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Autore: SagaFrirry    14/07/2015    1 recensioni
Seguito dell'Olympus Chapter, caricato qualche mese fa e che in principio non doveva avere un seguito. Visti però i numerosi fan (vi voglio bene, davvero) e le richieste..l'Olympus è tornato! Spero sia gradito a chi ha seguito il primo racconto. Inizia il viaggio alla ricerca del senno perduto di Arles!E ovviamente possiamo farci mancare una buona dose di nemici? Certo che no!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gemini Kanon, Gemini Saga, Gold Saints, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Olympus Chapter'
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II

VIAGGIO

 

“Scusa se ti disturbo” parlò, sarcasticamente, Ares “Ma dovrei parlare con te, Discordia”.

La Dea, una delle poche romane a cui era stato concesso di stare sull’Olimpo, si stupì di quella visita. Ares, Dio della guerra, non era molto amato in famiglia. Sull’Olimpo veniva raramente e vederlo voleva dire che era successo qualcosa.

“Ares?” domandò lei “Cosa mai ti porta qui? Problemi al Grande Tempio?”.

“Sì e no. Si tratta di Tolomeo, se ti importa vagamente di sentire qualcosa a riguardo” rispose Ares.

“Sei cinico, guerrafondaio. Tolomeo è mio figlio, certo che mi importa! Che è successo?”.

“Ha ottenuto l’armatura”.

“Bello. Fai i complimenti da parte mia”.

“ ..ed è fuggito”.

“Fuggito? Per andare dove?”.

“Non lo sappiamo. È fuggito, però, per tentare di risvegliare il padre”.

“Quel piccolo stupido..”.

Discordia sospirò.

“Ma voi..” riprese “..non dovreste prendervi cura di lui? È solo un bambino! Come ha permesso il Grande Tempio che fuggisse?”.

“Non è più un bambino!”.

“Di certo non è ancora un uomo..”.

“No, quello no. Ti volevo avvisare. Potresti aiutarci a cercarlo”.

“Non lo vedo da anni. Non so se è una buona idea. Del resto..quasi nessuna divinità si prende cura dei propri figli”.

“A me non interessa se ti importa o meno di Arles, come invece ho fatto in passato. Non ho approvato il fatto che lo ignorassi, anche se dicevi di amarlo. Ma Tolomeo..”.

“Ero legata a lui perché mi aveva salvato la vita, Ares. A che serve che lo sia ancora? Non posso salvargli la vita. E starmene a piangere sotto un uomo sottovetro non fa per me. Anche se, lo ammetto, mi manca. Per quel che riguarda Tolomeo..”.

“Senti..non ho tempo da perdere, donna! Se hai voglia di aiutarmi, muovi il culo. Altrimenti resta pure dove sei, mentre io torno a cercarlo”.

“Come sei tenero. Ti sei rammollito parecchio..”.

“Allora, cosetta..io posso sorvolare sul fatto che tu sia sorella di quel burino di Marte, e posso sorvolare sul fatto che tu sia romana. Posso anche chiudere un occhio su quanto sei troia da quando sei qui sull’olimpo e chiudere l’altro su molte altre cose. Ma non tollero le offese. Non devi osare”.

“Non ti sto offendendo! È la verità!”.

“Farei lo stesso per tutti i miei figli ed i miei nipoti! Questo credi mi renda debole? Pensi che esiterei anche solo un istante se tu osassi metterti contro di me? Ti ammazzerei seduta stante”.

“I sentimenti ti rendono debole”.

“Cazzate!”.

“Hai fatto un sacco di figure di merda per amore..”.

“Ma che farnetichi?!”.

“Afrodite..”.

Ares si morse il labbro. Con gli occhi ormai del tutto rossi, faceva una gran fatica a non scaraventare quella donna giù dall’Olimpo. Ma gli serviva! Era comunque la madre di suo nipote!

“Tolomeo è partito per aiutare suo padre. Ammiro la sua dedizione, anche se mi fa incazzare la sua stupidità. Lo perdono solo perché è un ragazzino. Sono in pensiero e dovresti esserlo anche tu, Discordia!”.

“Lo sono. Ma se mio figlio è testardo anche solo la metà di te e di suo padre..l’unico modo è farlo andare per la sua strada. O si perderà per sempre, oppure otterrà quel che vuole”.

“E tu te ne starai lì con le mani in mano?”.

“Di certo non mi metterò a cercarlo con TE”.

“E chi ti vuole fra i piedi?! Io ti ho detto solo che lo devi cercare”.

