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Autore: Dimea    15/07/2015    5 recensioni
Clarke Griffin è una neo psichiatra specializzata in traumi, che cerca di emergere dalla fama della madre, la celeberrima Cardiochirurga Abby Griffin.
Bellamy Blake è un tenente colonello dei Marine, di ritorno dall'Afghanistan che cerca di fuggire dai fantasmi che lo tormentano.
La terapia li avvicinerá, insieme al matrimonio di Octavia.
"L'aggeggio maledetto, gracchia in un angolo del comodino, segnalandomi che è ora di alzare il culo dal letto.
Finalmente mi libero delle sabbie mobili in cotone e pile, ma i postumi della nottata di ieri si fanno sentire.
Oggi ho un solo appuntamento, ma non promette nulla di buono. Un giovane Marine di ritorno dall'Afghanistan dopo due anni spesi in missioni [...]
-Dio, Clarke! Hai delle occhiaie mostruose.- squittisce la voce di Octavia alle alle mie spalle.
Non mi volto nemmeno, so perfettamente che si trova appoggiata allo stipite, con la spalla sinistra.
-Ti ho portato il caffè...- sussurra sorniona. Mi conosce troppo, per non sapere che l'unico modo per trattarmi a quest'ora, è una tazza bollente di caffè.
Ed io la conosco abbastanza bene, per sapere che non devo aspettarmi nulla di buono"

{Attenzione: Bellarke }
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Octavia Blake, Raven Reyes
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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VI

Hit Me With Your Best Shot

You could want this
See if it fits for a bit
And if you don't like it
Then you can go like you have been
And I'll never tell, never tell how I fell for it
I never fell before
3, 2, 1, you get right up and I'm the one done
You never say yes, not quite no
Say just enough to make me not go
You choose your words,
[...]
You know, you know you love the way I'm lingering,  
You keep me wrapped right round your finger,  
[...]
Please, I'm the B team
[ B-Team  - Marianas Trench]


A mio parere, le donne hanno il gene del ritardo incluso nella seconda "X".  E non venite a dirmi che sono un maschilista ecc... se anche voi aveste una sorella di quattro anni più piccola, che decide di organizzare un intero matrimonio in Italia, in meno di tre mesi, forse la pensereste come me!
Il pomeriggio, l'appartamento delle ragazze si trasforma nella sede di una perversa scuola per Wedding Planner in erba!
Tra fiori, pizzi, merletti e tacchi, non ci sto capendo più nulla, ed a quanto pare nemmeno quelle buone anime di Monty e Jasper e quel cretino di Finn, trascinati dal tremendo Uragano Octavia, in un mondo al di fuori di qualsiasi legge. Dovreste vedere i loro visi spaventati e spaesati, ogni santo giorno... il loro unico peccato è essere i vicini ci casa di mia sorella, oltre che sui amici.
L'ultima settimana è stata una tremenda agonia, se fosse per Octavia, dovremmo tutti restare a casa per aiutarla nei preparativi e sfuggirle la mattina, sta cominciando a diventare un'impresa.
Sveglia alle sette e doccia di volata per lasciare il bagno libero a Clarke, prima che si svegli mia sorella. Prima di andare da lei in studio, ci fermiamo a fare colazione in un cafè a metà strada. Doppio espresso e donut per la principessa, Espresso e muffin ai mirtilli per me.
Stiamo diventando abitudinari, io e lei, vivendo quasi in simbiosi, impariamo ad accettarci, e sopportarci, più per sopravvivenza che altro. Sembriamo un cane ed una strana gatta.
Io e la principessa abbiamo cominciato a legare ogni giorno di più, forse perché non mi lascia solo un secondo, per evitare una mia ricaduta. Lei la chiama "terapia sperimentale". Fino ad ora ha funzionato, riusciamo a fermare le crisi con la respirazione e, beh, un valido aiuto erboristico. Non fate i moralisti, preferisco una canna a qualche psicofarmaco e poi è solo per uso medico.
Da circa una settimana passo le mattinate in studio dalla mia terapista, lo preferisco a dovermi sorbire Octavia ed i suoi scleri sul tovagliato per il ricevimento.
Tutto sommato mi diverto a flirtare con Clarence, per poi sorbirmi le cazziate della bionda. Non che io sia masochista, sia chiaro, semplicemente mi piace vederla scaldarsi per poco, sembra un barracuda vestito da bambolina, pronta a balzarti alla giugulare 

