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Autore: Marianna 73    14/07/2015    18 recensioni
Questa storia partecipa al contest "love day".
È l'affermazione definitiva di un amore, potente ed innegabile. Come il perpetuarsi delle stagioni, come la vita.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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COME IL GRANO

Cavalcavano da più di un'ora. Si erano lasciati alle spalle i contorni sempre più sfocati di Palazzo Jarjayes e ora Oscar seguiva il cavallo di Andrè senza avere idea di dove la stesse conducendo.
Lo osservò, nella luce abbagliante di quel mattino di fine giugno. Adorava guardarlo cavalcare. Aveva un modo così elegante di stare in sella...la schiena dritta, le mani strette alle briglie, salde e lievi allo stesso tempo, in fianchi stretti che accompagnavano il movimento del cavallo, ondeggiando un poco, potenti ma fluidi, come... Oscar avvampò e sentì un calore umido irradiarsi nella zona più nascosta di sé... Come quando facevano l'amore...
Buttò indietro la testa e prese un respiro profondo. A volte non si riconosceva più. Faceva fatica a ritrovare l'algido soldato che era stata in quella donna perdutamente innamorata...Andrè aveva compiuto in lei quella trasformazione. In quegli anni d'amore, intensi e travolgenti, era entrato sotto la sua pelle, in ogni più recondita parte della sua anima. Era diventato il suo respiro, la sua essenza, la sua vita stessa. Il suo amore.
E le aveva insegnato la passione. Quella passione divorante che li possedeva ogni volta che si trovavano da soli, che li portava a cercarsi, sfiorarsi, sentirsi ad ogni occasione, rapiti, perduti in un respiro, in una carezza...
Persa com'era in quelle sensazioni, non si era nemmeno accorta che Andrè aveva afferrato le redini e stava facendo rallentare il suo cavallo.
"Guarda," le disse, indicando l'orizzonte "Siamo arrivati."
Oscar si guardò intorno.
Grano. Campi di grano, biondo, gonfio e fragrante, ondeggiavano al vento ovunque lei volgesse lo sguardo. Come un mare frusciante, dorato.
Solo, bellissimo e verde, in tutto quell'oro, svettava verso il cielo un gelso frondoso.
Andrè aveva già disteso nella sua ombra una vecchia coperta,
Le si avvicinò e le cinse la vita per aiutarla a a scendere da cavallo.
Oscar percepì la forza ed il calore di quelle mani attraverso la stoffa leggera della camicia e di nuovo il suo corpo fu invaso dal fuoco.
Lui la condusse al riparo delle fronde e sedettero vicini, i corpi a sfiorarsi ad ogni respiro. 
Stettero qualche istante a contemplarsi, storditi dal profumo del frumento e dal frinire assordante delle cicale.
Poi Andrè strappò una spiga e, lentamente, la sbriciolò tra le dita. Soffiò via la pula, poi alzò gli occhi, torbidi di desiderio, su di lei.
"Adoro il grano" mormorò avvicinandosi al suo viso "Perché è vita... Uno di questi minuscoli granelli genera una spiga gonfia di chicchi, ed ogni spiga ne genera altre, all'infinito...C'è la vita in questo granello..." Si era avvicinato ancora e Oscar ne sentiva il calore, percepiva l'intensità del suo desiderio attraverso il profumo della sua pelle. Sentiva la tensione dei suoi muscoli e vedeva il suo turgore crescere, là tra le gambe un poco scostate. "Tu sei il mio grano, Oscar" le disse, rauco, accarezzandole le labbra con il pollice profumato d'estate "Tu sei la mia vita..." Le fu sopra, d'impeto e la fece scivolare a terra, le mani a scostare rapide i lembi della camicia per scoprire i seni, la bocca a cibarsene, avido.
Oscar sentì le sue dita scendere a slacciarle i pantaloni e insinuarsi, pretenziose, sempre più nel profondo. Gemette, incapace di controllarsi, quando sentì la virilità di lui, bollente, sfiorarle le cosce. Si offrì, inarcandosi e cercandolo con le labbra. Ma lui rimase fermo, fremente, come a chiamarla "Oscar..." Lei aprì gli occhi e trovò quelli di lui, imploranti.
"Voglio un figlio, Oscar" disse e lei credette di sognare.
"Voglio un figlio che dica al mondo quanto ti amo. Che ci renda immortali, come questo grano che rinasce ad ogni stagione."
Oscar sentì gli occhi divenire umidi.
Un figlio. Un figlio!
Lo guardò, e le sembrò di non aver mai desiderato altro, in tutta la vita.
"Si," disse soltanto, offrendosi ancora di più " Si, Andrè..."
Lui chinò la testa e si impossessò della sua bocca, prendendo i suoi gemiti e regalandole i propri.
E fu dentro di lei, possente ed inesorabile, come la vita.
Ancora. E ancora.


Ho voluto far loro celebrare il "love day" in questo modo, con una promessa di eternità. Perché ritengo che nulla più di un figlio possa testimoniare la potenza della vita e dell'amore. E' un giorno qualsiasi in un contesto che li vede innamorati quale potrebbe essere la mia "Con te". O un momento qualsiasi della vita che avremmo voluto per loro, a vostro piacere.
Il grano viene dalla mia infanzia contadina, dai miei ricordi di profumi e sapori che non ho dimenticato e che ho voluto provare a condividere con voi. Spero vi siano graditi.
Un abbraccio!
   
 
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