“Sono la Dea della Discordia, non mi metto a fare la sentimentale”.

“Crepa”.

“Anch’io ti voglio bene, suocerino”.

“Non sono tuo suocero! Arles non ti ha mai sposata!”.

“E non lo avrebbe mai fatto. Lui è l’eterno sposo di Eleonore”.

“Conosco vagamente la storia. Non mi interessa più di tanto..”.

“Peccato. Al tuo lato sentimentalmente coccoloso piacerebbe. Lo cercherò , comunque. Cercherò di capire dove Tolomeo possa essere. Sono sua madre..”.

“Benissimo..”.

“Ci si vede..”.

“Solo una cosa..se Arles si svegliasse, se Tolomeo raggiungesse il suo scopo, tu cosa faresti?”.

“Ho giurato di servirlo. Io mantengo le promesse. Mi sono allontanata perché ogni istante mi ricordava quanto mi sentissi protetta. Non mi amava, perché quel povero coglione non si è tolto dalla mente Eleonore nemmeno per un istante, ma mi sosteneva. Mi difendeva, mi..beh..lo ammetto: mi eccitava. Ma ha preferito perdersi nelle sue illusioni piuttosto che vivere, perciò che dovrei fare? Struggermi? Lui ha preferito un sogno a me!”.

“Non si rende conto che è un’illusione”.

“E tu come lo sai? Come ne sei certo? E se restasse di sua volontà in quella chimera creata dal suo cervello? Ci hai mai pensato?”.

“Tu sei pazza”.

“Può darsi. Ma staremo a vedere come andranno le cose..”.

Ares non aggiunse altro. Non vedeva l’ora di andarsene da lì! Piuttosto, era meglio stare all’inferno!

 

“Sei lento, ragazzo” commentò Aiaco, camminando a passo spedito per vicoli dell’oltretomba.

“Scusa..” sbotto, sarcastico, Tolomeo “Ma quanto ci vuole?”.

“Pensi che l’India sia dietro l’angolo? Anche se le strade degli inferi sono più brevi, non puoi certo arrivarci in cinque minuti!”.

“E non c’è una scorciatoia?”.

“Questa è già una scorciatoia, sbarbatello! Sei irritante..”.

“Mi sembra di camminare da una vita!”.

“Il tempo e lo spazio non sono gli stessi a cui sei abituato. Per questo possiamo raggiungere la meta a piedi senza metterci un’eternità..”.

“Se lo dici tu..”.

“Oh ma che hai? Dieci anni?! Che marmocchio petulante..”.

“Scusa se ti importuno, nonno..”.

“Bada a come parli! Stiamo per entrare in terre pericolose, dove la tua amata Athena non può fare proprio nulla, perciò ti consiglio di darti una regolata. Se ci tieni a tornare vivo..”.

“Perché? Dove stiamo andando?”.

“Dove STAI andando! Io ti accompagno fino ad un certo punto, poi ti arrangi! Ma non ti preoccupare..ti lascerò da chi saprà darti qualche dritta in più!”.

“Erano questi gli accordi? Tu devi portarmi da Shaka!”.

“Credi per caso che me ne freghi anche solo un minimo degli accordi?”.

 

Phobos sbadigliò. Non capiva tutta l’agitazione nata per la sparizione di Tolomeo.  Alla fine, si diceva, ha sangue di guerriero perciò non correva alcun rischio. Non era pronto a giurarlo, ma veder agitare mezzo Olimpo per un ragazzino era decisamente eccessivo! Era ormai certo che non fosse morto, perciò proprio non comprendeva.. Ringraziò di non avere figli e si poggiò ad una colonna, braccia incrociate, osservando il gemello Deimos che svolazzava grazie all’armatura e perlustrava la zona. Il lupo che sedeva al suo fianco di colpo iniziò a scodinzolare. Phobos lo fissò con aria interrogativa e poi vide apparire Ipazia e comprese il perché di quella dimostrazione di contentezza.

“Ma chi è il mio cucciolo cuccioloso?!” esclamò la giovane, coccolando il lupo che si mise a pancia all’aria.

“Non fa con nessun’altro certe cose..” commentò Phobos.

“Mi vuole bene! Posso portarlo a spasso?”.

“Certo. Dovrei farlo io ma non mi va..”.

“A te non va mai di far niente, zio!”.

“Già..”.

Ipazia colse una certa nota malinconica in quella risposta.

“Sei preoccupato per Tolomeo?” domandò lei.

“E perché dovrei? Ha sangue di drago, vedrai che tornerà sano e salvo. E più forte”.