Devo dire che a parte il suo sentirsi intellettualmente superiore agli altri, non è poi così malaccio, anche se non l'ho ancora capita fino in fondo.
Lei è il dottor Jakill e Hide, il ghiaccio ed il fuoco, a dirla così sembra una strana creatura mitologica... e forse è così.
Comincio seriamente a convincermi che la vera Clarke non sia quella che lei cerca di mostrare, la principessa altezzosa, con la puzza sotto al naso, convinta di avere il peso del mondo sulle spalle, ma la ragazza che ho visto intrappolata nei suoi occhi da bambina, cresciuta troppo in fretta. Non è stato facile notarla, dietro la matassa dei suoi pensieri, anche se continuo a pensare che l'abbia lasciata uscire lei, senza rendersene conto, ogni volta che una una crisi mi colpiva.
Probabilmente lei mostra la vera Clarke, solo alle persone di cui si fida ciecamente... o quando è più vulnerabile.
Un tonfo sordo mi richiama dai miei pensieri. Non riesco nemmeno a capire da che lato sono girato, quando mi sento trascinare dalla poltrona, alzo lo sguardo, mentre Clarke mi urla addosso.
-Bellamy, Dio mio è tardissimo! Dovevamo essere già lì da quindici minuti- sembra parecchio allarmata, ma non riesco a capire cosa stia succedendo, mentre mi trascina fuori dallo studio - A Domani Clarence-
-Principessa, ma che diavolo stai dicendo?!?- Alza il sopracciglio destro, incredula, prima di infilare le mani e frugare nella sua borsa, scrollando la testa mentre le porte dell'ascensore si chiudono alle sue spalle. La guardo, indaffarata nella sua ricerca, mentre qualche ciocca dei suoi capelli scappa, ribelle, dalla coda ben tirata e mi chiedo seriamente se nel suo armadio ci siano solo tailleur, giacche e camicie da lavoro. Non l'ho mai vista con niente di diverso dai suoi completi ed il pigiama.
-Una delle note positive delle agende, - esordisce, ondeggiando davanti al mio naso un libro a pois - ci puoi scrivere gli appuntamenti- Picchietta con l'indice destro su una nota, Prova Octavia ore 13.
Il panico mi assale -Dimmi che stai scherzando- scuoto la testa, mentre lei alza le spalle.
-Devi esserci anche tu, le hai promesso che sarebbe stato il suo regalo!- Lo so che ha dannatamente ragione, ma ciò non toglie che non sono assolutamente felice.
-Ho detto che le avrei regalato l'abito e che avrei speso qualunque cifra pur di vederla felice, ma non che mi sarei fatto trascinare in un gorgo di pizzi e veli!- Punto i piedi, mentre le porte dell'ascensore si aprono. Clarke batte il piede sulla pedana, nervosamente, prima di afferrarmi il polso per tirarmi fuori.
-Pianta di fare i capricci come i bambini- mi rimprovera mentre saliamo in macchina.
Sbuffo, ma lei non ci fa caso e mette in moto. Sorride, come ogni volta che il motore della sua auto fa le fusa. Questo è uno dei pochi momenti in cui l'ho vista con gli angoli delle labbra, rivolti verso l'alto.
Per la prima volta, in una settimana, accende la radio, lasciandomi piacevolmente stupito.
-Abbiamo quaranta minuti di strada e non ho intenzione di discutere sulla meta- sembra leggermi nel pensiero, e le sono grato per non aver lasciato cadere il silenzio.
La vedo collegare l'ipad, prima di partire. Aspetto di sentire le note di qualche sonata di Mozart o cose simili, a vederla così, direi che alla principessa piace la musica classica, ma dalle casse esce qualcosa di molto più familiare.
Istintivamente volto il capo squadrandola -Davvero???- Sembra quasi offesa dalla mia domanda, prima di scoppiare a ridere.
-Beh, ti sembra tanto strano?-
In realtà sì, sentire Carry On My Wayward Son, dei Kansan non è la normalità, quando ti trovi nell'auto di una come la Principessa. Non lo è per niente.
-No- mento spudoratamente, prima di scoppiare a ridere.
Non posso assolutamente discutere sui suoi gusti musicali o in fatto di auto, posso, semplicemente, restarne piacevolmente sorpreso.
Lei mi stupisce ogni giorno di più. Anche ora, mentre canta a squarciagola canzoni che conosco quasi a memoria, di quelle che mia sorella voleva che spegnessi quando eravamo ragazzini, Lei le canticchia con una naturalezza innata, infischiandosene delle stonature. Fa quasi ridere il contrasto che crea il suo genere musicale ed il suo modo di vestirsi, eppure non posso fare altro che ammirarla mentre sbraita su Anyway you want it dei Journey.

