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Autore: pikychan    15/07/2015    1 recensioni
Questa fanfiction comincia da Lucinda.
Ora ha tredici anni e anche quest'anno parteciperà al Gran Festival.
Poco prima della finale però conoscerà una ragazza che sembra conoscere Ash. Questa decide di ripartire per trovarlo.
Preoccupata per le sorti della ragazza ne parla con la sua amica Zoey.
...
"...Non ti piacerebbe rivedere Ash?"
...
Le consiglia di ripartire con questa ragazza, ma Lucinda è confusa.
Che cosa farà alla fine?
{Pearlshipping and Elettricshpping}
[AshxLucinda and CamillaxLem]
Genere: Demenziale, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ash, Lucinda, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon: Le mie fanficition sulla pearlshipping'
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Nuovi strani sentimenti...

Si erano svegliati in tutta fretta. La mattina Ash, Lucinda, Camilla, Lem, Clem e Serena si erano subito messi in marcia verso la palestra della città. Ash era al settimo cielo, come sempre del resto. Se si parla di lotte Pokèmon lui può essere solo felice. Solo ieri aveva affrontato e sconfitto la Capopalestra in una battaglia uno contro uno, non sapendo neanche tra l'altro che Ornella era a capo della palestra della città. La domanda che tutti si ponevano era: ora che lo sa non è che si farà prendere dal panico? Oppure non è che avendola già sconfitta la sottovaluterà? Saprà reggere il confronto anche con tutti gli altri suoi Pokèmon? E quali saranno?

Erano queste le domande che tormentavano gli amici. In particola la ragazza dai capelli blu. Guardò per un attimo Ash. Era davanti a loro che procedeva a passo sicuro. Lucinda riabbassò lo sguardo. Il giorno prima si era persa il suo combattimento con Ornella. Le sarebbe così piaciuto vederlo. Chissà se aveva utilizzato la famosa Megaevoluzione...

Comunque oggi avrebbe visto la lotta a ogni costo. Dall'inizio alla fine. Facendo l'adeguato tifo. Purtroppo oggi non aveva avuto il tempo di mettersi il vestito da cheerleader, ma non era un grosso problema. Era da escludere che l'amico avrebbe perso per questa pura formalità.

“Che hai Lucinda?” le chiese l'amica mora.

Lucinda presa alla sprovvista sobbalzò. Balbettò un nulla, tuttavia Camilla continuò a guardarla con la coda dell'occhio sospettosa. Impossibile dire a cosa pensasse in quel momento.

Serena si intromise e chiese a Lucinda se era preoccupata. L'amica allora avvampò, così fu il turno della piccola Clem che disse che non c'era da preoccuparsi e che Ash avrebbe vinto di sicuro.

Lucinda in quel momento tirò un sospiro di sollievo. Era contenta che le amiche non avessero capito. Lei stessa non si capiva in certi momenti e quello non faceva eccezione. Si sentiva però molto in colpa. Egoista a dirla tutta. Non era solamente preoccupata per Ash. I suoi sentimenti non erano così puri e innocenti, anche se non sapeva trovare il modo di interpretarli.

Finalmente erano arrivati di fronte alla palestra. Ash corse subito dentro. Gli amici lo seguirono a ruota un po' affannati. Il portone era chiuso e aveva l'aria di essere pesante, tuttavia con una spinta il ragazzo lo aprì senza fatica.

I ragazzi restarono incantati. La palestra era qualcosa di mai visto. Il colore dominante era decisamente il viola e c'era una grandissima pista di pattinaggio. Anche il giallo non mancava a dire il vero.

Subito un uomo di mezza età venne loro incontro. Diceva: solo uno sfidante per volta. Allora i ragazzi si sbrigarono a spiegare l'equivoco.

“Non sappiamo come funziona nelle altre palestre, ma qui può entrare solo lo sfidante, amici e parenti devono aspettare fuori” spiegò l'omone. Aveva una voce lenta e piuttosto antipatica. O almeno fu quello che pensò Camilla perchè lo guardò male facendolo avvampare.

