Angolo Autrice. Buongiorno! Eccomi tornata con un
nuovo capitolo - stavolta sono veloce perché ne ho
già due o tre pronti e mi pareva brutto lasciare quella
piccola drabble tutta sola soletta a tempo indeterminato. :D Ringrazio
tantissimo Niky24, Contessa_di_Montecristo
e Aliak per aver recensito lo scorso capitolo, e
tutti voialtri che avete letto in silenzio e avete inserito la storia
tra le Seguite e i Preferiti - non mi aspettavo quest'accoglienza *_*
Spero che la storia continui ad appassionarvi sempre di più
man mano che si avanti, io già mi ci sono affezionata!
Detto ciò, vi lascio al nuovo capitolo. Buona lettura!
Vostra,
Niglia.
_______________________________________________
{2}
Curiosity
Quando saltò oltre il
bordo del pozzo e atterrò con grazia sul fondo, la bambina
strillò.
«Sssht», disse
Sesshoumaru.
Si accucciò davanti a lei
in modo da essere al suo stesso livello, e piegò il capo di
lato in un gesto
che tradiva interesse. Osservò i suoi occhi rossi e umidi a
furia di piangere,
i capelli scompigliati, le guance arrossate, i denti che mordicchiavano
le
labbra e il naso che si arricciava di tanto in tanto quando
singhiozzava.
Sporgendosi verso di lei e
ignorando il leggero tremore che continuava a scuoterla, Sesshoumaru
prese ad
annusarla curiosamente tra i capelli, dietro le orecchie e lungo il
collo,
rendendosi conto che il profumo di fiori e sole ed estate che aveva
sentito nella
radura proveniva interamente da lei.
Era palesemente un’umana,
ma non puzzava come i ningen che aveva incontrato durante le varie
esplorazioni insieme
a suo padre.
Si raddrizzò e riprese a
fissarla, dieci volte più curioso di quanto non lo fosse
prima.
«Perché sei nel pozzo?» Le
domandò.
La bambina tirò su col
naso, incerta, e rannicchiò se possibile ancora di
più le gambe contro il proprio
petto. «Sono… sono caduta»,
mormorò con un lieve accenno di imbarazzo. «Stavo
inseguendo Buyo, ed è saltato sul ciglio del pozzo, e mi
sono arrampicata, e…
sono caduta.»
«Chi è Buyo?»
«È il mio gatto…»
Sesshoumaru non aveva avvertito la presenza di alcun felino nelle vicinanze, o avrebbe di sicuro cercato di cacciarlo.
«E dov’è, adesso?»
Quell’ultima domanda le
strappò un altro singhiozzo. «Non lo so.»
«Hh.» Sesshoumaru la fissò
ancora in silenzio, notando per la prima volta la stranezza dei suoi
occhi blu
– non aveva mai visto degli umani con gli occhi di quel
colore – e a quel punto
osò allungare un dito verso di lei, sfiorando con cautela la
guancia ricoperta
di lentiggini. Suo padre gli aveva più volte ripetuto che
gli umani erano
fragili, e Sesshoumaru fece quindi attenzione a non ferirla
sbadatamente con la
punta del suo artiglio.
Le sfiorò delicatamente la
pelle sotto l’occhio sinistro, osservando il tremito delle
ciglia e la pupilla
che si dilatava impercettibilmente al contatto con la sua mano, e con
discrezione il giovane demone inalò e studiò
ancora le sfumature del profumo di
quella piccola femmina umana, notando che, malgrado
l’evidente stress e la
tristezza che emanava a ondate, non provava neppure un briciolo di
timore nei
suoi confronti.
«Non ti faccio paura?» Le
chiese quindi, continuando ad accarezzarla facendole appena sentire la
sensazione del proprio artiglio sul collo e provocando una piccola
increspatura
della pelle.
La bambina scosse appena
la testa, in silenzio.
«Perché?» Insisté,
desideroso di comprendere.
La bambina continuò a non
rispondere, limitandosi a scrollare le spalle.
Il giovane youkai aggrottò
la fronte. Suo padre gli aveva sempre detto che gli umani temono
ciò che non
conoscono e che non capiscono, e che il terrore che provano nei
confronti di
una razza superiore quali sono gli youkai era provocato da un istinto
di
sopravvivenza e preservazione antico di secoli – eppure
questo piccolo
scricciolo di cucciolo umano non lo temeva?
Sesshoumaru non sapeva se
provare fastidio o ammirazione.
Drabble: 518 parole.