“Allora perché quell’aria triste?”.

“Ma di che parli?! Porta a spasso sto animale va, che è meglio!”.

Ipazia ridacchiò. Adorava il suo zio scorbutico! Si mise a correre, seguita dal lupo. La capigliatura e l’abito scuro si persero presto nel buio della notte e Phobos si chiese fosse saggio mandare in giro una ragazzina a certe ora ma poi si rispose dicendosi che non era affar suo e si accese una sigaretta.

“Quello sì che è un brutto vizio, amico!” si sentì dire.

Il figlio di Ares ruotò gli occhi al cielo. Da quando viveva al Tempio, non aveva un attimo di privacy! E tutti si facevano gli affaracci degli altri!

“Buonasera, cognato” salutò Milo.

“Quale delle mie sorelle hai sposato tu, scusa? Non ricordo”.

“Mirina”.

“Ah, già. Chiedo perdono, è che ne ho troppi di parenti da ricordare”.

“Sarà la vecchiaia..”.

“Ma..come osi?!”.

“Ti sei visto?! Stai invecchiando”.

“Sono un Dio! Gli Dei non invecchiano!”.

“Beh, tu sì! Credimi: dalla guerra contro i romani, sei cambiato. A Deimos non è successa la stessa cosa”.

“Sarà forse perché quel simpaticone del Leone, detto in tono sarcastico, mi ha trafitto con la daga che uccide gli Dei proprio nella battaglia finale?”.

“Dici? Non lo so. Ero impegnato in altre faccende”.

Phobos scosse la testa, ignorando lo Scorpione. Però..e se quel cavaliere avesse ragione? Se davvero quella coltellata avesse avuto così gravi conseguenze? Si guardò la mano, che giurò veder tremare leggermente. Subito la richiuse a pugno.

“Con le amazzoni ho ispezionato un’ampia zona” parlò di nuovo Milo “Senza però trovare alcuna traccia. È addestrato bene..”.

“Sa come non lasciare indizi. Anche se è solo un moccioso, ci ha fottuti tutti quanti”.

“Come ha fatto suo padre, del resto..”.

“Già. Come ha potuto il Tempio non accorgersi che aveva preso il posto di Shion proprio non lo capisco..”.

“Io ero solo un bambino. Ed il tuo fratellino sa essere davvero subdolo..”.

“Parli del lato Saga o Arles?”.

“Entrambi..”.

 

“Non sentirti in colpa, Kiki. Sarebbe fuggito comunque” parlò Shura, nell’insolita veste di rassicuratore.

“Non so” rispose il Gran Sacerdote “Forse senza l’armatura di Gemini non si sarebbe allontanato”.

“L’avrebbe ottenuta. Sai bene che sono le armature a sceglierci, anche se c’è chi crede qualcosa di diverso”.

“Hai controllato la zona a nord del Santuario?”.

“Certo. Il ragazzo sembra svanito nel nulla”.

“Si muove alla velocità della luce, come ogni cavaliere. Chissà dove sarà adesso..”.

“Non possiamo paralizzare l’intero Santuario per un singolo individuo, anche se è il figlio di Saga”.

“Sono d’accordo. Ma a questo punto credo non ci sia modo di focalizzare l’attenzione su altro”.

Kiki sorrise, quasi divertito. I tempi di pace provocavano sempre tanta noia. Erano piacevoli ma anche tanto noiosi!

 

“Psiche! Che fai qui?” domandò Kanon, raggiungendo il luogo dove il gemello era custodito.

“Cerco di percepire il suo animo” rispose lei, ad occhi chiusi.

“E perché?”.

“Forse in qualche modo ha capito dove andava il figlio o forse è stato il figlio stesso a dirglielo”.

Kanon alzò lo sguardo. Il gemello a braccia spalancate nell’ikor, che pareva serenamente addormentato, lo turbava. Più volte aveva dovuto resistere alla tentazione di frantumare quella bacheca di cristallo per togliergli quel sorriso irreale dal volto.

“E senti qualcosa?” domandò poi, avvicinandosi alla donna.

“No” ammise lei “La sua mente è avvolta da mille veli per me impenetrabili. Sarebbe stato un Dio molto potente, se fosse stato in grado di controllarsi”.

“Sarebbe stato tante cose, se fosse stato in grado di controllarsi!”.

La sposa di Eros sorrise, teneramente. Percepiva nel tono di Kanon l’affetto che cercava di celare per quel gemello addormentato.

