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Autore: Eneri08    14/07/2015    1 recensioni
Cosa succederebbe se Hera, dea del matrimonio, dopo l'ennesimo tradimento di Zeus, decidesse a sua volta di tradirlo con un comune mortale, e se dalla loro unione nascesse una figlia semidea? L'appassionante storia di tre ragazze semidee che andranno incontro al loro cupo destino tra guerre, primi amori e satiri che mangiano lattine.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Era, Grover Underwood, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scrocchiamo un passaggio da un vecchiettino folle

Proseguimmo per nord come Efesto ci aveva suggerito. Quando il sole calò, ci accampammo nel bel mezzo del nulla, ed Isabelle accese un falò. Mentre Magalie sistemava i sacchi a pelo, notai sul suo collo delle strane macchie azzurrine. Le chiesi come se le fosse procurate. Lei rispose con un ghigno.
-Sono soltanto sfoghi allergici. Delle vespe mi hanno punto sul collo quando sono andata a prendere la legna con Isabelle.
-Ah, okay- Dissi poco convinta. Isabelle mi diede una pacca sulla spalla e mi prese il viso fra le mani. 
-Isabelle, cos...
-Zitta. Seguimi.- Mi mise a sedere davanti al falò e tirò fuori un cerotto, e me lo mise là dove prima risiedeva il mio sopracciglio destro. 
-Ah, molto meglio. Adesso il tuo viso sembra un po' meno da patata.- Poi frugò nel suo zaino e prese un pennarello indelebile nero, e scarabocchiò un sopracciglio vistosamente più grande dell'altro sul cerotto. Isabelle sbuffò e boffonchiò qualcosa che somigliava ad un "Ehi, non sono mica un'artista". Anche se non era brava a parole, intuii che quel gesto era un chiaro segno di scuse.

Ci stavamo riempiendo lo stomaco con marshmallow sbruciacchiati, che avevamo arrostito sul falò. C'erano molte cose che mi frullavano nella testa: la profezia, lo strano comportamento di Efesto e quello di Apollo. Così chiesi un parere alle mie amiche.
-Non vi pare un po' strano il comportamento di Apollo sul treno, e quello di Efesto? Quando quei animatroni ci hanno inseguito, lui appena ci ha visto sembrava molto sorpreso che ci trovassimo lì, non vi pare? Eppure soltanto lui poteva accedere ai comandi degli endoscheletri.
-Ma di che ti preoccupi?- Disse con tono gaio Magalie, -L'importante è essere ancora vive! Non affaticare troppo il tuo cervellino, Walle.- 
La "cena" proseguì con il solito silenzio che aleggiava nell'aria. Poi, io e Magalie ci infagottammo nei sacchi a pelo, mentre Isabelle ci avrebbe fatto da guardia. 

Mi addormentai quasi subito, dopo quella corsetta da jogging con gli animatroni i miei muscoli stavano implorando pietà. Appena chiusi gli occhi, caddi in un sonno profondo. Quella notte, il mio sonno venne costellato da molti incubi. Uno pero' fu più temibile degli altri.
Ero in un campo di grano, con le spighe che mi solleticavano le ascelle. Sopra di me, si stagliava il cielo infinito punteggiato da milioni di trilioni di stelle. Sotto una quercia, Magalie indossava una toga bianca ed una corona di alloro, e parlava con un uomo alto ed atletico, con i capelli scuri e di media lunghezza. Indossava solo un perizoma (che schifo) e la sua carnagione era cangiante; variava dall'azzurro con disegni di nuvole sui muscoli ad un colore scuro e ricoperto di stelle luccicanti. La sua voce era dura, mentre rimproverava Magalie. 
-Stupida mortale! Non sei ancora riuscita a fare ciò che ti avevo detto!
-Mi scusi, padrone.
-La tua progenitrice era molto più furba di te! Anche perché quello stupido di Hermes le aveva dato il potere della curiosità. Se non riuscirai a fare ciò che ti avevo ordinato di fare, il nostro accordo salterà, e sai quel che accade se salta, vero?
-Sì, padrone...- Rispose Magalie chinando debolmente la testa.
-Magalie! Cosa stai facendo?- Urlai. L'uomo si voltò verso di me, ed imprecò. Dopo di che, il sogno svanì in una candida nuvola in bilico tra il dormiveglia. Spalancai gli occhi e mi accorsi che era mattina, e che stavo galleggiando in un bagno di sudore.
-Ehi, Walle! Dormito bene?- Magalie era seduta su una pietra, mentre Isabelle si stava stiracchiando.
-M..ma tu eri in quel campo c...con quell'uomo e... e...
-Ehi, errore, ma di quale acidi ti sei fatta ieri notte?- 
Mi portai una mano alla tempia sinistra.
-Scusate, ho fatto un brutto sogno. Pero' era così dannatamente vivido.
-Wooooow, di solito i miei sogni sono accompagnati da unicorni e zucchero filato!- Disse con entusiasmo Magalie. La fissai negli occhi. Quella del sogno non poteva di certo essere la mia Magalie. Voglio dire, lei è così stupida. D'altronde i sogni sono solo sogni, no? Non avevo niente di cui preoccuparmi. 

