Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: nana13    15/07/2015    2 recensioni
Erano ancora in acqua, uno di fronte all'altra. Luke non parlava, Gwen a malapena riusciva a tenere lo sguardo fisso su di lui, senza cedere e guardare verso il basso.
«Come mai sei così?» le chiese, dopo un lungo momento di silenzio. «Cioè, non è che uno dei tuoi genitori è un pesce, vero?».
C'era innocenza nella sua voce, un'innocenza che la fece ridere. «No» disse, con voce così bassa che Luke dovette avvicinarsi per sentire. «Sono stata maledetta».
Genere: Comico, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 4
 
Erano ancora in acqua, uno di fronte all'altra. Luke non parlava, Gwen a malapena riusciva a tenere lo sguardo fisso su di lui, senza cedere e guardare verso il basso.
«Come mai sei così?» le chiese, dopo un lungo momento di silenzio. «Cioè, non è che uno dei tuoi genitori è un pesce, vero?».
C'era innocenza nella sua voce, un'innocenza che la fece ridere. «No» disse, con voce così bassa che Luke dovette avvicinarsi per sentire. «Sono stata maledetta».
Tutta quella storia aveva dell'inverosimile, Luke a malapena riusciva a crederci. «Da chi?».
«Una donna» rispose Gwen, «una strega. Per una discordia con mia madre, ha maledetto che la sua prima figlia, all'età di undici anni, si sarebbe trasformata in una sirena e avrebbe dovuto convivere con ciò per tutta la vita» continuò, attirando sempre di più l'attenzione di Luke, che era rimasto affascinato.
«Ma non avevi la coda quando ti ho vista al chiosco, ieri mattina» fece lui, sempre più curioso. Gwen non era sicura di voler confidare tutte quelle cose ad un perfetto sconosciuto, di cui si fidava ben poco. Quella sensazione positiva che aveva sentito la prima volta però, quella seconda era più forte. Guardarlo negli occhi, le dava sicurezza. E non sapeva come spiegarselo.
Dopo un altro periodo di silenzio, Gwen sospirò. Era quasi passata mezz'ora, la coda se ne sarebbe andata da un momento all'altro. «Non è perenne. Mi spunta ogni tot ore, e per farla andare via devo rimanere ammollo in acqua per mezz'ora» disse poi, chiarendo il dubbio del ragazzo.
«Immagino sia una vera seccatura» disse Luke.
Gwen non la pensava esattamente così, si era abituata a tutta quella vita. «Non proprio, quando ho la coda, posso fare cose che altrimenti mi sognerei» disse.
«Tipo cosa?» chiese ancora il biondo, bramante di risposte. Era sempre stato un ragazzo curioso.
«Tipo respirare sott'acqua, per quanto tempo voglio. Parlare con i pesci, in realtà riesco a captare le onde che mandano e produrne a mia volta, non lo considererei proprio parlare.  Riesco a nuotare più velocemente, senza contare che ai primi tempi muovere la coda sembrava quasi un'impresa; posso decidere per quanto tempo tenere la coda, basta che sia un minimo di mezz'ora» elencò lei, c'erano altre cose che poteva fare, ma quelle erano le principali. Luke la guardò come mai nessuno l'aveva guardata prima, nemmeno Jordan, non era impaurito e non la considerava un mostro. In quello sguardo c'era fierezza e ammirazione, Luke era incantato da Gwen, dalla sua bellezza così naturale e i suoi tratti duri, dalla coda color acquamarina e persino da quel tono saccente che ogni tanto usava.
«Perché non ci sono ragazze come te, dove abito io?» disse, quasi tra se e se, ma abbastanza ad alta voce perché lei lo sentisse.
Nel frattempo, la sensazione alle gambe, quella che precedeva la trasformazione, stava tornando e nel giro di qualche minuto, la coda era sparita.
«Possiamo uscire dall'acqua ora» disse Gwen, tirando su una gamba e mostrando che per quella sera aveva finito.
«D'accordo» disse il ragazzo, in risposta. Quasi gli dispiaceva, andarsene.
«Ah e Luke..» fece lei, prima che la precedesse e uscisse, lei dopotutto era nuda. «Gradirei che non raccontassi a nessuno di questa storia. Nemmeno ai tuoi amici».
Luke annuì, e promise che non l'avrebbe fatto. «Tu non vieni?» le chiese, quando si accorse che era rimasta lì ferma.
«Sono nuda in questo momento, devo trovare un modo per uscire dall'acqua e mettermi qualcosa addosso» disse lei, non si vergognava del suo corpo, ma non voleva creare troppi scandali.
Luke si ricordò di aver lasciato sullo scoglio sopra di loro la sua maglietta, lui poteva stare benissimo senza e le sarebbe stata abbastanza lunga per coprirle il necessario.
«Ho la mia maglietta» le disse, sullo scoglio. «La lascio là, indossala, ti aspetto a riva» e se andò silenziosamente.
Gwen provò una forte riconoscenza nei confronti del ragazzo, e quel gesto, le ricordò un po' come Jordan l'aiutasse sempre e le fece capire che approcciarsi a nuove amicizie non doveva essere sempre una cattiva idea. Uscì dall'acqua, completamente asciutta, quella era un'altra dote, una delle sue preferite, e si infilò la maglietta extra large di Luke, che le arrivava un po' sopra il ginocchio. Perfetta, pensò.
Camminando attentamente sulle rocce, recuperò la sua borsa con il cambio e i vecchi vestiti e ritornò alla spiaggia.
 