-Finalmente!- Sbotta mia sorella, davanti al negozio, accanto a Raven -Siete in ritardo di quasi quarantacinque minuti! Fortunatamente vi conosco abbastanza da darvi l'appuntamento con un'ora di anticipo- Ci fa segno di entrare nella boutique, mentre Clarke alza gli occhi al cielo.
Se c'è qualcosa che non riesco proprio a sopportare sono le sessioni di shopping, è più forte di me. Ore ed ore, seduto con una ragazza che si prova una valanga di vestiti, che le serviranno per poche ore! Forse è per questo che non cerco storie, non amo la ro
utine di
coppia.
Devo dire che il negozio è fin troppo per i miei gusti ed il profumo di rose che ci investe all'ingresso è nauseante. Mi sento quasi a disagio con i miei jeans e la mia t-shirt, accanto a mia sorella e alle sue amiche, tutte in tiro.
-Devi odiarmi parecchio...- ridacchio  rivolgendomi ad Octavia.
-Su, Bel, non fare il bambino- Mi zittisce lei - Questo è un momento importante e poi, hai deciso tu di regalarmelo!- Roteo gli occhi, mentre Raven ridacchia per poi farmi l'occhiolino. Molto interessante... Questo pomeriggio potrebbe rivelarsi molto produttivo.
Sbuffando mi lascio cadere su un divanetto, tra le due amiche, mentre mia sorella si siede davanti a noi.
Altro che cinquanta sfumature di grigio, io sono circondato da duecento variazioni di bianco! A cominciare dalle pareti, le sedute ed i lampadari, fino a quelle nuvole di tulle e cristalli appesi a tanti appendini ordinati. Tutto questo non-colore mi provoca un'emicrania.
Octavia, mostra alle ragazze i modelli che reputa più interessanti, sorridendo radiosa, e la rivedo come da ragazzina prima del ballo scolastico, certo per me fu un incubo ma non ricordavo di averla mai vista più felice, dopo la morte della mamma. Studio le smorfie delle sue accompagnatrici, il modo in cui Clarke alza il sopracciglio ed arriccia le labbra quando vorrebbe esprimere il suo disappunto,  ma sa di non poterlo fare, la luce negli occhi della mia piccola O ed intercetto, ogni tanto, lo sguardo di Raven.
Mi sta tentando, è abbastanza chiaro. Non ricordo nemmeno più, l'ultima volta con cui sono stato con una donna... improvvisamente incrocio un altro sguardo, diverso da quello affamato dell'altra ragazza, questo è più limpido, tras
parente ma indecifrabile e tremendamente fugace. in un solo istante, Clarke distoglie lo sguardo, lasciandomi interdetto per un secondo.
-La signorina Blake?- Una bionda sulla quarantina ci richiama all'ordine, stringendo la mano a mia sorella -Benvenuta, sono Karen la sua assistente personale- Mi stupisco davanti al suo completo nero, finalmente un puntino che spezza quella terribile monotonia candida. -Chi ha portato con lei?-
-Raven e Clarke, mie migliori amiche amiche e la seconda è la mia damigella d'onore, -Ci presenta O -Mentre il musone in mezzo, è mio fratello Bellamy-
L'assistente ci saluta calorosamente, prima di chiederle il Budget -Non mi preoccupa la cifra- Rispondo prima che chiunque possa fiatare - L'abito è il mio regalo per le nozze e non mi importa la spesa, l'importante è vederla felice- Intravedo Clarke sorridere, mentre a mia sorella si illuminano gli occhi.