Camminavamo talmente tanto che mi sembrava che fossero passate diverse ore. Effettivamente era mezzogiorno. Magalie teneva in braccio Sparkle. Quel pigrone si era stancato solo dopo qualche decina di metri. E lui volava. Ci fermammo in un fast food di un benzinaio, questa volta senza maiali assassini o scrofe che ci volevano mangiare. Entrammo ed ordinammo degli hamburger, che divorammo in pochi minuti. Mentre Isabelle e Sparkle si abbuffavano, guardai Sparkle, e dissi a Magalie:
-Lo sai che quel maiale è un cannibale, vero?
-Beh, sembra divertirsi.
-E' un maledetto cannibale! Si sta mangiando un altro maiale!
-Ma anche Isabe... cioè, nulla.
-MI STAI DANDO DELLA SCROFA?!- Urlò a bocca piena Isabelle, mentre pezzetti di carne ricoperti di ketchup schizzavano sul tavolino. Diedi una gomitata sulle costole di Magalie, e mi nascosi sotto il tavolo. Magalie si affacciò con aria interrogativa. Io sussurrai,
-Le vecchiettine che ci stavano inseguendo quando eravamo in macchina con Argo sono sedute al tavolino di fronte al nostro!- Afferrai Sparkle per il codino e lui grugnì spaventato, gli inficcai un hamburger in bocca e lo misi senza troppe cerimonie nel mio zaino. Poi, mi alzai e sussurrai alle altre.
-Dobbiamo andarcene di qui alla svelta, senza dare troppo nell'occhio.- Isabelle protestò perché non aveva finito il suo pranzo, ma non oppose tanta resistenza quando vide le Arai. Così, sgattaiolammo a quattro zampe dal fast food. 

Eravamo sul retro della struttura e le Arai sembravano non averci notato, o almeno era quello che speravo. Purtroppo se ne erano accorte, e ci avevano arpionato le spalle con le loro mani ossute.
-Ma che belle bambine- Dissero voltandoci bruscamente e, tirandoci le guance come se fossero fatte di gomma, incominciarono a riempirci di vezzeggiativi.
-Oh, volete delle caramelle, piccine?- Io risposi sarcasticamente,
-Mamma mi ha detto di non accettare niente dagli sconosciuti!
-Ma Walle, allora perché hai accettato il regalo del signor...- Isabelle diede una spallata a Magalie.
-Sta' zitta, idiota.
-Oh, ma voi ci conoscete, abbiamo avuto il piacere di conoscervi poco tempo fa! Se vi lasciassimo fuggire un'altra volta, la nostra Signora ci punirebbe, ed il Tartaro... è un posto così freddo...- Magalie fece un sorriso di scherno, e ci urlò:
-Voi andate a cercare un mezzo di trasporto! A loro due ci penso io!
-Ma...- Dicemmo in coro io ed Isabelle.
-ANDATE!- Urlò, e ci spinse via. 
-Non può ucciderle- commentò Isabelle mentre correvamo, -ma comunque sono sicura che riuscirà a distrarle. In fondo, i suoi urli possono far svenire la gente, non vedo perché non i mostri.- Annuii, ma con poca convinzione. Ero così intenta a parlare con Isabelle che andai a sbattere contro un furgoncino, e del sangue che fuoriusciva dal naso mi calò sulla maglia arancione del Campo, ormai logora come i miei jeans. 
Dal furgoncino, uscì un vecchio bifolco con un cappellino con la visiera con su scritto "Monster Truck". I suoi capelli erano grigi, così come la sua barba, che gli arrivava fino alle ginocchia nodose. Aveva gli occhi storti. Nella sua bocca, spuntavano pochi denti, fra cui alcuni d'oro che sbrilluccicavano qua e là. Era a torso nudo, con la pelle che ciondolava dai bracci per la vecchiaia, ed aveva addosso solo la salopette sporca di fango. Non indossava nemmeno le scarpe, era un uomo rozzo, che appena ci vide, si battè una mano sul ginocchio, e cantilenò:
-Hi-ha! Cosa ci fanno delle piccole frugolette come voi nel bel mezzo del nulla del Tennessee?
-Ci serve un passaggio, ed al più presto,- Disse Isabelle, -lei dov'è diretto?
-Per Bacco, figliuola! Sono diretto in quella maledetta città di Jackson nel Mississippi!- E sputò del tabacco.
-Perfetto, lei ci DEVE accompagnare.
-Okay figliole, hi-ha! Salite sulla vecchia Betty! E' anche il nome della mia maialina! Non è vero, Betty?
-Oink! Oink!- Rispose la maialina, sbucando dal cumolo di fieno e scodinzolando. Sulla codina, aveva un fiocchettino color rosa. Sparkle uscì dal mio zaino e si buttò nella matassa di fieno per cercare di socializzare con Betty, la maialina punteggiata di macchie nere sulla pelle rosea. Ad un tratto, si sentì Magalie urlare,
-TAPPATEVI LE ORECCHIE!- Non ce lo facemmo sicuramente ripetere due volte, e lo facemmo. L'urlo di Magalie eccheggiò nei dintorni. Sentii le vibrazioni di diversi corpi di persone che cadevano a peso morto nel fast food. Un po' intontite, vedemmo Magalie con la faretra issata sulla spalla e l'arco in mano che correva verso di noi.
-Sbrigatevi a salire, non rimarrano svenute per molto tempo!- Sulla guancia, aveva un profondo taglio, ma non ci diede il tempo di chiedere qualcosa che ci strattonò sulla vettura.
-Hi-haa, ragazze! Reggetevi forte!
-Scusi!- Urlai mentre il vecchietto partiva con l'accelleratore a tavoletta ed il vento mi schiaffeggiava la faccia, -Ma lei come mai non è svenuto?- Lui tirò fuori una tromba acustica in rame e se la portò all'orecchio.
-Come dici, figliuola? Non ti capisco, sono un po' sordo!
-Lasciamo stare.- 
Guardai Magalie e la sua ferita.
-Come stai, Magalie?
-Tutto a posto.
-Come hai fatto a procurarti quella ferita?
-Ehmm...- Ci pensò molto prima di rispondermi. I suoi occhi schizzavano da una parte all'altra in cerca di qualcosa. -Le vecchiette- Disse infine. Non le credetti, ma non feci domande. In fondo, che bisogno aveva di mentirci? 
Isabelle tirò fuori dal suo zaino un altro cerotto.

