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Autore: little_Grainne    14/07/2015    0 recensioni
Tutte le donne di House. Tutti gli umori di House. Tutto il fascino di House. E sempre, dolci o terribili, occhi blu.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Greg House, Lisa Cuddy, Robert Chase
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5

 

Elaine aspettava nella hall dell’albergo che il suo collega finalmente scendesse. Erano già  quaranta minuti che se ne stava seduta sul divanetto in pelle avorio, la schiena ritta  e le dita che tamburellavano lentamente sulla coscia. Gli avrebbe concesso altri cinque minuti, poi sarebbe andata alla conferenza da sola. E che si fottesse, quello stronzo ritardatario.

Quella era la sua prima conferenza da giornalista, vera giornalista, la prima per la quale sperare di veder pubblicato un articolo con il suo nome in qualche rivista decente. Ed il suo collega fotoreporter si permetteva quasi di farla arrivare tardi. Inammissibile.

Un ultimo sguardo all’orologio. Sì, era davvero tardi.

Elaine fece per alzarsi, quando vide un uomo zoppicante, con bastone ed occhiali da sole, dirigersi speditamente verso il suo divanetto. Speditamente nonostante le sua condizione, pensò la ragazza con un accenno di compassione.

L’uomo si sedette pesantemente accanto a lei, sospirando e stendendo con fatica la gamba rigida sopra il tavolino con le riviste messe a disposizione dall’albergo. Non la guardò minimamente.

Elaine lo osservò, invece. E concluse che, nonostante quello fosse un povero zoppo stronzo, poteva fare anche il povero zoppo educato.

“Scusa, ma non credo che Miley Cirus pensasse di venir usata come poggia scarpe quando le è stato proposto di posare per la copertina di Cosmopolitan”. Elaine indicò la rivista su cui poggiava la scarpa da ginnastica dell’uomo.

Questi, ormai disteso e con il respiro un po’ più regolare, si abbassò lentamente gli occhiali sul naso e, finalmente, la guardò.

“Penso che sia meglio fare da poggia scarpe che da stimolatore sessuale per maschi arrapati, ragazzina. Nonostante io apprezzi di più la seconda funzione, ovviamente.”

Elaine corrugò un attimo la fronte, silenziosa, quindi accavallò lentamente le lunghe gambe fasciate con collant effetto nudo e scoprì una bella porzione di coscia tornita. Sorrise, gelida.

“Ed io penso che sia meglio che gli stronzi zoppi arrapati non approfittino della loro triste condizione per fare gli stronzi zoppi arrapati nella hall di un albergo. Piuttosto, preferisco gli stronzi zoppi che tengono le loro appendici sporche sul pavimento.”

L’uomo guardò Elaine, un largo sorriso beffardo che gli si allargava sul volto con la barba di due giorni ben visibile. Lentamente, si rimise gli occhiali da sole e si stese più comodamente sul divanetto.

“Hai ragione, ragazzina, ma preferisco fare lo stronzo zoppo che mi pare. Dove mi pare.”

Elaine distolse lo sguardo dall’uomo e lo rivolse all’ascensore dal quale, placido e tranquillo come se non fosse in ritardo, stava scendendo il suo collega per la conferenza. Si alzò, quindi, e, mentre si sistemava la gonna del tubino nero con la giacca color cipria, rivolse un’ultima occhiata all’uomo sul divanetto.

“Arrivederci, Mr. Stronzo zoppo moscio. Perché solo un incapace a letto avrebbe pensato ad una risposta così banale. Che tu l’abbia pure detta, guarda, mi fa proprio pena.”

Elaine andò verso le doppie porte dell’albergo, dritta e sicura su delle vertiginose Louboutin di vernice nera. Non si voltò a vedere l’effetto che le sue parole potevano aver avuto sull’uomo sul divano.

Se si fosse girata avrebbe visto divertimento e bramosia su quegli occhi blu.

 

***


“Ce la hai ancora quelle Louboutin nere del giorno che ci siamo conosciuti?”

Elaine rise e la sua risata passò anche ad House che la stringeva da dietro nel letto matrimoniale.

“Non pensavo che te ne ricordassi. Hai sempre parlato del trench rosso che indossavo la sera in cui ho deciso che ti avrei intervistato. “ La donna si stiracchiò voluttuosamente, le mani che accarezzavano pigramente le braccia del marito. “Effettivamente, se quella prima volta avessi saputo chi eri, probabilmente non ti avrei trattato in quel modo, dottor House.”

L’uomo emise una specie di grugnito, spostandole i capelli per cominciare a baciarle il collo.

“Sicura, ragazzina? Secondo me avresti inveito comunque, forse con ancora più veemenza. La domanda resta un’altra: dove sono finite quelle Louboutin?”

Elaine si girò in modo da trovarsi con la fronte appoggiata a quella del marito. Lo baciò, prima di tornare a guardarlo.

“Dopo la conferenza le ho restituite alla mia  amica Marga. Ovviamente non potevo permettermi delle scarpe del genere con il mio primo misero stipendio, ma era la mia prima conferenza vera e volevo darmi un tono da donna di mondo. Ma perché hai fatto finta di non riconoscermi il giorno in cui ti ho offerto il mio ombrello in cambio di un’intervista?”

“Non ti avevo riconosciuta, infatti. Tra ballerine da monaca e trench, non avevo collegato. Quando siamo andati in hotel e ti ho visto senza strati in più… Allora mi sono ricordato del tubino nero che ti fasciava ben stretta e di quei tacchi. Ma soprattutto mi sono ricordato del tuo portamento altero e dell’occhiata velenosa che mi avevi lanciato pochi giorni prima mentre mi sedevo vicino a te nella hall.”

“Mentre ti stendevi, amore. Con i piedi sopra il tavolo.”

“Eri deliziosa, ragazzina. Non so però se siano state le scarpe vertiginose o la tua strafottenza nell’adescarmi giorni dopo per l’intervista a suggerirmi la decisione di portarti a letto il prima possibile.”

Elaine sorrise e gli accarezzò piano il volto.

“Greg, amore, sono stata io a portarti a letto quella sera. Tu sei semplicemente rimasto così deliziato dall’esperienza da non desiderare altro che sposarmi entro il giorno dopo.”

“E tu in questo modo hai acquisito la possibilità di comprarti Louboutin per tuo sfizio.”

Entrambi guardarono le decolté rosse che erano state lanciate sul tappeto nella foga della passione di pochi momenti prima.

La donna alzò le spalle, noncurante.

“Ad ognuno i suoi feticci, amore. Io ho le scarpe costose, tu le donne che indossano queste scarpe.” 

House rise, una risata così spontanea ed allegra da sembrare quasi inquietante alle orecchie di chi lo conosceva. House non rideva, di solito. E di sicuro non era una persona allegra. Ironia e sarcasmo a parte.

“Vieni qui, feticcio mio, scalda tuo marito.”

 

 

  
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