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Autore: CrioShion    13/07/2015    1 recensioni
-''Hai sentito Lou?''- Si appoggiò a lei con il gomito sulla sua spalla, tastandosi un po' le guance per trovarle roventi. -''Sono un eroe...''- Ripeté con voce assorta e addolcita. Nella sua testa c'era solo la canzoncina del camioncino dei gelati, mista all'aroma di zucchero filato e a dei Bellossom danzanti.
-''Già. E a quanto pare io sono la tua sorellina e tu ti chiami Devon.''
Zabaglione, Dewott abituato alla vita di città, un giorno si risveglia trasformato in umano. Ciò non sembra sconvolgerlo; ma è davvero quello che ha sempre sognato? Lui e la sua allenatrice partiranno per scoprirlo, ripercorrendo il loro primo viaggio trainer-pokèmon. Riuscirà Zabaglione a tornare pokèmon? La soluzione è nascosta in un camper sinistro, che ogni notte di luna piena compare in una località diversa di Unima.
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Salve a tutti! Non vorrei risultare patetica agli occhi di nessuno, ma c'è un motivo che mi ha spinta a scrivere ciò. Questa storia ha ottenuto abbastanza visualizzazioni, andate mano mano decrescendo; se qualcosa non vi piace, se seguite la storia, se credete che io possa apportare cambiamenti significativi o se semplicemente volete darmi una mano... vi prego di recensire o mandarmi un mp, amerei sapere il parere di più persone possibili. Vi assicuro che non è bello scrivere e sapere che è come se stessi consegnando la mia storia al muro; non pretendo nulla, tantomeno attenzioni, ma a me piacerebbe sapere cosa sbaglio (per migliorare) e cosa "azzecco" (al mio ego non farebbe male, vi dirò la verità). Continuerò a postare capitoli a prescindere, non preoccupatevi poiché ho intenzione di andare avanti. Grazie mille a chi vorrà ascoltarmi!

Si girò ancora un po' nel letto, raggiungendo il braccio della ragazza con la zampa. Non aveva intenzione di aprire gli occhi; su quel materasso si stava benissimo, ma il lenzuolo pareva non volergli coprire gli arti posteriori. Scalciò un po' per ritirare la coperta e poggiò la testa sul seno di Lou; per lui era come un cuscino e la sua allenatrice non si era mai lamentata di niente. Sembrava meno comodo del solito, come se si fosse un po' rimpicciolito, ma Zabaglione non voleva certo indagare. Rimase ad ascoltare per un po' il cuore della ragazza, calmo e rilassato, che batteva piano piano; neanche quello lo aveva mai sentito così nitido. Sbadigliò e si leccò i canini con la lingua, che trovò meno affilati; a quel punto, un po' sospettoso, aprì gli occhi. Al suo fianco trovò un braccio; non era della sua allenatrice, anzi: sembrava appartenere ad un uomo, ma certamente non era muscoloso come quello di Felicum. E poi suo fratello non avrebbe avuto interesse a dormire con loro! Tentò di estrarre una delle conchiglie, ma non la trovò al suo fianco. Rabbrividì non capendo cosa c'era al suo posto.

Il braccio candido apparteneva a lui. Si tolse la coperta in fretta e furia e guardò in basso, verso il suo nuovo corpo. Era diventato un umano. La prima cosa che pensò fu quella di star sognando, quindi provò a mordersi la mano; inutile dire che si fece molto male. Come era possibile?! Provò ad alzarsi in piedi, anche se a stento, e si diresse verso lo specchio davanti alla scrivania della ragazza. Non era più basso come lo era da pokèmon, ma la ciccetta era rimasta sugli arti e sulla pancia. Non aveva più molta peluria, che su braccia e gambe sembrava essere diventata bionda e sottile. Tutta la sua pelliccia si era spostata sulla testa; rimaneva comunque una concentrazione delicata, bianca e macchiata di azzurro in pochi punti. I canini sporgevano ma non erano affilati come prima. Rimase a guardare le sue mani per un po', incantato da come erano grandi e rosa; aveva spesso voluto averle come un umano, ma ora non era più sicuro di saperle usare. Si guardò ancora allo specchio: tutto sommato si sentiva un bel ragazzo, aveva delle labbra belle morbide e gli occhi blu come il mare profondo. Così concentrato su se stesso non riuscì a vedere Lou in piedi dietro di lui, con una sedia in mano, che cercava di colpirlo. Si girò appena in tempo per pararsi dalla botta.

-''Chi diavolo sei?! Dov'è Zabaglione?? Fel-''

L'ormai ex-Dewott saltò addosso alla ragazza, abbracciandola per non farla urlare. Si beccò le sue unghie affilate nella schiena e un morso alla spalla; la parte peggiore venne quando incassò una ginocchiata sotto la cintura, che lo stese per qualche minuto. Sentì entrare anche Felicum e si preparò al peggio.

