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Autore: CrioShion    14/07/2015    0 recensioni
-''Hai sentito Lou?''- Si appoggiò a lei con il gomito sulla sua spalla, tastandosi un po' le guance per trovarle roventi. -''Sono un eroe...''- Ripeté con voce assorta e addolcita. Nella sua testa c'era solo la canzoncina del camioncino dei gelati, mista all'aroma di zucchero filato e a dei Bellossom danzanti.
-''Già. E a quanto pare io sono la tua sorellina e tu ti chiami Devon.''
Zabaglione, Dewott abituato alla vita di città, un giorno si risveglia trasformato in umano. Ciò non sembra sconvolgerlo; ma è davvero quello che ha sempre sognato? Lui e la sua allenatrice partiranno per scoprirlo, ripercorrendo il loro primo viaggio trainer-pokèmon. Riuscirà Zabaglione a tornare pokèmon? La soluzione è nascosta in un camper sinistro, che ogni notte di luna piena compare in una località diversa di Unima.
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Avevano controllato in tutti i parcheggi della città pur di trovare il camper, per loro inequivocabile scena del crimine, riuscendo ad individuare solo gruppi di turisti stranieri. Di quella donna si erano perse le tracce. I due, seduti a guardare il mare dal Molo Libertà, avevano l'uno il muso più lungo dell'altro. Un gruppo di Pidove cercò di estorcere loro qualche briciola; vennero mandati via in malo modo da Lou, stanca e annoiata, che ogni tanto appoggiava la testa sulla spalla di Zabaglione. Il traghetto dorato attraccò al molo per far salire una scolaresca diretta all'Isola Libertà; cosa ci fosse di così bello da vedere su quell'isoletta ancora se lo dovevano spiegare. Tutto ciò che aveva erano panchine e negozi di souvenir! L'ultima volta che i due c'erano stati era perchè avevano creduto alle voci sul faro e sul presunto pokèmon leggendario che si nascondeva al suo interno. Zabaglione osservò i bambini con la coda dell'occhio; erano tutti entusiasti tranne una bambina bionda, che osservava meravigliata il mare senza però voler salire sulla passerella.

-''Lily!''- Chiamò la maestra, incitandola a salire. Inascoltata, la donna si avvicinò alla bambina; nel farlo scivolò sul legno bagnato, cadendo in acqua. Zabaglione fu pronto ad alzarsi per intervenire; era pur sempre un pokèmon di tipo acq-... no, non lo era più. Sbuffò e incrociò le braccia, osservando la donna soccorsa da un marinaio lì vicino. All'improvviso cadde anche l'uomo, spinto verso il basso da un viscido tentacolo rosa. I bambini urlarono terrorizzati, richiamando a gran voce l'aiuto di qualcuno.

-''E' un Jellicent!''- Disse il proprietario del traghetto, aspettandosi di essere attaccato da un momento all'altro; suonò una campanella e cercò di condurre tutti i bambini a terra. Alcuni non ne vollero sapere di scendere, la stessa bambina bionda di prima cadde in acqua; Lou e Zabaglione si alzarono, intenzionati ad aiutare. La ragazza frugò nella borsa per cercare la pokèball di Beartic e con orrore scoprì che i suoi pokèmon erano rimasti in camera da letto.

Un branco di Frillish accerchiò il traghetto. Lou si fiondò sulla passerella per cercare di aiutare gli altri bambini; il traghetto ondeggiava sotto i movimenti dei pokèmon, intenzionati ad affondarlo. Lei poggiò un piede su quella piccola nave dorata, cercando stabilità, per poi tendere le braccia verso i piccoli spaventati. Alcuni vennero tratti in salvo da un Braviary chiamato ad aiutare da un allenatore vicino; un altro si gettò tra le braccia di Lou e nel salto perse in acqua il cappello. La ragazza indietreggiò per portare il bambino dagli altri suoi compagni, ora assistiti da un infermiere di passaggio. Una piccola folla di pokèmon si era affrettata ad allontanare i Frillish dal traghetto, consentendo così il recupero dall'acqua della maestra e del marinaio. La ragazza tirò un sospiro di sollievo e ricevette qualche pacca sulla spalla da alcune persone, che avevano assistito al coraggioso tentativo di salvataggio; lei si limitò a sorridere imbarazzata. Una voce familiare la chiamò, facendola tornare nel mondo reale. -''Lou!''- Era quella di Zabaglione! Lo cercò tra la folla, invano, poichè il ragazzo era proprio dietro di lei. -''Aiuto!''- Chiamò, poggiando il corpicino della bambina bionda sulla passerella di legno. A quanto pare non aveva dimenticato come si nuotava. L'infermiere e la maestra si precipitarono lì per soccorrere la piccola Lily; la figura di un grande pokèmon acquatico comparve sotto Zabaglione proprio quando provò a risalire dall'acqua. Il ragazzo venne trascinato di nuovo in mare da Jellicent, rimasta nascosta quatta quatta sotto il traghetto.

