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Autore: SAA89    14/07/2015    2 recensioni
Allora, manca meno di un mese ad Avengers: Age of Ultron, ma abbiamo visto tutti la scena nei titoli di coda del primo film. Sappiamo che il prossimo avversario dei Vendicatori sarà Thanos. E sappiamo anche che non lo metteranno a nanna prima del 2019, e ci vorranno la bellezza di UNDICI FILM!
Quindi, se non vi va di aspettare così tanto, questa è la mia idea su come potrebbe svolgersi la storia. Questa fic inizia dopo Iron Man 3: Loki è sotto chiave ad Asgard, ma il suo fratello adottivo ha già notato che qualcosa in lui è cambiato. Nel frattempo, gli altri Avengers continuano le loro vite a New York. Ma forze oscure cospirano contro i nostri eroi...
(a proposito, Romanogers a partire dal capitolo 2. Perché? Perché sì.)
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pepper aveva trovato la soluzione prima di Tony. Volava più in basso e più avanti rispetto a lui e ai due Quinjet, e poté scorgere i portelli del vano bombe sotto la pancia dell’aereo.

< JARVIS, dici che da lì si può entrare? >

< Affermativo, signorina Potts... >

Pepper si portò in volo rovesciato sotto all’aereo, per poi sparare ai portelli con i repulsori sulle mani, creando uno squarcio abbastanza grande da poterci entrare.

< Pepper, che diavolo fai!? > strillò Tony, ma la donna si era già infilata nella carlinga.

Appena dentro, scorse Natasha, che tremava rannicchiata contro la parete posteriore, con le ginocchia al petto e un braccio attorno alle gambe. Si avvicinò, sollevando la visiera del casco: < Nat? Nat, mi senti? Natasha! > chiamò, ma la russa non rispose. Non la guardava nemmeno. Aveva gli occhi sgranati e colmi di lacrime che minacciavano di cadere da un momento all’altro. Sembrava che avesse appena visto chissà quale fantasma.

Sentì un rumore alle sue spalle e si voltò, ma prima che potesse reagire, si ritrovò con i polsi bloccati alla parete alle sue spalle da due braccialetti magnetici, e Brock Rumlow a trenta centimetri dalla sua faccia.

< Virginia Potts, vero? Ho letto di te su Forbes... > disse Rumlow, mentre lei si dimenava, cercando di liberare le braccia.

< Che succede? La piccola segretaria vuole fare a botte con il grosso e cattivo agente segreto? > la canzonò ancora Rumlow, spostando ripetutamente lo sguardo tra lei e la figura tremante di Natasha, sul pavimento.

Il ghigno strafottente di Rumlow, però, iniziò a svanire quando sentì il tipico fischio sommesso di un repulsore che si carica.

Guardò in basso: il reattore ARC sul petto di Pepper brillò di luce bianca, sparando un potente raggio d’energia che sfondò da parte a parte la cassa toracica di Rumlow, scaraventandolo sul muro opposto e facendolo crollare a terra con un’espressione ancora incredula sul viso e un rivolo di sangue che gli usciva dall’angolo della bocca.

< Questa “segretaria” ha fatto secco il Mandarino... > disse Pepper, con lo stesso sorrisetto saccente che poco prima adornava il volto di Rumlow. Ma il momento di gloria stava per finire: gli altri due uomini erano riapparsi dalla porta, con le armi spianate.

< Oh-oh... > mormorò Pepper, abbassando la visiera dell’armatura mentre i due iniziavano a spararle addosso. I proiettili non le stavano nemmeno graffiando la vernice, ma aveva ancora i polsi bloccati alla parete e non poteva muoversi.

< Ehm...Tony? Un aiutino?? > chiamò.

Un istante dopo, Iron Man entrò dallo squarcio nei portelli, e si sbarazzò dei due sopravvissuti prendendoli per le caviglie e scaraventandoli giù da dove era entrato, facendoli precipitare da oltre quattromila metri.

Voltandosi, si avviò verso Pepper e le liberò i polsi, strappando i braccialetti con una facilità imbarazzante.

< Si può sapere cosa ti è preso? > berciò infuriato.

Pepper gli tenne testa: < te l’ho detto: Natasha aveva bisogno di aiuto. Le è successo qualcosa, non vedi? >

La rabbia di Tony si tramutò in sorpresa appena si voltò a guardare il relitto umano che fino a qualche minuto prima era stata la Vedova Nera: ora sembrava più piccola del normale, e aveva l’espressione di un cerbiatto con due fari abbaglianti puntati addosso.

