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Autore: Niglia    14/07/2015    3 recensioni
[Kagome/Sesshoumaru]
In cui Kagome Higurashi cade nel pozzo da bambina, un piccolo Sesshoumaru la trova e decide di tenerla per sé.
Una storia raccontata a piccoli pezzi.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Kagome, Sesshoumaru, Signora Madre | Coppie: Kagome/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolo Autrice. Buongiorno! Eccomi tornata con un nuovo capitolo - stavolta sono veloce perché ne ho già due o tre pronti e mi pareva brutto lasciare quella piccola drabble tutta sola soletta a tempo indeterminato. :D Ringrazio tantissimo Niky24, Contessa_di_Montecristo e Aliak per aver recensito lo scorso capitolo, e tutti voialtri che avete letto in silenzio e avete inserito la storia tra le Seguite e i Preferiti - non mi aspettavo quest'accoglienza *_* Spero che la storia continui ad appassionarvi sempre di più man mano che si avanti, io già mi ci sono affezionata!
Detto ciò, vi lascio al nuovo capitolo. Buona lettura!
Vostra,
Niglia.



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{2}
Curiosity









Quando saltò oltre il bordo del pozzo e atterrò con grazia sul fondo, la bambina strillò.
«Sssht», disse Sesshoumaru.
Si accucciò davanti a lei in modo da essere al suo stesso livello, e piegò il capo di lato in un gesto che tradiva interesse. Osservò i suoi occhi rossi e umidi a furia di piangere, i capelli scompigliati, le guance arrossate, i denti che mordicchiavano le labbra e il naso che si arricciava di tanto in tanto quando singhiozzava.
Sporgendosi verso di lei e ignorando il leggero tremore che continuava a scuoterla, Sesshoumaru prese ad annusarla curiosamente tra i capelli, dietro le orecchie e lungo il collo, rendendosi conto che il profumo di fiori e sole ed estate che aveva sentito nella radura proveniva interamente da lei.
Era palesemente un’umana, ma non puzzava come i ningen che aveva incontrato durante le varie esplorazioni insieme a suo padre.
Si raddrizzò e riprese a fissarla, dieci volte più curioso di quanto non lo fosse prima.
«Perché sei nel pozzo?» Le domandò.
La bambina tirò su col naso, incerta, e rannicchiò se possibile ancora di più le gambe contro il proprio petto. «Sono… sono caduta», mormorò con un lieve accenno di imbarazzo. «Stavo inseguendo Buyo, ed è saltato sul ciglio del pozzo, e mi sono arrampicata, e… sono caduta.»
«Chi è Buyo?»
«È il mio gatto…»
Sesshoumaru non aveva avvertito la presenza di alcun felino nelle vicinanze, o avrebbe di sicuro cercato di cacciarlo.
«E dov’è, adesso?»
Quell’ultima domanda le strappò un altro singhiozzo. «Non lo so.»
«Hh.» Sesshoumaru la fissò ancora in silenzio, notando per la prima volta la stranezza dei suoi occhi blu – non aveva mai visto degli umani con gli occhi di quel colore – e a quel punto osò allungare un dito verso di lei, sfiorando con cautela la guancia ricoperta di lentiggini. Suo padre gli aveva più volte ripetuto che gli umani erano fragili, e Sesshoumaru fece quindi attenzione a non ferirla sbadatamente con la punta del suo artiglio.
Le sfiorò delicatamente la pelle sotto l’occhio sinistro, osservando il tremito delle ciglia e la pupilla che si dilatava impercettibilmente al contatto con la sua mano, e con discrezione il giovane demone inalò e studiò ancora le sfumature del profumo di quella piccola femmina umana, notando che, malgrado l’evidente stress e la tristezza che emanava a ondate, non provava neppure un briciolo di timore nei suoi confronti.
«Non ti faccio paura?» Le chiese quindi, continuando ad accarezzarla facendole appena sentire la sensazione del proprio artiglio sul collo e provocando una piccola increspatura della pelle.
La bambina scosse appena la testa, in silenzio.
«Perché?» Insisté, desideroso di comprendere.
La bambina continuò a non rispondere, limitandosi a scrollare le spalle.
Il giovane youkai aggrottò la fronte. Suo padre gli aveva sempre detto che gli umani temono ciò che non conoscono e che non capiscono, e che il terrore che provano nei confronti di una razza superiore quali sono gli youkai era provocato da un istinto di sopravvivenza e preservazione antico di secoli – eppure questo piccolo scricciolo di cucciolo umano non lo temeva?
Sesshoumaru non sapeva se provare fastidio o ammirazione.




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