“Saga..” borbottò Kanon, sfiorandone la teca “..anche da privo di sensi riesci a far casino al Santuario. Sei davvero incredibile!”.

 

Canticchiando, Deathmask era giunto davanti al cancello dietro a cui si aprivano le stanze di Hades. Le aprì con un calcio, senza togliere le mani dalle tasche.

“Ma non si fa così!” sbottò Aphrodite.

“Non ho tempo da perdere, io! Hades! Dove sei?! A cercare qualche altro piccolo gay vergine a cui rubare il corpo?!”.

Assieme a Cancro e Pesci, c’era Persefone che, come consorte del re di quel luogo, aveva libero accesso. Hades, seduto e mezzo addormentato sul suo trono, inclinò solo la testa. Si sforzò di rimanere calmo, perché al momento non aveva motivi validi per scatenare una guerra. Inoltre sua moglie Persefone l’avrebbe massacrato di insulti se avesse osato toccare il suo amante ed il suo amico. A volte il Dio degli inferi aveva il dubbio che vi fossero strani intrecci non del tutto eterosessuali da quelle parti.

“Non serve gridare” sbottò “Ci sento benissimo. Che cosa volete? Solo perché Persefone vi ha dato il permesso, questo non vuol dire che possiate gironzolare per il mio regno come fosse un parco giochi!”.

“Scusaci” ridacchio, sarcastico, il Cancro “Cerchiamo un ragazzo”.

“Un ragazzo?” si stupì Hades, aggiungendo nella sua mente “lo sapevo che questi due non erano etero!”.

“Si chiama Tolomeo. È passato da queste parti?”.

“Non posso sapere il nome di tutti quelli che entrano nell’aldilà”.

“Questo te lo ricorderesti. È il figlio di Saga”.

“E chi è?”.

“Il piagnucolone a cui hai affidato una surplice”.

“Ah, il depresso pieno di sensi di colpa! Me lo ricordo! Suo figlio è come lui? Che ha combinato? Si è suicidato?”.

“No. È scappato e temiamo possa aver commesso la minchiata di venire fin qui a cercare l’anima del padre”.

“L’anima del padre non ce l’ho io. Altrimenti, fidati, sarebbe uno dei miei guerrieri. Un cosmo simile non me lo lascio di certo sfuggire”.

“Ma noi vogliamo sapere di Tolomeo. È passato per qui?”.

“Per di qua non penso. Non che io sappia. Ma forse..Eleonore!” chiamò a gran voce.

La donna comparve dopo qualche istante, scansando la pesante tenda. Subito intuì perché i due cavalieri fossero lì ed un po’ si spaventò. Hades non doveva sapere certe cose!

“Eleonore, mia cara..è passato per caso un certo Tolomeo da queste parti?” domandò Hades.

“Tolomeo? Non so..” fece la vaga lei.

“Ha i capelli rossi” spiegò Aphrodite “Gli occhi verdi come quelli di Saga e portava con sé l’armatura dei Gemelli”.

“Una cosa del genere me la ricorderei” sorrise lei “No, non è passato per di qua”.

“Perfetto. Questo ci bastava” ghignò Deathmask “Grazie mille!”.

Hades fissò il gruppetto piuttosto perplesso. Dov’era finito il rispetto per le divinità?! Incrociò lo sguardo della seconda moglie ed alzò un sopracciglio, mentre Pesci, Cancro e Persefone si allontanavano.

“Qualcosa non va?” domandò ed Eleonore sorrise, scuotendo la testa.

“Sono solo stanca. Poi rivedere i cavalieri mi fa sempre uno strano effetto. Mi spavento perché tempo una guerra..”.

“Oh, mia cara! Non devi temere! Anche se scoppiasse una guerra, io ti difenderei e tu lo sai”.

“Sì. Lo so..”.

Hades non pareva del tutto convinto ma lasciò che Eleonore tornasse nelle sue stanze. La osservò, trovandola bella come il primo momento in cui l’aveva vista. Però ultimamente era strana. Forse era meglio tenerla d’occhio.

E che Eleonore fosse strana non l’aveva notato solo Hades.

“Lei mentiva” commentò Persefone, camminando fra Pesci e Cancro.

“Eleonore?” chiese conferma Aphrodite.

“Sì. Non era sincera. Nasconde qualcosa..”.

“Credi abbia a che fare con Tolomeo?”.

“Non lo so. Ma le conviene stare molto attenta perché il confine fra odio ed amore è labile e l’odio di Hades non è una cosa gestibile..”.

 

   
 
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