore, ma lasciò che fosse Natsuki a prendere il controllo, a decidere fin dove fosse disposta a spingersi.

Il suo respiro si fece affannoso, mentre Natsuki le circondò il collo con le braccia e con le mani fece scivolare via la giacca dalle sue spalle.

"Natsuki," disse Shizuru con un gemito, "c'è ancora qualcosa che..."

"Riguardo al Terzo Distretto o a noi?" Chiese Natsuki con voce roca.

"Al Terzo Di-"

"Allora più tardi," la interruppe Natsuki baciandole dolcemente il polso ferito.

La ragazza riprese rapidamente l'assalto alle sue labbra, sentendo il sapore del sangue sul suo labbro spaccato, ma non pensò che a quell'istante, a quella occasione che la vita le stava offrendo restituendole Shizuru. Dimenticò di averla potuta perdere per sempre se Nao l'avesse attaccata al posto di Viola, se Shizuru avesse accettato di scambiare la propria identità con quella di Viola, se...

Ma lei era lì, e Natsuki voleva sperimentare quante più cose possibili prima che la realtà - il futuro annunciato da Viola - le raggiungesse.

Voleva sapere com'era amare ed essere amati da Shizuru.

Il resto poteva attendere.

  
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