-''Sono Zabaglione... sono io... giuro!''- Mugolò con voce sommessa. Parlava molto bene la lingua degli umani, tanto di quel tempo che c'era stato in contatto; sembrava avere un leggero difetto di pronuncia con la r, nonostante ciò le sue parole risultavano chiare.

Lou e Felicum si guardarono per qualche secondo. -''Mi spiegate che sta succedendo?!''- Chiese il fratello maggiore, assonnato e ancora in pigiama.

-''Mi sono svegliata, Zabaglione era scomparso, ho trovato questo qui nudo che si specchiava e-''

Felicum la fermò sbuffando. -''Se è il tuo ragazzo me lo puoi dire, non sono mica un bruto.''

-''Ma sei scemo?!''

-''Scusatemi...''- cominciò Zabaglione, alzandosi lentamente in piedi. Felicum mise una mano davanti agli occhi della sorella per non darle agio di vederlo a figura intera. -''Non so come sia successo, giuro, sono io! Non mi riconoscete?!''- Chiese, sbracciandosi come faceva al solito.

L'uomo in pigiama lo squadrò per un po' prima di rispondere. -''No. Ti ricordavo più blu e somigliante ad un pokèmon.''

L'ex-Dewott sospirò. Doveva far capire che era davvero Zabaglione! Un ricordo di infanzia, piccole abitudini, il piatto preferito... -''Tieni ancora dei giornaletti sotto il letto. E non entro nei dettagli.''

-''Davvero?''- Intervenne Lou, cercando di scollarsi la mano del fratello dagli occhi.

-''Non... tu, vieni con me.''- L'uomo afferrò il braccio del ragazzo e lo trascinò fuori dalla stanza, lasciando Lou chiusa dentro. La ragazza controllò di essere nella realtà mordendosi la mano; anche lei finì per farsi male. Non si rassegnò al pensiero che quel ragazzo fosse il suo pokèmon, trasformato chissà come; poteva essere un maniaco, un ladro, un... un qualsiasi cosa tranne che Zabaglione!

Aprì piano la porta e non trovò nessuno in corridoio. Era tutto inspiegabilmente silenzioso; Lou entrò nel soggiorno/cucina e aprì la finestra per far passare un po' d'aria. C'era ancora qualche pallina sparsa sul pavimento, le preferite di Zabaglione, quindi le raccolse e le lanciò nel cesto accanto alla porta. Non c'era mai stato ordine in quell'appartamento. Un salone, un bagno e due camere piene zeppe di roba, la maggior parte inutile. Non si potevano ancora considerare accumulatori; periodicamente, ad ogni visita che ricevevano dagli altri fratelli o dai genitori, Lou e Felicum buttavano tutto e facevano finta di riordinare. Fortunatamente per loro non capitava spesso.

La ragazza si lasciò cadere sul divano, realizzando che erano circa le otto di mattina; praticamente l'alba per i loro standard. Erano tornati ad Austropoli da circa tre giorni e si erano subito buttati nella nullafacenza totale; mancavano da casa da qualche mese, avendo fatto una gitarella ad Hoenn. Le gare erano state davvero bellissime; Lou aveva provato a parteciparvi con Chantilly, la sua Lopunny, e avevano fatto il quinto posto. Coreografie e lustrini non erano adatti alla squadra della ragazza, essendo un team combattivo e poco avvezzo alle buone maniere.

Lou si alzò dal divano, sentendo avvicinarsi qualcuno. Quello strano ragazzo coi capelli bianchi fece capolino dal corridoio con addosso un paio di jeans larghi e una t-shirt; c'era disegnato un Charizard stilizzato che, per come lo stava guardando, pareva non rientrare nei gusti dell'ex-Dewott. -''Sono carino?''- Chiese lui, facendo una piroetta sul posto.

Felicum entrò in salone con un vecchio paio di scarpe di tela tra le mani, rosse e sporche di terra. -''L'ultima volta che mi son messo 'sta roba avevo 17 anni!''- Commentò guardandolo soddisfatto. -''A lui stanno meglio che a me.''

La ragazza guardò prima Zabaglione e poi il fratello. -''Gli credi? Davvero?''

-''Sì.''- Lanciò le scarpe al ragazzo, che si era incantato a guardare la palline nel cesto. -''Andiamo, chi vuoi che sia?''

Lou si portò una mano alla fronte e poi osservò quel tipo infilarsi le scarpe a forza. Sembrava non destreggiarsi bene con delle dita così lunghe e articolate, neanche era capace di fare un nodo; Dewott avrebbe preso a morsi qualsiasi cosa pur di farla funzionare e così faceva lui. Forse il fratello aveva ragione, ma... perchè? Mettendo caso fosse stato davvero lui, come diavolo aveva fatto a trasformarsi? Zabaglione si arrese alla potenza dei lacci e prese a lanciare in alto la pallina verde a pois; sì, era lui. -''Che c'è?''- Chiese, sentendo quattro occhi puntati addosso.

-''Te li faccio io i lacci, imbranato.''- La ragazza si sedette vicino a lui e gli prese di peso un polpaccio per mostrargli come si faceva un nodo. -''Prendi il Bunnelby, strozza Bunnelby, passalo sotto la galleria e tira la corda. Prova con l'altra scarpa.''