«Si può sapere dov'eri?» chiese Jordan, era rabbia quella che si sentiva nella sua voce? Gwen non poteva ben definirla, non le aveva mai parlato in quel modo. «Ti ho cercata ovunque» aggiunse, calmandosi.
La ragazza gli sorrise, aveva ancora addosso la maglia di Luke, ma Jordan era troppo preso a urlare per accorgersene. L'aveva tenuta con la speranza che credesse che ci fosse stata, con il biondo, ma Jordan non aveva fatto cenno al suo abbigliamento.
«Scusami» disse comunque Gwen, abbracciandolo. Lui le cinse i fianchi e la strinse a se, odiava il pensiero di non sapere dove fosse la sua migliore amica, lui si era promesso di proteggerla, sempre e comunque. «I "bisogni" mi chiamavano» aggiunse e Jordan capì.
Rimasero insieme ancora per un po', poi lei si staccò di nuovo, in cerca di quegli occhi blu tanto gentili. Non si avvicinò a lui, a loro, preferì sedersi sulla sabbia e guardarli da lontano. Li scrutò attentamente, ne osservò le movenze, i sorrisi allegri, la voglia di vivere.
Per un momento chiuse gli occhi, così com'era, sdraiata sulla sabbia umida, con la maglietta di uno sconosciuto addosso, senza alcuna biancheria intima, se non un paio di slip che si era portata di ricambio.
Ah, il mare, pensò Gwen, come farei senza.
Probabilmente senza mare non sarebbe stata lei, lei che amava ogni singola creatura dell'oceano, lei che viveva per assaporare ogni minuto che poteva mentre nuotava tra i pesci, lei che trovava nella sua profondità un luogo di rifugio per i momenti bui.
Riaprì gli occhi di scatto, voleva avvicinarsi, confondersi tra la folla e invece era da sola, come era sempre stata. Cercò Jordan con lo sguardo, lo vide intento a parlare con Juno, non avevano mai smesso da quando lei lo aveva cercato, sembrava così felice e si sentì quasi un peso. A quante cose aveva rinunciato per lei? Tante, troppe.
«Ehi Gwen» sentì il suo nome provenire dalla labbra del ragazzo biondo che era stato tanto gentile da darle la sua maglia. Luke. Suonava così melodioso.
Non sapeva cosa fare, se raggiungerli o semplicemente salutarli e rimanere là seduta. Non fece in tempo a rispondersi, perchè Luke le fece segno di avvicinarsi e lei così fece.
«Ehi» gli rispose, con un sorriso appena accennato. I suoi amici la stavano guardando, e anche se lei aveva gli occhi puntati sul biondo, sapeva che lo stavano facendo. Si sedette sulla sabbia.
«Ragazzi» fece Luke, spezzando il quasi imbarazzante che si era creato. «Lei è Gwen».
«Rebecca» disse lei, fermandolo. «Mi chiamo Rebecca, non Gwen» sospirò, «Gwen è un soprannome del mio secondo nome».
Aveva sempre amato essere chiamata Gwen, ma a quel nome aveva associato così tante facce cattive, che l'avevano sempre presa in giro e maltrattata. Forse con quei ragazzi sarebbe andato tutto bene, se solo fosse stata lei stessa e non una copia di un personaggio di un libro.
«Bene, Rebecca» ripetè Luke e con la sua voce non sembrava nemmeno tanto brutto.  Lo rendeva quasi bello, anzi. «Loro sono Cal, Mike e Ash» disse poi, indicando i tre ragazzi, che sorrisero al sentire i loro nomi. Loro, al contrario di Jordan, notarono che Gwen aveva addosso la maglia di Luke, e non sapendo la verità, continuarono a guardare maliziosamente i due.
«Che avete fatto voi due?» disse infatti il tinto, con uno sguardo tutt'altro che casto. Gwen non aveva mai sentito imbarazzo quando si trattava di cose del genere, sono cose naturali, pensava, perchè vergognarsene?
«Un bagno insieme» disse, ricambiando lo sguardo, tanto da far ridere il ragazzo che la guardò con ammirazione. «Siccome voi tre pappamolli - e usò la stessa parola che aveva usato Luke prima in acqua per descrivere i suoi amici - non avevate il coraggio di tuffarvi» concluse e il biondo rise di gusto, complimentandosi con lei per l'ottima conclusione.
«Lei mi piace» disse Calum, che ancora non aveva parlato, ridacchiando. Ridacchiavano tutti un sacco, in quel gruppo.
Mentre chiacchierava animatamente con quei quattro sconosciuti incontrati un'ora prima, vide la figura massiccia di Jordan avvicinarsi. Il suo cuore batteva qualche battito in più al secondo, come era solito succedere mentre era in compagnia di Jordan.
«Gwenny, eccoti. Ti avevo persa, di nuovo» e marcò quelle due parole finali, scrutando i quattro ragazzi con cui era seduta. Aveva fatto in fretta a farseli tutti amici. «La festa è finita, sto andando a casa, vieni?» le chiese.
Si alzò, si tolse la sabbia di dosso e salutò tutti con due baci. Prima di andarsene si girò verso il biondo, e gli disse: «Questa te la rendo appena ci rivedremo» e poi raggiunse Jordan, che era andato un po' più avanti.
Nessuno dei due parlò per un bel pezzo di strada, camminarono l'uno accanto all'altra, in silenzio. Fu Gwen a spezzare quel silenzio, quasi imbarazzante, che si era creato.
«Allora,» disse «con Juno?» e si lasciò sfuggire un tono troppo geloso per i suoi gusti. Non ci poteva fare niente, lo era davvero, gelosa fino al midollo.
Jordan non se ne accorse e rise leggermente, grattandosi la nuca con la mano destra. Lo faceva sempre quando era imbarazzato, e non si sarebbe mai detto, ma lo era molto spesso.
«Bene» disse, per poi scoppiare in una fragorosa risata. E Gwen lo sapeva, quella era la risata del "E' andata più che bene, ma non te lo dico, perché so che sei innamorata di me e sei la mia migliore amica".
 