Dopo qualche ora, arrivò la sera, ed eravamo ancora sdraiate sul retro del furgoncino, sommerse dalla paglia. Magalie si era addormentata. Sembrava un angioletto incredibilmente stupido quando dormiva: si stava masticando una ciocca di capelli. Misi le braccia dietro alla testa, e mentre masticavo una spiga di grano, chiesi ad Isabelle:
-Senti, Ross, ma se tua madre vive in Lousiana, com'è che frequentavi la St. Louis, a New York? Voglio dire, la distanza è parecchia...- Isabelle rispose in tono annoiato.
-Sai com'è, mia madre mi ha obbligata a scegliere o la St. Louis o un'accademia militare. Nell'accademia militare si ricevono ordini. Ed io odio gli ordini.
-Quindi tu stai nel dormitorio?
-Mh-hm.- Ci fu un po' di silenzio per qualche chilometro, poi Isabelle riaprì bocca.
-Come mai non mi avete mai rivolto parola per tutto l'anno scolastico?- Diventai rossa dalla vergogna.
-Beh, vedi... non pensavamo che delle sfigate come noi potessero interessarti, e poi... una volta hai minacciato di infilare la testa nel water a Magalie.- Ci fu un altro po' di silenzio, poi continuai. -Se vuoi, quando saremo tornate a New York, puoi venire alla nostra festa a tema fantasy. Sai... tutte quelle cose tipo... giochi di ruolo, videogiochi, maratone di Dr. Who... io e Magalie le organizziamo spesso. Qualche volta ci vestiamo pure da elfi.- Sghignazzai al ricordo. -S...sempre se ti va, Ross.
-Sarebbe... figo, sì. Mi... mi piacerebbe molto.- Mi sorrise. Anche se la giornata non aveva dato molti progressi, il suo sorriso mi fece dimenticare tutti i problemi che avevamo avuto.
Mi addormentai sotto al cielo stellato del Mississippi, lo stesso cielo che aveva invaso i miei incubi.

Nota delle autrici
Questo capitolo è gay.
-La trinità delle sfigate

Curiosità
In realtà Magalie è molto ricca, ed ha persino un maggiordomo personale, che la accudisce da quando era appena nata. Solo che Magalie non riesce a ricordare il suo nome nonostante lo conosca da quindici anni, perciò lo chiama sempre Mr. Baffetto, a causa dei suoi enormi baffi. Inoltre, lei possiede una camera completamente dedicata ai videogiochi ed alle console.


 
   
 
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