-Perfetto- riprende Karen - Aveva un modello in mente?- Vedo Octavia annuire, indicando il suo raccoglitore.
-Sì, pensavo a qualcosa di Boho, magari in pizzo- L'assistente annuisce, prima di chiederle dove si svolgerà il matrimonio -In Italia, tra tre mesi.- Vedo l'assistente sbiancare e quasi scoppio a ridere.
-Ok- sussurra -venga con me- Sembra visibilmente sconvolta, mentre si allontanano alla ricerca del trofeo di Octavia.
-Come te la immagini?- Mi chiede Raven. Che domanda... Qualunque cosa indosserà, la vedrò sempre come una bambina, come la piccola di casa che mi chiedeva di portarla in giro per il salotto a cavalcioni. Sarà sempre la mia sorellina che arrivava nel cuore della notte a chiedermi di dormire con lei, perchè aveva paura del mostro sotto al suo letto.
-Bella.- Rispondo semplicemente, sorridendo -Come non mai- Incrocio ancora una volta quello sguardo troppo puro, troppo chiaro per essere della principessa. La vedo sorridere.
Non lo fa spesso, anzi, passa il tempo con quell'espressione gelida stampata in volto...
-Eccola!- Esordisce la mora, distogliendomi dalla mia terapista.
Octavia arriva fluttuando quasi, indossando un abitino crema con le spalline sottili.
-Allora?- chiede lei entusiasta.
-Nah, troppo semplice- dice Raven, mentre Clarke arriccia il naso ed io scuoto la testa. - Ti vediamo con qualcosa più romantico-
La vedo sbuffare e gonfiare le guance, come faceva da piccola quando le veniva negato qualcosa, prima di girarsi sui tacchi e tornare verso i camerini. Trattengo una risata, davanti a quella scena.
Quaranta minuti, tre cambi di abito dopo, mia sorella ritorna con il suo passo leggero.
Resto bloccato, congelato nel tempo, alla sua vista.
Indossa un abito in pizzo avorio che la fascia perfettamente fino ai fianchi, per poi aprirsi morbidamente e scivolare a terra, chiudendosi in una coda. Forse, da fratello maggiore, dovrei dirle qualcosa sul profondo scollo sulla schiena, ma i suoi occhi sono ricolmi di lacrime, e non me la sento di rovinarle questo momento.
Le ragazze restano basite, con gli stessi occhi di Octavia.
-Oddio, Bellamy... è lui- sussurra O, mentre l'assistente le posa il velo sul capo.
E devo ammettere che faccio fatica a non commuovermi anche io.


Continua...


Fangirl_G:  Mi spiace di averti fatto aspettare tanto! Comunque, amo Octavia in versione maniaca del controllo, ce la vedo molto XD
Ti ringrazio per tutto e spero che ti possa piacere questo capitolo.
Sei la lettrice che tutti vorrebbero avere. Grazie *^*


Scusate se ci ho messo più del solito, ma il lavoro mi sta succhiando via un po' più del tempo.
Questo è un capitolo molto più divertente degli altri, per il semplice fatto che non volevo deprimervi o farvi venire il diabete XD
Spero di avervi strappato anche solo una risata e di non essere caduta nel banale.
Fatemi sapere cosa ne pensate, fa sempre piacere ricevere pareri su ciò che si scrive.
Grazie a tutti, per il supporto.
Ci leggiamo presto,
Dimea




   
 
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