-''Povero Bunnelby.''- Concluse Zabaglione dopo aver annodato i lacci in modo abbastanza discutibile.

Anche Felicum si sedette sul divano, sospirando esasperato. -''Avete idea di come sia successo?''

I due si guardarono per un po'. -''Perchè parli al plurale?''- Dissero all'unisono, addossandosi la colpa. -''Magari è stato merito suo, è imbrana-... smettila!''

L'uomo rise, dando un colpetto alla spalla della sorella. -''Sembrate dei gemellini! Mi ricordo quando eravate piccolini... avete praticamente la stessa età, che carini... mi aspettavo che diventassi un Samurott, non un ometto!''

-''Stai parlando come un sessantenne.''- Concluse Zabaglione, fermando la sua vena nostalgica. Si grattò il collo e guardò verso la finestra aperta sulla città. Se aveva una prospettiva tanto differente della sua stessa allenatrice e di casa sua... chissà come sarebbe stato uscire fuori e stare con naso all'insù! Sarebbe finalmente riuscito a vedere cosa c'era scritto sui maxischermi dei grattacieli senza rompersi il collo? Avrebbe potuto mangiare il Conostropoli senza stare esageratamente male? Aveva tanta voglia di uscire fuori e camminare con le sue nuove gambe. E se il cibo avesse avuto tutt'altro sapore?! Doveva scoprirlo! Magari la trasformazione sarebbe durata poche ore; in quel caso avrebbe dovuto approfittarne! E poi non c'era mica bisogno di vederla come una cosa negativa. Lui si era sempre comportato come un umano, almeno finché non gli toccava lottare; in quel caso il suo essere Dewott ritornava molto utile, ma capitava raramente. Si era sempre sentito un fallimento come pokèmon, ora che gli era venuto in mente; aveva paura degli insetti, del tipo elettro, mai si era reso utile agli occhi della sua allenatrice... già, Lou. Lei si era sempre comportata diversamente con gli altri suoi pokèmon! Non che non prendesse sul serio le potenzialità di Dewott, anzi; aveva spesso provato ad invogliarlo alla lotta. Con gli altri era affettuosa, piena di cure e preoccupazioni; con lui si comportava come fosse un suo pari. Mangiavano insieme, dormivano insieme, vivevano insieme da quando erano nati... una convivenza forzata che li aveva portati a volersi molto bene, aldilà del rapporto allenatore-pokèmon. Zabaglione era spesso stato convinto di essere un umano nato nel corpo di un pokèmon; per questo distrusse la sua pokèball arbitrariamente e si rifiutò di evolversi ancora. Ora neanche era più sicuro di saperlo usare, quel corpo che tanto aveva voluto.

-''Un attimo.''- Disse Lou, risvegliando il ragazzo dai suoi pensieri. -''Abbiamo mangiato da quella signora, quella del camper. Si sentiva un buon odore, ci siamo avvicinati e ci ha invitati a mangiare. Era di poche parole... in effetti sembrava un po' strano, ma quel curry era così buono...''- Zabaglione rimase un po' a pensare finché non gli tornò alla mente quel profumo quasi ipnotico di spezie. Erano appena usciti dal cinema, stavano giusto tornando a casa; un così buon odore non poteva provenire da un ristorante, tutti chiusi il giovedì pomeriggio. Seguendo la scia avevano raggiunto un parcheggio, praticamente assediato da Purrloin affamati; una signora sorridente era uscita dal camper, tutto illuminato, e aveva invitato i due a cenare da lei.

-''Vi siete fermati a mangiare da una sconosciuta? Scherzi?!''- Sbottò Felicum. -''Oh signore, non ci posso credere...''

Zabaglione si aggrappò al braccio di Lou, prevedendo la reazione dell'uomo alle sue prossime parole. -''Sembrava tanto gentile! Voleva un po' di compagnia e... a-almeno era buono.''

-''Fate schifo.''- Concluse il fratello maggiore, fulminandoli con lo sguardo. -''Ora voi tornate a cercare quella signora e chiedete spiegazioni. E non tornate a casa finché non lo decido io.''- Si alzò e aprì la porta. Lanciò la borsa alla ragazza e una felpa a Zabaglione, poi indicò l'uscio con la testa. -''Fuori. Da soli, prima che vi prenda a calci.''

-''Ci stai cacciando di casa? Davvero?!''- Protestò la sorella, osservando l'ex-Dewott prendere un biscotto dalla credenza.

-''Ci arrivo!''- esultò lui. -''Finalmente ci arrivo!''- Tornò a sentirsi quattro occhi puntati addosso. -''...che ho fatto ora?''

Felicum prese per la collottola entrambi e, senza dire una parola, li portò fuori. -''Signori, fatevi rivedere quando avrete riacquistato la ragione.''- Puntò il dito contro la fronte di Zabaglione. -''E la tua dannatissima forma originale.''- poi chiuse la porta e tornò a dormire.

   
 
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