“Ash...” disse Lucinda d'impulso. Probabilmente si aspettava qualche parola o frase di conforto. Aveva l'aria abbattuta. Che peccato! Lei voleva davvero vedere il suo incontro...

“Tranquilla, voi aspettatemi fuori non ci metterò molto, andrà tutto bene!” sorrise raggiante.

La ragazza però non si sentì per niente sollevata, anzi. Quelle parole l'avevano mortificata ancora di più. Se l'aspettava, tuttavia averle sentite le faceva male...

L'omaccione disse hai ragazzi ancora una volta di uscire. Era davvero insistente, Camilla non lo sopportava proprio. Lo fulminò ancora con lo sguardo facendolo avvampare di nuovo. Fece un sorriso totalmente imbarazzato e spiegò che in realtà era per la loro sicurezza. A quanto pareva la pista di pattinaggio non era chiusa e se per caso qualcuno si fosse fatto male sarebbe finito nei guai lui.

Camilla però lo guardò ancora più male. Peggio ancora, trattava la gente come degli idioti. Come si permetteva!

Lem guardò lo sguardo fisso dell'amica mora sull'uomo. Cercò di richiamarla decisamente imbarazzato. Poi chiese solennemente scusa e diede il via agli altri di uscire. Solo che dato che la mora non dava cennò di muoversi la guidò verso l'uscita poggiandole le mani sulle spalle.

Quando furono fuori Camilla ancora furente mise su il broncio. Lem era disperato perchè non sapeva cosa fare. L'aura negativa di Camilla era troppo potente. La bimba tentò di dare una mano al fratello e così finalmente almeno la ragazza rilassò le braccia conserte. Cominciò la lamentarsi di quell'uomo e della loro libertà limitata dalle sue strane leggi.

Intanto Lucinda e Serena si erano sedute sulla panchina di fronte alla palestra. Serena guardava preoccupata l'amica che aveva il viso abbassato e gli occhi persi.

“Lucinda, stai bene?” le chiese.

“Sì, perchè me lo chiedi...” rispose a testa bassa.

La castana non sapeva che fare. Non aveva neanche dato intonazione alla frase. Non sapeva come comportarsi. Lucinda era sempre allegra e spensierata, poi a volte cadeva in uno stato di depressione tale da confondere perfino se stessa.

“Ti posso dire una cosa un po' egoista?” ruppè il silenzio a un certo punto.

Serena subito confusa non capì, ma poi le disse di sì e la rassicurò che con lei poteva parlare liberamente.

“Io... non sono preoccupata, so che Ash saprà tenere brillantemente testa a Ornella e solo che vorrei essere lì...”

L'amica ancora non capiva. E che cosa c'era di male? Anche lei se avesse potuto avrebbe voluto essere lì, non ci vedeva nulla di strano.

“prima quando Ash mi ha detto di aspettare tranquillamente fuori mi sono addirittura sentita un po' arrabbiata, so che era il suo momento e non ne avevo diritto, però forse avrei voluto che almeno un po' fosse dispiaciuto...” continuò la blu.

La ragazza dagli occhi azzurri era sorpresa. Aveva capito cosa intendeva l'amica, tuttavia lei non ci aveva nemmeno pensato. Forse era un po' superficiale. Il ragionamento di Lucinda aveva senso in effetti, però le sembrava un po' contorto. Era convinta che non fosse egoismo, anzi aveva anche capito cos'era... però non voleva ammetterlo. Sì, ammetterlo avrebbe segnato la sua sconfitta definitiva. La prova che non poteva competere...

Tuttavia da buona amica cercò di spiegarle che non era per niente egoista. Era normale. Con i sentimenti non si discute, li si prova e basta.

Lucinda però alla fine non era per niente convinta. Forse era addirittura più a terra di prima.

Serena a quel punto le propose una cosa che mai nella vita avrebbe rifiutato...

“Ho un'idea, che dici se andiamo a fare un giro al negozio di vestiti della città?”

La ragazza alzò la testa di scatto e si voltò con gli occhi scintillanti.