Lì accanto, c’erano i resti dello scettro di Loki. La lama era spezzata, e la gemma al suo interno non c’era più.

Tony prese subito una decisione: < Resta con lei. Vedo se è rimasto qualcun altro... > disse.

Sapendo che Natasha era entrata dal vano di carico posteriore, Tony suppose – correttamente – che avesse eliminato tutti quanti nella parte posteriore dell’aereo, così si diresse verso la cabina di pilotaggio.

Non c’era più nessuno, e l’aereo avanzava con il pilota automatico. Rumlow doveva averlo inserito prima di andare ad affrontarla.

Chiamò via radio i suoi colleghi nei Quinjet: < Ragazzi, mi sentite? >

Clint gli rispose per primo: < Tony, che è sucesso? Come sta Nat? >

< Ecco, è... non lo so. Qualcosa è sicuramente successo. Ha solo una ferita al braccio, ma sembra completamente intontita... >

Steve prese la parola: < Che mi dici dello scettro? >

< Lo scettro è qui, capitano. Ma la gemma che conteneva è sparita... >

Loki sgranò gli occhi per un breve istante, prima di assumere un’espressione sconfitta e rassegnata. Steve decise di affrontare un problema alla volta: < Riesci a riportare indietro quell’aereo? >

< Sì, nessun problema... >

< Bene. Ci vediamo all’aeroporto >

< Ricevuto, capitano. Passo e chiudo >

Il contatto radio si chiuse, e pochi secondi dopo, il Tupolev iniziò una pigra virata a sinistra di 180 gradi, seguito dai due Quinjet.

SHIELD helicarrier 64, zona d’attracco del Triskelion

La riunione era durata più di due ore. Rumlow era morto, così come l’intera squadra STRIKE e parecchi degli affiliati alla RAID. Inoltre Hammer e Sitwell erano sotto chiave nella zona di detenzione della nave, e presto sarebbero stati trasferiti a terra. Ma le buone notizie finivano lì.

Loki osservava le due metà dello scettro posate al centro del tavolo con un’espressione assente. Sentiva un groppo alla gola che gli faceva male ogni volta che deglutiva. Era successo esattamente quello che non doveva succedere: ora Thanos possedeva una delle gemme.

Sin era ancora in giro, la gemma dello scettro era sparita, e ancora nessuno aveva capito come fosse possibile che qualcuno l’avesse presa da un aereo in volo senza lasciare tracce. Loki aveva i suoi sospetti, ma l’unica che poteva rispondere davvero a quella domanda era Natasha.

Bruce l’aveva fatta ricoverare in infermeria, dove le era stata medicata la ferita al braccio, ma non esisteva medicina al mondo per quello che era successo nella sua mente.

Clint era seduto di fianco al letto su cui la ragazza era sdraiata, incerto su cosa fare. Provava una rabbia incredibile, e al tempo stesso si sentiva completamente inutile.

Da quando aveva cambiato schieramento ed era entrata nello SHIELD, Natasha era diventata come una sorella minore per lui. La sua letale sorellina russa. Erano una squadra formidabile ancora prima che arrivassero supereroi vari ed eventuali a formare gli Avengers.

Natasha si era ritrovata in un mondo diametralmente opposto a quello della Stanza Rossa. Lì, ogni volta che premeva il grilletto, lo faceva per uccidere. Qui, la forza letale si usava solo come ultima risorsa.

Nei primi tempi, nessuno allo SHIELD si fidava di lei, nemmeno Fury. L’unico ad aiutarla era Clint.

Il Consiglio Mondiale della Sicurezza non era stato molto entusiasta che Barton avesse trasgredito agli ordini, portando Natasha nello SHIELD invece di ucciderla. Occhio di Falco aveva rischiato addirittura la Corte Marziale, e per un certo periodo gli avevano affidato soltanto missioni secondarie, ben al di sotto delle sue capacità. Ma a lui non importava. Gli importava molto di più Natasha: le era sempre rimasto accanto; aveva sempre cercato di non farla sentire come il pesce fuor d’acqua che era in realtà.

Natasha aveva sempre potuto contare su di lui. Ma in quel momento, quando lei ne aveva più bisogno, Clint non aveva la più pallida idea di cosa fare.
Stavolta ci voleva qualcun altro, pensò. Qualcuno che potesse fare meglio di lui. Qualcuno che potesse riuscire a trovare la vera Natasha nei meandri della sua mente confusa, e tirarla fuori da quella situazione. Qualcuno che arrivò un attimo dopo.