***
 
«Che dite, torniamo in albergo?» disse Luke, quando la spiaggia era rimasta quasi deserta. Gli unici rimasti erano loro, e qualche altro ragazzo della festa. Nessuno dei quattro aveva alcuna voglia di andare a dormire, ma erano le due di notte e ne avevano un po' tutti bisogno. I tre ragazzi annuirono, e insieme si incamminarono verso l'albergo in cui risiedevano.
«Secondo voi quel tipo, il fighetto, è il ragazzo di Gwen?» chiese ancora Luke, distrattamente. «Li vedo sempre insieme».
«Può darsi che lo sia» rispose Michael, con un tono un po' misterioso. «O semplicemente è un amico, molto premuroso. Non penso che l'avrebbe mai lasciata da sola, se fosse stato il suo ragazzo» proseguì. «Ma perché ti interessa tanto? Se è fidanzata, si punta ad un'altra».
«Non è per rimorchiare» ribatté il biondo, divertito. «Ma semplice curiosità, ve l'ho detto prima di partire, non sarei stato con nessuna ragazza fino alla fine della vacanza. Il fatto che siano passati solo due giorni e che io ne abbia conosciuta una, è semplice casualità».
«Non ti crede nessuno» disse Ashton, facendo ridere tutti gli altri. Luke arrossì e non rispose.
Quando arrivarono nell'hotel in cui alloggiavano, i quattro ragazzi si imbatterono proprio in Jordan, che era seduto sul divano della hall. Stava guardando il telefono e sorrideva, quando vide i quattro ragazzi però, si alzò e li raggiunse.
«Ehi» disse, il suo tono pareva quasi minaccioso. Parlava con tutti e quattro ma i suoi occhi erano puntati su Luke. «Che intenzioni avete con Gwen?» aggiunse, si sentiva in dovere di metterli in guardia, perché non avrebbe permesso a nessuno di farla soffrire.
«Nessuna» rispose Luke. «L'abbiamo conosciuta due ore fa e abbiamo semplicemente parlato. Stai tranquillo, macho man».
Jordan, a quelle parole, accennò un sorriso. Non era un sorriso forzato, ma era uno di quelli che diceva "Ti sto dando fiducia, deludimi e ti ammazzo" e i ragazzi se ne accorsero, perché annuirono e tornarono in camera.
Jordan riprese a fare quello che stava facendo. Si rimise sul divano e rispose ad alcuni messaggi che gli erano arrivati.
Buonanotte, Jordie.
'Notte principessa, sogni d'oro. 

 

Buonsalve :)

Today è mercoledì e dunque aggiorno!
Come avrete potuto leggere, sia in questo capitolo che in quello precedente, la notizia del presunto sirenismo di Gwenny ha fatto breccia nel cervello di Luke.
Presto i due approfondiranno questa conoscenza, infatti il biondino non si lascerà certo frenare da Jordan. 
Approposito di questo, volevo dirvi che Jordan (amorino, io lo adoro e tutti lo odiano), è un personaggio studiato. 
Ha un ruolo molto importante nella storia, lo scoprirete più avanti :D
Dunque, lo so che può sembrare un terzo incomodo, o un rompipalle, ma non c'è timore, è innocuo. 
Credo di aver già detto troppo. 
La storia prenderà una via molto ma molto più fantasy andando avanti, perchè ora è solo l'inizio e non è ancora successo praticamente nulla. 
Soooo, stay tuned. 
Ci si vede sabato. 
Ps. Gli esami di recupero sono andati bene, yeee
L'anno prossimo studierò un sacco di più, giuro. 
Pps. Grazie a chi ha rencesito, messo tra seguiti/preferiti. Vi lovvo. 
Un super mega abbraccio (e chi sono, gianni morandi?).
Nia.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: nana13