Un gioco

Impotente ed inerme, Bob la guardava stringere un altro: proprio lei, la sua amata Lucy, lo aveva tradito e senza neanche avere la delicatezza di non farglielo sapere. Nella loro stanza, quela che avevano condiviso per tre anni, giaceva nel letto insieme ad un altro.
Bob non riusciva a distogliere lo sguardo. Cosa aveva fatto di male per meritarsi un simile trattamento? L'aveva forse ferita o trascurata? Eppure era certo di esser sempre stato presente per lei, di averle sempre dimostrato, con tutto sè stesso, il proprio amore.
Bob continuava a guardarli. Cos'era ciò che stava provando? Rabbia? No, non lo era: essa non gli avrebbe fatto tanto male. Il rimpianto, invece, era ben più vivo in lui. Si chiedeva dove avesse sbagliato, con la sua tenera, dolce, Lucy. Magari avrebbe dovuto essere più loquace, magari avrebbe dovuto stringerla più forte la notte, ma chiacchiere ed effusioni non erano mai state il suo forte. Era più bravo nell'ascolto: Bob non perdeva mai una sua parola. La ascoltava, e lo faceva sempre, senza mai interrompere, senza mai infastidire. Era convinto che questo, a Lucy, sarebbe bastato. Anzi no, pensava perfino che questo le piacesse. Lo sguardo balzò nuovamente sui due. Che anche il suo nuovo “giocattolino” fosse un abile ascoltatore? Bob aveva dei seri dubbi al riguardo. Dalla penombra della stanza lo guardò attentamente: giovane, bello, più magro di lui. Agli occhi di Bob non era nulla di speciale, uno fra tanti. Era questo che Lucy cercava? Era per qualcuno di così comune che lo stava buttando via senza alcun ritegno, dopo ben tre anni?
Bob continuava a guardarli. Un giocattolo. Forse era stato questo per lei: tutto il tempo trascorso insieme, le risate, gli abbracci i baci che si erano scambiati. Ogni esperienza e avventura vissuta erano state, forse, solo questo per la sua amata Lucy: un gioco. Lungo, spietato, al quale Bob non aveva potuto scegliere di sottrarsi.
Il rimpianto faceva lentamente posto alla rassegnazione nel cuore di Bob e con esso, ai suoi sentimenti d'amore, subentravano delusione, tristezza. Cosa avrebbe fatto ora? Sarebbe stato mandato via? Cercarsi una nuova Lucy, qualcuno che lo avrebbe amato di più, che lo avrebbe accettato indipendentemente dalla sua età e dal suo corpo? Esisteva qualcuno che potesse farlo? Ma soprattutto, avrebbe mai potuto trovare qualcuno come Lucy? No, ne prese coscienza: mai avrebbe amato qualcuno come aveva amato lei.
Bob continuò a guardarli, ancora e ancora, per delle ore, finché non sentì il suo cuore raggelarsi e infrangersi. Avrebbe voluto piangere, urlare, rompere tutte cose in quella stanza, ma non poteva e mai avrebbe potuto: Bob maledisse il suo essere solo un insulso orsetto di peluche, maledisse i suoi sentimenti, maledisse la sua immobilità.
Impotente, inerme, si sarebbe spento, lentamente ed inesorabilmente, mentre lei, invece, avrebbe stretto a sé il suo nuovo compagno di giochi.

Per la prima volta, da quando aveva conosciuto Lucy, Bob si sentì per davvero un oggetto, un giocattolo, ma in verità questo era,
e questo sarebbe rimasto per sempre.