Steve entrò nella stanza mentalmente esausto. Aveva discusso con Fury e Loki su cosa fare. Erano tutti d’accordo che avevano bisogno di sapere con esattezza cos’era successo alla gemma. Ma non era venuto per questo.

< Come sta? > chiese.

Clint si strinse nelle spalle: < Sta bene. Cioè... sta come prima >

Natasha era sdraiata su un fianco, dando le spalle ai due. Era rannicchiata in posizione fetale, tremando vistosamente, e ogni tanto qualche gemito sommesso le usciva dalla gola.

All’improvviso, Clint si alzò dalla sedia: < Beh, finalmente sei arrivato... non ce la facevo proprio a lasciarla da sola... > disse.

Steve si voltò a guardarlo; non era sicuro di cosa intendesse dire. Il cecchino gli mise una mano sulla spalla: < Cerca di aiutarla, Steve... io non posso riuscirci. Tutto quello che posso fare adesso è mettere sotto torchio Sitwell e Hammer per vedere se sanno qualcos’altro... > disse infine, uscendo dalla stanza senza aspettare una risposta.

Steve si soffermò solo un attimo sulla figura dell’arciere che si allontanava nel corridoio, per poi riportare la sua attenzione su Natasha. Fece il giro del letto, e finalmente poté vederla in faccia.

Vederla in quello stato pietoso gli spezzò il cuore. Non si era sentito così male nemmeno quando Fury gli aveva detto della morte di Peggy: la sofferenza di Natasha lo turbava molto di più.

Natasha aveva l’espressione di una bambina che credeva ci fossero dei mostri sotto il letto. Ma Steve sapeva che i mostri non erano sotto il letto. I mostri erano nella sua testa. Nel suo passato. E adesso, in qualche modo, quella gemma li aveva resi più forti che mai.

Il più delicatamente possibile, le mise una mano sul braccio sinistro. Natasha trasalì, e Steve indietreggiò immediatamente.

Doveva essere davvero spaventata a morte. Era meglio evitare di toccarla, se non era in grado di riconoscerlo. Non distingueva nulla: per lei, in quel momento, la più piccola ombra poteva nascondere un nemico mortale.

< Nat... > tentò ancora Steve. Ma lo sguardo della ragazza rimaneva perso nel vuoto.

Dopo un breve attimo di silenzio, decise di provare in un altro modo: < Natalia... >

Questa volta, la rossa parve sentirlo, girando la testa verso di lui e fissandolo negli occhi.

Normalmente Natasha detestava sentir pronunciare il suo vero nome. Sulla bocca di Lukin, era un ricordo dell’assassina che era stata. Pronunciato da tutti gli altri, le faceva pensare a quanto fosse stata orribile la sua vita. Ma risuonando con la voce di Steve, in qualche modo le ricordò quella bambina innocente, che avrebbe tanto voluto diventare una ballerina, lontano dagli orrori in cui era stata scaraventata.

Finalmente, riuscì a vederlo. Finalmente, riusciva a vedere qualcosa di vero, e non un’orribile allucinazione: < S... Steve? > sussurrò.

< Dammi la mano, Natalia... > disse lui, porgendole la mano.

Lentamente, timidamente, alzò la mano e prese quella di Steve.

< St-teve... > balbettò di nuovo, un po’ più forte.

< Sì, Nat. Sono io >

La ragazza abbassò la testa, guardando un punto indefinito sul suo torace. Poi, portò l’altra mano sul suo petto, iniziando a tracciare con le dita i contorni della stella argentata sulla sua uniforme.

Ormai non ce la faceva più: < Steve... > gemette. Le lacrime iniziarono a rigarle le guance: stava crollando completamente.

Steve reagì all’istante. La abbracciò più stretta che poteva, mentre lei continuava, finalmente, a piangere tutte quelle lacrime che aveva sempre, testardamente tenuto imbottigliate dentro. Anni e anni di orrori uscirono tutti in una volta, bagnando il petto dell’uniforme di Steve, mentre lui la cullava, stringendola forte, baciandole la testa e accarezzandole i capelli, sussurrandole che sarebbe andato tutto bene.




Ok, allora, è un capitolo un po' strappalacrime, ma almeno Rumlow è morto (tremate tutti di fronte all'immenso potere dell'armatura di Pepper!) e Natasha sta un pochino meglio. E il rapporto tra lei e Steve cambierà radicalmente nel prossimo capitolo, ve lo posso assicurare...
A proposito... c'è un Easter Egg (più o meno)! Vediamo chi lo trova!
Al prossimo capitolo!
  
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