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Autore: Aglaja_    14/07/2015    0 recensioni
“Dio salvi la nostra graziosa regina…”-E mentre trascinava il suo corpo sull’asfalto il dolore delle parole si impregnava di tutte lacrime che fin da bambina le era stato proibito di versare”… lunga vita alla nostra nobile Regina”, lacrime amare che ne aumentavano l’imponenza, il fervore e la struggente dolcezza, e aggiungevano valore alla sua sofferta preghiera –“Dio salvi la Regina...Elisabeth"
***Cit. dal Testo***
Nell'anno 2112, l'incrollabile monarchia Britannica viene soggiogata dalla presa di potere di un Dittatore e subisce la perdita dell'ultima reggente, la regina Vittoria VI, e la soppressione della sua ultima erede. La fame e la miseria divaga fra il popolo, che assiste impotente all'incoronazione del dittatore come Re Mark I, e al ripristino della monarchia assoluta. Come può, Magdlene, figlia di una vedova al servizio del nuovo re, inserirsi in tutto questo?
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo- "La condanna"


Le morbide labbra tremolanti, all'apice del pallore, si comprimevano talvolta per trattenere un singhiozzo, riattivando la circolazione del sangue che ormai fluiva scarno, come diluito. La donna, ricurva su se stessa, si accasciava fra i pensieri turbinanti, molte volte le era stata descritta la morte, come un vuoto, un intorpidimento dei sensi, ma la sua mente era così lucida, i suoi sensi così all'erta, amplificati... Straziata, confluì tutto il suo fiato in un caro sussurro, che disperdendosi, aleggiava fra la folla, sfiorando impercettibilmente i volti irati dei presenti, il più caro sussurro, che il suo corpo le permetteva ancora di pronunciare. Se anche solo la Terra lo avesse assorbito, sarebbe rimasto, quel luogo, profondamente intriso di ingiusta innocenza, e un' anima attenta, avrebbe notato, sgomenta, il suo sospiro, e lo avrebbe colto, come il più delicato fiore, o forse il potente Dio a cui si rivolgeva, forse lui avrebbe prestato orecchio...


“Dio salvi la nostra graziosa regina…”-E mentre trascinava il suo corpo sull’asfalto il dolore delle parole si impregnava di tutte lacrime che fin da bambina le era stato proibito di versare”… lunga vita alla nostra nobile Regina”, lacrime amare che ne aumentavano l’imponenza, il fervore e la struggente dolcezza, e aggiungevano valore alla sua sofferta preghiera –“Dio salvi la Regina...Elisabeth"

La mente persa nel presente ripercorreva il suo passato.

“Una regina ha il controllo di sé Victoria, rispetta il protocollo, ama con rigore il tuo popolo, sei stata scelta da Dio, non puoi deluderlo” Sentiva gli occhi distanti del padre ancora su di sé mentre camminava, sentiva il suo rimprovero per il portamento, i gesti e l’incontrollabile emotività, avrebbe riso di lei forse, vedendola ora, ma era stato infine soffocato da quei sentimenti, che con tanto ardore si confaceva a reprimere, alla visione del visino strangolato di Elisabeth…

”Donale la vittoria, la felicità e la gloria, possa regnare a lungo su di noi; Dio salvi la Regina!”

Poi rivedeva lui. E le sue mani. Pregarlo non era servito a niente. Il più grande dolore, la gioia e di nuovo il dolore. La malattia del popolo.

“O Signore, nostro Dio, sorgi, disperdi i suoi nemici e falli cadere; confondi i loro intrighi, frustra le loro disoneste manovre, su di te sono riposte le nostre speranze, oh, salvaci tutti! ”-Non udiva più alcun suono, il movimento delle labbra era ormai meccanico, il fiato e tutta la sua forza erano diventati ormai insufficienti ad alimentare la preghiera, impercettibilmente silenziosa, quasi incorporea.

“I regali più preziosi che conservi, sii disposto a riversarli su di lei; possa regnare a lungo; possa difendere le nostre leggi..."- Il corpo esile non resse più sotto il peso del terrore, nessuna lacrima fu più versata, un lampo le attraversò gli occhi, e la vide, davanti a sé, indicare il manto azzurro che la sovrastava, il dolore non era che un illusione.

“E sempre darci l’occasione di cantare col cuore e con la voce…”

La morte non concedeva sensazioni, come se Dio gli avesse fatto cenno di tacere, non ammetteva tatto né udito, né permetteva alla vista di trattenere un' ultima volta la luce, comprese la consistenza del vuoto. La donna lasciò il suo corpo e la sua preghiera.

“GOD SAVE THE KING
GOD SAVE THE KING
GOD SAVE THE KING”

Suonò alto il grido di vittoria del popolo incosciente, assetato di odio e del disumano bisogno di imputare a qualcuno mali che non uno, non dieci, non mille uomini avrebbero potuto causare da soli.

   
 
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