Zabaglione non riuscì a liberarsi neanche scalciando. L'aria nei polmoni finì presto; si arrese facilmente alla stretta del pokèmon, immerso nel suo elemento e sopraffatto da esso. Sarebbe stata la volta buona? Si sarebbe svegliato? Non era possibile morire il primo giorno da umano! Si augurò fosse anche l'ultimo; se avesse avuto ancora il corpo da Dewott non avrebbe finito così presto l'aria. Cercò le sue conchiglie nel panico, sperando fino all'ultimo di trovarle al loro posto; sarebbe bastato un conchilama e Jellicent sarebbe scappata.

Il ragazzo perse sensibilità alle dita e faticò a mettere a fuoco quella luce, che rarefatta penetrava l'acqua, e che -se lo sentiva- tra poco si sarebbe spenta. Un'ombra nera gli passò davanti velocemente, risvegliandolo dal torpore che lo aveva avvolto. I tentacoli lo lasciarono andare; con la coda dell'occhio vide Jellicent allungarli verso qualcos'altro, poi perse conoscenza.

-''Zabaglione!''- Urlava Lou sul molo, sporgendosi per cercare di individuare il suo... pokèmon? Non aveva più importanza ormai. Perchè l'acqua del molo doveva essere così profonda?! Presto arrivarono sul posto anche delle volanti della polizia per qualche accertamento. Nessuno di loro sembrò capire la situazione finché un Dragonair non emerse dall'acqua; il pokèmon aveva portato il ragazzo in superficie, salvandolo da una morte certa. Zabaglione non era certo ridotto bene; appena egli venne ripescato dall'acqua, Dragonair fu ritirato dal suo allenatore. Lou cercò di capire dove e chi fosse ma non ci riuscì.

 

-''Panico ad Austropoli: un branco di Frillish, capitanato da un Jellicent, ha di nuovo preso di mira il mare intorno alla città. E' stato interessato il Molo Libertà; sfiorata la tragedia. Sentiamo cosa ha da dire il sindaco sulla vicenda.''- A quel punto Lou spense la radio, infastidita. Tutti parlavano dell'incidente e dei bambini che avevano rischiato la vita, certo, ma veniva presto messo in secondo piano dall'opinione dell'amministrazione comunale. Era periodo di elezioni e tutti si divertivano a lanciare fango sull'altro, come fossero tanti piccoli Marshtomp nel bel mezzo della pioggia. La ragazza scosse la testa e guardò il suo Dewott uscire con lei dal Centro Pokèmon, ancora umano e ancora strano. Così strano da sembrare finto; non ci avrebbe mai fatto l'abitudine, pensò. Il sole alto faceva sembrare i capelli del ragazzo più azzurri e lisci, simili a quelli delle bambole.

-''Avresti potuto rimetterci il pelo.''- Disse lei, guardandolo male.

Zabaglione incrociò le braccia e puntò i piedi a terra. -''Scusa se ho salvato una bambina, cara!''- Lou gli voltò le spalle e controllò l'Interpokè: era praticamente ora di pranzo. -''Che fai, neanche mi ascolti?!''- Sbottò lui, ringhiandole contro.

-''Perdonami tesoro, ma è mezzogiorno e mezza. Ho passato due ore in pena per te, se vuoi proprio saperlo.''

Il ragazzo le mise una mano sulla spalla e la guardò negli occhi. -''Davvero?''- Era un po' sorpreso, gli occhi gli luccicavano addirittura. Davvero si era preoccupata per lui? Per qualsiasi altro pokèmon sarebbe stata una domanda retorica, eppure lui doveva essere rassicurato su qualsiasi cosa.

L'allenatrice non era abituata a guardarlo dal basso verso l'alto. Il sole le dava un po' fastidio perchè lui non era abbastanza alto da coprirlo; aveva sicuramente un paio di centimetri più di lei. Anzi, forse più di un paio. Lou scosse la testa, imbarazzata, e chiuse gli occhi per non incrociare il suo sguardo. -''Certo che sì. Vedi?!''- Gli puntò contro l'interpokè, mostrando il display graffiato. -''E' proprio mezzogiorno e mezza.''