“Mancherà ancora un bel po' prima della fine dell'incontro, che dici?” continuò ora consapevole del fatto di aver attirato l'attenzione dell'amica.

“E' una grande idea!” esclamò la ragazza con gli occhi ancora brillanti, poi tornò alla realtà e disse che prima dovevano avvertire Camilla e gli altri.

“Io non credo ci faranno molto caso” disse un po' ironica facendo notare all'amica che Lem lavorava a una strana invenzione mentre Clem e Camilla lo guardavano curiose.

Così le due ragazze cominciarono a incamminarsi. A Yantapoli c'era anche una grandissima pista di pattinaggio. Per qualche motivo la grande passione di tutti gli abitanti della città era il pattinaggio.

Serena e Lucinda si trovavano ora davanti al negozio. Lucinda si era incantata con le mani strette sul cuore. Serena non disse niente, sorrise. Era felice che finalmente l'amica avesse recuperato un po' di entusiasmo.

“Guarda chi si vede” disse qualcuno uscendo dal negozio.

“Ancora tu?!” sbotté subito la castana.

“Serena, dai andiamo via...” sussurrò quasi Lucinda. Perchè aveva detto così? Quasi rassegnata per giunta. Che le prendeva quel giorno? Non capiva, era tutto così confuso. Dentro di lei almeno questa reazione era chiara, ma fuori sembrava così confusa...

La ragazza castana era ancora una volta confusa. Perchè diceva così? Che le prendeva oggi? La guardò solo con aria confusa, non sapeva che altro fare.

“Non preoccupatevi, me ne stavo andando” annunciò passando oltre. Aveva un sacco di sporte, doveva aver fatto diversi acquisti.

“ah, comunque non credo proprio questo negozio si adatti al vostro stile, beh, ciao” concluse non fermandosi un attimo.

Serena ribolliva di rabbia. Lucinda al contrario era semplicemente a terra, ma non per Meringa. Continuava a non capire perchè... ormai era diventata angosciate perfino per se stessa...

“Lucinda, torniamocene alla palestra!” esclamò l'amica. Meringa le aveva già rovinato il resto della giornata, dimenticava però la blu. Ormai era sempre più mortificata, troppo a terra... ci mancava solo Meringa!

“Lucinda, andiamo ti riporto da Ash” disse prendendola per mano e trascinandola.

Lucinda solo ora si era un po' riattivata. Aveva fatto arrabbiare Serena? Oh no, era l'ultima cosa che voleva! Un attimo, cosa aveva detto? Ti riporto da Ash? Aveva detto così? Era quasi come se lei avesse capito che la causa era Ash. E lo aveva capito prima di lei stessa... no, ma questo lo aveva capito perfino lei. Forse il problema era solo che non lo voleva ammettere.

Tornarono alla palestra. Ash non era ancora uscito, in compenso nessuno degli altri tre si era accorto dell'assenza di Lucinda e Serena.

L'allenatore uscì dalla palestra pochi minuti dopo. Non ebbe neanche il tempo di uscire completamente che l'amica dai capelli blu gli corse incontro abbracciandolo con sua grandissima sorpresa.

Serena guardò la scena. Il suo sguardo era un po' malinconico, tuttavia si costrinse a sorridere. Domandò all'amico come era andata e lui rispose che tutto era andato liscio come l'olio.

“Lucinda, però adesso non potresti staccarti? Non sono mica andato in guerra”

La blu però non sembrava averlo ascoltato. Sembrava anche aver chiuso gli occhi.

“Ma tu guarda...” disse rassegnato non sapendo che fare. Non sembrava neanche lei quel giorno. Sembrava quasi si fosse addormentata... nah, ma chi si sarebbe mai addormentato in piedi? Era ridicolo.

Camilla era distratta a guardare l'invenzione di Lem è vero. Tuttavia sentendo uno strano presentimento si voltò e vide la schema. Ash, Lucinda e Serena... Aveva già capito tutto. Le nuove emozioni e sensazioni che pian piano sbocciavano erano molto chiare. La situazione stava decisamente prendendo una piega interessante.

 

  
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