I due rimasero bloccati per un po', almeno finché un paio di allenatori non si lamentarono del fatto che stessero bloccando la porta; allora si spostarono e, senza dirsi niente, cominciarono a camminare per Via Austropoli. La strada, affollata come sempre, appariva completamente diversa all'ex-pokèmon; se prima aveva avuto una visuale molto poco ampia delle cose – che in genere si limitava alle gambe delle signorine che passavano di lì- ora sentiva di avere il controllo su tutto. Non era più soffocato come prima, un piccolo puntino azzurro sotto una foresta di grattacieli. Ora era un puntino bianco, un po' più grande e con ancora le scarpe fradice. C'erano tanti turisti ma soprattutto lavoratori, fuori per la pausa pranzo o di ritorno da lavoro. Si sentì anche lui parte di quelle formichine, instancabili lavoratrici anche sotto un sole battente; la sensazione durò poco, giusto il tempo di ricordarsi che il suo essere nullafacente non sarebbe andato via neanche da umano. Sentiva seriamente mancanza delle sue conchiglie; non le usava così tanto, certo, ma era pur sempre un Dewott! Alzò il naso verso l'enorme palazzo della Game Freak e sbuffò. -''Secondo me domani mi risveglio pokèmon.''- Rimase a guardare gli enormi schermi occupati dalle pubblicità, costringendo anche Lou a fermarsi. Lo spot dedicato alla palestra di Austropoli venne presto sostituito con il jingle delle caramelle Mime Jr., onnipresenti nella dispensa di casa Rust. La pancia di Zabaglione cominciò a brontolare. -''Io approfitterei del mio stomaco nuovo e affamato per svaligiare qualche supermercato.''- Disse, assalito dalla fame.

La ragazza lo tirò via per la maglietta. -''E va bene...''- Tutto quello spavento le aveva chiuso lo stomaco ma, una volta riaperto, lo sentiva così vuoto che pareva una voragine. A pensarci neanche avevano fatto colazione. -''Prima passiamo a casa, torniamo a prendere gli altri.''- Aggiunse; non era abituata a stare troppo senza la sua squadra, figuriamoci anche a stomaco vuoto.

A quelle parole Zabaglione la fermò, poco convinto. -''E' proprio necessario?''- Non ci teneva a farsi vedere così dai suoi amici. Magari non l'avrebbero mai accettato, lo avrebbero assalito o... non voleva saperlo, semplicemente. E se fosse stata solo una trasformazione temporanea? Non c'era bisogno di farsi vedere così.

Lou lo guardò con aria interrogativa. Se aveva accettato lei questa situazione perchè non avrebbero dovuto anche loro? -''Cosa c'è, hai paura che ti rubino il pranzo?''- Chiese.

-''No, è che preferirei evitare... insomma, che gli andiamo a dire?''

La ragazza si mise una mano sulla fronte. -''Non c'è bisogno di vergognarti tanto.''

-''Vergognati tu, balena!''- Sbottò, prendendola come un'offesa. -''Io non mi vergogno! Sono un bel ragazzo dopotutto. Non è quello il punto.''

-''Balena a me? Scemo che non sei altro, rimangiati quello che hai detto! Devo stringerti i rotolini per farti capire?!''

-''Non osare.''- I due cominciarono a ringhiarsi contro in mezzo alla folla, dando un buon motivo per guardare ai passanti.

Se non ci fosse stata tutta quella gente, Lou gli sarebbe sicuramente saltata addosso. -''Ora che non sei più un pokèmon posso pure picchiarti.''- Gli puntò un dito davanti agli occhi, come faceva sempre. La trasformazione non aveva cambiato niente tra loro due, a quanto pareva. Forse la comunicazione verbale aveva anche peggiorato la situazione, dato che la ragazza poteva finalmente capire gli insulti del ragazzo.

Zabaglione le afferrò il polso e digrignò i denti. A quest'ora le avrebbe già morso la gamba. -''Ehi, i canini non li ho persi mica! Ti stacco quel braccio a morsi.''

-''Animale!Ti faccio tornare Dewott a forza di calci, quanto è vero Arceus!''

-''Ahm, scusate...''- una voce femminile li interruppe. Era una bella signora bionda, ben vestita e truccata; rivolse a loro un leggero inchino, incuriosendo ancora di più la piccola folla di persone intorno a loro. La donna aveva per mano una bambina bionda come lei, che salutò Zabaglione. -''Lei è Lily, credo la ricordiate, ed io sono sua madre. Ci tenevamo a ringraziare entrambi, ma soprattutto...''- Fece un cenno in direzione del ragazzo, come a chiederne il nome.

Lou e Zabaglione si guardarono per un attimo, finché la ragazza non prese parola. -''Lui è Zaba-''- Immediatamente le venne tappata la bocca dall'ex-pokèmon.

Che razza di nome era Zabaglione per un umano? Già come soprannome per un pokèmon risultava un po' imbarazzante, figuriamoci per una persona! Il ragazzo cominciò a ridere nervosamente, grattandosi la nuca. Doveva inventarsi un altro nome o nessuno lo avrebbe mai preso sul serio. Che male c'era, in fondo? Lo avrebbe mantenuto solo fino a quando non sarebbe tornato pokèmon. -''Sono De... De...''- Diede una rapida occhiata al maxischermo, che a vividi colori trasmetteva la pubblicità delle scarpe da corsa: utile strumento prodotto dalla famosa società di Hoenn, la... -''Devon!''

Lily strinse la mano di Zabaglione e sorrise. -''Che bel nome! Devon, sei il mio eroe! Grazie mille!''- Al ragazzo quasi gli si strinse il cuore a sapere che aveva fatto una buona azione, che in fondo era merito suo se quel dolce sorriso lo salutava ancora. Accarezzò i capelli della bambina, rosso e gongolante.

La donna gli rivolse un bel sorriso. -''Non so davvero come ringraziarti, caro. Mio cognato ha un ristorante a Levantopoli, uno dei migliori della città – so che non è il massimo, ma due buoni per una cena è tutto quello che posso offrirti. Così puoi portarci anche la tua sorellina.''- Consegnò i buoni a Lou, che un po' confusa fissava Zabaglione. -''Non potrò mai ringraziarti abbastanza! Se hai bisogno di qualcosa mi trovi al banco informazioni del Centro Pokèmon. Buone cose!''- La bimba lo salutò con un bacino e poi andarono via, salutandolo con la mano.

-''Hai sentito, Lou?''- Si appoggiò a lei con il gomito sulla sua spalla, tastandosi un po' le guance per trovarle roventi. -''Sono un eroe...''- Ripeté con voce assorta e addolcita. Nella sua testa c'era solo la canzoncina del camioncino dei gelati, mista all'aroma di zucchero filato e a dei Bellossom danzanti.

-''Già. E a quanto pare io sono la tua sorellina e tu ti chiami Devon.''- Disse con sconforto. Infilò i buoni nella tasca interna della borsa e sospirò. -''La prossima volta che si riferiscono a me come tua sorella-...''- Si interruppe quando, giratasi per guardare Zabaglione, non lo trovò più al suo fianco. Lo aveva forse inghiottito la folla? Il terrore di perderlo per la città, come successe qualche annetto prima, la assalì prepotente. Subito si alzò sulle punte e, attenta come un Watchog, cominciò a guardare in mezzo a tutte quelle persone. Proprio quando fu sicura di aver visto una chioma azzurra (abbastanza facile da individuare) un Emboar le si parò davanti coprendole la visuale. Lou cominciò a correre tra la gente, nell'ipotetica direzione in cui si stava dirigendo Zabaglione; per loro fortuna la folla stava cominciando a sfoltirsi. L'ultima volta che Zabaglione si perse lo ritrovarono nelle fogne, spelacchiato e ferito, con solo una conchiglia e mezzo. Non riuscirono a capire dove fosse finita l'altra metà o perché si fosse ridotto a tal modo, tale fu lo spavento che Felicum lo minacciò di rimetterlo di nuovo a bada nella pokèball. Suo fratello era molto premuroso e carino con loro, nulla da togliergli sotto questi aspetti, eppure a volte era insopportabile. Lei e Zabaglione ringraziavano sempre il fatto che lui, tra mille impegni e gare di arti marziali, passava la maggior parte del tempo fuori casa o direttamente in altre regioni. In quei periodi i due passavano le giornate a cercare lavoro; quando lo trovavano venivano licenziati entro dieci giorni. Lou era l'ultima di 5 fratelli, tutti specializzati in qualcosa e con una florida carriera e professionalità; perfino i loro genitori erano degli sportivi di fama mondiale. E poi c'erano loro due, gli ultimi e trascurati che neanche riuscivano a consegnare delle pizze senza sbagliare continuamente indirizzo. Avevano provato a buttarsi nella lotta e qualche risultato lo avevano ottenuto: sette medaglie in soli due mesi non era cosa da poco. Poi si stancarono, semplicemente. Ogni decisione che prendeva Lou era anche ben meditata da Zabaglione; l'uno era la distrazione dai complessi dell'altro, tanto che non potevano più stare separati. La ragazza non aveva la minima intenzione di perdere un così caro amico, sgarbato o permaloso rimaneva comunque il suo Dewott. Ritrovarselo umano così di colpo la aveva certamente sconvolta, ma in fondo cosa sarebbe mai cambiato nel suo comportamento? La risposta era semplice: niente, lei ne era sicura. Solo quella mattinata le aveva fatto capire che il suo Dewott era ancora là dentro. Dopo queste riflessioni, stanca morta, Lou scorse di nuovo Zabaglione. Neanche il tempo di raggiungerlo e maledirlo che lui indicò in direzione della fontana.

-''Non avevo visto male! C'è Arion!''- Urlò, prima di realizzare che era ancora umano.

   
 
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